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Evasione e lotta agli sprechi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda pianogrande il 05/01/2012, 1:47

Adesso sappiamo da che parte sta Fabrizio Cicchitto: dalla parte degli evasori.

Quello che non capisco è la necessità di questa azione spettacolare (sacrosanta, comunque).
Non ci sono altri modi per verificare a chi sono intestate le auto di lusso?
Bisogna materialmente inseguirle e chiedere i documenti al possessore?
Non esiste un pubblico registro automobilistico?
Non esiste il codice fiscale all'atto dell'acquisto?
I panfili vari bisogna andare a beccarli a ferragosto in costa Smeralda come sostiene qualche telegiornale o esiste una registrazione da qualche parte?

Mi puzza di messa in scena per sollevare un polverone e dare ulteriori occasioni agli interessati di mettersi sulla difensiva e proteggersi tramite gli organi di informazione.

Per i controlli sulla emissione degli scontrini e per le merci in vendita senza i documenti fiscali, un applauso e dovrebbe essere normale amministrazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 05/01/2012, 10:14

pianogrande ha scritto:Quello che non capisco è la necessità di questa azione spettacolare ...

Appunto: "Spettacolare". Capace di avvincere il pubblico.
Operazione mediatica. Un segnale che non si colpiscono solo proprietari di case e pensionandi di anzianità.
Si', in un paese normale, con un fisco normale, le cose funzionano come dici tu.
Ma vedi, in un paese normale per esempio le dichiarazioni vengono controllate tutte, non messe negli scaffali e esaminate una su ogni tot.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda gabriele il 05/01/2012, 10:37

Non pagano il 36% di Iva e il 55% di Irap
ecco l'esercito dei "furbetti delle tasse"
Solo 71.989 contribuenti dichiarano più di 200.000 euro lordi annui, pari ad appena lo 0,17 per cento del totale. Per la Commissione Giovannini l'economia in nero ammonta al 17,5 per cento del Pil, ovvero 275 miliardi
di ROBERTO PETRINI

PIÙ FACILE individuarli (come dimostra il blitz di Cortina) che contarli. Gli evasori fiscali sono la vera spina nel fianco del Paese: con l'adozione della nuova banca dati dell'Agenzia delle Entrate, creata con il decreto Monti, la lotta a chi non paga le tasse sarà più facile, ma sapere a quanto ammonta il gettito che si sottrae alle casse dello Stato è sempre stata un'impresa assai complessa. "Conoscenza approssimativa ed incontrollata", ha detto recentemente la Corte dei Conti in merito alla conoscenza del fenomeno evasione in Italia.

LA BLACK ECONOMY
Con successo ci ha provato, solo recentemente, la Commissione guidata dal presidente dell'Istat Giovannini arrivando a risultati preoccupanti: la black economy, cioè l'economia dove non si pagano tasse e contributi, ammonta al 17,5 per cento del Pil, ovvero 275 miliardi. Su questa cifra non si raccolgono Iva, Irpef e Irap. Per limitarci solo alle tasse maggiori. E' stato calcolato, qualche tempo fa, che se gli italiani avessero pagato le tasse come in Gran Bretagna e negli Usa a partire dal 1970 il rapporto debito-Pil sarebbe stato dell'80 per cento invece che del 120.

A conti fatti, oggi, all'appello mancano circa 100-150 miliardi all'anno di imposte versate.
La controprova di questi dati sta nelle "Analisi statistiche" pubblicate ogni anno dal Dipartimento delle Finanze che, in base alle dichiarazioni dei redditi, ci informano su quanto dicono di guadagnare gli italiani. Basta guardare la fascia più alta: secondo i dati ufficiali, oltre i 200 mila euro lordi annui ci sarebbero solo 71.989 contribuenti pari allo 0,17%. Basta guardarsi attorno per dubitare di questa cifra.

LA SPAGNA COME NOI
Verrebbe voglia di sapere qual è l'imposta che gli italiani evadono di più. La risposta viene dal "Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica" della Corte dei conti, pubblicato nel maggio del 2011. Il concetto è semplice, si chiama Iva-gap, ovvero la differenza tra l'Iva che si dovrebbe pagare e quella che si paga effettivamente.

Ebbene in Italia è tra i più alti d'Europa, sfugge al fisco il 36,39 per cento. Ci supera solo la Spagna dove l'Iva evasa è al 39,45 per cento. Francia e Germania stanno tra l'8 e il 10 per cento.

Per la fotografia delle altre tasse bisogna rivolgersi sempre al rapporto "Economia non osservata e flussi finanziari" redatto dalla Commissione Giovannini. Sostanzialmente per individuare l'entità dell'evasione si raffrontano i dati sui bilanci delle famiglie di Bankitalia (anonimi) con i dati dichiarati al fisco. L'esercizio è utile perché emerge subito che, ad esempio, l'Irap non dichiarata è per i commercianti il 54,6 per cento di quella dichiarata.

Che la stessa Irap evasa nel settore dei servizi alle imprese è pari al 46,4 per cento. Se si guarda all'Irpef si entra in un buco nero (se non si paga Iva e Irap vuol dire che non c'è base imponibile Irpef): secondo gli studi più accreditati, si arriva al 59,5 per cento di evasione nell'ambito del lavoro autonomo.

QUEGLI INCASSI DIMEZZATI
A denti stretti, e con un po' di pazienza, si può leggere la tabella pubblicata a pag. 37 e intitolata "Tassi d'evasione per genere, classe d'età, area geografica e tipologia di contribuente" (sempre della stessa Commissione). Se si confrontano i guadagni di lavoratori autonomi e imprenditori (fatti secondo i test anonimi di Bankitalia) con le dichiarazioni dei redditi ufficiali raccolte dalla Sogei, emerge che l'evasione è pari al 56,3 per cento. Circa 4 milioni di contribuenti di questa categoria, in media, dichiarano un reddito netto di 11.789 euro, mentre dovrebbero dichiarare un reddito netto, in media, di 27.020 euro. Il blitz di Cortina non sorprende.
(05 gennaio 2012)


http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -27614167/
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 05/01/2012, 10:57

gabriele ha scritto:E' stato calcolato, qualche tempo fa, che se gli italiani avessero pagato le tasse come in Gran Bretagna e negli Usa a partire dal 1970 il rapporto debito-Pil sarebbe stato dell'80 per cento invece che del 120.

Se i giornalisti economici di repubblica fossero piu' attenti e preparati, non scriverebbero mostruosità del genere.
Basta vedere qui http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en per capire che gli italiani pagano più tasse degli inglesi e degli americani ed inoltre comprendere che se la pressione fiscale è al 30% o 36% è molto più facile pagare le imposte, mentre le cose si complicano parecchio quando le spese dello stato arrivano al 50% del PIL. È molto complesso infatti prelevare una simile mole di denaro dalle tasche dei cittadini di un paese che ristagna, non cresce come produttività e reddito da quasi 15 anni. Probabilmente quello studio si riferisce alla fedeltà fiscale ma essa si manifesta appunto più facilmente nei paesi a bassa fiscalità (USA, UK, CH) che infatti vedono percentuali di lavoro sommerso tra le piu' basse al mondo e ritmi di crescita decisamente superiori al quello italiano. Quando la pressione fiscale supera certi livelli, anche paesi virtuosi e dotati di senso civiso come la Svezia hanno visto crescere sommerso ed evasione. La risposta non è stata la criminalizzazione dell'evasore ma la forte diminuzione della spesa pubblica, e quindi delle imposte, e quindi dell'evasione stessa. La risposta ancra una volta è in questo grafico, dove vediamo la spesa pubblica dei paesi menzionati, con l'aggiunta della svezia. http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en
Si vede benissimo che la nostra spesa ora supera addirittura quella svedese.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Stefano'62 il 05/01/2012, 13:25

Concordo con Franz.
Però quando sento parlare di spesa pubblica come se fosse la madre di tutti i mali,mi viene sempre da puntualizzare che essa è composta da due parti :
la spesa vera e propria,buona e necessaria,e gli sprechi.
Sugli sprechi c'è poco da dire,non dovrebbero esistere,a parte ovviamente il mettersi d'accordo su cosa è spreco e cosa no,poi regolarsi di conseguenza.
Per cui li tolgo dal mio ragionamento.
Quello che resta una volta eliminati gli sprechi identifica la spesa vera e propria,ed è di questo,e delle tasse,che intendo parlare.
Perchè dal ragionamento sui grafici qualcuno potrebbe pensare (ma so bene che non è questo il pensiero di Franz) che se abbattiamo indiscriminatamente o eliminiamo la spesa pubblica del tutto,poi possiamo fare lo stesso con le tasse e siamo tutti felici e contenti.
Balle.....

La spesa pubblica....
Dai grafici linkati risulta che più si abbassa la spesa e meglio andranno le cose.
Ma la qualità di vita della gente non la fotografi con un grafico.
Quei grafici fotografano solo un dato economico a livello macro che non tiene conto delle enormi sperequazioni create dai sistemi capitalistici,e non misurano i valori minimi,che determinano oltretutto il grado di civilizzazione di un Paese.
Livelli minimi sui quali invece va ad incidere concretamente proprio la spesa pubblica,nelle voci deputate all'erogazione di servizi essenziali che devono essere garantiti a tutti a prescindere dal censo,in qualità e quantità adeguate a prescindere dal costo pubblico.
In questo senso il valore di questi servizi misura la qualità di vita minima di quella società e il suo grado di civilizzazione.
Dunque si alla spesa pubblica,possibilmente senza sprechi e strutturata nel modo più efficiente possibile.

Le tasse....
Noi viviamo in un sistema capitalistico non perchè sia giusto permettere a pochi singoli di divenire oltremodo ricchi a spese di altri,ma perchè è stato dimostrato che permette di produrre i volumi maggiori di ricchezza da redistribuire.
E questo significa,tout court,tasse che finanziano la spesa pubblica.
Maggiore la ricchezza prodotta,maggiore il volume dell'intervento redistributivo,maggiori le tasse.
Se invece la storia della redistribuzione è una fola e si criminalizza la redistribuzione (frignare sulle tasse),allora lo si dica chiaramente.
Però allora il patto salta e fanculo al capitalismo,perchè la redistribuzione (le tasse) è l'UNICO motivo che ci ha fatto digerire quel sistema altrimenti iniquo per natura.
Dunque si alle tasse.

Ma dato che Franz evidenzia,e condivido,il problema di una tassazione elevata che incentiva il nero,allora è necessario anche identificare quale sia il livello considerato "giusto" e che non possa fornire alibi a nessuno,e a chi debba essere applicato.

Ebbene secondo me le cose non sono tanto difficili,in linea generale almeno.

Prima occorre ovviamente identificare e poi eliminare tutti gli sprechi oggettivi.
Poi bisogna determinare per qualità e quantità i servizi necessari al livellamento,al rialzo,della qualità della vita dei cittadini (pensioni,scuole sanità accessibilità etc.)
Poi si fanno i conti su quanto viene a costare.
Quello è il punto minimo di spesa pubblica al di sotto del quale non bisogna mai scendere,alla faccia di qualsiasi grafico.
Poi si ripartisce il totale in modo progressivo sui redditi (possibilmente,secondo me,senza gravare sulle imprese)
Quella li,per quanto apparentemente alta possa sembrare ai più ricchi,è la tassazione "attualmente" più adeguata.
Perchè il peso effettivo delle tasse è determinato da quanto ci resta in tasca,non quanto si redistribuisce.

Ogni intervento sulle lineette di quei grafici,abbassamento di tasse e di spesa,dovrebbe riguardare soltanto la razionalizzazione della spesa di quelle funzioni pubbliche,non la loro eliminazione o l'abbattimento di volumi e qualità necessarie.

PS
Abbattere la spesa pubblica oggi,in periodo di recessione,non è solo sbagliato ma criminale.
Lo diceva il Keynes,e la storia gli ha dato ragione.
Perchè perseverare ?
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 05/01/2012, 14:33

Ti seguo, stefano, punto per punto.
Spesa pubblica buona e cattiva. Sono perfettamente d'accordo. E dico di piu'. Oggi la spesa pubblica cattiva (clientele, malaffare, sprechi) comprime la spesa pubblica buona (difesa, educazione obbligatoria, protezione dell'ambiente, sanità, trasporti, assistenza, previdenza, sicurezza sociale) e quindi se riuscissimo ad eliminare quelle cattiva potremo anche aumentare quella buona.
Possiamo darci, in questo forum, questo comune obbiettivo programmatico?
Chiaro che dobbiamo essre capaci di dividere la pula dal grano, la spesa cattiva da quella buona.
Il che non è spesso facile perchè ogni lobby, gilda, corporazione va in giro strepitando che la spesa destinata a se stessa, è buona. E chi strepita in modo organizzato, riesce ad avere piu' ragione di chi è lontano dai centri di potere.

In base ad alcune mie personali stime comparative, oggi è possibile avere uno stato sociale di buon livello (ripeto: difesa, educazione obbligatoria, protezione dell'ambiente, sanità, trasporti, assistenza, previdenza, sicurezza sociale) con una spesa pubblica che si situa nella forbice 35-40% del PIL. Noi siamo prossimi al 50%, sia per gli sprechi sia per il costo del debito ma soprattutto non godiamo della qualità dei servizi pubblici che hanno tedeschi, svedesi, svizzeri, austriaci, per stare vicini.

Tasse e ridistribuzione.
L'effetto ridistributivo maggiore lo hai non quando le imposte sui ricchi sono elevate, ma quando i servizi sono di ottima qualità per tutti e sono orientati (nel campo assistenzale) a far uscire i poveri dalla povertà.
Quindi a parità di qualità dei servizi (non il caso italiano) se le imposte sono piu' basse hai ridistribuzione e crescita.
Evidenzio un grosso errore (forse l'unico) tra le cose che hai detto: Maggiore la ricchezza prodotta,maggiore il volume dell'intervento redistributivo,maggiori le tasse. No. L'evidenza mostra che i paesi piu' ricchi, in assoluto e procapite, sono quelli con le imposte piu' basse, perché essendoci molta ricchezza bastano aliquote moderate per avere un gettito adeguato, fornire buoni servizi e dedicarsi ai pochi poveri che ci sono. Questo perché l'equazione è che un paese povero o molto povero vede molti poveri (per esempio un 50% della poplazione sotto la soglia della poverà) mentre paesi ricchi hanno meno poveri (per esempio un 15, 10, 5%) e quindi meno necessità di intervento sociale.

Abbattimento spesa pubblica durante le crisi.
Concordo. Indipendetemente da cosa ha detto Keynes (sto leggendo in queste settimane un libro sulla sua opera e devo dire che ha cambiato spesso le sue confuse idee, quindi le sue citazioni vanno prese con le pinze) noi dobbiamo abbattere la spesa cattiva (clientele, malaffare, sprechi, pensioni di anzianità, privilegi, prestazioni non dovute) per poter avere una spesa pubblica sociale di buon livello. Sono invece assolutamente contrario al deficit spending in opere pubbliche. Parte dal presupporto che lo stato (ed i governanti che lo guidano) sappiano impiegare meglio dei privati i soldi che questi ultimi hanno risparmiato. Il che non è mai stato dimostrato. Invece io ritengo che milioni di risparmiatori sappiano impiegare (leggi investire) meglio il loro risparmio di quanto faccia lo stato.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Stefano'62 il 05/01/2012, 17:10

Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda,ma non mi stupisce.
Mi piace anche la lista di componenti della spesa pubblica che hai elencato,in particolr modo la difesa al primo posto.
Non perchè sia guerrafondaio,anzi sono pacifista,ma perchè il problema è sempre stato affrontato ideologicamente a destra come a sinistra.
E a proposito di sprechi,secondo me non sarebbero uno spreco per esempio tre miliardi per un esercito efficiente,ma lo è anche solo mezzo miliardo per un esercito inutile.
E una volta che sono stati assolti i doveri addestrativi,resta un mucchio di tempo durante il quale ci si gratta la pancia in caserma.
Ma se noi per esempio uscissimo dall'ideologia e ripensassimo la funzione dell'esercito,non solo finirebbero gli sprechi ma sarebbe persino una occasione di crescita,perchè i soldati alla fine sono lavoratori come gli altri che percepiscono reddito e poi lo spendono al mercato;allo stesso modo i consumi dell'esercito sono reddito per le imprese fornitrici,dobbiamo solo stare attenti a non farci fregare da commesse gravose e mafiose.
CIoè in qualche modo la spesa pubblica per la difesa (ma non solo quella) non è fine a se stessa,ma riesce a tornare dal circuito produttivo.
Mettiamola così,l'esercito è necessario perchè non si sa mai.....
Tanto vale impiegarlo anche in compiti di "difesa civile" in tempo di pace.
Istituiamo due funzionalità di impiego:tempo di guerra e tempo di pace,in modo che invece che "part time" si guadagnino la giornata intera.
Quanto tempo ci vorrebbe a elaborare un piano di interventi di pace a livello non solo locale ?
Chi ci impedisce di utilizzare plotoni di soldati per ripulire le città dai rifiuti,o monitorare e pattugliare siti nevralgici di carattere ambientale o archeologico,o comunque di carattere pubblico ?
Oppure sorvegliare i parchi pubblici in modo che i nostri bambini non rischino più di tanto,sorvegliare l'uscita delle scuole o le sale giochi prese di mira dagli spacciatori,magari prestare servizio all'occorrenza alle dipendenze delle forze dell'ordine nei periodi di temporanea carenza di personale,o in situazioni che purtroppo devono venire lasciate scoperte.
Lo so che i Generali vogliono il controllo totale sui loro soldati,il punto è che non sono i "loro" soldati,ma i nostri,e dato che li paghiamo dovremmo poterli usare quando e come pare a noi.
E se i generali vogliono incrementi di finanziamento,allora che ci diano un buon motivo per accordarglieli,che magari gliene diamo anche il doppio,ma solo se c'è la possibilità di guadagnarci pure noi da quella spesa,come da tutte le altre.
Ci sono un mucchio di cose che i nostri soldati possono fare per aiutare la collettività invece che starsene a grattarsi la pancia e mangiare a tradimento.
Facciamogliele fare,e avrempo preso due piccioni con una fava.
Un esercito efficiente e ben dotato,tenuto ben sveglio dall'attività utile svolta in tempo di pace.

Puntualizzo una cosa:
franz ha scritto:Evidenzio un grosso errore (forse l'unico) tra le cose che hai detto: Maggiore la ricchezza prodotta,maggiore il volume dell'intervento redistributivo,maggiori le tasse. No. L'evidenza mostra che i paesi piu' ricchi.....

Colpa mia che sono stato poco chiaro,e ne approfitto anche per puntualizzare il concetto corretto di prelievo fiscale che purtroppo non viene mai sottolineato e ricordato agli evasori che si lamentano.
Io intendevo dire a livello individuale,non macro.
Cioè che per il signor Pinco Pallino capitano d'industria che lucra sul suo immenso capitale,più ricchezza personale produce,più alto sarà il volume del prelievo redistributivo.
L'avevo scritta così per rimarcare il concetto che quel prelievo non è (anzi,non dovrebbe essere,ma oggi lo è) una iniqua tassa feudale,ma una redistribuzione di reddito nel senso di ricchezza,nel senso di utili societari.
Reddito che Pinco Pallino ha potuto produrre non solo per bravura sua,bensì grazie al fatto che vive in una comunità organizzata invece che nella giungla,grazie cioè al fatto che fa parte di una società organizzata (e costosa) di individui che permette l'esistenza e l'accesso a quel mercato che tanto gli ha dato,società che deve essere rifinanziata pena lo smantellamento di quel mercato.
Reddito che dunque non gli può appartenere in toto ma che deve parzialmente remunerare il servizio enorme che gli è stato dato e che nella giungla non avrebbe avuto.
In questo senso ad uno che frigna perchè versa per esempio due miliardi su tre che ne ha fatti,va fatto notare invece non solo che gliene resta uno intero ed enorme,ma che ciò che ha versato non è una tassa di stampo feudale su qualcosa che era suo di diritto,bensì una redistribuzione di utili che non gli spettavano per intero,ma che in parte spettano ad altri componenti di una società di cui egli è solo una parte e non il dominus.
Poi gli integralisti iper liberisti no-tax diranno che le uniche società che contano sono quelle che loro mettono sul mercato,ebbene sbagliano.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 05/01/2012, 17:46

Stefano'62 ha scritto:In questo senso ad uno che frigna perchè versa per esempio due miliardi su tre che ne ha fatti,va fatto notare invece non solo che gliene resta uno intero ed enorme,ma che ciò che ha versato non è una tassa di stampo feudale su qualcosa che era suo di diritto,bensì una redistribuzione di utili che non gli spettavano per intero,ma che in parte spettano ad altri componenti di una società di cui egli è solo una parte e non il dominus.
Poi gli integralisti iper liberisti no-tax diranno che le uniche società che contano sono quelle che loro mettono sul mercato,ebbene sbagliano.

Guarda, siamo d'accordo su tutto ma sul punto finale, che "quoto" ho molte remore.
Premesso che non faccio parte del gruppo di coloro che guadagnano 3 miliardi, anche se non mi dispiacerebbe, se ne dovessi pagare due non fignerei affatto. Andrei a produrre i miei 3 miliardi altrove, dove piu' realisticamente me ne portano via solo 1/3 (nel 90% dei casi).
Il problema che dimentichi infatti è che esiste una competizione tra stati ad attirare capitali e capitalisti per cui a parte i paradisi fiscali in cui non si paga nulla, tipo montecarlo, tra le nazioni industriali occidentali avanzanzate si tende a non esagerare con la tassazione dei ricchi proprio per attirarli come residenza. Predendo per buono l'esempio che hai fatto, nessuno tassa 2/3 del reddito di un miliardario. Già chi tassa solo il 50% sarebbe in vantaggio. E cosi' per chi tassa solo 1/3. Non dimenticare che i miliardari si spostano molto piu' agevolmente di un povero. Un trasloco ed un cambio di residenza per loro sono inezie.
Si crea allora un equilibrio tra qualche centinaio di nazioni e principalmente tra la trentina di nazioni ocse. Questo equilibrio è ben diverso dall'esempio che fai. Ma è comunque giusto che un ricco paghi molto di piu' di una persona normale e che un povero non paghi, anzi riceva. Solo che l'equilibrio è nella forbice 1/3, 1/2 ... quella 2/3 è suicidio puro.
Insomma, il concetto è giusto ma l'esempio numerico è sbagliato. Devi essere piu' moderato. "2/3" è inutilmente punitivo, anzi auto-punitivo.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda Stefano'62 il 05/01/2012, 21:55

L'esempio numerico era infatti solo un esempio,scelto esagerato per simulare una situazione limite,non troppo impossibile nel caso si decidesse,finalmente,di abolire la tassazione sui consumi e quella sull'occupazione,vere e proprie indecenze di metodo e vero stimolo al nero.

Comunque lo so che c'è una competizione,ma se ci facessimo condizionare da quello che succede altrove i diritti sarebbero ancora fermi al medioevo.
E poi si potrebbe pure ipotizzare che se il sistema funzionasse come si deve,il tizio in questione potrebbe addirittura trovare più conveniente e confortevole vivere con meno soldi in una situazione equilibrata che funziona a dovere,che altrove in un ambiente meno efficiente e rassicurante.
Questione di quanto funziona ciò che si paga (vero problema dell'Italia).
Io per esempio preferirei vivere con solo un miliardino in un bello stato del nord europa,che con due miliardoni in un posto come l'Italia di oggi.
Ultima modifica di Stefano'62 il 05/01/2012, 22:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: Evasione e lotta agli sprechi

Messaggioda franz il 05/01/2012, 21:57

Stefano'62 ha scritto:E poi si potrebbe pure ipotizzare che se il sistema funzionasse come si deve,il tizio in questione potrebbe addirittura trovare più conveniente e confortevole vivere con meno soldi in una situazione equilibrata che funziona a dovere,che altrove in un ambiente meno efficiente e rassicurante.

Già ma non è il caso dell'Italia, in cui si paga tanto (per chi è onesto) e l'ambiente è molto poco rassicurante (per tutti).
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