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C'è chi dice no

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

C'è chi dice no

Messaggioda flaviomob il 26/12/2011, 18:00

Credo che ogni tanto ci meritiamo anche qualche buona notizia... per avere un po' di speranza entrando nel nuovo anno...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12 ... ti/179844/

Quelli che dicono no all’Italia dei corrotti Il caso del calciatore del Gubbio, Simone Farina, che ha rifiutato 200mila euro (per truccare una partita di Coppia Italia) non è un episodio isolato. Dal dirigente Enav che ha detto no a una tangente fino al sindaco Angelo Vassallo, sono molti gli esempi positivi che non cedono alla corruzione. Ma non chiamateli eroi Quelli che dicono no conoscono poche parole. Non si raccontano nemmeno. Non predicano, fanno. Quelli che dicono no, spesso, stanno in basso. E se puntano in alto, cercano la strada più giusta e corretta. Onesta, semplicemente. Quelli che dicono no si fermano prima di una tentazione, di un calcolo matematico, di un fruscìo di banconote. S’incazzano. Quelli come Simone Farina, difensore di Serie B, cinque anni nel Gubbio, rispondono offesi a chi cerca di corromperli: “Io queste cose non le faccio”. E basta. Senza tormenti di coscienza, senza ripensamenti. A Farina offrivano 200 mila euro per truccare una partita di Coppa Italia col Cesena: perdere una gara quasi inutile per far felice la malavita che col calcio sporco ci campa (e di lusso). Farina gioca, a volte male, a volte bene. Ha un buono stipendio per la Serie B di zona retrocessione, né ricco né povero. E 50 mila euro, imprevisti, fanno la differenza. Ma Farina ha detto no perché mai avrebbe detto sì: “No ai soldi sporchi”. Quelli che dicono no come Simone Farina (e denunciano un ex compagno al capitano e all’allenatore), che mai vincerà un Mondiale, lo fanno per se stessi e per quello che fanno. Non sono tanti, però si fanno sentire. Sono piccoli ingranaggi che fanno saltare sistemi di corruzione studiati, rodati, quasi scientifici. Si mettono di traverso per istinto. No, non per gloria. No, non per apparire. Si fanno ricordare per un giorno, poi tornano lì dove volevano restare. Con la faccia e le mani pulite, qualche sguardo di troppo, qualche domanda stupida cui rispondere. Quelli che dicono no scelgono solo due lettere per stare meglio: no.

Vernamonte e Antonelli – funzionari delle Entrate. I nomi di Francesco Vernamonte e Giuseppe Antonelli dicono poco. Le cronache veloci di agenzie e quotidiani nemmeno li hanno citati . Eppure i due funzionari dell’Agenzia delle Entrate hanno rifiutato una mazzetta di 10 mila euro e 2 sterline d’oro nascoste in una scatola di cioccolatini. Un commercialista romano voleva ammorbidire gli accertamenti fiscali sulla Brunelli Sud spa [estranea al tentativo di corruzione, ndr], un’azienda casearia laziale che ha evaso 5 milioni e 600 mila euro. Vernamonte e Antonelli hanno subito denunciato il tentativo di corruzione. E il commercialista è stato arrestato.

Giovanni Parascandola – l’appuntato. Adesso è tornato a fare il piantone, tre anni fa, l’appuntato Giovanni Ladonea Parascandola girava la Campania e monitorava la discarica di Villarica. Il carabiniere documentava il ciclo dei rifiuti, che tante inchieste giudiziarie e tanti milioni di euro hanno bruciato. Parascandola faceva il suo mestiere, senza spirito ambientalistico, ma perché faceva parte del nucleo a disposizione dei Commissario speciale. Arrivò Guido Bertolaso e sciolse il gruppo. Un maresciallo voleva punirlo. L’appuntato, più che semplice, disse: “Ho fatto solo il mio dovere. Noi carabinieri abbiamo un solo credo, la legalità”.

Raphael Rossi – l’ingegnere dei rifiuti. Nome comune, gesto raro. Raphael Rossi è un giovane ingegnere italiano. È stato vicepresidente dell’Amiat, l’azienda municipale di Torino che si occupa di rifiuti. È stato cacciato perché ha impedito che fosse acquistato un macchinario inutile di 4,2 milioni di euro. E ha fatto arrestare chi voleva corromperlo con una mazzetta di 100 mila euro. Il Comune di Torino, sindaco Sergio Chiamparino, non si è nemmeno costituito parte civile nel processo. La storia di Raphael ha un lieto fine. Il sindaco Luigi De Magistris l’ha chiamato a Napoli per dirigere l’Asia, l’azienda del comune che gestisce la raccolta dei rifiuti.

Ambrogio Mauri – l’imprenditore pulito. Ambrogio Mauri ha cominciato con una piccola officina a Desio, in Brianza. Poi è diventato uno dei maggiori costruttori di autobus. Fin quando a Milano, prima di Mani Pulite, lavoravi soltanto se pagavi: se staccavi assegni ai partiti. Mauri non ha mai pagato per lavorare e si è trovato con l’azienda in crisi. Le inchieste di Tangentopoli accesero una speranza, Mauri ci credeva, andò a testimoniare spontaneamente. Prima di suicidarsi, il 21 aprile del ‘97, scrisse una lettera: “Auguro, a chi continua a resistere, di avere maggiore fortuna”.

Fausto Simoni – il dirigente Enav. Le inchieste giudiziarie su appalti e commesse di Finmeccanica hanno svelato un sistema ben oliato di tangenti. Anche una società del gruppo, Enav, è stata coinvolta. Ma un dirigente, che preferisce i toni lievi (“Non sono un eroe”), per tre anni ha rifiutato soldi e respinto pressioni. Fausto Simoni ha spiegato il sistema ai magistrati e si è raccontato con parole semplici: “Non sono né un eroe né una rockstar. Non cedere alle pressioni di chi mi offriva una tangente è stato naturale, ovvio direi. Perché non saprei lavorare diversamente da come faccio abitualmente. Con onestà”.

Nino De Masi – mai il pizzo alla ‘ndrangheta. Titolare di un’azienda di macchine agricole fondata nel 1954 nella Piana di Gioia Tauro, da 20 anni, seguendo il cammino del padre Giuseppe, si oppone pubblicamente alle richieste di pizzo della ‘ndrangheta, lottando non solo contro i clan e una società abituata allo staus quo del potere criminale, ma anche contro le banche, portate in giudizio a causa di tassi d’interesse che spesso hanno sfiorato, quando non oltrepassato, il limite dell’usura. De Masi non ha mai chiuso e continua a produrre in Calabria:“Assumo il rischio consapevolmente – ha dichiarato a Report – perché in discussione non ci sono i soldi, ma la libertà mia e dei miei figli”.

Angelo Vassallo – il sindaco anti-camorra. Primo cittadino di Pollica, in provincia di Salerno, assassinato il 5 settembre 2010. Secondo gli investigatori il delitto sarebbe di matrice camorristica. Il “sindaco pescatore” si sarebbe opposto agli appetiti dei clan suscitati dalle opportunità di sviluppo turistico della località cilentana, che Vassallo, noto per il suo impegno ambientalista, aveva saputo valorizzare e rilanciare. Fu ucciso in auto, mentre rincasava, in una strada poco battuta. Il finestrino era aperto, segno forse che il sindaco aveva riconosciuto la persona che lo aveva fermato, e aveva discusso con lui.

Patricio Enriquez Loor – il ribelle di Sesto. Docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, Patricio Enriquez Loor è stato membro dello staff dirigenziale del sindaco di Sesto San Giovanni. Se ne andò sbattendo la porta quando capì che le decisioni sull’area all’area ex-Falk, di cui avrebbe dovuto occuparsi come urbanista, venivano prese altrove. “Cercai di oppormi mi hanno accusato pubblicamente di essere un sabotatore, poi il sindaco mi fece capire che se mi fossi adeguato avrei avuto il giusto premio economico”. Ha rinunciato all’incarico nell’estate 2009 e, assieme a un gruppo di cittadini, ha impugnato il piano generale del Territorio di Sesto di fronte al Tar prima della tangentopoli sestese.

Maria Grazia e Savina Pilliu – la mafia non intimidisce. A Palermo, in piazza Leoni, c’è un palazzo di nove piani, abusivo, costruito dalla mafia senza rispettare le distanze con alcune casette vicine. Le avevano ereditate le sorelle Savina e Maria Grazia Pilliu e il costruttore aveva bisogno di abbatterle. Ma le sorelle non hanno mai ceduto alle intimidazioni di Cosa Nostra. Una storia con molti protagonisti: da Paolo Borsellino, che raccolse le confidenze delle sorelle poco prima di morire, al presidente del Senato Renato Schifani, che da avvocato difese il costruttore Lo Sicco contro le Pilliu, fino al professor Pitruzzella, oggi capo dell’Antitrust su nomina di Schifani-Fini, che ha difeso il palazzo dopo il passaggio nelle mani dello Stato.

da Il Fatto Quotidiano del 21 dicembre 2011
a cura di Stefano Caselli e Carlo Tecce


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Re: C'è chi dice no

Messaggioda franz il 26/12/2011, 19:23

Se in Italia bastasse dire di NO, credo che tutti i problemi sarebbero risolti da secoli.
È da tempo lo Sport Nazionale e quindi è una "non notizia".
Invece non basta dire di NO (il che non vuol dire che si debba smettere di farlo ) ma occorre anche imparare a fare proposte utili e pragmatiche per uscire da quella situazione che obbliga a dire di NO e induce tantissimi, purtroppo, a dire SI.
Il problema non è la capacità di pochi individui a dire NO (come singoli non gli si può chiedere di più) ma la assoluta incapacità dei gruppi politici a trovare soluzione a quei secolari problemi. Perché è evidente che se la soluzione fosse stata individuata e applicata 20 anni fa, le persone citate in quell'articolo non sarebbero famose per aver detto NO.
Anche in questo caso, è fuorviante consolarci perché qualche eroe solitario dice di NO, dimenticando la desolazione del silenzio politico delle tante intelligenze (scusate l'esagerazione) cosi' brave ad affabulare sui media ma inconcludenti nelle soluzioni pratiche nella polis.
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Re: C'è chi dice no

Messaggioda flaviomob il 26/12/2011, 21:15

Non sono "pochi individui"... prova a leggere bene il grassetto... Ci sono dietro scelte ben precise della classe politica e messaggi poco equivocabili...


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Re: C'è chi dice no

Messaggioda franz il 26/12/2011, 21:19

flaviomob ha scritto:Non sono "pochi individui"... prova a leggere bene il grassetto... Ci sono dietro scelte ben precise della classe politica e messaggi poco equivocabili...

Se la maggioranza (quindi non solo pochi) dicesse NO cosa risolveremmo?
In passato (1996, 2006) alcune maggioranze hanno detto NO ma cosa è cambiato?
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Re: C'è chi dice no

Messaggioda flaviomob il 26/12/2011, 21:26

Alcune maggioranze hanno detto NO, come cittadini, ma i politici eletti hanno fatto inciuci e manovre dilatorie a tutto spiano... per questo oggi vincono i De Magistris...


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Re: C'è chi dice no

Messaggioda franz il 27/12/2011, 9:05

flaviomob ha scritto:Alcune maggioranze hanno detto NO, come cittadini, ma i politici eletti hanno fatto inciuci e manovre dilatorie a tutto spiano... per questo oggi vincono i De Magistris...

Vedi che non basta dire NO? Se dietro la maggioranza ci sono inciuci e manovre dilatorie, interessi, affari, ... sai quanti "De Magistris" dobbiamo trovare? Ne servono una ventina per ognuno degli 8000 comuni, un centinaio per ogni provincia e regione (qui magari ¨possiamo risparmire sulle province...) , un migliaio al parlamento e al governo. Ci sono o non ci sono? Io lo spero ma il problema è trovarli, vagliarli, osservare i risultati, confermare se vanno bene o licenziare se vanno male.
E perché mai ci siamo tenuti Bassolino, Penati e Iervolino per cosi' tanti anni se siamo cosi' bravi a vagliare la classe politica nostrana? Non penso solo a Napoli, naturalmente, ma mi riferisco piuttosto a Sesto San Giovanni.
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Re: C'è chi dice no

Messaggioda ranvit il 27/12/2011, 9:44

Non penso solo a Napoli, naturalmente, ma mi riferisco piuttosto a Sesto San Giova

:D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: C'è chi dice no

Messaggioda flaviomob il 27/12/2011, 9:45

De Magistris è stato "trovato" e lanciato dalla rete, grazie anche all'appoggio iniziale di Beppe Grillo e alla candidatura nelle liste di Di Pietro, o non te ne sei accorto? :lol:


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Re: C'è chi dice no

Messaggioda franz il 27/12/2011, 10:24

flaviomob ha scritto:De Magistris è stato "trovato" e lanciato dalla rete, grazie anche all'appoggio iniziale di Beppe Grillo e alla candidatura nelle liste di Di Pietro, o non te ne sei accorto? :lol:

Di Dipietro sapevo, di Grillo no.
Chissà se anche De Magistris è in pensione di anzianità pure lui, come Di Pietro?
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Re: C'è chi dice no

Messaggioda flaviomob il 27/12/2011, 14:21

La calunnia è un venticello...


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