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L'agenda di Bersani per le riforme

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda gabriele il 03/01/2012, 16:54

L'agenda di Bersani per le riforme

"È il momento del dialogo sociale"La missiva del segretario del Partito Democratico sulle sfide che l'Italia deve affrontare.


CARO DIRETTORE, come tutti dicono, abbiamo davanti un anno arduo e non semplice da interpretare. Vale forse la pena di "progettarlo" un po', togliendo di mezzo un eccesso di fatalismo. Vorrei cominciare con qualche prima idea.

1. La scena si apre sull'Europa. Fino ad ora le decisioni sono state deboli. L'agenda da qui a marzo di per sé non rassicura. Nelle opinioni pubbliche è ancora dura come il marmo quell'ideologia difensiva e di ripiegamento che le destre europee hanno coltivato, ricavandone inutili vittorie, e che i progressisti non hanno potuto o saputo contrastare, ricavandone larghe e dolorose sconfitte.

Inutile illudersi. O si mette in comune rapidamente e seriamente la difesa dell'Euro (vincoli di disciplina, strumenti efficaci e condivisi contro la speculazione e per la crescita, politiche macroeconomiche coordinate) o sarà il disastro. Se davvero l'Italia è troppo grande sia per fallire che per essere salvata, allora è troppo grande anche per stare zitta.

È tempo che ciascuno di noi faccia la sua parte in Europa; il Partito Democratico sta lavorando per la piattaforma comune dei progressisti europei. Ma è tempo anche di fare qualcosa assieme, qui in Italia. Governo e forze politiche possono determinare una posizione nazionale. Il Parlamento (che non esiste solo in Germania!) può articolarla e assumerla. Il nostro Presidente del Consiglio può interpretarla e gestirla al meglio. Le idee ci sono e vedo su di esse la possibilità di una larga convergenza.


Il biglietto da visita delle nostre idee in Europa potrebbe essere così concepito: noi continueremo le nostre riforme e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa per rafforzare la nostra credibilità. Ma non faremo più manovre. A chi raggiunge il 5% di avanzo primario che cosa altro si può chiedere? Nel caso, nessuno pensi di trattarci come la Grecia. Come si diceva, siamo troppo grandi e quindi parecchio ingombranti. Se ne tenga conto.

2. Torniamo qui ai nostri compiti. Salvare l'Italia significa, al concreto, contrastare la recessione, produrre crescita e occupazione, dare una prospettiva alla nuova generazione. Salvare l'Italia è possibile solo se cambiamento e coesione si danno la mano. Se coesione e cambiamento diventassero un ossimoro, non ci sarebbe speranza.

L'azione di governo deve dunque possedere un metodo fondamentale e un fondamentale messaggio. Quanto al metodo, emergenza e transizione pretendono una forma particolare di dialogo sociale tale da sollecitare partecipazione e corresponsabilità, salvaguardando comunque la decisione tempestiva. Si può fare e, a parer mio, si deve fare.

Ma voglio sottolineare in particolare il metodo politico. Il Governo troverà la sua forza in un rapporto stabile, permanente e ordinato con i Gruppi Parlamentari; un rapporto da allestire anche nella fase ascendente delle decisioni. Si parli di mercato del lavoro, o di liberalizzazioni, o di politica industriale, di pubblica amministrazione, di immigrazione, di Rai e di cento altri temi, esistono in Parlamento, da ogni lato, idee inevase da anni e non necessariamente divisive.

Dica il Governo il suo piano di lavoro, raccolga dal Parlamento orientamenti e idee e avanzi quindi le sue decisioni e le sue proposte. Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri. Ma la trasparenza e la chiarezza servono a tutti. Quanto al messaggio fondamentale, se nell'emergenza è in gioco il comune destino del Paese, si deve innanzitutto promuovere un'idea di comunità degli italiani. Ci si ricordi allora che la solidarietà è la materia prima di una comunità, è ciò che la distingue da una accozzaglia anarchica di interessi.

Se vogliamo farcela, tutti assieme, i riflettori vanno dunque puntati su chi è più in difficoltà. Bisogna predisporre l'aiuto a chi sta vivendo e vivrà le condizioni più difficili, come l'assenza di lavoro, l'insufficienza di reddito o una disabilità abbandonata. Su questo, non ci siamo ancora. Occorre fare di più, cominciando col cancellare qualche inutile asprezza di alcune misure già adottate che suscitano un giusto risentimento.

3. La grande parte delle forze politiche e parlamentari si dichiarano interessate e disponibili ad una iniziativa di riforma delle Istituzioni e della politica. Il Presidente della Repubblica la sollecita autorevolmente. È evidente che un simile percorso significherebbe stabilità per il Governo e maggiore credibilità della politica e delle Istituzioni nella prospettiva della nuova legislatura.

Sto parlando della già avviata adozione di parametri europei nei costi della politica, di riduzione del numero dei Parlamentari, di riforma del bicameralismo, di radicale aggiornamento dei regolamenti parlamentari e, alla luce delle prossime decisioni della Corte, di riforma elettorale. Su tutto questo esistono proposte e appaiono possibili convergenze significative.

Si intende fare sul serio? Intendiamo davvero passare dalle parole ai fatti? Questo pronunciamento tocca innanzitutto ai segretari dei partiti, ovviamente non solo a quelli che hanno votato la fiducia al Governo, ma a partire da loro. C'è poco tempo ed è quindi ora di prendersi impegni pubblici, espliciti e dirimenti.

I tre punti che ho segnalato dovrebbero essere, a parer mio, l'agenda di gennaio. Infine una parola per chi, nel gioco ormai stucchevole fra tecnica e politica, si predispone a promuovere, chissà in quali forme nuove, l'edizione 2012 dell'antipolitica. L'Italia ha già dato.

Per quello che ci riguarda il Partito Democratico ha compiuto un gesto propriamente politico, trasparente e generoso, nel sostenere questa transizione e si predispone ad offrire agli elettori, quando sarà il momento, una proposta riformista e democratica di ricostruzione, alternativa al decennio populista.

Siamo pronti a riconoscere in termini nuovi i codici e i limiti della politica. Anche in questo difficile passaggio, tuttavia, siamo convinti di poterne rafforzare la dignità e l'indispensabile ruolo.

(03 gennaio 2012)

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -27522924/

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insomma, la solita aria fritta....
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda franz il 03/01/2012, 18:17

gabriele ha scritto:insomma, la solita aria fritta....

In effetti ho letto e riletto piu' volte il testo ed arrivato al link ricominciavo.
Solo alla terza volta ho visto questa tua nota, pienamente condivisibile.
Cosa dice Bersani? Ok, il metodo richiesto è sacrosanto: il confronto parlamentare.
Anche il riflettore su chi è in difficolta (il PD, quindi ... :-)) è sacrosanto.
Ma forse gli italiani vorrebbero sapere cosa propone il PD sul lavoro e le liberalizzazioni.
Troppo difficile?
Dice Bersani (unica frase chiara, anche se inizialmente ambigua) "Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri".
Il fatto è PD e PDL che non riuscirebbero a fare nemmeno il 50% di quello che vorrebbero fare (come programma elettorale) se fossero al governo.
Questo ormai lo si è capito da anni. Figurati se possono pretendere il 100 di quello che farebbero.
Anzi forse quello che piu' si puo' avvicinare al 100% di quello che va fatto è Monti.
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda lodes il 03/01/2012, 18:59

Giustamente Gabriele dice "aria fritta", ma c'è un altro aspetto da mettere in risalto: ma che modo è di fare politica? A chi si rivolge a Bersani? Manda una lettera a un giornale per dire cose generiche senza indicare a chi si rivolge. Parla al governo? Agli altri partiti? Al suo partito? Alla sua gente? Agli altri governi europei? Non è dato sapere. L'unica cosa certa è che ancora una volta questi dirigenti politici -e che quindi hanno delle responsabilità dirette- sanno solo dire "è necessario fare": e se cominciassero loro a fare....per esempio assumendosi la responsabilità dei loro errori e conseguentemente dando le dimissioni?
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda Iafran il 03/01/2012, 20:36

lodes ha scritto:e se cominciassero loro a fare....per esempio assumendosi la responsabilità dei loro errori e conseguentemente dando le dimissioni?

Un bell'inizio ... per una vera svolta politica.
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda franz il 03/01/2012, 20:47

lodes ha scritto: A chi si rivolge a Bersani? Manda una lettera a un giornale per dire cose generiche senza indicare a chi si rivolge. Parla al governo? Agli altri partiti? Al suo partito? Alla sua gente? Agli altri governi europei? Non è dato sapere.

Noto che Bersani, a chiunque si riferisca in quella lettera, è molto vago come proposta politica mentre Napolitano, che non sarebbe tenuto, dà invece precise indicazioni: "Riformare ammortizzatori sociali". Per fortuna che c'è Napolitano, direi.
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda gabriele il 03/01/2012, 22:54

lodes ha scritto:Giustamente Gabriele dice "aria fritta", ma c'è un altro aspetto da mettere in risalto: ma che modo è di fare politica? A chi si rivolge a Bersani? Manda una lettera a un giornale per dire cose generiche senza indicare a chi si rivolge. Parla al governo? Agli altri partiti? Al suo partito? Alla sua gente? Agli altri governi europei? Non è dato sapere. L'unica cosa certa è che ancora una volta questi dirigenti politici -e che quindi hanno delle responsabilità dirette- sanno solo dire "è necessario fare": e se cominciassero loro a fare....per esempio assumendosi la responsabilità dei loro errori e conseguentemente dando le dimissioni?


Non si rivolge a nessuno. Scrive scrive scrive...è da 20 anni che i "leader" del PD scrivono...
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda gabriele il 03/01/2012, 22:56

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:insomma, la solita aria fritta....

In effetti ho letto e riletto piu' volte il testo ed arrivato al link ricominciavo.
Solo alla terza volta ho visto questa tua nota, pienamente condivisibile.
Cosa dice Bersani? Ok, il metodo richiesto è sacrosanto: il confronto parlamentare.
Anche il riflettore su chi è in difficolta (il PD, quindi ... :-)) è sacrosanto.
Ma forse gli italiani vorrebbero sapere cosa propone il PD sul lavoro e le liberalizzazioni.
Troppo difficile?
Dice Bersani (unica frase chiara, anche se inizialmente ambigua) "Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri".
Il fatto è PD e PDL che non riuscirebbero a fare nemmeno il 50% di quello che vorrebbero fare (come programma elettorale) se fossero al governo.
Questo ormai lo si è capito da anni. Figurati se possono pretendere il 100 di quello che farebbero.
Anzi forse quello che piu' si puo' avvicinare al 100% di quello che va fatto è Monti.


Francesco, se hanno messo su Monti è perché sono degli incapaci pluripatentati. Mettiamoli in una bella barchetta, con ai comandi D'Alema, e via! verso lidi sconosciuti...però prima paghino la tassa sui natanti di lunghezza superiore ai 10 mt! ;-)
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Re: L'agenda di Bersani per le riforme

Messaggioda pianogrande il 03/01/2012, 23:41

Che il leader di un partito con milioni di elettori si riduca a scrivere ai giornali non suscita certamente entusiasmo.
Il ruolo di un leader è fare.
Proporre spetta a chi potere non ne ha.
Bersani dica ai suoi militanti cosa dobbiamo fare.
Qualcosa si potrà fare in questo paese (pur non essendo al governo) oltre che scrivere ai giornali, farsi intervistare ed aspettare che ci pensino i tecnici.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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