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Rieccoli, i trinariciuti!

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda pianogrande il 01/03/2012, 10:57

A voler pugnalare il governo era Dalema.
Adesso mi sento meglio.
Ma Veltroni e Dalema non potrebbero fondare un partito delle chiacchiere (qualche sostenitore lo trovano) e levarsi dalle scatole?
Non vi sembra che ci sia abbastanza da fare per continuare ad ascoltare questi falliti strapagati?
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda matthelm il 01/03/2012, 11:41

Quest ricostruzioni esulano dal tema in discussione.
Io aspetto ancora che Bersani dica la sua.
Vendola ha fatto la sua figuraccia ed è stato sconfessato da quasi tutti. Questo è sicuramente un fatto positivo ed è ciò che conta.
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda flaviomob il 01/03/2012, 11:58

Concordo, Pianogrande. Tra l'altro guadagnano un bel pacco di soldi (nostri) tra vitalizi e quant'altro. Li doneranno al partito? Ah no, le scarpe fatte a mano... :lol:


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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda flaviomob il 01/03/2012, 22:17



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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda matthelm il 01/03/2012, 23:26

Pci, e tutto il resto è “destra”

Le cose dette da Vendola a proposito di destra, loden e Veltroni potrebbero essere comodamente archiviate nella fortunata rubrica di Claudio Cerasa: «A Nichi, ma che stai a di’?». Sarebbe tuttavia un errore. Vendola non sta proponendo un revival della dialettica interna al movimento operaio e comunista del secolo scorso. Se così fosse, se ci trovassimo di fronte all’ennesimo anatema contro “il rinnegato Kautsky”, la questione avrebbe interesse solo per gli storici del ramo.
Il messaggio del leader di Sel è invece attuale, e in vario modo è stato presente lungo tutto il ventennio della Seconda repubblica. Si tratta in fondo dell’idea che non ci possa essere una posizione progressista, di centrosinistra, liberal, fuori dal solco segnato dall’eredità del Pci e dalla realtà della Cgil.
Dentro quel solco, intendiamoci, è pienamente ammessa una dialettica tra “due sinistre”, tra Landini e Camusso, tra socialdemocratici e radicali. Fuori no: il resto è “destra”. E così l’anatema che in passato colpì a tratti perfino la Margherita, e in anni più recenti Cisl e Uil, o Pietro Ichino, oggi prende di mira quella parte del gruppo dirigente del Pd che sostiene con maggiore convinzione il governo Monti. E perfino Veltroni.
Di fronte alle parole di Vendola, il Pd ha fatto bene a difendere il suo fondatore. Ma l’idea di negare piena legittimità di “democratici” a quanti non si riconoscono nella dialettica tra le due sinistre del Novecento affiora qua e là anche nella classe dirigente e nell’apparato dello stesso Pd. Si comincia con la scomunica a Blair ma poi si fa presto a trasferirla in casa nostra.
Negli ultimi quindici anni prima l’Ulivo e poi il Partito democratico hanno affermato una visione molto diversa, quella di un centrosinistra progressista e liberale capace di esercitare una forte attrazione anche nell’area centrale, e più mobile, dell’elettorato italiano. Così facendo, sia l’Ulivo che il Pd – sia pure in forme diverse – hanno tenuto a freno la tendenza di una parte della sinistra a ricollocarsi in un rassicurante recinto di opposizione.
Nei prossimi mesi la stessa sfida si riproporrà in condizioni nuove. Per almeno due ragioni. La prima è che la nostra competitività nell’area centrale dell’elettorato non potrà che misurarsi con la temperatura dei nostri rapporti col governo. Un governo che abbiamo voluto, che ha mandato a casa Berlusconi, che ha salvato il paese e lo ha rimesso ai vertici dell’Europa, che sta avviando alcune positive riforme.
La seconda ragione è che la nuova legge elettorale che va profilandosi imporrà al Pd di assumere sempre più il profilo di una grande forza di centrosinistra plurale, primo partito italiano, senza attribuire solo al gioco di alleanze più o meno forzate il futuro del governo del Paese.
Le scelte che faremo proprio nelle prossime settimane per sostenere e migliorare le riforme proposte del governo, a cominciare da quella del mercato del lavoro, devono già prefigurare quel Pd, protagonista di una maggioranza democratica e capace di respingere l’attrazione fatale per una sinistra di opposizione.
Paolo Gentiloni
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda franz il 02/03/2012, 0:35

matthelm ha scritto:Negli ultimi quindici anni prima l’Ulivo e poi il Partito democratico hanno affermato una visione molto diversa, quella di un centrosinistra progressista e liberale capace di esercitare una forte attrazione anche nell’area centrale, e più mobile, dell’elettorato italiano. Così facendo, sia l’Ulivo che il Pd – sia pure in forme diverse – hanno tenuto a freno la tendenza di una parte della sinistra a ricollocarsi in un rassicurante recinto di opposizione.

Vero, tuttavia caro Gentiloni a parole abbiamo affermato visioni diverse, nei fatti abbiamo dimostrato di non essere capaci di governare, lacerati e strattonati a destra (dini-mastella) come a sinistra (bertinotti-rossi-turigliatto). Ma se questi nomi assumono a simbolo, sappiamo che fosse stato solo per loro il problema saraebbe stato gestibile. In realtà c'erano anche i salvi, i musso, le binetti, i rutelli, un po' tutti con mal di pancia incrociati che rallentavano l'azione di governo.
Io credo che a Bersani non sembri vero che finalmente Monti riesca finalmente a fare tutto quello che se ci avesse provato (o riprovato) sarebbe stato messo in croce non dai Vendola, ma dai Fassina e dai Bindi.
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda pianogrande il 02/03/2012, 11:00

Tantissimi hanno sempre qualcosa da <dire> a sinistra.
Quando non si hanno responsabilità dirette, siamo tutti geni.
Questo vale sopratutto, per chi è alla opposizione.
Questo è uno dei motivi per cui si diventa estremisti.

Il governo Prodi era composto da tanta gente che sapeva fare solo l'opposizione e continuava a farla con la massima convinzione.

Purtroppo, nel PD, questo vale anche all'interno del partito.
Tanti di quelli che non hanno responsabilità (che non sono segretari, quanto meno) sono tutti geni e continuano a declamare e predicare alla luna e ai quattro venti.

Troppe generazioni all'opposizione, quando bastava dire cose belle e accattivanti.
Quando si tratta di <farle> le cose, la musica cambia.

Ecco che chi ha avuto l'incarico e la responsabilità di farle (il capo del governo e quant'altro) si ritrova una masnada di "parolai" (molto azzeccato questo termine) con i quali dovrebbe combattere le sue battaglie ma che come unica arma (atavica, incancrenita) hanno solo la parola e che continuano a <dire> e per giunta ognuno per conto suo.

Per andare al governo, bisogna averla la cultura di governo.
Nel PD, tantissimi non ce l'hanno ancora.

Adesso, ci sono i tecnici al governo.

Meno male.

I nostri potranno continuare a parlare intanto che gli altri <fanno>.
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda franz il 02/03/2012, 11:22

pianogrande ha scritto:Il governo Prodi era composto da tanta gente che sapeva fare solo l'opposizione e continuava a farla con la massima convinzione.

Vero, ma era composto anche di un discreto manipolo che sapeva fare governo clientelare (es: Mastella) e continuava a farlo con convinzione e assoluta dedizione :(
pianogrande ha scritto:Per andare al governo, bisogna averla la cultura di governo.
Nel PD, tantissimi non ce l'hanno ancora.

Adesso, ci sono i tecnici al governo.

Meno male.

Certo e bisogna a che vedere quale cultura di governo, perché quella mastellifera o delle clientele, tipica del centro ex-dc nel centro italia e nel meridione (o della Lega al Nord) non è certo quella da prendere ad esempio.
Anzi se andiamo a vedere bene, sono pochissimi gli esempi locali da prendere come caso positivo di studio, perché dove le cose vanno bene come qualità della vita e gestione della cosa pubblica (per esempio nel Trentino AA) si scopre che sotto c'è un tipo di federalismo fiscale che sarebbe inapplicabile a tutta l'Italia. Quindi tutto sommato la cultura di governo dominante (oltre a "finché la barca va") è sprecare i soldi degli altri (sicilia ed altre regioni del sud) o usarli tutti per se senza dare nulla al centro (TAA) oppure "facciamo debiti tanto pagheranno gli altri un domani".
Non basta un Monti a Roma, ne servirebbero una ventina per ogni regione, un centinaio per le provincie, 8000 per i comuni.
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda pianogrande il 02/03/2012, 12:25

Adesso mi sento meglio Franz.
Dài.
Non perdiamo la speranza e la voglia di provarci.
In fondo, lo scopo di una certa politica è proprio quello di fare un po' schifo e un po' paura in modo che la brava gente ne stia alla larga.
Teniamo duro e continuiamo a fare il possibile per migliorare ognuno nel suo piccolo.
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Re: Rieccoli, i trinariciuti!

Messaggioda matthelm il 02/03/2012, 12:26

Condivido le vostre riflessioni ma rimane sempre la domanda del "che fare?"
Nessuno ha la bacchetta magica ma sono convinto che la cura Monti per qualche anno potrebbe innestare nella nostra cultura il concetto che c'è un altro modo di governare. Etica, competenza ed onestà.
Dopo l'esempio tragico del berlusconismo, e non solo, abbiamo tutti bisogno di una cura disintossicante. Napolitano ci ha fatto un grande regalo ma per cambiare delle mentalità si deve lavorare in profondità e per un po' di tempo.
La domanda: sapranno i vari partiti fare tesoro di questa esperienza oppure emergerà ancora nel dopo-Monti, e dopo lo scampato pericolo di tracollo, l'aspetto più deteriore dello "spirito italico" ?
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