Duello nel centrosinistra tra L'ex segretario pd e il leader di selVeltroni litiga con Vendola: «Io di
destra? Inaccettabile, mi chieda scusa»D'Alema e Bindi intervengono in difesa del compagno di partito
ROMA - «Non sono un tipo da facili arrabbiature, ma ci sono cose che non tollero...». Era da tempo che a sinistra non si sentiva il
vecchio adagio di Pietro Nenni, «
c'è sempre uno più puro che ti epura». Walter Veltroni lo ha intonato con altre parole, ma il senso è quello. L'ex segretario, che dal 2009 non parlava in conferenza stampa perché convinto di «non averne titolo», ha chiamato i cronisti parlamentari nella saletta della Camera per respingere, con «dispiacere e sorpresa», i giudizi di Nichi Vendola. Accuse che bruciano, perché provengono dalla stessa famiglia politica.
Per via delle sue idee riformiste sull'articolo 18, il leader di Sel lo ha bollato come interprete di una «destra colta e con il loden». Un giudizio sferzante, che l'interessato non poteva lasciar cadere senza una richiesta ufficiale di pentimento: «Le scuse di Nichi? Sì, sarebbero gradite». Per uno che non ha mai cambiato bandiera e che può scandire senza imbarazzo «sinistra è la parola della mia vita», la verità andava ripristinata. A costo di sfidare il sarcasmo dei social network e stimolare reazioni acide da parte degli alleati di un tempo. «Nella vita ne ho visti di maestri salire in cattedra, maoisti o filosovietici che pensavano di essere più a sinistra degli altri - si è sfogato Veltroni, rispedendo al mittente i giudizi «verbalmente violenti e cinici» di Vendola -.
Il vecchio vizio di attribuire l'etichetta di traditore o nemico a chi non la pensa come te, è pericoloso e inaccettabile». Tra i dirigenti di Sel, dove la reazione di Veltroni è stata accolta con malcelata soddisfazione, la lettura prevalente è che l'ex leader del Pd abbia «strumentalizzato Vendola per aprire in anticipo il congresso del suo partito». In realtà Veltroni non ha parlato di future alleanze ed è stato bene attento a non tirare in causa Bersani. Anzi, ha sottolineato come la sua posizione sul lavoro sia «quella del Pd» e ha detto di voler contestare non solo la frase sulla destra in loden, ma anche quel che lui pensa ci sia dietro: «Spero sia un incidente e che Vendola abbia la bontà di dire che, essendo cresciuti insieme e sapendo quel che ho fatto nella mia vita, queste parole gli siano sfuggite». E se invece Nichi ritenesse davvero che Walter abbia una posizione di destra? «Diventerebbe un problema politico, da discutere seriamente».
Che il problema sia politico lo confermano il livello e il tono delle prese di posizione.
Massimo D'Alema, per una volta, difende l'ex segretario: «Certamente Veltroni non è di destra». E
Rosy Bindi avverte: «Non si possono fare caricature del dibattito interno al Pd e delle posizioni dei suoi dirigenti». Per Veltroni la sinistra «non è un posto dove guardarsi in cagnesco» e lui, promette, non porterà rancore. Eppure la coda velenosa di questo scontro tra ex amici rischia di allungarsi ancora. Il presidente della direzione di Sel, Fabio Mussi, sospetta che Veltroni abbia «voluto parlare a nuora» e gli consiglia di «far riposare Lama, Trentin, Berlinguer e gli altri esponenti storici della sinistra». Figure simbolo, alle quali Veltroni ha fatto riferimento per ricordare come «certi rivoluzionari» nutrano odio per i riformisti. «Siamo alla demonizzazione e alla scomunica - prova a voltare pagina il veltroniano Walter Verini -. Un metodo che tanti guai ha provocato alla sinistra».
Monica Guerzoni29 febbraio 2012 | 8:52
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“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)