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Che belle osservazioni

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Che belle osservazioni

Messaggioda matthelm il 17/02/2012, 12:20

L’assillo di Bersani

Bersani si presenta sicuro di sé su un paio di questioni cruciali, ed è importante.
Innanzi tutto sulla difesa delle primarie, che non nega come problema ma neanche rinnega come elemento fondante della “diversità” democratica. È un sollievo: dopo Genova si poteva temere che qualcuno al Nazareno volesse farla finita con uno strumento per definizione incontrollabile. Bersani preferisce andare avanti senza rete, e in vista di Palermo (dove si ripeterà la storia di un Pd che lavora conto terzi) ribadisce la linea della primavera scorsa, cioè del partito impegnato in un progetto nazionale e non a cercare successi per sé.
Secondo punto di tenuta: la resistenza all’ondata antipolitica. Lesionato nell’immagine da vicende interne o vicine, il Pd si impegna nell’autoriforma del sistema (che però non può fare da solo) e rivendica la necessità di un trasparente finanziamento pubblico, pena il cedimento a un regime nel quale la vita pubblica è regolata per via censitaria.
In Bersani si avverte però un assillo ricorrente. È il corollario negativo di un fatto positivo, cioè il successo di Monti. Partito fra molte freddezze, il governo macina consenso nel centrosinistra. Le ultime due mosse – il no alle Olimpiadi di Alemanno e il nuovo regime fiscale dei beni della Chiesa – hanno colpito nel profondo: decisioni che denotano indipendenza di giudizio, più di quella che in circostanze simili poterono permettersi anche governanti e amministratori progressisti.
Quando Bersani promette che «anche dopo Monti» l’Italia avrà un governo fondato sulla competenza, senza bilancini partitici, rende omaggio all’esperienza attuale e riconosce gli errori del passato, soprattutto unionista. Ma fino a che punto può anche dare garanzie per il futuro? Smentire l’impressione che nessun partito, neanche il Pd, potrà formare un esecutivo altrettanto forte? Disinnescare eventuali operazioni di sostanziale prorogatio tecnica che potrebbero muovere proprio da questa sensazione diffusa, a danno della legittima candidatura del Pd a governare in prima persona?
Una volta tanto, senza eccedere, un po’ di pensiero politico può aiutare a rispondere a queste domande più del pragmatismo quotidiano. E soprattutto più della pretesa ben sintetizzata da Massimo D’Alema: «La politica intesa come ceto che rivendica di tornare alla gestione del potere dopo la parentesi del governo tecnico sarebbe perdente o subalterna».
Per dirla brutalmente: bisogna meritarlo, il ritorno al potere. Ed è (per fortuna) più difficile di ieri: finché il benchmark col quale confrontarsi era lo sdrucito asse Bossi-Berlusconi, si poteva concepire la riconquista del governo come una mela la cui caduta attendere a pie’ fermo alla base dell’albero. Ora la pietra di paragone è diversa. Tocca far meglio.
Se n’è parlato ieri in una iniziativa dell’associazione di Enrico Letta, 360, con Miguel Gotor. Se ne parlerà oggi in una giornata organizzata da Gianni Cuperlo, alla presenza di tutto l’establishment democratico, politici e intellettuali.
Sicuramente tutti concordano con Gotor, che ieri ha avvertito sull’unico errore da non commettere: riportare il Pd “in alto a sinistra”, dove stava magnifico e isolato il Pci. Se il nuovismo ha fallito e stancato, la nostalgia per la forma partito e le politiche della sinistra come le abbiamo conosciute sarebbero colossale regalo a una nuova saldatura tra la destra e il moderatismo nazionale, da sempre maggioritario.
Non avendo mai davvero sperimentato i danni del neoliberismo, possiamo elaborare un pensiero per l’Italia che inietti politiche attive dello stato dentro l’indispensabile rivoluzione liberale che Monti sta appena avviando. Bersani potrà mantenere la sua promessa di «fare meglio» solo se si smetterà di considerare questi mesi come una parentesi (dopo aver accettato Monti più che altro come la leva per liberarsi di Berlusconi), e si presenterà il Pd come il partito legittimato a dare a quest’opera la necessaria base di consenso democratico e una leadership investita dagli elettori.
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda flaviomob il 17/02/2012, 13:09

Bersani, a capo di un partito in cui permangono contraddizioni e tensioni interne, sta portando il PD ad avere un ruolo funzionale alla coalizione piuttosto che a se stesso, ottenendo così alcuni risultati interessanti. A Milano è riuscito a conciliare la vittoria di Pisapia, che ha avuto l'appoggio leale di tutto il PD, con la "non belligeranza" del centro che è stato "ricompensato" con l'assessorato al bilancio per Tabacci. Un partito che non mira a sfondare elettoralmente sfasciando l'alleanza, come fu con lo scellerato Veltroni, può proporsi come serio leader di tutto il centrosinistra, rispettando gli alleati e tessendo la trama di un rapporto positivo con la parte più evoluta dei centristi (che peraltro dovrebbero coltivare un maggior rinnovamento dei quadri dirigenziali).


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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda franz il 17/02/2012, 13:15

Per dirla brutalmente: bisogna meritarlo, il ritorno al potere. Ed è (per fortuna) più difficile di ieri: finché il benchmark col quale confrontarsi era lo sdrucito asse Bossi-Berlusconi, si poteva concepire la riconquista del governo come una mela la cui caduta attendere a pie’ fermo alla base dell’albero.

Tutto il testo di Stefano Menichini è notevole ma riporto questo pezzo per sottolineare che anche Berlusconi ebbe vita facile a riconquistare il potere dopo (ammettiamolo finalmente!) la pessima, anzi disastosa, perfomance dell'Unione di Prodi, finita prematuramente come sappiamo.

Ok, quindi nulla sarà come prima ed è chiaro che ora non siamo pronti ad essere come dovremo essere tra un anno.

A cominciare (ritengo) da Bersani, che dovrebbe comniciare a pensare di traghettare il PD alla ricerca di nuovi timonieri, rematori, velisti (tralasciando quello citato da Stefano Menichini).
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda matthelm il 17/02/2012, 14:58

flaviomob ha scritto:Bersani, a capo di un partito in cui permangono contraddizioni e tensioni interne, sta portando il PD ad avere un ruolo funzionale alla coalizione piuttosto che a se stesso, ottenendo così alcuni risultati interessanti. A Milano è riuscito a conciliare la vittoria di Pisapia, che ha avuto l'appoggio leale di tutto il PD, con la "non belligeranza" del centro che è stato "ricompensato" con l'assessorato al bilancio per Tabacci. Un partito che non mira a sfondare elettoralmente sfasciando l'alleanza, come fu con lo scellerato Veltroni, può proporsi come serio leader di tutto il centrosinistra, rispettando gli alleati e tessendo la trama di un rapporto positivo con la parte più evoluta dei centristi (che peraltro dovrebbero coltivare un maggior rinnovamento dei quadri dirigenziali).


E' una strategia non molto chiara al momento visto che Bersani non sta lavorando per il re di Prussia a meno che non sia un prussiano.
Vorrei sapere poi di quale alleanza stiamo parlando considerato che ci sono molte varianti in gioco.
Da qui nasce l'esigenza di fare chiarezza sul tipo di primarie che si vogliono fare perché generalmente le primarie si svolgono in un partito. In una coalizione, non definita, non si è mai visto se non con esiti disastrosi (Unione...). Il risultato è di non capirci più nulla e scontentare un elettorato frastornato.
Che poi una certa sinistra del tempo che fu veda strabilianti risultati solo perché si aggiudica qualche primaria surreale, beh questo la dice lunga.
E qui si ritorna al progetto del vituperato Veltroni che considero ancora il frutto di un'ottima visione politica nonostante l'inadeguatezza del promotore.
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda franz il 17/02/2012, 18:12

flaviomob ha scritto:Un partito che non mira a sfondare elettoralmente sfasciando l'alleanza, come fu con lo scellerato Veltroni,

Veltroni non fu scellerato. Quell'alleanza andava sfaciata e fece bene a farlo.
Proprio per questo oggi possono maturare allenaza bene diverse, spero, da quel coacervo che includeva Dini, Di Pietro, Mastella e Turigliatto. Volevo dire anche "vasto coacervo" ma di Vasto abbiamo già parlato :-)
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda pianogrande il 17/02/2012, 18:29

Le alleanze, prima che i partiti, le fa il popolo.
Il successo di Monti (persona normale immessa in un circuito che di normale non aveva più nulla) è decretato dal popolo.
I partiti che non corrisponderanno a questo stile (la gente è anche capace di imparare a giudicare) sono sempre più fuori gioco.
Se i politici non si adegueranno ai nuovi standard, vedo un rischio per la democrazia perché si diffonderà sempre più l'idea che questa è una classe politica di letame e che si può benissimo farne a meno.
A quel punto, il disorientamento potrebbe portare a situazioni veramente a rischio.
Il primo dovere di Bersani è riflettere, da vari punti di vista, su questo aspetto.
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda franz il 17/02/2012, 19:08

pianogrande ha scritto:Le alleanze, prima che i partiti, le fa il popolo.
Il successo di Monti (persona normale immessa in un circuito che di normale non aveva più nulla) è decretato dal popolo.
I partiti che non corrisponderanno a questo stile (la gente è anche capace di imparare a giudicare) sono sempre più fuori gioco.

Ok, sì, c'è voluta una forte scossa tipo elettro shock ma alla fine anche il popolo si è svegliato e si è passati dall'ironia sulle feste e bunga-bunga alle discussioni serie sullo spread, con ben in chiaro e vivido cio' che sta accadendo alla grecia.
Naturalmente il dopo Monti funzionerà se il corpo elettorale avrà acquisito i famosi anticorpi di montanelliana memoria.
Ma non solo gli anticorpi che permettono di riconoscere Berlusconi e truppa. Anche quelli che servono ad evitare armate brancaleone impossibli, come quella dell'Unione.
In pratica penso che ogni partito che vorrà avere la minima chance dovrà impegnarsi, prima del voto, a non smantellare, in caso di vittoria, il lavoro fatto da Monti. Caso mai a portarlo avanti e migliorarlo. E non saranno accettate alleanze tra partiti che su questo la pensano diversamente.

Parlo, per onor di precisazione, del governo nazionale. Localmente ci sono altri "popoli" che possono anche fare scelte diverse.
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda flaviomob il 18/02/2012, 11:49

Veltroni diede il colpo di grazia a Prodi, riportando in auge Berlusconi e regalandogli le elezioni del 2008.
E tutto questo in un solo giro, senza nemmeno passare dal Via! :lol:


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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda pianogrande il 18/02/2012, 20:30

Mastella, sentendo di questa tendenza al bipartitismo, ebbe una uscita del tipo: prima che voi lo mettiate nel ..... a me, ve lo metto io etc.
Veltroni fu, ad essere generosi, uno sprovveduto totale (e tale rimane, per me).
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Re: Che belle osservazioni

Messaggioda lucameni il 18/02/2012, 21:29

Vorrei ritrovare da qualche parrte il giudizio di Giovanni Sartori sulla campagna elettorale di Veltroni e sulle sue scelte apparentemente "illuminate".
Distrutto.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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