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Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda Robyn il 14/03/2012, 12:48

La riforma si deve fare.Si può approvare questa e successivamente fare dei miglioramenti anche perche non andrà a regime subito.Infatti subito dopo la riforma tocca al lavoro e alla crescita ciao robyn
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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda franz il 15/03/2012, 9:07

Ecco il testo relativo alle tipologie contrattuali: http://media2.corriere.it/corriere/pdf/ ... 3-2012.pdf

Sondaggio sul corriere della sera

Codice: Seleziona tutto
Il ministro Elsa Fornero: ci sono risorse per una buona riforma del lavoro. Ce la farà?

    Sì 95.8%
     
    No 4.2%

http://www.corriere.it/appsSondaggi/vot ... ggio=10349

Repubblica:
Lavoro, accordo possibile martedì
Articolo 18, riforma sul modello tedesco
Retroscena Bersani: "E adesso firmate"

Riforma, sindacati da Fornero: "Incontro utile"
Il ministro: "Accordo entro una settimana"
Cgil, Cisl e Uil vedono il ministro. Bonanni: "Art. 18 si può ristrutturare". Camusso: "Maturano cose positive". Battuta della leader di Confindustria sulle risorse per gli ammortizzatori sociali. Fornero assicura: "Le risorse ci sono e non da tagli alla spesa assistenziale. Si può chiudere per il 23 marzo". Verso l'allungamento del periodo di transizione per i nuovi ammortizzatori sociali
Lo leggo dopo
Riforma, sindacati da Fornero: "Incontro utile" Il ministro: "Accordo entro una settimana" Elsa Fornero, ministro del Lavoro

ROMA - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, presente anche il leader di Ugl, Giovanni Centrella. E, al termine, il clima sembra improntato all'ottimismo. "E' stato un incontro utile - dichiarano i segretari sindacali - abbiamo concordato con il governo che i contenuti di questa conversazione resteranno patrimonio di chi li ha fatti". Camusso conferma che un altro appuntamento "ci sarà nei prossimi giorni", ma tiene a ribadire di non voler aggiungere altro perché "le trattative non si fanno sui giornali".

Successivamente, dalle dichiarazioni dei protagonisti della trattativa, trapelano molte aperture dopo che nei giorni scorsi c'era stata la sensazione che il tavolo potesse saltare. Il ministro Fornero, in audizione al Senato, si dice convinto che l'accordo possa essere trovato entro il termine previsto del 23 marzo. Camusso vede maturare "cose positive".

L'obiettivo dichiarato è quello di chiudere prima che Monti parta per il suo viaggio in Oriente. Resta anche sul tavolo il nodo dell'articolo 18, ma anche su questo fronte ci sarebbe spazio per una mediazione, come il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha lasciato chiaramente intendere. Il punto di caduta potrebbe essere una 'manutenzione' dell'articolo 18 per quanto riguarda tempi della giustizia e casi, ben circoscritti, in cui al reintegro si può sostituire l'indennizzo del lavoratore.

Per Elsa Fornero, una giornata di colloqui (oltre ai sindacati, anche con Rete Imprese) che cade in un momento decisivo per la riforma del mercato del lavoro. Molti i nodi da sciogliere. Si registra, per ragioni di fondo molto diverse, la compattezza di sindacati e imprese sul "no" alla ricetta del ministro per la gestione sistemica dell'emergenza occupazionale nella crisi del presente. Ovvero, il passaggio dalla cassa integrazione ai modelli tedesco e danese, per una maggiore flessibilità in uscita che può produrre licenziamenti, ma anche attirare investimenti stranieri in grado di generare nuova occupazione.

Una giornata in cui dopo Bonanni, che ieri paventava il rischio di un naufragio del tavolo perché non si può "parlare di soldi senza aver stabilito prima quale sia il sistema che si adotta", giunge il sarcastico controcanto del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: "Miliardi? Credo ci daranno una 'paccata' e basta", in riferimento al monito del ministro Fornero sulle risorse finanziarie 1per la riforma degli ammortizzatori sociali, condizionate al preventivo assenso delle parti sociali all'accordo. "Solo una battuta" precisa poi Marcegaglia, avvertendo: si può anche chiudere nei tempi stretti posti dal governo ma l'esecutivo deve fissare "punti fermi" e indicare "le cifre: è necessario che si capiscano le cifre". "Attendiamo anche la proposta sulla flessibilità in uscita - aggiunge la leader degli industriali - perché la riforma si tiene su tre gambe, tre temi: contratti, ammortizzatori, flessibilità in uscita. Daremo un giudizio complessivo quando vedremo tutte le parti".

Allungamento ammortizzatori.
Per i nuovi ammortizzatori sociali - secondo quanto si apprende - si potrebbe allungare il periodo di transizione, portando più in avanti la data di avvio e l'entrata a regime del nuovo sistema, rispetto al 2013-2015 indicato nella proposta di riforma del lavoro. Si valuterebbe l'entrata a regime nel 2017, come inizialmente ipotizzato.

Mobilità più lunga. La durata dell'Aspi, la nuova Assicurazione sociale per l'impiego (che nella proposta della Fornero dovrebbe sostituire l'attuale mobilità) per i lavoratori oltre i 58 anni dovrebbe restare al livello attuale: 36 mensilità, cioè tre anni, garantendo quindi l'avvicinamento per i lavoratori 'anziani' alla pensione. Nella bozza che il governo aveva inviato ai sindacati l'Aspi si fermava per questa fascia d'età a 18 mensilità.

Per i lavoratori sotto i 58 anni l'ipotesi era di 12 mesi, ma il governo si è detto disposto ad allungare i tempi anche per questa categoria.

Riduzione del numero di contratti. Oltre a rendere quello d'apprendistato (con certificazione) il contratto 'principe' per i giovani per entrare nel mondo, il governo pensa di ridurre il numero di contratti dai 46 esistenti oggi a solo otto (la bozza 2). E i lavori a tempo determinato costeranno di più, per disincentivare la precarietà.

Articolo 18. Sull'articolo18 si valuta la possibile applicazione del modello tedesco. Le tutela resterebbero quelle attuali per i licenziamenti discriminatori e senza giustificato motivo. Mentre verrebbe garantita la possibilità di licenziamento per motivi economici a livello individuale e per motivi disciplinari. In questo caso al giudice spetterebbe direttamente, così come avviene in Germania, di stabilire l'indennità risarcitoria immediata con una procedura accelerata rispetto a quella attuale in Italia e graduata in base all'anzianità di servizio del lavoratore.

Tutte le procedure di licenziamento individuale sarebbero sottoposte al controllo dei sindacati, così come avviene già per i licenziamenti economici collettivi in modo da garantire ai lavoratori la possibilità di adire le vie giudiziarie in caso di abusi. In questo caso il giudice potrebbe in sede giudiziaria reintegrare il lavoratore immediatamente, così come avviene in Germania.

Fornero al Senato: "Accordo realizzabile la prossima settimana". Dopo l'incontro con i sindacati, il ministro si presenta in commissione Lavoro al Senato. Per dire: "Un accordo mi sembra realizzabile, lavoriamo per questo, e credo che potremmo farlo la prossima settimana". Forse già martedì nell'incontro a cui parteciperà anche Mario Monti.

"Una cosa che caratterizza questo governo è pensare al Paese nel suo insieme. Conto che quello che si fa per il Paese non possa essere rifiutato. Ci sono aspetti indigesti per tutte le parti, ma bisogna che le parti guardino il complessivo".

"Noi chiediamo sacrifici a tutti, è un menù equilibrato", ribadisce il ministro, sottolineando che la riforma del mercato del lavoro potrebbe fare "uscire il Paese da un futuro di bassa crescita o addirittura di decrescita".

"Siamo relativamente pronti a proposte" delle parti sociali, aggiunge Fornero, "non tutto è blindato". Poi ha annunciato che "il governo è pronto presentare proposte su un blocco complessivo della riforma del mercato del lavoro su 5 punti".

Prima di vedere Camusso, Angeletti e Bonanni, a Radio anch'io il ministro Fornero aveva ribadito la presenza di risorse per gli ammortizzatori non derivanti da tagli alla spesa assistenziale. E aveva espresso l'urgenza di "intervenire sulle tipologie dei contratti, rendendo più severi i controlli sugli abusi e incoraggiando forme più virtuose. Abbiamo in mente anche un contratto che dovrà dominare gli altri: prevede l'entrata nel mercato del lavoro con l'apprendistato e una stabilizzazione, che però non sarà per obbligo. Si prevede poi una relativa, maggiore facilità di uscita".

Camusso: "Maturano cose positive". "Mi pare che stiano maturando cose positive. Oggi è ricominciato il confronto utile e costruttivo e mi pare che ci sia l'impegno per costruire tutele universali". Così, dopo l'incontro con il ministro Fornero, il leader Cgil Susanna Camusso nel corso del programma La storia siamo noi. "Se davvero ci fosse una paccata di soldi, potrebbe servire a dare prospettive che noi continuiamo chiedere". Poi la leader della Cgil ha espresso anche valutazioni più 'personali'. Sulla Fornero, innnanzitutto: Il ministro del Lavoro è una donna con una gran tenacia ma a volte un po arrogante". Su Veltroni: "Aveva annunciato progetti importanti per la sua esistenza che non ha portato a termine". Un riferimento al mancato trasferimento in Africa. E anche sulla figlia, Alice: "Temo che andrà all'estero. Spero di no, con affetto materno, e vorrei che fosse un'esperienza ma non l'abbandono del Paese".

Bonanni: "No a flessibilità 'malata', tipo Co.co.co"
. Per il leader della Cisl, l'articolo 18 si può, dunque, ristrutturare. "Si può fare come in Germania - spiega - dove il giudice decide in quattro e quattr'otto se ci sarà il reintegro nei casi gravi o il risarcimento nei casi meno gravi. Poi ci sono i licenziamenti a carattere economico dove diciamo che si può ricorrere a sistemi diversi dall'art.18".

"Dobbiamo farlo l'accordo
- afferma deciso ancora Bonanni parlando a L'Italia su 2 di Raidue -. Mi viene in mente la frase di Alfieri, 'volli, fortissimamente volli'. Ma questo deve riguardare la Fornero". Il ministro si è detto ottimista per una chiusura entro il 23 marzo. "Sette giorni bastano e avanzano - osserva il leader della Cisl - se è come stamattina, che siamo stati cinque ore a lavorare in modo abbastanza confortante. Il problema non è il tempo. Se il governo non è duttile come lo è il sindacato, è chiaro che si perde tempo".

Bonanni, che nel pomeriggio incontra anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ribadisce che l'articolo 18 deve restare a tutela contro le discriminazioni, "come in tutti i paesi civili". E, a riprova, racconta di quando "all'inizio della mia carriera lavorativa, fui licenziato perché sindacalista. Mi volevano discriminare, era un abuso palese e fui reintegrato proprio grazie allo statuto dei lavoratori. Abusi e discriminazioni bisogna combatterli comunque. Dovunque in Europa gli abusi sono combattuti".

Rimane da sciogliere la questione della mobilità, "la terza gamba degli ammortizzatori sociali". Bonanni spiega che "viene utilizzata quando le aziende sono morte, fallite. In quel caso è importante perché dà possibilità alle persone di non andare in mezzo alla strada e ripredisporsi per trovare un altro lavoro. Anzi, in questo momento della riforma previdenziale così ruvida, che ha portato a un innalzamento dell'età per la pensione molto molto forte, privare il sistema di una protezione di questo tipo sarebbe un'ecatombe sociale"

Piuttosto, per il leader Cisl, sono da "eliminare i lavori truffa, come partite iva e i Co.Co.Co. introdotti dalla legge Biagi" che Bonanni chiama "flessibilità malate", contratti che "nascondono bene l'esigenza di pagare contributi e salario e dobbiamo trovare soluzioni a queste tipologie, soprattutto perché vanno contro i giovani".

Rete Imprese: "Così non firmiamo". "Il ministro ha detto che il governo è compatto e tira dritto per la sua strada" fa sapere Mauro Bussoni, direttore di confesercenti in rappresentanza di Rete Imprese Italia, al termine dell'incontro con Elsa Fornero, aggiungendo che "a queste condizioni non firmeremo".

"C'è un insostenibile gravame sul costo del lavoro per le piccole imprese - spiega Bussoni -. La riforma, così come ci è stata proposta, costerebbe alle nostre aziende e al milione e 800mila lavoratori che rappresentiamo, circa 1,2 miliardi in più all'anno, in aggiunta ai 2,7 miliardi di contributi già versati. Situazione illogica, perché si fanno pagare di più le piccole e medie imprese, che sostengono il Paese".

Le consultazioni di Bersani. "Mi sembra ci sia stato qualche spiraglio positivo nelle ultime ore. Il Pd è al servizio di un accordo di riforma perchè le cose naturalmente devono cambiare. Un accordo che dica coesione e sforzo comune". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine dell'incontro con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Bersani ha un giro di contatti e incontri anche con le altre sigle sindacali e con Rete Imprese e Confcooperative.
Ultima modifica di franz il 15/03/2012, 9:22, modificato 2 volte in totale.
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Lavoro, l'ultima mediazione di Bersani

Messaggioda franz il 15/03/2012, 9:09

Lavoro, l'ultima mediazione di Bersani
"Adesso buttate la chiave e firmate"

La revisione alla tedesca per l'articolo 18 potrebbe ottenere il via libera della Cgil. Dal Tesoro oltre 2 miliardi a chi perde il posto. La posizione del segretario Pd, con il partito che si sarebbe spaccato in caso di un'intesa separata di GOFFREDO DE MARCHIS
Lo leggo dopo

ROMA - "Buttate la chiave e firmate questo accordo". Pier Luigi Bersani vede il traguardo dell'intesa sul mercato del lavoro. È una corsa contro il tempo ma ormai il disegno è definito. Susanna Camusso dirà sì al modello tedesco per la revisione dell'articolo 18: i lavoratori potranno essere reintegrati o indennizzati.

Confindustria e le piccole imprese avranno i soldi necessari a garantire le nuove forme di ammortizzatori sociali: 2 miliardi, forse 2,5. E oggi il segretario del Pd, con il responsabile economico Stefano Fassina, vedrà sia Rete imprese sia Emma Marcegaglia, associazioni in grande sofferenza per la crescita sotto zero. "Io li posso incontrare perché conosco i loro problemi", dice con l'orgoglio dell'ex ministro e dell'ex amministratore emiliano. Che è anche una risposta alla recente folgorazione "laburista" di Alfano. Al segretario della Cisl Raffaele Bonanni, con cui si è incontrato ieri, Bersani infine ha chiesto l'impegno a non rompere l'unità sindacale, a tenere insieme il fronte dei lavoratori.

Dopo le frizioni di martedì e l'uscita infelice di Elsa Fornero sulla "paccata di miliardi", ieri è stato il giorno della svolta. In casa democratica danno l'accordo per fatto. "Bastava leggere tra le righe le reazioni alla battuta del ministro del Lavoro. Il web si è scatenato, ma sindacati e partiti sono rimasti zitti", racconta Bersani. Segno che i lavori era già molto avanzati. Nel vertice di ieri tra parti sociali e Fornero si è scesi nei dettagli e sono arrivati nuovi passi positivi.

Sindacati e datori di lavoro sigleranno l'intesa su alcune linee guida di riforma. Poi toccherà all'esecutivo preparare il disegno di legge. In pratica, si abbandona il modello della concertazione, ma rimane "il metodo del confronto. E servirà anche in futuro", precisa il segretario del Pd. L'attivismo del segretario ha una doppia lettura. L'attenzione naturale di un partito di sinistra ai temi del lavoro e la tenuta del Partito democratico.

Da subito è apparso evidente che il Pd si sarebbe spaccato in caso di accordo separato. Avrebbe cioè rischiato una scissione, da destra o da sinistra per via di un'ala filo-Cgil molto scettica fin dalla nascita del governo tecnico. Bisognava perciò tutelare i lavoratori e le imprese, ma anche le sorti del Pd. Con la firma della Camusso, fra l'altro, il Pd non avrà molto da temere neanche per le reazioni di Vendola e Di Pietro.

Mancano i soldi adesso. Ma se Bersani si è spinto così avanti qualcosa sul piatto dev'esserci. La sua mediazione serve a percorrere l'ultimo miglio. La Fornero non si sbilancia sulle risorse, tiene le carte coperte. Eppure qualche garanzia è spuntata nei colloqui con le parti sociali. Da Twitter ieri sono scomparse le indiscrezioni sulle riunioni a Palazzo Chigi diffuse in tempo reale dal profilo della Cgil nelle occasioni precedenti. Un altro buon segno. Il silenzio aiuta. Ora il segretario del Pd si prepara a chiudere almeno il match politico nel vertice di maggioranza stasera.

Nel partito ognuno tirerà la coperta dell'intesa dalla sua parte. L'ala laburista guidata da Fassina rivendicherà la difesa dei diritti, la non cancellazione dell'articolo 18, l'estensione di tutele ai precari e a chi rimane senza lavoro in età avanzata vedendo la pensione sempre più lontana dopo la riforma, la Cig estesa anche alle piccole imprese. I moderati metteranno l'accento sull'innovazione del sistema. "Il cambiamento è radicale - sottolinea Francesco Boccia - l'intero pacchetto degli ammortizzatori sociali viene rivoluzionato. Si taglia il cordone ombelicale che lega attraverso la cassa integrazione aziende decotte e lavoratori. E si sostituisce con l'indennità di disoccupazione".

Boccia pensa ad esempio ai lavoratori di Alitalia, che hanno una Cig di 7 anni. Ma le interpretazioni dell'intesa non avranno effetti sulla tenuta complessiva del centrosinistra, garantita soprattutto dall'adesione della Cgil.

Il quadro generale dell'intesa servirà a far uscire i soldi, attesi non solo dalle sigle dei lavoratori ma da grandi imprese e piccole. In questo senso, un aiuto è venuto anche da Corrado Passera, il ministro dello Sviluppo economico che siede sulla poltrona che fu di Bersani.

La promessa di sbloccare in parte i debiti dello Stato nei confronti delle aziende ha funzionato da acceleratore dell'accordo. E in un clima così mutato difficilmente stasera il Pdl potrà permettersi di impugnare ideologicamente la bandiera dell'abolizione dell'articolo 18.

(15 marzo 2012) www.repubblica.it
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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda Robyn il 15/03/2012, 11:39

Per la modifica dell'art 18 capito come fare.Illeggittimo il licenziamento per casi discriminatori o illeciti.La giusta causa e giustificato motivo soggettivo che si confondono possono diventare delle categorie minori che rientrano nei motivi illeciti.E illecito il licenziamento con conseguente reintegrazione quando si cerca di far fare prestazioni lavorative più del dovuto,oppure ci siano delle vessazioni ma per quest'ultima meglio il danno biologico dell'Inail più che la reintegrazione,oppure <per scarsità di elementi >per la prestazione.In francia funziona così,la reintegrazione c'è per i motivi illeciti e naturalmente discriminatori"sesso religione,lingua,opinioni politiche e sindacali etc" oppure per la lavoratrice madre.In questo caso la flessibilità in entrata si può ridurre solo ai casi necessari costare di più perchè è giusto che chi ha un lavoro flessibile in entrata sia pagato di più ciao robyn
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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda flaviomob il 15/03/2012, 14:18



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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda franz il 15/03/2012, 14:47

flaviomob ha scritto:http://www.serviziopubblico.it/fatti_e_persone/2012/03/14/news/i_nuovi_ammortizzatori_sociali.html

Si dimostra ancora una volta che esiste una sinistra estrema e infantile che è bravissima, anzi specializzata, nel fare battute (come ogni bambino o adolescente) ma in difficoltà nel settore delle proposte concrete.
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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda flaviomob il 15/03/2012, 15:11

Vauro adolescente? Beh, è del 1955... :lol:


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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda franz il 15/03/2012, 15:20

flaviomob ha scritto:Vauro adolescente? Beh, è del 1955... :lol:

Dai, lo sai! Si puo' essere bambini a 70 anni e vecchi a 30.
Non è questione anagrafica.
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Re: Riforma del lavoro, ecco il piano Fornero

Messaggioda Robyn il 15/03/2012, 21:38

E illeggittimo il licenziamento quando è accertato che è per <scarsità di elementi> anche perchè entreremmo in una società poco tollerante degli errori che possono esserci e che sono umani.Infatti la normativa attuale sul gms prevede un notevole inadempimento che bisogna rovesciare mantenendo la reintegrazione.Togliere il reintegro per il gms significa poter comprimere la dignità del lavoratore richiedendo prestazioni più del dovuto.La costituzione prevede che l'iniziativa privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con la libertà la dignità la sicurezza.Può servire qualcosa in più ed in questo c'è il secondo livello che è regolato dal primo proprio per evitare l'arbitrarietà e di comprimere la dignità del lavoratore.Per crescere,creare il lavoro bisogna spostare risorse dalla finanza alla produzione con la Tobyn Tax.Questa è una misura fondamentale tra le tante come ad esempio detassare l'Irpef fare la riforma fiscale spostando una parte della tassazione dalle imposte dirette a quelle indirette che sono meno soggette ad evasione,ridurre la filiera,fare le liberalizzazioni,un piano per l'edilizia popolare,reddito minimo,redistribuire l'assistenza esclusivamente a carico del lavoro etc etc.Fatte le riforme strutturali per il cs si torna al sociale,al welfare ciao robyn
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