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Speciale liberalizzazioni

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda Robyn il 22/01/2012, 16:51

la parte 2) mi è poco chiara.In relazione al merito la cosa è che se quello è più bravo di me non ho nulla in contrario che abbia un premio,è sempre stato così .Esistono comunque due articoli.Il primo è che si è tenuti a concorrere in base alla capacità contributiva e il sistema fiscale si uniforma a criteri di progressività.Il secondo è che il lavoratore ha diritto ad un reddito in funzione della qualità e della quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficente ad assicurare a sè e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 23/01/2012, 12:37, modificato 1 volta in totale.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 22/01/2012, 18:09

Robyn ha scritto:la parte 2) mi è poco chiara.In relazione al merito la cosa è che se quello è più bravo di me non ho nulla in contrario che abbia un premio,è sempre stato .Esistono comunque due articoli.Il primo è che si è tenuti a concorrere in base alla capacità contributiva e il sistema fiscale si uniforma a criteri di progressività.Il secondo è che il lavoratore ha diritto ad un reddito in funzione della qualità e della quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficente ad assicurare a sè e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa così robyn

Appunto. D'accordo. Ma ti chiedevo proprio per questo cosa volesse dire "Infatti non è sufficente perche bisogna detassare l'Irpef e la parte variabile del reddito". Per me (e per chiunque si occupi di tributi) "detassare" vuol dire una cosa sola: "non tassare". Quindi leggevo la tua affermazione come "non tassare l'irpef" (che non vuol dire nulla, dato che non si detassano le tasse) e anche come "non tassare la parte variabile del reddito".
Siccome non capivo, ho chiesto.
Probailmente intendevi dire "diminuire le aliquote irpef sul salario, sia parte fissa sia variabile".
E siamo d'accordo, se la diminuzione è senza creare deficit.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda Robyn il 23/01/2012, 12:43

Detassare cioè diminuire.La produttività individuale è solo una parte della produttività e la intendo nel senso che a parità di tempo prestato per ex otto ore c'è chi è più bravo e chi meno chi è più capace e quindi avrà scatti e compiti di diverso e di livello maggiore.La produttività"la parte grande" cresce con l'innovazione,la formazione,redditi più alti e le liberalizzazioni spingono in questo senso.Le liberalizzazioni hanno anche la caratteristica di essere antinflattive
ciao robyn
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Una riflessione

Messaggioda flaviomob il 25/01/2012, 15:57

Storia di una compagna taxista
http://www.controlacrisi.org/notizia/La ... isi.org%29

«Mio nonno era un taxista. Ha fatto questo mestiere dal 1939 al 1958, lavorava sotto padrone come tutti all’epoca. La sera tornava alla rimessa, lasciava l’incasso all’azienda, la “Citti e Piccini”, si prendeva una percentuale e tornava a casa. Mio nonno lottò insieme agli altri suoi colleghi per potersi autogestire il lavoro. Una battaglia fatta propria dal Pci dell’epoca. Ottennero una grande vittoria, una licenza individuale per guidare un taxi ad ognuno. Mio nonno non fece in tempo a prenderla, morì il giorno prima che glie la inviassero. Sui taxi all’epoca, c’erano spesso le bandiere rosse».
Vania Mancini è una taxista romana, una compagna da sempre impegnata anche nel sociale, soprattutto con i rom, a chiedergli delle ragioni della loro protesta diviene un fiume inarrestabile. Ha tanto da dire e tanto da spiegare. Quella che segue è una lunga intervista che permette di vedere le ragioni di una protesta con gli occhi di chi la sta portando avanti.
«Oggi abbiamo bloccato tutto e non ci fermeremo qui. Il decreto del governo mette in difficoltà il futuro delle famiglie. Il nostro è un lavoro da operaio, 9 ore al giorno senza tredicesima e quattordicesima. Nessuno ci rimborsa se stiamo in malattia, abbiamo le polizze assicurative più alte d’Italia, paghiamo la benzina come tutti ma ne consumiamo molta di più e non abbiamo alcun sostegno. Cosa che invece c’era negli anni Sessanta. Quando non siamo più in grado di lavorare ci ritroviamo con 600 euro di pensione. Il nostro Tfr è costituito dalla licenza, quella diventa la nostra liquidazione se non vale più niente siamo rovinati anche per il futuro. Mi domando perché la sinistra difenda solo le altre categorie. Noi siamo solo lavoratori».
Ma tu quanto guadagni al netto ogni mese?
«Ogni tassista guadagna diversamente. Se fai una corsa dall’aeroporto ci impieghi molto e hai la tariffa definita. Altrimenti dipende dai turni, dalla giornata. Non c’è niente di certo. Ma siamo sempre in giro e bastano due incidenti in un mese per rovinarti. Per noi i pezzi di ricambio e le riparazioni costano come per chiunque, dopo 3 anni una vettura è usurata e se si ferma non possiamo lavorare, quindi non guadagniamo. Aggiungi le spese per l’allestimento taxi e per mantenere l’autovettura pulita, che altrimenti rischiamo. Io sono in una cooperativa che è stata rovinata dalle manovre, debbo pagare fra contributi e assicurazione circa 1000 euro al mese. E non sono soldi che vanno alla cooperativa. La manutenzione dobbiamo farla al di fuori dall’orario di lavoro e anche quella è una fatica non retribuita. Il Comune non interviene neanche per contrastare l’abusivismo. Senza contare di quando ci rompiamo noi…».
Che intendi?
«Che ci capita di avere incidenti, le strade sono diventate sempre peggiori, in Italia muoiono 19 persone al giorno. Aggiungi che non ci è riconosciuta alcuna malattia professionale, persino gli odontotecnici sono considerati a rischio ictus e noi fra schiena e stress. Niente. Diritti che non cerca di difendere nessuno»
Il governo dice che in città come Roma mancano i taxi e hanno tariffe troppo alte, aumentando le vetture dovrebbero anche diminuire i costi.
«Non è possibile fare tariffe fisse abbassate. Come fai se ci vogliono a volte 3 ore per arrivare dalla periferia al centro? Eppure chi viaggia con i propri mezzi lo sa! A volte i taxi non riescono letteralmente ad arrivare, non è che non ci sono o non sono sufficienti. Bisognerebbe aumentare le corsie preferenziali e ad esempio incentivare i clienti a prendere il taxi insieme. Invece ognuno pretende di andare da solo. Così si risparmierebbe di fatto sulle tariffe senza penalizzarci».
Cosa rifiutate del decreto?
«In questo momento di crisi è intanto sbagliato aumentare le licenze, sono già diminuiti i clienti. Altro errore è quello dell’autority che si sostituisce ai Comuni in un meccanismo assurdo. A Roma, per parlare della mia realtà ci sono 8000 licenze, se poi si toglie anche la territorialità finisce che chiunque può venire ad esercitare nei posti in cui ci sono più clienti. Prendi la licenza da un paesino e vieni a Roma. Così si crea la guerra fra poveri, si va verso una de regolarizzazione totale che farebbe calare anche la professionalità».
Che reazione avete trovato da parte dei clienti quando si parlava delle vostre mobilitazioni?
«Spesso, quando eravamo in fila in attesa abbiamo incontrato persone solidali che ci hanno visto mentre i vigili ci intimavano di sgomberare la strada in cui eravamo incolonnati. E poi noi cerchiamo di parlare, lo diciamo che se vogliono prezzi più bassi finiamo a fare un lavoro da schiavi. A meno che non ci vengano riconosciuti i diritti di un lavoratore dipendente, dalla malattia alle ferie, alle mensilità al tfr. Io ho raccontato di amici che hanno acceso un mutuo per comperarsi la licenza e che adesso sarebbero rovinati».
Nella vulgata però la vostra protesta è stata raccontata come la reazione di una lobby di destra?
«Guarda fra gli 8000 colleghi c’è di tutto e non ti credere che io non trovi frustrante sentirmi difesa da Alemanno. Io ho lavorato nel sociale, con altri colleghi e colleghe abbiamo lanciato il progetto “Un libro a bordo” portando nelle vetture libri, anche prodotti da noi che i clienti potevano leggere. Con noi ci sono artisti, c’è chi ha fatto mostre fotografiche. Insomma siamo lavoratori come gli altri, non capitalisti. Eppure sinistra e sindacati sono mancati. A volte la licenza si prende grazie ad una conoscenza ma facciamo un lavoro faticoso e rischioso – sono aumentate le rapine contro di noi – per portare 10 – 15 clienti al giorno senza conoscere né Pasqua né Natale. Eppure anche la sinistra ci ha considerato come i notai».
Secondo te per quale ragione contro di voi
«Fra le ipotesi che girano c’è quella secondo cui Cordero Di Montezemolo sia intenzionato a mettere in piedi una sua rete di taxi con lavoratori sottopagati. Si tornerebbe alle condizioni del dopoguerra, senza la guerra. Forse è questo che vogliono».
In conclusione però il Prc ha preso posizione in sostegno alla vostra mobilitazione, non tutti sono uguali.
«Lo scopro adesso e mi fa piacere. C’è bisogno della sinistra anche da noi».


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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda matthelm il 25/01/2012, 18:52

era sicuramente una compagna marxista e corporativista (che in questo caso non è un insulto)... non taxista.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 25/01/2012, 21:44

la taxista marxista non è male... Si potrebbero fare delle piccole insegne Marxi-Taxi per la clientela di sinistra... :lol:
Rigorosamente a luci rosse, s'intende... ma non come intenderebbe Berlusconi, da Arcore a via Olgettina con tariffa di favore! :mrgreen:


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E intanto il PD lombardo vota contro le liberalizzazioni

Messaggioda franz il 29/01/2012, 16:44

http://www.linkiesta.it/Bersani-liberal ... -Pd-Civati

Pd ambiguo, in Lombardia vota con la Lega contro le liberalizzazioni

Alessandro Da Rold

A Roma in un modo, ma a Milano in un altro. Si riassume così la posizione del Partito Democratico che in Regione Lombardia ha votato una mozione presentata dalla Lega Nord che dà possibilità alla giunta di Roberto Formigoni di presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro le liberalizzazioni volute dal governo Monti. La mozione è stata emendata delle sue parti più pesanti contro il governo Monti. A chiederlo è stato proprio il Pd che ha fatto stralciare tre punti. Tra questi l’accusa alla «Banca Centrale Europea di aver espropriato e sovvertito la volontà popolare»

24 gennaio 2012 - 21:13

Partito Democratico ambiguo sulle liberalizzazioni volute dal governo Monti. Se a Roma il partito di Pierluigi Bersani sostiene l’esecutivo sulle nuove norme che daranno ai negozi la possibilità di avere orari di esercizio più flessibili, in Lombardia i democrat lombardi la pensano in maniera differente. Il gruppo consigliare piddino ha deciso così di votare una mozione della Lega Nord che dà la possibilità alla giunta regionale di Roberto Formigoni di presentare ricorso alla Corte Costituzionale (e contro l’esecutivo), proprio in materia di orari di esercizio: il governatore aveva spiegato nelle scorse settimane che la competenza era comunque statale.Gli unici a non votare tra i democratici sono stati Giuseppe Civati e Franco Mirabelli, già soprannominati nell’aula come i Monti Boys. A votare a favore anche Filippo Penati, ex presidente della provincia di Milano ora nel gruppo misto, fino a qualche anno fa capo della segreteria politica di Bersani. L’obiettivo della mozione è quello di proteggere l’autonomia degli enti locali sulla materia, una questione che sta interessando anche il comune di Milano che ha già avviato un incontro con le associazioni di categoria sull’argomento insieme con l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso che auspica un percorso condiviso con le altre istituzioni per regolamentare il settore.

Ma intanto esulta il Carroccio
, con il capogruppo Stefano Galli che evidenzia come l'approvazione della mozione da parte anche di Pd e Pdl certifica che le due forze politiche «si stanno comportando in maniera diametralmente opposta a livello di governo». La mozione è stata emendata delle sue parti più pesanti contro il governo Monti. A chiederlo è stato proprio il Pd che ha fatto stralciare tre punti. Tra questi l’accusa alla «Banca Centrale Europea di aver espropriato e sovvertito la volontà popolare». Oppure quello dove le liberalizzazioni vengono definite «selvagge» rischiando «di affossare il commercio di vicinato a vantaggio della Grande Distribuzione Organizzata, aprendo la strada ai gruppi franco-tedeschi che, di fatto, saranno agevolati nel colonizzare dal punto di vista economico il nostro paese».

Tolti questi punti, però, la questione rimane. Critico anche l’assessore al Commercio Stefano Maullu, che si è astenuto durante il voto, spiegando che i tempi del ricorso saranno lunghi e «la grande distribuzione vincerà ogni ricorso al Tar». Festeggiano i sindacati. Il consiglio regionale della Lombardia incassa infatti «l'apprezzamento» di Cgil, Cisl e Uil per aver approvato una mozione che chiede di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento del governo sulla liberalizzazione degli orari dei negozi. In un comunicato congiunto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil si sono detti «confortati» della decisione dell’aula consigliare dopo che «la giunta regionale ha perseverato nell'esprimere un'interpretazione ideologica sui temi collegati alle liberalizzazioni». La preoccupazione dei sindacati è che il calo degli acquisti non dipenda dagli orari ma dai meno soldi da spendere che hanno le famiglie: i negozi sempre aperti favorirebbero quindi la grande distribuzione a scapito dei piccoli commercianti.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 03/02/2012, 23:50

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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 10/02/2012, 18:20

Il tempo in questi giorni è inclemente.
Pioggia e neve, neve e pioggia.

Anche di emendamenti.

Pioggia di emendamenti
assalto alle liberalizzazioni

In commissione presentate oltre 2.400 proposte di modifica, alcune firmate dai due relatori. E torna l'ipotesi del ricorso alla fiducia da parte del governo

ROMA - Sempre più a rischio l'iter del decreto legge sulle liberalizzazioni. In commissione, al Senato, sono stati presentati 2.400 emendamenti. Alcuni sono firmati addirittura dai due relatori. Il governo sembrava disposto ad ascoltare le proposte di modifica provenienti da Udc, Pd e Pdl, ma - se il provvedimento dovesse essere stravolto - è pronto a ricorrere alla fiducia. Saranno le sedute della settimana prossima a decidere sull'ammissibilità degli emendamenti per procedere poi con l'esame degli stessi e le votazioni. Tra gli emendamenti ce ne sono alcuni anche dei due relatori, Filippo Bubbico e Simona Vicari.

E che la situazione sia seria lo si capisce anche dalla parole di Pierferdinando Casini: "Troppe categorie e
troppe corporazioni stanno assediando i partiti: Noi chiediamo ai partiti che sostengono il governo di resistere a queste spinte corporative, perchè se ciascuno fa cassa di risonanza alle spinte corporative le liberalizzazioni si impantanano. Noi dobbiamo fare cassa di risonanza al governo. No a freni e resistenze, i partiti non sono taxi per frenare le liberalizzazioni su spinta delle corporazioni. "Invito tutti a non tirare per la giacca il governo, non si può essere iperliberisti su alcuni settori e cercare di frenare su altri.

Ma anche dal Terzo Polo arriva la richesta di alcune modifiche al testo: tra queste l'abbassamento al 4% dell'Iva per gli e-book. "Sono d'accordo - dice la capogruppo in commissione Industria al Senato, Maria Ida Germontani - con il presidente Monti: il decreto va approvato senza intoppi o stravolgimenti e noi alcune modifiche del testo che riteniamo migliorative e di buon senso". Anche il Pdl conferma l'appoggio al decreto e, come dice maurizio gasparri, intende "concentrare il suo impegno" su "un numero limitato" di emendamenti.

Davanti all'assalto degli emendamenti, però, fanno fede le parole di Monti pronunciate a New York: "Contiamo di approvare il pacchetto liberalizzazioni con modifiche minime in due settimane". Difficile pensare che il tutto avverrà in maniera indolore.

(10 febbraio 2012) http://www.repubblica.it
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