
Contro la Lega e Cosentino
Striscione in Val Seriana
Da automobilisti si è abituati a vedere scritte leghiste contro "Roma ladrona", inni a Bossi e alla Padania. Un genere di comunicazione e protesta che ha sempre accompagnato il movimento leghista. In particolare la base dei fedelissimi. E proprio dalla base e con gli stessi mezzi in Val Seriana spunta uno striscione che però non inneggia alla Lega, anzi, la accusa di essere come la Democrazia Cristiana. Quel partito che per anni è stato indicato dai leghisti come l'antitesi del vivere la politica del Nord.
Sul sito "L'Indipendenza" c'è un commento a firma di Tontolo che pubblichiamo:
"Il mio nome è un po’ una fregatura, lo so, e voi lettori, adocchiando le mie parole, penserete che uno come me non può insegnarvi nulla. Eppure, da contadinotto di campagna, una cosa che non fallisce ce l’ho: è la memoria. Mi ricordo, ad esempio, quando un Bossi tonitruante sobillava le folle ricordando loro “che le parole del popolo sono un distillato di verità”.
Spiegava anche che i muri – che anni fa erano zeppi di scritte contro Roma ladrona – erano i giornali del “popolo del Nord”. Gli ho sempre dato ragione e continuo a pensare le stesse cose anche oggi. Stamattina, mentre con la mia Apecar a nafta mi inerpicavo su per quella Valle che, negli Anni Novanta, traboccava di leghismo e di anti-italianità, il mio occhio è inciampato in uno striscione nuovo di zecca, che non avevo mai visto in passato da quelle parti. Mentre “correvo per andare dove stavo andando”, ho dato un tirone al freno e son sceso dal mio triciclo a motore per scattare una bella “sümeanza”, che in lingua bergamasca vuol dire fotografia. Sissignori, anche io ho il telefonino moderno, me l’ha regalato il mio amico Bortolo di Vigolo, un paesino vicino alla Valle Seriana, dove è in bella mostra il lenzuolo che vedete qui sopra. Di fronte a quel lungo striscione, ho esclamato: “ma varda ‘n po’ che roba”! “Va come cambiano i tempi”! E mi son subito tornati in mente il senatur, i muri, i giornali del popolo e la verità. Osservando quella scritta, però, mi son fatto un’idea altra: che se il popolo vien preso per i fondelli, cancella le vecchie parole e ci pittura su quelle nuove! Mi son seduto sul ciglio della strada e, dopo aver aperto l’applicazione “Jota Text” che ho sul cellulare che mi ha dato il Bortolo, ho scritto subito queste quattro righe da mandare al direttore de l’Indipendenza perché, mi son detto, “so che non mi crede se glielo dico, ma siccome io corro come il vento che soffia” gli butto giù quattro righe e gliele invio come prova. Dieci minuti dopo, ho spedito “un’imei”, si dice così no?, al diretur raccontandogli tutto quanto. E’ bastato un click per diventare giornalista. A missione compiuta, son risalito sull’Ape e via come il vento verso casa di Toni. A mezzogiorno mi aspettava a casa sua per mangiare “polenta e osei”.
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