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La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda matthelm il 20/02/2012, 14:06

Riporto questo articolo che più di altri chiarisce i veri punti di discussione su cui vale la pena di riflettere per capire di cosa si sta discutendo e quali sono le prospettive che si aprono al Pd a seconda che scelga una strada o l'altra.
Si può capire chiaramente chi sono i conservatori o i "montiani".

Capirà Bersani che da qui passa la strada per un tipo di partito o un altro ? Non è una cosa da poco ma il fallimento o meno del progetto PD.

LAVORO, LA RIFORMA TRA ITALIA E SPAGNA

Essere prudenti è poco saggio

A meno di due mesi dal suo insediamento, il nuovo governo spagnolo ha varato una riforma del mercato del lavoro che affronta alcune delle questioni che sono sul tavolo anche in Italia, a cominciare dalla situazione dei giovani. In Spagna la disoccupazione totale è molto più alta che in Italia (23% rispetto a 9%), ma il rapporto tra la disoccupazione dei giovani (28% in Italia e 48% in Spagna) e quella degli anziani è più grave nel nostro Paese. In Spagna il tasso di disoccupazione dei giovani è il doppio di quello dei lavoratori più anziani. In Italia il triplo.

La nuova legge spagnola accorcia la distanza fra contratti a tempo determinato e indeterminato modificando questi ultimi: il costo, per un'impresa, di licenziare un lavoratore a tempo indeterminato scende da un compenso corrispondente a 45 giorni lavorativi per ogni anno di servizio, a 33 giorni. Quindi, chi aveva un contratto a tempo indeterminato e lavorava da solo 6 mesi riceverà un ammontare equivalente a 16,5 giorni di lavoro. Se lavorava da dieci anni, un ammontare equivalente a 330 giorni (il compenso massimo è di due anni). Se poi l'impresa dimostra che il licenziamento non avviene per ragioni disciplinari, ma economiche (ad esempio se l'impresa non riesce più a vendere i suoi prodotti), il compenso si riduce a 20 giorni per anno di servizio con un massimo corrispondente a 12 mesi di retribuzione netta.

La strada spagnola è quella giusta: far pagare alle imprese una parte dei sussidi di disoccupazione fa sì che esse ci pensino bene prima di licenziare un dipendente, tanto più quanto più a lungo è durato il rapporto di lavoro. Agevolarle se il licenziamento dipende da motivi economici evita che si tengano artificialmente in vita imprese decotte, come invece avviene in Italia quando si prolunga oltre misura la cassa integrazione.

Vincoli simili a quelli imposti dall'articolo 18 del nostro Statuto dei lavoratori erano stati eliminati in Spagna già nel 1997. Nei dieci anni successivi la disoccupazione scese di circa dieci punti: dal 17,8% all'8,3. Ciò che il governo di Mariano Rajoy non ha invece avuto il coraggio di fare è introdurre un contratto unico. Come in Italia, anche a Madrid l'opposizione al contratto unico è venuta dai sindacati e dall'associazione delle imprese. I primi (come mostrano Juan Dolado e Samuel Bentolila, Economic Policy 1994), perché la presenza di lavoratori precari segmenta il mercato del lavoro e consente di mantenere più elevato il salario di chi ha un contratto a tempo indeterminato; le imprese perché i contratti a tempo indeterminato offrono flessibilità a costo zero.

Fino ad oggi una riforma del mercato del lavoro che elimini le disparità fra giovani e anziani è stata un tabù in Italia. Ora, fortunatamente, pare non lo sia più. Il presidente del Consiglio Monti e il ministro del Lavoro Fornero sembrano pronti ad affrontare sia il tema dei contratti che quello dei sussidi, due riforme che vanno fatte insieme perché (come abbiamo spiegato in un articolo del 22 gennaio) non si può riformare il mercato del lavoro senza rivedere il sistema di sussidi alla disoccupazione. E non si tratta solo di riformare il sistema di protezione per chi perde il lavoro.

I dati dell'Ocse mostrano che l'Italia detiene (insieme a Messico e Turchia) il record nella percentuale di giovani che né lavorano né partecipano ad attività formative, in una scuola, un'università, o all'interno di un'azienda. Una situazione molto diversa da quella tedesca, dove non c'è praticamente alcuna differenza fra il tasso di disoccupazione dei giovani e quello dei lavoratori più anziani (7% contro l'8% dei giovani). Ciò che fa la differenza in Germania (e modalità analoghe esistono in Austria, Svizzera e Olanda) è un sistema che consente ai giovani di inserirsi molto presto nel mondo del lavoro. Terminata la scuola elementare, le famiglie tedesche devono scegliere, per i loro figli, fra tre strade distinte: una scuola simile al nostro liceo, che non prevede formazione professionale; la Realschule in cui si alternano periodi di formazione generale e periodi di esperienza in azienda; e la Hauptschule che prevede un graduale inserimento in azienda già a partire dai 15-16 anni. Non sono scelte irreversibili: previa verifica del suo rendimento scolastico, uno studente può passare da una scuola all'altra.

Un'impresa tedesca su tre offre esperienze di apprendistato e metà dei ragazzi che fanno questa esperienza vengono poi assunti dalla stessa impresa con un contratto a tempo indeterminato. In Italia le imprese usano l'apprendistato come un modo per assumere lavoratori precari e le attività di formazione sono spesso fasulle. Il risultato è che i giovani apprendisti il più delle volte non imparano nulla e alla fine del contratto vengono lasciati a casa (si leggano Pietro Garibaldi e Tito Boeri «Un nuovo apprendistato contro lo spreco di capitale umano» sul sito lavoce.info ). E così ci si continua a illudere che la laurea sia l'unica strada per trovare lavoro: il risultato è che a un anno dalla laurea triennale tre giovani su dieci non hanno ancora trovato un lavoro, e uno su due a un anno dalla laurea specialistica (dati di AlmaLaurea). Anche perché, durante gli anni dell'università, in Italia, diversamente da quanto avviene in altri Paesi, le imprese non fanno alcuno sforzo per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, anche solo con stage estivi, e le università sono fabbriche di esami organizzate in modo tale che gli studenti non hanno mai due mesi liberi.

Monti e Fornero possono seguire due strade: procedere con cautela, cambiare pochissimo, cercare il consenso della Confindustria e dei sindacati, e così evitare scontri. Oppure attuare una riforma vera, che parta dal contratto unico a tempo indeterminato per tutti, con la possibilità di terminare il rapporto di lavoro (per tutti, anche i dipendenti pubblici) con i dovuti costi per le imprese o per lo Stato.

Noi pensiamo che vada abbandonata ogni cautela e che si debba avere il coraggio di chiamare «riforma» solo una modifica sostanziale dei contratti, dei sussidi e delle modalità di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Limitarsi a qualche aggiustamento marginale è peggio che non far nulla: si creerebbe l'illusione che un problema è stato risolto, quando invece non è vero. Lo scoprirà anche la Spagna che si è fermata a metà strada. Oggi la prudenza non è segno né di saggezza né di lungimiranza.

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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 20/02/2012, 15:20

Monti e Fornero possono seguire due strade: procedere con cautela, cambiare pochissimo, cercare il consenso della Confindustria e dei sindacati, e così evitare scontri. Oppure attuare una riforma vera, che parta dal contratto unico a tempo indeterminato per tutti, con la possibilità di terminare il rapporto di lavoro (per tutti, anche i dipendenti pubblici) con i dovuti costi per le imprese o per lo Stato.

Stabilito questo, bisogna vedere ora quale strada sceglie il PD.
Mi sembra chiaro che il PD "pre Monti" avrebbe sceltola prima strada e cosi' avrebbero fatto tutti, nel gioco dell'alternanza.
Ma è altrettanto chiaro che questa strada, delle "riforme pallide" è quella che lascia le cose come stanno, cambiando poco e aggravando la situazione.
Monti invece combina un colpo al cerchio ed uno alla botte. Lotta all'evasione e imposta sui patrimoni, blocco delle anzianità e riforma del mercato del lavoro. Per questo piace. Non fa solo quello che piacerebbe a destra ma sarebbe visto come fumo nell'occhio a sinistra, e viceversa. Le fa di entrambi i tipi, se sono giuste. E sia destra che sinistra lo capiscono e temono di perdere voti a scapito dell'altro polo opposto o del centro (dove si registra la massima adesione alle politiche di Monti).

E' questo il problema che Veltroni pone al PD.
Inseguiamo Vendola e Di Pietro (mentre il PdL insegue la Lega) oppure ci mettiamo al centro di un grande progetto di cambiamento del paese, rappresentando in questo ambito le istanze di solidarietà ed equità?
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda Giovigbe il 20/02/2012, 15:44

franz ha scritto:Non metterei sullo stesso piano il problema dei licenziamenti collettivi o della delocalizzazione, con le tutele precVste dall'art 18. Fanno parte di un problema complessivo che fa scappare imprese dall'Italia (non solo fa scappare le straniere ma anche le italiane) e non attraggono quelle straniere (impreditori e capitali).
In ogni caso oggi ammortizzatori seri non ci sono mentre se ci fossero sarebbe molto meglio per i lavoratori, piu' che per le imprese.
Ma il problema qui non è questo (del merito stiamo provando a discutere in altri thread (*)) ma è capire quale sia la posizione del PD.

(*)
viewtopic.php?f=17&t=4543
viewtopic.php?f=17&t=4541
viewtopic.php?f=17&t=4420
viewtopic.php?f=17&t=4472



Qui non c'entra ne la delocalizzazione (non hanno comprato in USA per delocalizzare la produzione ma solo per produrre di più e avere una apertuta su quel mercato) ne l'attrattiva per i capitali stranieri (ce ne erano a sufficienza ma si è preferito spostarli a medeira): la struttura italiana era ottima sia sotto il profilo della ricerca che delle vendite. Ma se trucchi i bilanci e rendi passiva una struttura quei lavoratiri sarebbero ancora più a rischio con un art, 18 che preveda, fra i possibili motivi di licenziamento, quello economico.


Quanto sopra tornando al PD oggetto di questo thread, credo che in ogni caso veltroni ha perso un occasione per stare zittoe per manifestare le sue posizioni differenti nelle apposite sedi di partito
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 20/02/2012, 15:56

Giovigbe ha scritto: Ma se trucchi i bilanci e rendi passiva una struttura quei lavoratiri sarebbero ancora più a rischio con un art, 18 che preveda, fra i possibili motivi di licenziamento, quello economico.

Come l'amico Robyn ci ha spiegato, il licenziamento economico di piu' di 5 addetti in aziende con piu' di 15 dipendnenti è previsto in altre leggi e l'art 18 (giusta causa) non è implicato.
http://it.wikipedia.org/wiki/Licenziamento_collettivo

Per tornare a Veltroni, mi pare che tu riproponga una sorta di "centralismo democratico" fuori tempo e fuori moda da 20 anni.
In ogni caso sappiamo che nel PD si confrontano idee diverse. La cosa non è un mistero e non scandalizza.
Meglio quindi la trasparenza e sapere cosa dicono fassina, ichino e veltroni.
E noi, popolo della rete, a discutere del merito.
Meglio anche qui o solo nelle "segrete stanze"?
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda Giovigbe il 20/02/2012, 17:42

[quote="matthelm"][i]Riporto questo articolo che più di altri chiarisce i veri punti di discussione su cui vale la pena di riflettere per capire di cosa si sta discutendo e quali sono le prospettive che si aprono al Pd a seconda che scelga una strada o l'altra......................

LAVORO, LA RIFORMA TRA ITALIA E SPAGNA

Essere prudenti è poco saggio

A meno di due mesi dal suo insediamento, il nuovo governo spagnolo ha varato una riforma del mercato del lavoro che affronta alcune delle questioni che sono sul tavolo anche in Italia, a cominciare dalla situazione dei giovani. In Spagna la disoccupazione totale è molto più alta che in Italia (23% rispetto a 9%), ma il rapporto tra la disoccupazione dei giovani (28% in Italia e 48% in Spagna) e quella degli anziani è più grave nel nostro Paese. In Spagna il tasso di disoccupazione dei giovani è il doppio di quello dei lavoratori più anziani. In Italia il triplo.

La nuova legge spagnola accorcia la distanza fra contratti a tempo determinato e indeterminato modificando questi ultimi: il costo, per un'impresa, di licenziare un lavoratore a tempo indeterminato scende da un compenso corrispondente a 45 giorni lavorativi per ogni anno di servizio, a 33 giorni. Quindi, chi aveva un contratto a tempo indeterminato e lavorava da solo 6 mesi riceverà un ammontare equivalente a 16,5 giorni di lavoro. Se lavorava da dieci anni, un ammontare equivalente a 330 giorni (il compenso massimo è di due anni). Se poi l'impresa dimostra che il licenziamento non avviene per ragioni disciplinari, ma economiche (ad esempio se l'impresa non riesce più a vendere i suoi prodotti), il compenso si riduce a 20 giorni per anno di servizio con un massimo corrispondente a 12 mesi di retribuzione netta.

La strada spagnola è quella giusta: far pagare alle imprese una parte dei sussidi di disoccupazione fa sì che esse ci pensino bene prima di licenziare un dipendente, tanto più quanto più a lungo è durato il rapporto di lavoro. Agevolarle se il licenziamento dipende da motivi economici evita che si tengano artificialmente in vita imprese decotte, come invece avviene in Italia quando si prolunga oltre misura la cassa integrazione.
[quote]


Scusate ....evidentemente c'è qualcosa che non conosco o non capisco.


Nel caso della Sigma Tau che ha occulatto ad arte i profitti e evidenziato le perdite che gline viene ad un lavoratore se invece del reintegro può godere di un indennizzo....I diritti vanno estesi (riducendo per esempio tutte le forme di precariato) non compressi


a
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 20/02/2012, 18:39

Giovigbe ha scritto:Nel caso della Sigma Tau che ha occulatto ad arte i profitti e evidenziato le perdite che gline viene ad un lavoratore se invece del reintegro può godere di un indennizzo....I diritti vanno estesi (riducendo per esempio tutte le forme di precariato) non compressi

Si sta facendo un discorso generale che riguarda 24 milioni di lavoratori e quindi i casi particolari, pur gravi, che riguardano 590 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, non dovrebbero influire piu' di tanto.
Se per cassa integrazione straordinaria infatti si prevede una misura temporanea per una ristrutturazione che dovrebbe essere di sei mesi, non comprendo i motivi della preoccupazione, visto che l'obbiettivo della CIG e della CIGS è non perdere la manodopera ed averla ancora a disposizione alla fine del processo di crisi / ristrutturazione. Se invece la GIGS è finta ed è solo anticamera - fra anni - del licenziamento definitivo allora il vero abuso è ricorrere a questo strumento. Meglio l'ipotesi di ammortizzatore alla Ichino con fin da subito la possibilità di trovare immediatamente un nuovo lavoro.
Purtroppo la CIGS è un'arma a doppio taglio (per questo sarebbe da abolire sostituendola con ammortizzatori europei) di cui si abusa costantemente ed impedisce veri piani sociali, come si fa altrove. Quando hai un valido ammortizzatore, non rischi di "perdere tutto". In fondo l'azienda se ne lava le mani, perché tanto c'è la CIGS. Altrove partono piani attivi per trovarti un altro lavoro, con cotrsi di riqualificazione ed aggironamento, oggi espressamente esclusi dalla CIGS.
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda matthelm il 20/02/2012, 20:18

Giovigbe ha scritto:Scusate ....evidentemente c'è qualcosa che non conosco o non capisco.


Il dibattito in corso è importante perché su questi temi e su altri si misurerà il grado di novità e cambiamento, da tutti ritenuti indispensabile, delle varie forze politiche e per quanto ci riguarda il Pd in particolare.
La Spagna ha già intrapreso, da come si può leggere, una strada percorribile. L'Italia con Monti sta indicando, mi sembra con decisione, un uguale percorso.
Da queste scelte ne deriveranno i rapporti con le altre forze politiche e sindacali. Si misureranno le possibili alleanze.
Quindi è questo in gioco.
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda Giovigbe il 21/02/2012, 9:32

franz ha scritto:Si sta facendo un discorso generale che riguarda 24 milioni di lavoratori e quindi i casi particolari, pur gravi, che riguardano 590 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, non dovrebbero influire piu' di tanto.


No. Non è un discorso che riguarda solo la sigma tau!.Un pò di onestà intellettuale dovrebbe far ammettere che Sigma Tau è solo un esemplificazione concreta e attuale di un comportamento di molte aziende: separare i profitti dalle perdite; chiudere i primi in paradisi fiscali e caricare i secondi sulle spalle dei lavoratori e dello stato.

Se si consente di licenziare anche per motivi economici una marea di aziende vi ricorrereanno e, comunque, utilizzeranno questo strumento per tenere ancora più sotto ricatto i lavoratori.

Non si creerà un solo posto di lavoro in più riducendo le tutele da art. 18.

I problemi che allontatnano gli investimenti dall'italia sono altri: certezza del diritto e sicurezza dei tempi della giustiuzia, infrastrutture, corruzione.
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 21/02/2012, 9:39

Giovigbe ha scritto:Se si consente di licenziare anche per motivi economici una marea di aziende vi ricorrereanno e, comunque, utilizzeranno questo strumento per tenere ancora più sotto ricatto i lavoratori.

Continuamo a non capirci. La legge che disciplina i licenziamenti economici esiste già e non è l'art 18.
E' un po' farraginosa da usare ma esiste.
Con le riforme di cui si parla si prevedono ammortizzatori sociali che di fatto tolgono i lavoratori dal ricatto.
Non mi sembra il caso di invocare l'onestà intellettuale (mettendola di fatto in dubbio) perché non è corretto da parte di persone che discutono liberamente.

PS: se Sigma Tau fosse veramente la gallina dalle uova d'oro, da spremere, perché chiuderla e mettere tutti in cassa integrazione?
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda Giovigbe il 21/02/2012, 13:08

franz ha scritto:PS: se Sigma Tau fosse veramente la gallina dalle uova d'oro, da spremere, perché chiuderla e mettere tutti in cassa integrazione?


Perchè, come la crisi finanziaria del 2009 ha dimostrato, le uova d'oro non bastano se si possono avere di platino.

Se poi la legge c'è (come c'è in effetti)
http://www.forumnaonis.it/files/203/Rel ... Pamio2.pdf

perché ridurre i paletti stabiliti dall'art.18??? Non c'è indennizzo che tenga di fronte alla perdita del posto di lavoro.

E' del tutto evidente, come dicevo prima, che le vere cause per le quali non si investe in italia sono altre.
Riducendo le tutele da art. 18 di fatto non si creerà un solo poto di lavoro in più
Voler modificare l'art. 18 appare quindi una scelta pretestuosa dettata unicamente dal voler spostare gli equilibri politici generale più a vantaggio dei datori di lavori che dei lavoratori.

In questo senso richiamarsi all'onestà intellettuale non vuol dire metterla in dubbio ma solamente
inviate le persone a dichiarare (almeno in questa sede è sperabile poterlo fare) i propri reali obiettivi politici e conseguenti motivazioni

Per creare posti di lavoro occorre che il lavoro precario costi più di quello fisso. In questo senso mi pare che si sta muovendo la Fornero (anche se il "la" a lei non piace) e và bene.
Andrà valutato nel tempo se l'apprendistato di tre anni con minori tutele non sarà usato per continuare a precarizzare i giovani.
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