Robyn ha scritto:Le differenze fra destra e sinistra esistono e non sono sparite
La sinistra è più attenta al sociale con strategie e sfumature
leggermente differenti ma componibili
La destra è più attenta al mercato
ciao robyn
Le differenze esistono ancora ma sono diverse da quel che erano in origine perchè sia destra sia sinistra si sono evolute e diversificate.
Per capirle appieno è necessario conoscere la storia.
Cercando di sintetizzare al massimo:
una volta c'erano gli assolutismi,poi il mercato e la tecnologia hanno dato impulso ai sistemi economici che si sono sviluppati determinando la crescita di un ceto nuovo imprenditoriale.
Questo ceto si sentiva castrato dalla obbedienza ad una Casta feudale,e si sono formati i primi movimenti liberali,dove la parola libertà non identificava un affrancamento da leggi che imbrigliano il mercato come si crede erroneamente ancora oggi (dato che il mercato ancora era in fasce e le leggi non se ne occupavano),bensì un affrancamento dalla servitù della gleba,cioè una vera e propria istanza di libertà la cui mancanza impediva al nuovo ceto di operare a piacimento ai fini produttivi.
In quei tempi la disputa era tra il potere assoluto e le istanze di libertà del movimento liberale,formato da persone che grazie al mercato cominciavano a godere di un certo agio e quindi di un certo ascendente in una società che vedeva parallelamente molti signori feudali perdere i patrimonii di famiglia.
Trovo molto difficile dire che quel movimento fosse destra invece che sinistra.
Poi con la rivoluzione industriale le cose sono cambiate radicalmente e la società si è spaccata in due:
Da un lato coloro che detenevano i mezzi di produzione,generalmente gli imprenditori che con le loro vittorie politiche e i nuovi ordinamenti sono riusciti a sviluppare le loro attività industrializzando i loro paesi;
dall'altra gli ex servi della gleba,che a differenza di prima quando erano schiavi ma utili,di colpo sono in soprannumero rispetto alle esigenze del nuovo sistema economico,e si ritrovano a dovere sottostare a situazioni di lavoro oggettivamente schiavizzanti.
E qui nasce la differenza tra destra e sinistra.
Da un lato chi appoggia le istanze di giustizia dei lavoratori,dall'altro gli interessi dei proprietari.
Essere di sinistra significava sostenere che solo il controllo ferreo dei mercati con leggi ad hoc poteva garantire equità e giustizia.
Essere di destra significava sostenere che i padroni devono essere liberi di fare ciò che gli pare in modo che lo sviluppo economico prima o poi si riverberi su tutti;ovviamente questa era la comoda idea dell'intera razza padrona,e il partito liberale era il loro punto di riferimento,anche se comunque c'erano molti borghesi illuminati che notavano l'assurdità di avere lottato per la libertà dal signore feudale,ma di voler negare poi la necessità di garantire una vita decente anche ai lavoratori che invece parevano vivere peggio di prima.
Ed è anche grazie a questi circoli di pensiero,che sinistra non erano di certo,che molte rivendicazioni sindacali hanno potuto trovare uno sbocco e venire recepite dagli ordinamenti.
Quindi a quei tempi era corretto dire che la destra era più attenta al mercato e la sinistra al sociale,eppure già c'era l'embrione di una destra moderna e seria che cercava di mettere in relazione quel mercato con le necessità del sociale.
Poi la congiuntura economica pessima generata dall'incuria dei mercati e dalla mancanza di solidi mercati interni ha determinato l'avvento dei nazionalismi,e questo ha radicalizzato il confronto di classe e determinato i fascismi,che erano dappertutto e di ogni colore,e non hanno risparmiato nessuno,nemmeno quelle nazioni che sembravano esserne immuni.
Furono fascismi in italia e germania,fu fascismo in russia,fu fascismo in ogni nazione in cui si è perseguita la prosperità delle industrie sulla pelle dei lavoratori.
Quindi fu fascismo persino negli stati uniti con la loro pervicace ostentazione di equidistanza dagli estremi,che di fatto configurava una vera e propria forma di intolleranza antidemocratica (basti pensare al maccartysmo).
Il risultato fu solo uno:per un motivo o per l'altro dovunque nel mondo c'era chi doveva stare sotto e chi poteva galleggiarvi sopra.
E se da qualche parte gli ultimi della società stavano male,altrove non stavano bene,ma solo meno peggio.
Quando la follia è svanita,si è verificato qualcosa di molto positivo,cioè lo sviluppo nelle destre mondiali di una corrente di pensiero che intuiva che i disastri economici e politici del passato fossero stati generati dalle ingiustizie sociali e dal mancato controllo dei mercati,e che forse al mercato qualche briglia era opportuno mettercela.
Allo stesso modo a sinistra qualcuno cominciava a pensare che forse tutto sto male il mercato non lo faceva,e che invece che chiuderlo definitivamente in gabbia magari si poteva lasciargli il guinzaglio lungo e giovarsi della prosperità che può creare.
Ed è esattamente questo che sono oggi le destre e le sinistre più moderne che è più facile trovare in europa che in Italia.
Ed è esattamente per questo che i sistemi economici del dopoguerra,destra o sinistra che fossero,hanno generato molta più ricchezza di prima.
Perchè hanno cercato una sorta di mediazione tra mercato e sociale,alimentando di fatto i mercati interni,e lo hanno fatto a destra come a sinistra.
Quindi oggi tra destra e sinistra v'è certamente ancora una certa differenza di peso specifico tra mercato e sociale.
Ma quello che è rimasto nei rispettivi DNA e che fa la vera differenza tra le versioni attuali della destra e della sinistra,sono la maggiore attenzione all'individualismo della destra,e quella verso il comunitarismo (per non usare un termine inflazionato e frainteso) della sinistra.
Questo è il nocciolo secondo me,che si traduce poi in una differente concezione della struttura degli Stati.
Eccola la differenza:
pur condividendo le istanze sociali delle sinistre rispetto ai mercati (ed è innegabile che le destre moderne lo fanno) l'attenzione maggiore delle destre è rivolta a come la struttura statale possa andare a pesare sugli individui,e da questo nasce la richiesta di stati più leggeri e di una redistribuzione del reddito meno invasiva.
Le diverse gradazioni di tolleranza determinano se di liberali o liberisti si tratti.
Invece la sinistra mettte gli individui in secondo piano rispetto alla collettività,e non si fa scrupoli di redistribuire redditi in modo più concreto,e rispetta l'invidualità fino al punto in cui non entra in conflitto con gli interessi comuni.
Poi ci sono le destre e le sinistre economicamente analfabete e politicamente dubbie,come per esempio il pdl di berlusconi.
Ma questo è un altro discorso che con la geografia politica non ha niente a che vedere.
Ciao