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La riforma del lavoro

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Bersani: 'Senza intesa, sì non scontato'

Messaggioda franz il 22/02/2012, 10:48

ROMA - Non è stata una giornata di mediazioni, sul fronte del lavoro. Prima il duro scontro tra Confindustria e sindacati dopo un'affermazione di Emma Marcegaglia: "Vorremmo un sindacato che lotta anche fortemente con noi per tutelare il lavoro, ma che non protegge assenteisti cronici, ladri e chi non fa bene il proprio lavoro". Una battuta che ha scatenato dure reazioni dai sindacati e che ha avvelenato un clima già difficile, dopo che il presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato l'intenzione di andar avanti sulla riforma del lavoro anche in assenza di un accordo con le parti.

"Non condivido la tesi di andare avanti anche senza accordo - ha avvertito Pierluigi Bersani dai microfoni del Tg3 - Se non ci sarà accordo, il Pd valuterà in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte". "In questo momento di recessione - prosegue - serve la riforma ma serve anche la coesione. Serve una scommessa insieme e sono convinto che il governo è impegnato a raggiungere un accordo. Il Pd seguirà quell'accordo".

Una presa di posizione, quella della Marcegalgia, che non è piaciuta alla Cgil che, a stretto giro di posta, ha prima risposto attraverso Twitter ed è poi intervenuta attraverso il suo leader Susanna Camusso. "La trovo offensiva", ha affermato la segretaria, mentre il commento affidato alla rete replica così: "Dire, come fa Marcegaglia, di volere un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e chi non fa il proprio lavoro è davvero troppo. Sono affermazioni non vere che offendono e mettono in discussione il ruolo del sindacato confederale. Le smentisca".

Sostenere che "l'articolo 18 sia un ostacolo a licenziare - ha poi aggiunto Camusso - significa dire che si vuole una logica per cui se hai gli occhi azzurri, tu puoi essere licenziato: si chiama discriminazione". Per questo, ha proseguito, "noi diciamo di no, non perché difendiamo i privilegi di qualcuno contro altri, ma per l'idea che quando sei un lavoratore hai dei diritti e dei doveri e se hai solo dei doveri non sei una persona libera". Queste, ha concluso Camusso, "sembrano banalità ma non lo sono, quando in una grande impresa non si viene più assunti se hai in tasca la tessera Fiom-Cgil".

Contrattacca anche la Cisl. "La Marcegaglia farebbe bene a precisare di quale sindacato parla - dice il il segretario Raffael Bonanni - La mia organizzazione si è sempre presa le proprie responsabilità di fronte alle scompostezze degli imprenditori e pure di alcune realtà sindacali". Caustica pura la battuta del leader della Uil Luigi Angeletti: "La Uil non protegge assenteisti cronici nè ladri. Gli imprenditori possono dire altrettanto?".

Così, in serata, è arrivata anche la rettifica della Marcegaglia. "Nessuna mancanza di fiducia e rispetto nei sindacati confederali, con i quali abbiamo firmato l'importante accordo del 28 giugno sul lavoro e con i quali stiamo conducendo una trattativa seria e costruttiva", ha precisato. "Va tuttavia rimarcato - aggiunge - che a volte l'articolo 18 diventa un alibi dietro il quale si possono nascondere dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni".

La presidente di Confindustria aveva attaccato i sindacati in un passaggio del suo intervento in cui affrontava il tema caldo dell'articolo 18: "Non vogliamo la sua abolizione, rimanga per casi di licenziamento per discriminazione".

Marcegaglia: "Riforma anche senza accordo". Nel suo intervento, la Marcegaglia aveva affrontato a lungo i temi della crisi: "Ora siamo in una situazione drammatica e l'impatto sull'occupazione durerà più a lungo. Chiediamo che per almeno due anni non vengano toccato gli attuali ammortizzatori sociali".

Poi l'affondo: "Credo che sia giusto che nel caso in cui non si arrivi ad un accordo il Governo vada avanti e faccia la riforma che deve fare". Così Confindustria spalleggia la posizione del governo nella trattativa sul mercato del lavoro. "Stiamo lavorando - ha detto Marcegaglia - con grande attenzione e senso di responsabilità".

Posizione condivisa dal Pdl, che in serata ha replicato al monito di Bersani. Nell'incontro di domani con Mario Monti, ha detto il segretario Angelino Alfano parlando al Tg5, il Pdl chiederà di andare avanti con le riforme senza farsi condizionare". "Se i partiti politici hanno deciso di sostenere questo governo, se il Pdl e Silvio Berlusconi hanno deciso di sostenere questo governo, lo hanno fatto nella convinzione che non si farà condizionare", ha aggiunto. Dunque, soprattutto sul mercato del lavoro, garantisce Alfano, "noi chiederemo di andare avanti, perchè la riforma del mercato del lavoro serve per assumere di più, non per licenziare meglio".

(21 febbraio 2012) www.repubblica.it


BERSANI - Pier Luigi Bersani, al Tg3, spiega che il sì del Pd alla riforma del lavoro non sarà scontato in assenza di accordo con le parti sociali. «Se malauguratamente l'accordo non ci fosse, valuteremo sulla base delle nostre proposte. Vogliamo vedere quello che viene fuori». «Non condivido le parole di Monti», sull'andare avanti anche senza accordo, perché «oggi è importante tanto la riforma e l'innovazione quanto la coesione - sottolinea Bersani - oggi c'è bisogno di fare una scommessa assieme e il governo deve essere impegnato a trovare l'accordo, questo accordo ci vuole e il Pd ha la sua proposta che si occupa dei problemi veri, la precarietà, la riforma degli ammortizzatori». Ma «se malauguratamente non ci fosse l'accordo, noi valuteremo l'esito delle decisioni del governo». Quindi non è scontato il sì del Pd senza accordo? «No, vogliamo vedere cosa viene fuori», replica Bersani. Se Monti vuole le porte del Pd sono aperte. Non dice proprio così Pier Luigi Bersani ma il suo invito al premier e ai ministri del governo, fatto tramite il Tg3, è piuttosto esplicito. A chi gli chiede se il Pd stia con Monti o contro, Bersani risponde: «Monti non viene dopo i partiti, Monti viene dopo Berlusconi. Per averlo è stato necessario che andasse a casa Berlusconi e che arrivassimo noi a sostenere una fase d'emergenza e di transizione. Dopo di che - spiega il leader del Pd - la democrazia respira con due polmoni». Il riferimento è alle prossime elezioni. «Voglio predisporre il mio partito - dice Bersani- a un'alternativa non a Monti ma alla destra. Dopo di che Monti e i suoi ministri potranno decidere con che polmoni respirare».
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Nota:
A mio avviso Bersani ricorda solo una parte di quello che è accaduto.
Dimentica come mai i mercati fossero disperati non solo per il fatto che Berlusconi fosse al governo ma anche perché non vi era alcuna alternativa valida con l'opposizione di allora. Perché il PD non era pronto, diviso al suo interno, senza una chiara linea di politica economica, senza alleanze chiare. E che per farlo governare avremmo dovuto perdere mesi preziosi con le elezioni. Per questo hanno dovuto "inventare" Monti. Un governo con il sostegno di tutti (o il piu' largo) per fare cose urgenti che nessuno ha il coraggio di fare perché teme di perdere voti e regalarli all'avversario. E chiaramente dimentica che se il governo Monti cade, lo spettro della Grecia è sempre li', a portata di mano. Se ci sono voluti mesi per trovare 130 miliardi per la Grecia, quanto ci vorrebbe per salvare un'Italia da un debito pubblico di 1900 miliardi?
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 22/02/2012, 14:10

Dall'art 18 si riconoscono tutti gli squilibri del paese.Chi non vorrebbe nessuna modifica,chi vorrebbe cancellarlo.La modifica và fatta solo per la giusta causa oggettiva togliendo la reintegrazione.Poi le altre cose come ridurre i tempi dei processi ed altre cose più o meno sono tutti d'accordo.Forse dall'art 18 si riconosce anche quale dovrebbe essere il sistema politico italiano.Centro e sinistra che si alternano lasciando l'estrema destra ai margini rappresentata da Fiat ed altri gruppi di interesse.Non è più l'estrema destra di una volta è l'estrema destra dei degli estremisti e degli sfruttatori.Dall'art 18 si riconosce un paese squilibrato.Quanto a Fassina rientra nella sinistra moderata perchè non è contrario alla modifica per giustificato motivo oggettivo ciao robyn
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 22/02/2012, 15:02

Robyn ha scritto:La modifica và fatta solo per la giusta causa oggettiva togliendo la reintegrazione.

D'accordo ma spieghiamolo a chi dice Niet!
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Riforma lavoro, Fornero gela Bersani

Messaggioda franz il 22/02/2012, 19:29

"Avanti anche senza consenso del Pd"

Articolo 18, Fornero: avanti anche senza partiti
Dopo la frenata di Bersani, interviene il ministro del lavoro:
Parlamento avrà responsabilità di appoggiare o no il governo

Elsa Fornero, ministro del Lavoro (LaPresse)Elsa Fornero, ministro del Lavoro (LaPresse)
MILANO - «Avanti con la riforma anche senza il consenso dei partiti». Così il ministro del Lavoro Elsa Fornero a proposito dell'articolo 18 e all'indomani dell'avvertimento di Pier Luigi Bersani che il via libera del Pd non è scontato.

IL PD - «Non ho sentito altolà secchi di nessun tipo» precisa poi Fornero riferendosi proprio alle parole di Bersani. «Ho incontrato diverse volte esponenti del Pd - spiega il ministro collegandosi in videoconferenza durante un convegno calla Camera - con la stessa onestà con cui parlo con sindacati e imprese, dico che il Governo sente il dovere di muoversi su cose che si discutono da tanto tempo e che si possono discutere con tutte le parti politiche». «Capisco che alcuni possono avere rispetto a certi temi sensibilità maggiore - aggiunge -. Ma non credo ci siano aut aut. Il Pd può appoggiare una buona riforma. Questo mi aspetto». Quindi conclude che l'esecutivo «si assumerà la responsabilità di andare avanti», mentre «il Parlamento si assumerà la responsabilità se appoggiare o meno il Governo».

Redazione Online 22 febbraio 2012 | 18:26
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 23/02/2012, 12:37

Serve una riforma che protegga i lavoratori per bene.Se tolgo il reintegro per la giusta causa e il giusticato motivo soggettivo è facile che cada nella mischia anche il lavoratore per bene insieme al fannullone.Attualmente la legge protegge il lavoratore per bene ma anche il fannullone.Esiste una linea di confine da definire.Allora c'è da ridefinire la giusta causa e il giustificato motivo oggettivo.Le alternative sono due.La prima e che si rovesci il concetto di giusta causa e giustificato motivo soggettivo vietando di licenziare quando si ravvisino elementi insufficenti,per evitare forme di estremismo aziendale che esistono,oppure dall'altra mettere una forte indennità,ma con questa possono ricrearsi forme di rigidità in ingresso ed inoltre il lavoro non è una merce.Fatto stà che fatta la riforma il comportamento dei lavoratori rimarrà identico nel senso che non chiederanno la reintegrazione(solo 1 sù mille la chiede),anzi non presenteranno neanche ricorso ma saranno eliminate le cause che impediscono di trovare lavoro facilmente e perlomeno stabile fin quando l'azienda non andrà male ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 24/02/2012, 11:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 23/02/2012, 12:52

L'ordine di grandezza è di circa due milioni di morti annualmente nel mondo, di cui circa 12 000 bambini. Il numero di morti in Italia al 2007 è di 1260. Questa cifra è andata continuamente diminuendo dagli anni sessanta ad oggi ma l'andamento di questa riduzione è meno confortante che in altri Paesi industrializzati. Tra il 1995 e il 2004, infatti, gli infortuni mortali nell’Unione Europea sono diminuiti, in media, del 29,41%, mentre in Italia solo del 25,49%.[2]. L’Italia, nel decennio 1996-2005, è risultato il paese con il più alto numero di morti sul lavoro in Europa[3]

da Wikipedia


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 23/02/2012, 13:03

Robyn ha scritto:Serve una riforma che protegga i lavoratori per bene.Se tolgo il reintegro per la giusta causa e il giusticato motivo soggettivo è facile che cada nella mischia anche il lavoratore per bene insieme al fannullone.

Perché? Per quale motivo il datore di lavoro avrebbe interesse a licenziare il "lavoratore per bene"?
Non ha alcun senso logico, pratico, razionale, a meno che effettivamente non ci siano motivi di crisi economica.
In questo caso dovranno subentrare gli ammortizzatori sociali.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 24/02/2012, 11:58

Perchè in Italia esistono ancora forme di estremismo.La Spagna ha varato una riforma del mercato del lavoro che prevede che in caso ci siano sei mesi consecutivi in perdita non c'è più l'intervento giudiziale o meglio il reintegro,anche se mantiene la possibilità del ricorso,una riduzione drastica dell'indennità sostitutiva che potrebbe diventare un 'ostacolo all'ingresso e probabilmente una modifica dei licenziamenti disciplinari conservando la tutele meritevoli di attenzione.La riforma non è di Rayo ma di Zapatero che non è ruiscito ad approvarla.Le riforme del lavoro che si possono fare in Italia possono ricalcare quelle di Francia e Inghilterra con delle attenuazioni perchè paesi come l'Inghilterra a differenza dell'Italia hanno una cultura differente non presentano certi aspetti sociali negativi,ma magari ne presentano altri.In Francia ad esempio la flessibilità costa di più perchè è giusto pagare di più un lavoratore flessibile,ma allo stesso tempo la reintegrazione ha una scarsa incidenza.Inoltre il periodo di prova è di due anni
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 25/02/2012, 1:24

Se il lavoratore è un sindacalista, anche se lavora bene all'azienda conviene farlo fuori per non avere un "rompiballe" in casa. La FIAT ha una lunga serie storica di precedenti (e il presente non è cambiato...)


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 25/02/2012, 10:47

A nessuno conviene avere un "rompiballe" in casa.
Prendiamo sempre a confronto la Germania, sulle questioni sindacali.
E li' a quanto pare rompiballe non ce ne sono.
C'è collaborazione e compatecipazione a determinate scelte.
E c'è sostanzialmente un grande sindacato unico, privo di venature comuniste e nostalgie della lotta di classe.

In fondo i tedeschi hanno le industrie che si meritano (notevole il successo VW del 2011) ed il sindacato che si meritano.

Noi abbiamo Marchionne e la FIOM.
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