lucameni ha scritto:Chi è molto bravo, si impegna e ha avuto quel pizzico di fortuna
Ho l'impressione che, tanto per cominciare, non sia chiaro il significato del termine "sfigato", che per i romani significa proprio iellato, cioè sfortunato; uno perfettamente in linea con ciò che dice Luca, uno cui è mancato prima di tutto "quel pizzico di fortuna ...". Però anche un pizzico di buona volontà ce lo aggiungerei.
Nella mia esperienza di professore universitario (facoltà di Scienze MFN, che in genere è più prossima agli standard internazionali), direi che i ragazzi con scarse disponibilità economiche sono spesso i più motivati e quindi i più rapidi nel conseguire la laurea. Perché spesso il discorso delle necessità economiche viene usato a pretesto per chi ha poca voglia di fare, sia che si tratti di studenti che di professori.
Ricordiamoci che l'Università italiana attuale ha ordinamenti in larga parte di origine sessantottina (della parte più deleteria del '68). Per esempio, il fatto che gli esami siano distribuiti lungo tutto l'arco dell'anno, praticamente con cadenza mensile, è in contraddizione con uno studio continuativo ed ordinato. C'è stato ai miei tempi un tentativo di suddividere l'anno accademico in semestri con gli esami concentrati alla fine di ogni semestre, come avviene in tutto il mondo, ma non so poi come la storia sia andata a finire.
Anche la non registrazione delle bocciature (perché anche in Italia esisterebbe una legge che vieta di ripetere un esame più di due volte in un anno) consente di ripetere gli esami con troppa facilità, e porta quindi alcuni ad affrontare gli esami con leggerezza, sperando alla fine di "avere fortuna" e superarli, magari dopo parecchi tentativi.
Poi, i giovani, se non hanno una motivazione molto robusta e costante, sono portati facilmente a distrarsi ed a occuparsi d'altro, prolungando così anche per leggerezza la durata degli studi. Per questo in tutto il mondo le università serie si sono in una certa misura "licealizzate", imponendo agli studenti frequenza ai corsi e prove frequenti da superare durante l'anno, con esame alla fine di ogni corso (ma le "prove" durante il corso già fanno presagire i possibili risultati), ripetibile al limite una volta nel giro di pochi mesi.
Da noi questo non si fa. Si dice che è per favorire i "poveri" studenti che lavorano, in realtà davvero favoriti risultano i docenti fannulloni, che non hanno verifiche o controlli di alcun genere. Quanto ai professori che "chiedono l'impossibile", spesso sono quelli che sono meno presenti e preparati: è più semplice dare dell'ignorante fannullone ad uno studente cui si è dato da studiare un programma-fiume, che non seguire quello stesso studente nella sua preparazione e rispondere alle sue domande, spesso imbarazzanti.
Insomma, gli studenti che si laureano tardi "sfigati" spesso lo sono davvero, nel senso indicato da Lucameni, e soprattutto lo sono nel momento in cui cercano di entrare nel mondo del lavoro da laureati, con una preparazione spesso approssimativa, e gli entusiasmi e l'inventiva ormai quasi sempre spenta.
Ovvio che non si può attribuire agli studenti la responsabilità di questa situazione, ma non sarebbe male che ne prendessero atto e si ribellassero ANCHE perché vogliono studiare di più e meglio.
annalu