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Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda trilogy il 07/03/2012, 22:07

E' praticamente dall'unità d'Italia che attorno alle aree edificabili ruotano montagne di soldi e si costruiscono enormi fortune personali. E' evidente che non c'è mai stata, e non c'è neanche oggi nessuna volontà di rendere il settore trasparente e in qualche modo utile per la collettività. E' un ambito caratterizzato dalla pura speculazione e dai traffici pubblico/privati.
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda franz il 07/03/2012, 23:09

trilogy ha scritto:E' praticamente dall'unità d'Italia che attorno alle aree edificabili ruotano montagne di soldi e si costruiscono enormi fortune personali. E' evidente che non c'è mai stata, e non c'è neanche oggi nessuna volontà di rendere il settore trasparente e in qualche modo utile per la collettività. E' un ambito caratterizzato dalla pura speculazione e dai traffici pubblico/privati.

Dall'uniità d'Italia e da quando esistono i piani regolatori.
E quindi gli amministratori pubblici hanno potere di dire dove e cosa costruire.
Considera che prima della seconda metà del 1800 tutte le bellisssime città d'arte italiane (Firenze, Venezia, Pisa, Siena, Lucca, ...) anzi qualsiasi città italiana, è cresciuta senza bisogno di alcun PRG e quindi senza corruzione.
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda franz il 08/03/2012, 9:09

flaviomob ha scritto:Lo scioglimento di un comune viene fatto appunto da organi dello Stato. Ti risulta? ;)
E un comune è fortemente controllabile, certo... dalla malavita organizzata! :lol:

Ti risulta (per puro caso) che potrebbero esserci provincie o regioni intere controllate dalla mafia?
Controllare che il controllo criminale avvenga in un piccolo comuine è relativamente semplice, chiunque lo faccia.
E' la mia tesi, se non è chiaro, e la stai confermando.
Piu' difficile è controllare grandi regioni e controllare se stessi (lo stato centrale che controlla e scioglie se stesso?)
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Mazzette nelle custodie dei cd

Messaggioda franz il 08/03/2012, 9:12

Lo scandalo Sotto inchiesta anche una donna ex vicesindaco del Carroccio
La garanzia del leghista Boni
«L'architetto è uomo nostro»

Un indagato: «Mazzette nelle custodie dei cd»

MILANO - Il problema, nel mondo dei politici e dei loro professionisti di riferimento nell'urbanistica degli enti locali, alla fine è sempre e solo uno: riconoscere chi è dei «nostri». E così quando Marco Paoletti, cioè il leghista ex assessore comunale di Cassano d'Adda e poi consigliere della Provincia di Milano, vede spopolare per ogni progetto e per qualunque incarico l'architetto Michele Ugliola, sapendolo vicino al Pdl ha subito il riflesso classico e cerca lumi nel suo partito: ma davvero Ugliola è dei «nostri»? Sì che lo è, lo rassicurano prima il big leghista Davide Boni e il capo della sua segreteria Dario Ghezzi in un incontro, e poi - a detta sempre di Paoletti - in un secondo incontro il solo Ghezzi.

Garanzie di «padanità» d'area circa Ugliola, agli occhi degli imprenditori che sborsavano soldi, secondo la prospettazione dell'accusa sarebbero arrivate anche dal rapporto con un'avvocatessa brianzola amica di vecchia data dell'architetto acchiappa-incarichi e come lui innamorata dell'Egitto (dove hanno entrambi casa seppure in due località diverse), Monica Casiraghi, ex vicesindaco leghista di Lissone, candidata nel 2006 al Senato per il Carroccio e moglie di un ex pm della Procura di Monza poi passato a lavorare presso l'Ispettorato del ministero della Giustizia: nella permanente copertura di molti dei verbali con omissis , si comprende solo che è coindagata per l'ipotesi di corruzione insieme a Ugliola e all'imprenditore veneto Francesco Monastero, non anche quale sia l'esatta sua condotta che al momento l'accomuna alla sorte giudiziaria degli altri due.

Fatto sta che anche da questa figura, come dagli incontri con Boni e Ghezzi messi a verbale da Paoletti, i pm Alfredo Robledo e Paolo Filippini traggono elementi per ritenere fondata, e non frutto solo di millanterie (che pure non devono essere mancate nel disinvolto rapporto tra l'architetto plurindagato e gli imprenditori che gli affidavano soldi con la prospettiva di dover oliare alcuni ingranaggi in Regione), le dichiarazioni di Ugliola più pesanti: e cioè quelle di aver consegnato due volte a Ghezzi in contanti complessivamente circa 300.000 euro, destinati all'allora assessore regionale all'Urbanistica e attuale presidente leghista del consiglio regionale lombardo, e provenienti a dire di Ugliola in parte da stanziamenti dell'immobiliarista Luigi Zunino in relazione ai progetti di Santa Giulia a Milano ed ex area Falck a Sesto San Giovanni, e in parte da Monastero per il piano di un centro commerciale in provincia di Pavia. Soldi che il cognato di Ugliola, Leuci, dice di aver contribuito a raggranellare e che, pur non avendo visto consegnare, di sponda sostiene siano stati in un'occasione nascosti dentro custodie di cd al posto delle più tradizionali buste.

Interpellati dal Corriere, mentre lo studio legale di Casiraghi riferisce che l'avvocato per impegni professionali fittissimi non è disponibile a essere rintracciata entro la serata di ieri, Monastero smentisce tutte le accuse e anzi contrattacca: «Ugliola usa noi e ci accusa per tirarsi fuori dai suoi guai». L'imprenditore spiega di avergli «fatto causa in sede civile per avere la restituzione di parte dei soldi» anticipatigli per incarichi «che parzialmente non ha eseguito, e lo possono dimostrare molti testimoni»; e aggiunge che il progetto pavese è rimasto fermo, al punto che «la pratica per il centro nel Comune di Albuzzano a un certo momento è sparita, dicono che l'hanno persa, e allora ho fatto una denuncia alla Procura di Pavia. Altro che favori».

Pur con tutte le incognite degli interrogatori segretati, sembra confermarsi anche che il milione di euro sia dimensione non dei soldi effettivamente consegnati secondo l'accusatore Ugliola, ma degli accordi che a parole Ugliola dice di aver preso con imprenditori e politici per futuribili tangenti (una quindicina gli indagati tra i vecchi e i nuovi). Così come al momento non risultano effettive destinazioni di tangenti, o un loro diretto utilizzo, per la Lega in quanto partito. Per ora il riferimento più vicino riguarda un filo dei 20.000 euro che l'assessore leghista a Cassano, Paoletti, ammette di aver sbagliato ad accettare nella busta datagli da Ugliola. Con quei soldi Paoletti espone a Ghezzi il desiderio di partecipare a una campagna elettorale di Boni, ma Ghezzi avrebbe declinato il proposito, chiedendo a Paoletti di concentrarsi sulla raccolta di voti alle elezioni e per il resto confermandogli invece che ai soldi avrebbe continuato a pensare Ugliola: così, non più di un migliaio di euro sarebbe andato in rimborsi di spese del partito.

In Procura sembrano più interessati alle analogie che le ultime indagini, da Nicoli Cristiani a Ponzoni e ora Boni, suggerirebbero: in particolare su un doppio livello di spesa che, in un ambito politico marcato da Pdl-Lega, gli imprenditori avrebbero affrontato in parte pagando esponenti politici per avere garanzie sui via libera politici ai progetti, e in parte remunerando altri politici ma allo scopo di garantirsi l'aiuto dei tecnici non meno cruciali per l'iter poi di una pratica urbanistica.

Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella 8 marzo 2012 | 7:56
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda flaviomob il 08/03/2012, 13:23

Franz, tu parlavi di controllo dei cittadini, sostenendo che è più facile controllare i comuni (o le piccole province) rispetto a regioni e Stato centrale, più "lontano" dalle possibilità di controllo diretto di noi tutti.
Io contestavo questa tesi, tutto qua. Anche perché il controllo è esercitato prevalentemente dalla magistratura e gli intrecci tra politica locale e centrale sono tali da far rischiare il posto a molti magistrati scomodi (come il buon De Magistris). Con questo intendo dire che se non si ripristinano delle condizioni minime di legalità, anche agendo su limiti di prescrizione adeguati (o magari abolendola del tutto) e sull'efficacia delle leggi, una maggiore autonomia può portare ad un maggior controllo delle "periferie" da parte della mafia.


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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda franz il 08/03/2012, 13:42

flaviomob ha scritto:Franz, tu parlavi di controllo dei cittadini, sostenendo che è più facile controllare i comuni (o le piccole province) rispetto a regioni e Stato centrale, più "lontano" dalle possibilità di controllo diretto di noi tutti.

Ok, tu contesti, forse per partito preso, ma riesci oggettivamente a dimostrare che sia piu difficile (per un cittadino) controllare un comune, e via salendo una provincia, una regione e lo stato? E questo è diverso dall'altro concetto, che cioè per una organizzazione criminale sia facile "controllare" un comune, una provincia, una regione, lo stato. Tu hai usato la seconda per contestare la prima. Rifletti. Naturalmente se i cittadini se ne fottono o non hanno gli strumenti di democrazia diretta, allora si dipende esclusivamente dalla magistratura e dalla azione di interdizione dall'alto (ministero dell'interno etc).
Se a te piace cosi', beato te.
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda flaviomob il 08/03/2012, 13:56

Considerando i territori in cui mafia camorra e ndrangheta hanno un controllo capillare e "militare", credo che per un cittadino onesto isolato sia molto difficile compiere un azione di controllo e denuncia senza rischiare la vita. Per questo le associazioni che combattono la mafia spesso hanno un'estensione maggiore, regionale o, come Libera, nazionale. E l'evoluzione delle dinamiche criminali ci dicono che nemmeno questo basta: ormai bisogna muoversi sul piano della legislazione europea e dei movimenti globali (mondiali) di capitali sporchi.


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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda franz il 08/03/2012, 14:18

Ok, facciamo finta che la mafia non esista. :o
Per un cittadino è piu' facile controllore il suo comune, la sua provincia, la sua regione,, lo stato centale, l'europa o il mondo?
Tralascio l'impero galattico (capitale Trantor) solo perché immagino che ci siamo capiti. ;)
Se poi la criminalità organizzata (che a questo punto torna ad esistere, non per finta ma per sul serio) esercita un controllo "capillare e militare" questo è responsabilità del cittadino o di chi è incaricato della sicurezza dei cittadini?
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda Iafran il 09/03/2012, 1:53

Purtroppo la mafia esiste (senz'altro per qualche motivo "sociale" ... più facile riscontrarlo in una comunità piccola) ed i paesi, le provincie o le regioni (anche lo Stato ... suppongo), che ne sono affetti (nonostante gli sforzi di alcuni, comunque in percentuali minime rispetto al proprio ambito), si appellano a comunità sempre più allargate (fino alla UE) per rafforzare e diffondere l'idea (dei sopraddetti "alcuni") che "altro ambito è possibile", che il proprio può essere un'anomalia e che non ha nessun "destino amaro" a cui rassegnarsi (la conoscenza di realtà alternative spingerebbe al confronto e alla voglia di uniformarsi).

flaviomob ha scritto: credo che per un cittadino onesto isolato sia molto difficile compiere un azione di controllo e denuncia senza rischiare la vita. Per questo le associazioni che combattono la mafia spesso hanno un'estensione maggiore, regionale o, come Libera, nazionale. E l'evoluzione delle dinamiche criminali ci dicono che nemmeno questo basta: ormai bisogna muoversi sul piano della legislazione europea e dei movimenti globali (mondiali) di capitali sporchi.

Ne sono convinto anch'io.
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Re: Tangenti in Lombardia, indagato Boni (Lega)

Messaggioda franz il 09/03/2012, 8:55

Iafran, sono due cose diverse. Una è il controllo dei cittadini sulla politica e sui politici. Controllo che spetta, in democrazia, per prima cosa ai cittadini stessi. Visto che hanno delegato ai politici, a loro devono chiedere di rendere conto della delega data. Poi ci sono anche organi tecnici, come polizia e magistratura, per indagini complesse in caso di reato. Non è il cittadino che fa il poliziotto ma quello che tento di far capire è che se i cittadini controllassero i politici che hanno eletto, chiedendo loro conto delle cose fatte e non fatte, le magagne emergerebbero prima ed i politici stessi, sapendo di essere controllati, eviterebbero l'andazzo attuale. Altra cosa è il discorso sulla mafia. Che su questo c'entra come i cavoli a merenda ma è stato introdotto solo per cercare di dimostrare che un gruppo organizzato che usa metodi violenti puo' controllare meglio del cittadino stesso. Tra l'altro notare il differente significato di "controllare" nei due casi. Nel primo, il cittadino controlla, per esempio, che quanto democraticamente deciso sia fatto nei tempi e nei costi indicati. È una funzione di verifica. La mafia invece "controlla" nel senso che prende il controllo, la guida. Usando metodi intimidatori.
La lotta alla criminalità organizzata va fatta a tutti i livelli, compreso quello internazionale e finanziario. Il contrasto all'abuso dei politici invece va fatto anche dai cittadini, nei partiti e negli organi di controllo democratico (e dove non ci sono vanno istituiti). Parte dal basso, visto che dal basso parte la delega che se non controllata permette quegli abusi.
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