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La Sicilia protesta

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La Sicilia protesta

Messaggioda franz il 23/01/2012, 9:32

lucameni ha scritto:Temo che non se ne uscirà fin tanto non si farà politica vera, risolvendo almeno in parte la questione italiana che tutto condiziona: la questione morale e la diffusa illegalità fomentata in primis dalla casta politica.

Che sia quella la questione centrale non ci piove. Che il motore di tutto, chi fomenta, sia in primis la casta politica invece lo ritengo errato. Se l'illegalità è diffusa e muove centinaia di miliardi e milioni di persone (che votano) a mio avviso la casta politica ci marcia e non contrasta, vero, ma non è promotrice. Sarebbe come ritenere che alcune decine di migliaia di persone sono la causa primaria dell'illegalità diffusa di un esercito che va da 3 milioni e mezzo come minimo (per le soglie di evasione che sono palesi e collegate ad attività economiche illegali o sommerse) fino a 11 milioni per tutta quella fascia intemedia di elusione e non di chiarazione di piccoli redditi aggiuntivi.
Tutto questo come si puo' immaginare muove miliardi e crea una fortissima pressione sulla politica, soprattutto a livello locale. Non credo che quindi sia la casta in primis a promuovere e fomentare ma non per questo giustifico o assolvo. La responsabilità della classe politica, locale e nazionale è quella di non aver saputo trovare e adottare soluzioni per ridurre e risolvere i problemi che generano quella pressione corruttiva. Che poi sono le soluzioni definite "liberali" che attua ora il governo Monti. La responsabilità anzi è di averci marciato, facendosi corrompere, tollerando e gestendo la cosa in modo da avere un tornaconto economico (corruttivo) e di permanenza al potere (vedere il legame che la DC prima, il PSI poi ebbero con le regioni a piu' ampia densità di criminalità organizzata e che oggi è passato il eredità, ben gestita, dal centrodestra).
In sintesi parlando di politica vera, cominiamo a vedere qualche cosa - già in questi due mesi - grazie a Monti.
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Re: La Sicilia protesta

Messaggioda lucameni il 23/01/2012, 12:35

intendo dire che "fomenta" per il semplice motivo che il potere legislativo ed esecutivo è in mano a quella banda là.
Quello che può fare un onorevole truffaldino non lo può fare certo un commerciante disonesto.
C'è una simbiosi evidente ma alla fine chi può operare e far danni in maniera pesante è chi imbastisce provvedimenti legislativi con lo stesso spirito col quale il piccolo commerciante fa la cresta al fisco.
Le leggi valgono per tutti, e se sono scritte ad minchiam sono dolori - appunto - per tutti.
Che poi il problema di fondo sia la nostra società civile malata (o ineducata) è chiaro.
Ma - appunto - la politica, che sia pure specchio di questa società, ha una funzione che il più delle volte non viene asssolta.

Io sul governo Monti, e su alcuni suoi ministri, sono meno ottimista, ma non posso non ammettere che qualcosa di positivo c'è.
Nulla che possa far gridare al salvatore della patria (ci sono settori nei quali si persiste ad operare come e peggio di prima), ma già è importante che ci sia uno stile in parte diverso, e alcuni provvedimenti che un governo B (ed anche PD) non avrebbe mai preso per timori elettorali.
Poi - ovviamente - nel merito di progetti annunciati è tutto da discutere, sperando di evitare facili semplificazioni.
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Re: La Sicilia protesta

Messaggioda franz il 23/01/2012, 13:11

lucameni ha scritto:C'è una simbiosi evidente ma alla fine chi può operare e far danni in maniera pesante è chi imbastisce provvedimenti legislativi con lo stesso spirito col quale il piccolo commerciante fa la cresta al fisco.

Ritengo che il problema sia molto piu' importante della semplice "cresta" di qualche piccolo commerciante qua e là.

Vedi, quando ci sono zone del paese in cui il 70-80% della popolazione dichiara redditi mediamente notevoli (il record è l'85% in un paio di comuni in provincia di bolzano e considerando che il 15% sono studenti con meno di 15 anni direi che siamo di fronte ad una fedeltà fiscale pari al 100%) e ci sono altre zone molto piu' vaste in cui invece solo il 20-30% della popolazione dichiara qualche cosa (e pure poco) e quindi parrebbe che l'intera popolazione di comuni di 20'000 abitanti viva con 4'000 euro all'anno (avete capito bene) ecco che il fenomeno trascende la cresta del commerciante e diventa macroscopico. Coinvolge molti milioni di persone.

Poi è sempre difficile distinguere tra miseria vera (che esiste) e attività sommerse (innegabili) che rendono reddito esentasse e fanno prosperare vaste aree del paese che oggi non hanno altre possibilità. Tuttavia qualche sistema esiste. Andando a vedere le autovetture per abitante di quei comuni troviamo lo stesso valore di Bologna, che è uno dei comuni piu' agiati d'Italia. Ecco allora che appare chiaro, considerando l'analisi redditi dichiarati su consumi effettivi (per esempio energia elettrica, alimentari, parco autovetture, benzina) che esiste una mappa ben precisa, legata alle zone di alta criminalità (e non nascondiamoci che la sicilia, alcune province in particolare, è una di quelle zone) che sono quelle da cui monta la protesta.

Chiaro che le riforme che Monti sta facendo in questi mesi (solo due mesi ma molto intensi) da un lato tolgono nicchie di rifugio e rendita alle corporazioni, dall'altro minacciano una vera opera di contrasto all'evasione. Si rompe al Sud un equilibrio fragile che la classe politica locale e centrale invece ha mantenuto per anni, ... e non dimentichiamoci che alcune di quelle aree (calabria e campania) sono state governate anche dal centrosinstra ed una, la Puglia, lo è tutt'ora.
Quando siamo stati al governo nazionale siamo stati molto attenti a non toccare certe cose e ci siamo subito bruciati le ali con le pallide liberalizzazioni di Bersani, finite nel nulla.

Il problema allora è che per fortuna oggi il potere esecutivo centrale non è in mano alla classe politica, la quale pero' mantiene il controllo sul potere legislativo centrale e sui poteri locali. Il vecchio blocco di potere quindi sta cercando localmente di riaffermarsi.

La partita è ben piu' grande della cresta di un salumiere.
Ricordiamoci che i cammionisti fecero cadere un governo, in Cile.
Quegli italiani che non sono scesi in piazza quando Berlusconi e Tremonti facevano disastri, ora scendono nelle strade perché Monti sta curando il paese in un modo che non piace loro.
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Re: La Sicilia protesta

Messaggioda Iafran il 23/01/2012, 15:10

franz ha scritto:
lucameni ha scritto:C'è una simbiosi evidente ma alla fine chi può operare e far danni in maniera pesante è chi imbastisce provvedimenti legislativi con lo stesso spirito col quale il piccolo commerciante fa la cresta al fisco.

Il problema allora è che per fortuna oggi il potere esecutivo centrale non è in mano alla classe politica, la quale pero' mantiene il controllo sul potere legislativo centrale e sui poteri locali. Il vecchio blocco di potere quindi sta cercando localmente di riaffermarsi.

Questa classe politica (con le sue "collegate"), però, mantiene i benefici economici per le sue malefatte e l'impunità per la sua connivenza con il malaffare organizzato.
Questo non può essere tollerato da quanti stentano per arrivare alla fine del mese (da molti anni).
Se anche i lor signori fossero "a pane ed ad acqua" (come gli altri) i sacrifici si sopporterebbero meglio e ci sarebbe la speranza che il domani possa essere veramente un altro giorno ... diverso da quelli passati.
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Re: La Sicilia protesta

Messaggioda flaviomob il 24/01/2012, 12:55



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Re: La Sicilia protesta

Messaggioda franz il 24/01/2012, 13:10

flaviomob ha scritto:http://casarrubea.wordpress.com/2012/01/23/la-repubblica-sicula-dei-forconi/

La repubblica sicula dei forconi


Merita di essere riportato per intero, con le doverose sottolineature



Come avevano promesso la protesta dei forconi si è estesa, anche se in Sicilia hanno finito di rompere. Rompere è il termine esatto perché non credo che ci siamo trovati di fronte a uno sciopero con tutti i requisiti della legalità. L’art. 40 della nostra Carta costituzionale recita, infatti, che lo sciopero non è sconfinato nei suoi vincoli, ma che “si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Non è stato così e quello che è accaduto, sta ripetendosi ora dalla Calabria alla Lombardia. Come volevasi dimostrare.

Durante questi giorni, però, abbiamo capito alcune cose. Che almeno nell’isola le punte del tridente o forcone che dir si voglia, sono tre personaggi che nulla hanno mai avuto a che fare con la storia del movimento operaio e con la lotta sindacale, tranne quella di una speciale corporazione: gli autotrasportatori. Cominciano a intravedersi alcuni spiragli di luce nel buio più fitto. La terna frastagliata costituita dai capiforcone Mariano Ferro, Martino Morsello e famiglia e Giuseppe Richichi, alias U’ zu’ Pippu (lo zio Pippo) ha qualche problema interno di leadership e si ha il sospetto che lo scontro avvenga tra un’ala populista moderata e un’altra berlusconiana e neofascista legata a Berlusconi e alla destra più insofferente. Perché i forconi, per chi non l’avesse capito, nascono e crescono nell’alveo del berlusconismo.

Ma rispetto all’insorgenza di questo fenomeno, nel 1992-‘93, le cose sono mutate. Forza Italia ebbe una gestazione e un parto silenti. Poi alcuni pragmatisti, come lo zio Pippo, ebbero l’idea di movimentare le acque per dare una maggiore solidità sociale al governo di Arcore, ancora traballante tra Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Nacque così, contro il pericolo comunista, il primo movimento dei Tir, morto nel nulla e rinato poi nel 2007 per mettere le briglia a quell’altro comunista di Romano Prodi.

Stato maggiore di Forza d'urto e forconi
Che le cose stiano così è dimostrato dal fatto che i tre compari sordi hanno un passato assai legato al centro-destra, anche se i partiti all’interno dei quali hanno avuto carriere infelici (lo zio Pippo fu candidato nel 2003 nelle liste di AN), non hanno potuto lanciarli così come avrebbero voluto. Né Totò Cuffaro o Lombardo hanno in passato potuto fare di più.

Da qui una certa voglia di rivalsa. Tra tutti, forse il più in vista è Richichi, comandante in capo a Catania dei padroncini assieme al cugino incensurato Angelo Ercolano, della nota famiglia Santapaola-Ercolano (blog ufficiale del Popolo Viola) .

Come risulta dal suo profilo Linkedin, Angelo Ercolano è proprietario della Sud Trasporti srl. Gli Ercolano, inoltre, controllano il movimento terra nelle opere edili e da sempre hanno investito nei trasporti. Che uomini come lui abbiamo deciso di movimentare anche i governi mettendoli in difficoltà? Non lo sappiamo. E quanti sono gli uomini che gli assomigliano in Italia?

Riteniamo che da questo governo che non ha nulla da perdere, non caveranno un ragno dal buco, e che perciò nutrano ambizioni ben diverse che non quelle di una mera rivendicazione legata alla crisi, o al costo del carburante. Per loro l’unico problema è pescare nel torbido.

Sta di fatto che a Berlusconi non dispiacerebbe staccare la spina a quell’ennesimo comunista che è Mario Monti e che nella terra di Bossi e di tanti altri capipopolo, forconi e padroncini si sono messi tutti in fermento. Per quelli di Pontida è tutta scenografia, loro che sanno fare solo parate di carnevale, con le camicie verdi addosso e le corna in testa. Non se ne rendono conto, ma dànno una stretta e incalzante continuità ai loro amici “terroni”. Come i proprietari dei Tir che hanno bloccato oggi l’autostrada Napoli-Salerno, e altrettanto stanno facendo in Abruzzo, nel Lazio e sull’autostrada Genova-Milano. E chissà in quante altre parti d’Italia. Nessuno ha calcolato i danni dei blocchi e nella consegna dei prodotti deperibili. Qualcuno pagherà per queste manifestazioni illegali o è consentito scioperare a danno di chiunque, tranne che di coloro ai quali dovrebbe essere destinata la protesta?

Intanto lor signori trattano con Raffaele Lombardo mentre litigano tra di loro. Di mezzo c’è l’idea che hanno del governo regionale e nazionale. Martino Morsello è esplicito. Gli obiettivi chiari: la sospensione per due anni delle cartelle esattoriali, l’introduzione della moneta unica siciliana (altro che euro!), il fulmineo sviluppo economico dell’isola con il pronto impiego di una massa di giovani. Ora vi immaginate i produttori di arance che arrivano con i loro camion nel Nord Europa e pretendono di essere pagati in moneta sicula? O un commerciante di Palermo che ha un affare con un imprenditore piemontese e pretende di pagarlo con carta moneta fatta stampare dalla Zecca di Lombardo?
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