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Speciale liberalizzazioni

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 13/01/2012, 9:37

flaviomob ha scritto:Ma invece.. i -catto-cislini... guarda caso sono proprio i centristi che alcuni vorrebbero in pianta stabile alleati col PD...
Inomma, Peppone e Don Camillo! :lol:

Mah, si spera che dopo 60 anni e passa, siano cambiati tutti.
Certo, c'è chi non cambia mai o chi cambia troppo lentamente, ma da un paio di mesi a questa parte l'Italia si è messa sui binari di un rapido cambiamento e sono successe cose che - pur invocate da tempo - non erano mai state fatte dal CS e dal CD.
Qui allora bisogna vedere che ruolo vorranno giocare i sindacati ed i partiti.
In difesa di privilegi e corporazioni e posizioni indifendibili, in attacco per modernizzare il paese o se faranno melina.
L'augurio è che sia spazzato via il berlusconismo ma anche quell'asse di cui parla Napolitano che ha mantenuto ancorato il Paese su posizioni ostili allo sviluppo e prevalentemente inclini alla redistribuzione verso le categorie "amiche".
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 14/01/2012, 1:02

Liberalizzare per stimolare la concorrenza e abbassare i prezzi: è il vangelo del Governo Monti. Fra i diversi settori che potrebbero essere toccati (oltre alle farmacie, fra l'altro), anche quello delle licenze dei taxi. Questione scottante, che lascia sul tappeto diversi interrogativi sull'equità di un provvedimento del genere. La reazione dei tassisti, al momento, è un fermo nazionale per il 23 gennaio: una "serrata" per dire no alle liberalizzazioni annunciate dal'Esecutivo: una decisione arrivata al termine della riunione del "parlamentino" dei tassisti che ha visto riunite a Bologna 19 sigle.

LICENZE COSTOSISSIME - Il fatto è che molti tassisti hanno comprato la licenza, il cui prezzo varia a seconda di diversi parametri. Per esempio, siamo attorno a 175.000 euro a Milano. C'è chi, per investire sul proprio futuro, ha ipotecato la casa pur di iniziare l'attività; e ora trema all'idea che il mercato possa essere liberalizzato, con nuovi soggetti in entrata senza sborsare un euro. L'obiettivo dell'Esecutivo Monti è quello di creare un mercato maggiormente competitivo, inducendo i tassisti ad abbassare le tariffe (che sono tra le più basse d'Europa però), a beneficio dei cittadini che usufruiscono del servizio. Un modo, si dice, per dare una spallata alla presunta casta dei tassisti. Ma è così necessario liberalizzare il settore?

DIVERSI FATTORI IN GIOCO - Per rispondere, vanno valutati diversi elementi. Intanto, secondo fonti sindacali, un taxi carico dal primo al sessantesimo minuto fa incassare mediamente 26 euro l'ora. Cui togliere 5 euro per il carburante, 2 euro da accantonare per la "tredicesima" e altri 2 euro per il "Trattamento di fine rapporto". Non c'è da arricchirsi, insomma. E se si parla di numero di taxi, a Milano ce n'è uno ogni 269 abitanti, in media europea. A tutto questo, va aggiunto che il costo per comprare la macchina è a carico del tassista, idem le riparazioni e il carburante, mentre malattie e ferie non vengono pagate da nessuno, per non parlare di radio, commercialista e varie assicurazioni (Rc auto e accessorie). In più, una vera e propria concorrenza è vietata per legge: esistono prezzi imposti, obbligo di servizio, limite di ore, divieto di ricerca e di fidelizzazione del cliente.

IL "MITO" DELLA TARIFFA - È sempre viva, poi, la "leggenda" dei tassisti italiani che sono i più cari d'Europa. In realtà, Roma e Milano hanno tariffe basse se raffrontate alla media europea: è il frutto di un'indagine condotta da EuroTest, un progetto europeo che raggruppa i maggiori automobile club di 16 Paesi (tra cui l'Aci) e prevede prove annuali riguardanti il settore della mobilità. Stando allo studio, un percorso tipo di 7 km, effettuato in città con una pausa di circa 5 minuti dovuta al traffico, a Roma e Milano si pagano rispettivamente 11,22 e 12,18 euro. Mentre a Ginevra e Zurigo, le più costose del Vecchio Continente, servono ben 28,77 e 31,35 euro: il triplo. A Lisbona solo 7,88 euro; e la palma di miglior rapporto qualità prezzo è a Barcellona con 10,92 euro. Tuttavia è sulla qualità che si dovrebbe discutere, qui i risultati sono stati opposti: Milano è tra le TOP, Roma è risultata una delle peggiori.

PRESE DI POSIZIONE - Intanto, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riferendosi allo sciopero dei tasssiti, afferma: "È sbagliato cominciare da questo livello di agitazioni, ma non accetterò che siano i tassisti il capro espiatorio delle liberalizzazioni: anche ai tempi di Prodi, delle "lenzuolate" di Bersani, non si facevano le liberalizzazioni sulle banche e sui poteri forti, e ora si vanno a fare sui poveracci per andare a colpire ancor di più una categoria che rischia l'impoverimento". Non la pensa così il Codacons, secondo cui quella del 23 gennaio "è una protesta del tutto infondata. La liberalizzazione nel settore dei taxi è un provvedimento atteso da decenni, che può realmente portare benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti. Non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura, così come avvenuto nel 2007, quando un elevato numero di taxi bloccò per ore e ore la circolazione stradale a Roma".

http://www.sicurauto.it/news/liberalizz ... -equa.html


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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 14/01/2012, 9:19

....Ma è così necessario liberalizzare il settore? ...

DIVERSI FATTORI IN GIOCO - Per rispondere, vanno valutati diversi elementi. Intanto, secondo fonti sindacali, un taxi carico dal primo al sessantesimo minuto fa incassare mediamente 26 euro l'ora. Cui togliere 5 euro per il carburante, 2 euro da accantonare per la "tredicesima" e altri 2 euro per il "Trattamento di fine rapporto". Non c'è da arricchirsi, insomma. E se si parla di numero di taxi, a Milano ce n'è uno ogni 269 abitanti, in media europea. A tutto questo, va aggiunto che il costo per comprare la macchina è a carico del tassista, idem le riparazioni e il carburante, mentre malattie e ferie non vengono pagate da nessuno, per non parlare di radio, commercialista e varie assicurazioni (Rc auto e accessorie). In più, una vera e propria concorrenza è vietata per legge: esistono prezzi imposti, obbligo di servizio, limite di ore, divieto di ricerca e di fidelizzazione del cliente.

Ma come? Ci si chiede se è necessario liberalizzare il settore e poi si elencano, come difetti, proprio le cose che verrebbero spazzate via dalla liberalizzazione? Qui l'unico punto serio da discutere è quello delle licenze. Ritengo corretto rendere questi soldi ai tassisti, come una liquidazione e lo dovrà fare chi li ha incassati (il comune, mi pare). Non comprendo pero' perché un padroncino (proprietario della sua licenza) dovrebbe accantonare qualche cosa per la tredicesima .... Assurdo. Ovvio che deve accantonare tutto quello che prevede di spendere (ferie comprese).

IL "MITO" DELLA TARIFFA - È sempre viva, poi, la "leggenda" dei tassisti italiani che sono i più cari d'Europa. In realtà, Roma e Milano hanno tariffe basse se raffrontate alla media europea: è il frutto di un'indagine condotta da EuroTest, un progetto europeo che raggruppa i maggiori automobile club di 16 Paesi (tra cui l'Aci) e prevede prove annuali riguardanti il settore della mobilità. Stando allo studio, un percorso tipo di 7 km, effettuato in città con una pausa di circa 5 minuti dovuta al traffico, a Roma e Milano si pagano rispettivamente 11,22 e 12,18 euro. Mentre a Ginevra e Zurigo, le più costose del Vecchio Continente, servono ben 28,77 e 31,35 euro: il triplo. A Lisbona solo 7,88 euro; e la palma di miglior rapporto qualità prezzo è a Barcellona con 10,92 euro. Tuttavia è sulla qualità che si dovrebbe discutere, qui i risultati sono stati opposti: Milano è tra le TOP, Roma è risultata una delle peggiori.

Proprio Zurigo e Ginevra, vanno a prendere. Appunto le piu' costose. Segno che un vero confronto va fatto a parità di potere d'acquisto. Proviamoci, tanto è sabato, ho tempo e la mattina è il momento migliore per fare calcoli. Come termine di riferimento prendo lo studio UBS "Prices and earnings" https://www.ubs.com/global/en/wealth_ma ... nings.html con l'aggiornamento 2010. Compara prezzi e salari di 73 città del mondo, tra cui quelle qui citate. Ebbene, i prezzi di milano sono una volta e mezzo piu' bassi di quelli di zurigo ed salari sono il doppio. I prezzi di roma sono 1.35 meno cari di Ginevra ma i salari di ginevra sono tra il doppio ed il triplo (2.5) di quelli di roma. Combinando le due cose (prezzi relativamente piu' bassi e salari netti relativamente piu' alti) si capisce che la comparazione in termini assoluti dei prezzi dei taxi (come qui avevo scritto piu' volte) è assolutamente fuorviante. Tra l'altro invece Barcellona in quello studio UBS è vicinissima a Milano come PPP ed è roma (molto piu' in basso come graduatoria) che a questo punto ha prezzi esagerati. Tornando alla comparazione, il prezzo milanese rapportato a Zurigo diventerebbe 34.38 (mentre a Zurigo è 31.35) mentre il prezzo di roma rapportato a ginevra diventerebbe 37.39 (mentre a ginevra è 28.77). In rapporto quindi a quanto costano le cose in città e quanti soldi netti le persone hanno in tasca, Milano e Roma hanno taxi più cari, soprattutto Roma. Poi la qualità è giustamente altro discorso in cui non entro perché non prendo taxi milanesi da anni ed a roma non ne ho mai preso uno (idem per ginevra e zurigo). Perché è piu' caro? Si dice per la mancanza di liberalizzazione (licenze, prezzi fissi, mancanza di concorrenza vera). Come in altri settori. E allora liberalizziamo.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda pianogrande il 16/01/2012, 18:41

Che cattivi quelli del governo Monti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... ri/183993/

E' davvero commovente come i vari imprenditori più o meno privilegiati (i concessionari di stabilimenti balneari, in questo caso) si dannino l'anima per difendersi dalle liberalizzazioni in nome dell'interesse dei consumatori.

La prepotenza di questa gente non ha limiti.
Ormai, è sempre più difficile solo fare una passeggiata o una corsetta lungo la spiaggia senza incontrare ostacoli (se non il divieto di accesso) come ombrelloni ed altri materiali vari che ingombrano fin dentro l'acqua e con le amministrazioni comunali che fanno orecchie e occhi ed altro da mercante.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda ranvit il 16/01/2012, 20:43

Ma di che parliamo???
Bisognerebbe metterli in galera TUTTI e senza processo!!!

http://www.corriere.it/economia/12_genn ... 1277.shtml


le ultime statistiche fiscali pubblicate dal ministero dell'Economia

Tassisti e orafi, redditi sotto i 16 mila euro

Gli esercenti degli stabilimenti balneari hanno un reddito medio annuo pari a 13.600 euro, i baristi di 15.800 euro

MILANO - I tassisti hanno un reddito medio annuo di impresa di 14.200 euro, gli esercenti degli stabilimenti balneari 13.600, i baristi 15.800, gli orafi 12.300. È quanto risulta dalle ultime statistiche fiscali sugli studi di settore pubblicate dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. Le dichiarazioni sono relative ai redditi dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese che fanno riferimento agli studi di settore dell'anno di imposta 2009. Nel lungo elenco figurano chiaramente molte delle categorie ora al centro dell'attenzione per l'atteso provvedimento sulle liberalizzazioni.

MENO DI OPERAI E IMPIEGATI - Dai dati emerge una lunga schiera di autonomi e professionisti che dichiara meno di operai e impiegati. Tra coloro che vendono le barche, per esempio, il reddito medio di impresa o di lavoro autonomo è di 14.400 euro l'anno. I pasticceri se la passano meglio con 19mila euro di reddito. Per gli istituti di bellezza il reddito medio è di appena 5.300 euro l'anno. Accanto alla casella degli esercizi alberghieri e affittacamere appare un reddito di soli 11.900 euro, mentre tintorie lavanderie avrebbero - almeno secondo quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi - un giro d'affari mediamente pari a 8.800 euro. Giro d'affari sotto i 18mila euro anche per i giocattolai (11.900 euro l'anno), gli autosaloni (12mila euro), i giornalai, appunto a 18mila. I fiorai hanno un reddito di impresa poco superiore ai 12.000 euro l'anno e non cambia molto se hanno il negozio (12.600 euro) e se vendono fiori e piante sulla bancarella (12.300 euro). Tra i professionisti - anche loro al centro del provvedimento sulle liberalizzazioni - si registrano redditi di impresa mediamente più alti: per gli avvocati 58.200 euro l'anno, per gli architetti 30.500, per gli studi medici 68.300.

Redazione Online 16 gennaio 2012 | 17:18
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 16/01/2012, 22:17

MILANO - I tassisti hanno un reddito medio annuo di impresa di 14.200 euro, gli esercenti degli stabilimenti balneari 13.600, i baristi 15.800, gli orafi 12.300. ... Tra coloro che vendono le barche, per esempio, il reddito medio di impresa o di lavoro autonomo è di 14.400 euro l'anno. I pasticceri se la passano meglio con 19mila euro di reddito. Per gli istituti di bellezza il reddito medio è di appena 5.300 euro l'anno. Accanto alla casella degli esercizi alberghieri e affittacamere appare un reddito di soli 11.900 euro, mentre tintorie lavanderie avrebbero - almeno secondo quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi - un giro d'affari mediamente pari a 8.800 euro. Giro d'affari sotto i 18mila euro anche per i giocattolai (11.900 euro l'anno), gli autosaloni (12mila euro), i giornalai, appunto a 18mila. I fiorai hanno un reddito di impresa poco superiore ai 12.000 euro l'anno e non cambia molto se hanno il negozio (12.600 euro) e se vendono fiori e piante sulla bancarella (12.300 euro). Tra i professionisti - anche loro al centro del provvedimento sulle liberalizzazioni - si registrano redditi di impresa mediamente più alti: per gli avvocati 58.200 euro l'anno, per gli architetti 30.500, per gli studi medici 68.300.

Si tratta del reddito netto imponibile, ottenuto dopo aver sottratto le spese (affitti, investimenti, acquisti, carburante, veicoli, stipendi ai collaboratori, se ne hanno, previdenza).
Sono cifre molto basse, effettivamente, ma se ad un dipendente tolgono tra tasse e previdenza oltre la metà, piu' o meno lo stesso vale per i liberi professionisti, che in piu' hanno l'IRAP e l'IVA, che i dipendenti non hanno. E sono pillole salate. Considerato poi che a volte la redditività di un'impresa non arriva al 10%, avere un reddito di 15'000 significa con buona probabilità un fatturato di 150'000, a cui vanno tolte tutte le spese d'impresa. A mio avviso i redditi bassi sono da considerare in funzione di spese private e pubbliche eccessive.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda flaviomob il 16/01/2012, 23:12

Dall'articolo del Fatto postato da pianogrande in questo thread:
A favore dei precedenti concessionari è riconosciuto un diritto di prelazione, ove adeguino la propria offerta a quella presentata dal concorrente risultato vincitore della procedura”.


A me pare un'aberrazione!


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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda pianogrande il 16/01/2012, 23:33

flaviomob ha scritto:Dall'articolo del Fatto postato da pianogrande in questo thread:
A favore dei precedenti concessionari è riconosciuto un diritto di prelazione, ove adeguino la propria offerta a quella presentata dal concorrente risultato vincitore della procedura”.


A me pare un'aberrazione!


Mi sembra giustissimo.
E' meglio dare continuità a parità di introito per lo stato.
Questa opzione, tra l'altro, toglie l'arma principale ai piagnistei di questi poveri.
Se vogliono, possono benissimo continuare l'attività sulla quale hanno investito.
Basta che paghino allo stato quello che altri sono disposti a pagare.
Se loro non ci stanno dentro che se ne vadano e largo ai migliori.
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda ranvit il 17/01/2012, 9:38

A mio avviso i redditi bassi sono da considerare in funzione di spese private e pubbliche eccessive.




La realtà è che gran parte delle spese per auto, cibo, turismo etc vengono inserite nei costi aziendali. Per non parlare degli incassi in nero che per alcune categorie sono la normalità (guarda caso chi evidenzia imponibili alti sono Notai e Farmacie che non possono non fatturare).


Vanno messi tutti in galera e senza processo!
Non ci sono giustificazioni! Con tali imponibili non potrebbero avere il Suv, la casa al mare o in montagna, la pelliccia della moglie, etc etc cosa che la gran parte di loro ha! Quelli che non riescono a farlo.....falliscono nel giro di poco tempo!
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Re: Speciale liberalizzazioni

Messaggioda franz il 17/01/2012, 13:50

ranvit ha scritto:A mio avviso i redditi bassi sono da considerare in funzione di spese private e pubbliche eccessive.

La realtà è che gran parte delle spese per auto, cibo, turismo etc vengono inserite nei costi aziendali. Per non parlare degli incassi in nero che per alcune categorie sono la normalità (guarda caso chi evidenzia imponibili alti sono Notai e Farmacie che non possono non fatturare).


Vanno messi tutti in galera e senza processo!
Non ci sono giustificazioni! Con tali imponibili non potrebbero avere il Suv, la casa al mare o in montagna, la pelliccia della moglie, etc etc cosa che la gran parte di loro ha! Quelli che non riescono a farlo.....falliscono nel giro di poco tempo!

Se mi permetti, sarei molto piu' cauto. Se si trova uno che dichiara 14'000 ed ha il Suv, la casa al mare o in montagna, la pelliccia della moglie allora si procede come dici (o semplicemente gli si fa pagare il dovuto + una multa tra 3 e 5 volte l'imposta evasa). E non lo si mette in galera (sarebbe forcaiolo, infantile e vellitario) perché se deve pagare la multa è bene che sia fuori, a lavorare duramente. Eventualmente gli si confiscano i beni se non paga. Se invece dichiara quella cifra e non ha (e non usa) quei beni allora se permetti io non sarei cosi' forcaiolo da dire "tutti in galera" come dici tu. Anche perché non abbiamo posto nelle carceri per alcuni milioni di abitanti, soprattutto del sud.
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