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Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 31/03/2012, 8:04

flaviomob ha scritto:La pensione di Veltroni a 52 anni invece non è degna di attenzione? C'è chi parla di 5000 (netti), chi di 9000 euro al mese...

Certo che è degna di attenzione. Basta che si sappia e che se ne parli.
E che si sappia chi razzola male e predica peggio.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 31/03/2012, 12:02

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Allora dovrò ripetermi:
mio cognato fu licenziato prestissimo prima dei cinquant'anni e nell'impossibilità oggettiva di tornare a lavorare ora percepisce una pensione,piccola,ma sempre di pensione si tratta.
Ti sembra un privilegio per caso ?

Non cercare di mischiare le carte, confondendo casi sociali con gli abusi della casta.
Di Pietro, poverino, cumula la pensione da magistrato (dal 1995) e lo stipendio da parlamentare.
Quanto a tuo cognato, in un altro paese civile non lo avrebbero pensionato prima del tempo ma in assenza di reddito avrebbe ricevuto un assegno di assistenza fino alla pensione, che poi avrebbe ricevuto piena. Chiaro?

Io non mischio le carte,ho solo spiegato cos'è una pensione e perchè DP ne ha diritto.
Poi ho spiegato qualìè la vera stortura e perchè è grottesco prendersela proprio e solo con chi le denuncia.
Rilevo poi che in un paese normale uno non dovrebbe venire considerato inutile solo perchè perde il lavoro,anzi lo stato dovrebbe cancellare il sussidio di disoccupazione e sostituirlo con uno stipendio di disoccupazione,da assicurare a tutti i licenziati che accettano di iscriversi,magari settimanalmente,in una lista di persone a disposizione di ogni singolo comune,per lavori socialmente utili o qualsiasi altra cosa.
Sarebbe la fine della disoccupazione e della miseria nera.
E se noi non siamo un paese normale è perchè quelli come DP vengono definiti populisti invece che dargli retta.

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:La pensione di Veltroni a 52 anni invece non è degna di attenzione? C'è chi parla di 5000 (netti), chi di 9000 euro al mese...

Certo che è degna di attenzione. Basta che si sappia e che se ne parli.
E che si sappia chi razzola male e predica peggio.

Aspetta....cioè siccome DP si lamenta dei privilegi allora è ipocrita,e invece Veltroni che ne usufruisce e tace volando basso che chissà che non mi becchino....sarebbe virtuoso ?
:lol: :lol: :lol:
Secondo questo perverso ragionamento,gli unici ad avere diritto di lamentarsi delle schifezze e provare a cambiare le cose senza passare per ipocriti,sarebbero i comuni cittadini che stanno fuori dal Palazzo.
Traduzione:impossibile cambiare se non si assalta la Bastiglia.
Andiamo bene....
Stefano'62
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 31/03/2012, 12:30

Stefano'62 ha scritto:Io non mischio le carte,ho solo spiegato cos'è una pensione e perchè DP ne ha diritto.

Si, ma non ci sei riuscito. Io questo diritto non lo vedo. Come dice @pianigrande, anche se legale è lo stesso un priviegio.
Ma vedo i costi di quest sistema perverso. 55 miliardi all'anno.
Quelli che mancano quando occorre finanziare tante altre cose, come la vera assistenza agli indigenti (veri, e DP non lo è), il sostegno alla famiglie, le politiche per la prima casa, gli ammortizzatori sociali, la sanità che arranca, l'educazione che fa pena, la ricerca e l'innovazione.
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Finché la barca vaaaa...

Messaggioda flaviomob il 31/03/2012, 12:41

E' giusto. Finanziamo anche i poveri proprietari di yacht, come fa il governo "liberale".

http://www.cadoinpiedi.it/2012/03/31/ca ... yacht.html

Nel decreto liberalizzazioni è contenuta una norma a dir poco vergognaosa, già ribattezzata norma "salva-yacht". Eccola



Lo riporta il blog I Segreti della Casta di Montecitorio. Al centro del contendere, una norma contenuta nel decreto liberalizzazioni che di fatto salva i ricchi proprietari delle mega barche. Dice il testo: "La legge 171 del luglio 2005 si applica ai paesi europei ed extraeuropei". Tale legge non è altro che il codice nautico in vigore nel nostro paese. Affermare che esso possa applicarsi anche ai paesi europei ed extraeuropei, significa che

"sarà possibile intestare la barcona a società di noleggio fittizie, magari con sede alle isole Cayman, che poi affitteranno la barca al vero proprietario, senza pagare un centesimo di tasse: niente Iva, niente accise sulla benzina (e per uno yacht di grandi dimensioni si fanno pieni di 300.000 euro). Un trucchetto facile facile, un bel regalone agli evasori di lusso."

Ma le sorprese non finiscono qui. Infatti, anche la tassa per lo stazionamento nei porti, che serviva a identificare i proprietari di barche, è stata modificata. "Ora è una tassa di possesso. Quindi anche qui, basterà immatricolare la barca con un falso nome di una società fittizia, e il gioco è fatto. Così i mega ricchi potranno risparmiare qualche euro in più."

vedi anche:

http://isegretidellacasta.blogspot.it/

e anche, OT ma fa casta, ops, fa brodo:

http://www.linkiesta.it/intervista-marino


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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 31/03/2012, 12:51

franz ha scritto:
Si, ma non ci sei riuscito.

Questo lo dici tu.
franz ha scritto:.....anche se legale è lo stesso un priviegio.
Ma vedo i costi di quest sistema perverso. 55 miliardi all'anno.

Benissimo,allora perchè quando Di Pietro spinge per abbatterli gli si da del populista ?
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 31/03/2012, 13:42

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:
Si, ma non ci sei riuscito.

Questo lo dici tu.

Certo che lo dico io. Hai spiegato ma se mi hai spiegato bene e mi hai convinto solo io posso dirlo.
E non ci sei riuscito.
Se DP si batte contro le pensioni di anzianità (cosa che credo affatto) non avrai problemi a dimostrarlo, documenti programmatici alla mano. Che si batta contro alto lo sappiamo ma quel tema si è ben guardato dall'affrontarlo. Anzi.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Robyn il 01/04/2012, 7:13

In caso di licenziamento illecito per il gmo "esclusa la discriminazione",quindi per casi relativi al gmo,si può prevedere al posto dell'obbligo di reintegro,l'obbligo del ricollocamento della retribuzione e del pagamento della formazione in un ambito massimo di tre anni.Infatti è vero che bisogna fare una riforma completa ciao robyn
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«Articolo 18, conciliazione obbligatoria»

Messaggioda franz il 01/04/2012, 11:19

Nel testo dell'esecutivo «rafforzate» alcune scelte sui licenziamenti economici
«Articolo 18, conciliazione obbligatori

Susanna Camusso, leader della Cgil, insiste sul reintegro. E anche il Pd torna a chiederlo

ROMA - Sui licenziamenti per motivi economici l'ultima parola spetterà al presidente del Consiglio. Martedì, Mario Monti, assieme al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, esaminerà i circa settanta articoli del disegno di legge che i tecnici del ministero hanno messo a punto partendo dal documento approvato il 23 marzo dal Consiglio dei ministri. E sarà lui a decidere se cambiare qualcosa rispetto all'articolato che, per ora, non contiene sostanziali novità, nonostante il pressing del Pd e dei sindacati per introdurre la possibilità del reintegro (invece del semplice indennizzo) per il lavoratore licenziato per motivi economici laddove il giudice accerti l'insussistenza del motivo stesso. È improbabile che Monti su questo ceda. Se lo facesse la Confindustria e il Pdl lo attaccherebbero. Più facile che il duello su questo punto si sposti in Parlamento.

Dove, però, se la riforma corresse il rischio di essere stravolta, Monti si giocherebbe il tutto per tutto ricorrendo al voto di fiducia. Ciò su cui intanto il governo sembra puntare è una normativa efficace sulle procedure di conciliazione e processuali riguardanti i licenziamenti. Con un duplice obiettivo: prevenire l'instaurazione delle cause giudiziarie; risolverle con un rito accelerato quando ciò non sia possibile. Ecco perché specifiche norme saranno dedicate alla conciliazione di cui si parla nel documento di linee guida del governo. La procedura di conciliazione sarà obbligatoria per tutti i licenziamenti di tipo economico.
Secondo le norme attuali (legge 604 del 1966 come modificata dal collegato lavoro del 2010), il tentativo di conciliazione è facoltativo, a richiesta del lavoratore.

Dopo la riforma, invece, il licenziamento con motivazioni economiche sarà sempre esaminato in prima battuta in una sede terza, come gli uffici provinciali del Lavoro, dove le parti, cioè l'azienda e il lavoratore, con l'assistenza dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali, dovranno presentarsi entro un termine prefissato (probabilmente 7 giorni) e decideranno se risolvere la controversia attraverso una transazione economica, che lo Stato potrebbe incentivare con la corresponsione di un voucher che il licenziato potrebbe «spendere» presso i servizi di ricollocamento al lavoro (corsi di formazione e riqualificazione compresi).

Se invece la conciliazione fallirà e il lavoratore ricorrerà al giudice, si assumerà il rischio, nel caso perdesse la causa, di non ottenere nulla, nemmeno la transazione discussa nella fase conciliativa. Ciò dovrebbe far sì che in tribunale arrivino solo una parte delle controversie, quelle dove il lavoratore ritiene di avere un'alta possibilità di ottenere l'indennizzo, che la legge fisserà tra un minimo di 15 e un massimo di 27 mensilità, o addirittura il reintegro nel posto di lavoro laddove riesca a convincere il giudice che il licenziamento non ha motivazioni economiche bensì discriminatorie. Per scoraggiare ulteriormente il ricorso al tribunale, si prevede che il giudice, qualora decida per l'indennizzo, ne stabilisca la misura tenendo anche conto del comportamento delle parti durante il tentativo di conciliazione. Questo significa che se la controversia poteva appunto essere risolta prima, perché non ci sono gli estremi del reintegro, il giudice tenderà a «punire» il lavoratore stabilendo un indennizzo basso.

I processi sui licenziamenti si svolgeranno secondo un rito abbreviato. Non ci saranno però termini perentori entro i quali dovrà essere pronunciata la sentenza. La scansione del procedimento resterà rimessa al giudice. Ma questo tipo di cause godrà di una corsia preferenziale. Del resto procedure d'urgenza in materia di lavoro sono già previste, per esempio, sulle controversie per condotta antisindacale (articolo 28 dello Statuto dei lavoratori) e nei casi gravi di licenziamento discriminatorio (ex articolo 700 del codice di procedura civile). Sul rito abbreviato sono tutti d'accordo, imprese e sindacati, Pdl e Pd. Ma resta lo scontro sui licenziamenti. «Bisogna mettere il reintegro su quelli illegittimi», dice Susanna Camusso (Cgil). No, replica Emma Marcegaglia, «in questo caso dovremmo cambiare tutto». Con i sindacati sta il Pd: «Quando il motivo del licenziamento, sia esso economico o disciplinare, è insussistente il giudice deve poter sempre decidere il reintegro o l'indennizzo», dice Cesare Damiano.

Enrico Marro
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda flaviomob il 01/04/2012, 15:09

Quindi un lavoratore perde il posto, ha ragione, gli danno X mensilità, si rende disponibile a una nuova formazione, corsi, etc etc. Però dopo X mesi non trova ancora lavoro. Che facciamo, muore di fame? Perde la casa? I figli? Il coniuge? "Cazzi loro"?


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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda franz il 01/04/2012, 16:15

flaviomob ha scritto:Quindi un lavoratore perde il posto, ha ragione, gli danno X mensilità, si rende disponibile a una nuova formazione, corsi, etc etc. Però dopo X mesi non trova ancora lavoro. Che facciamo, muore di fame? Perde la casa? I figli? Il coniuge? "Cazzi loro"?

Come funziona in Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca etc etc?
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