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Gli investimenti esteri in Italia

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda franz il 25/12/2011, 9:44

Questa è una notizia di due anni fa, ancora attuale
Crollano gli investimenti esteri In Italia -57 per cento
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... 7a81dfc3bd

a crisi ha duramente colpito gli investimenti esteri: a livello globale dal 2007 a oggi si sono quasi dimezzati, passando da 2 mila miliardi di dollari a 1,2 mila miliardi. E la ripresa sarà lenta: neanche nel 2011 torneremo ai livelli del 2007. L'Italia è uno dei paesi che soffre di più.
...
Da uno studio illustrato dal professore Davide Castellani, docente di economia all'università di Perugia, emerge che la bassa attrattività dell'Italia é dovuta a fattori istituzionali quale la bassa istruzione dei lavoratori occupati nel settore terziario e l'elevato numero delle procedure del processo civile che ne allungano i tempi.


Questo articolo invece è di pochi giorni fa.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/ ... tp/434045/
Spogli: "L’Italia adesso deve cambiare
per far tornare investitori stranieri"

Ronald Spogli
«Riforme radicali subito»
LAO PETRILLI

«L’Italia deve cambiare, è vitale che riesca ad attrarre investimenti dall’estero»: quand’era il very outspoken rappresentante degli Stati Uniti a Roma, Ronald Spogli si è consumato nel dirlo. Oggi quel mantra lo ripete. Se possibile con più forza. Tornato al mondo degli affari (guida la Freeman Spogli & Co., società di private equity che ha cofondato), l’ex ambasciatore afferma che il nostro Paese è ad un bivio e lancia un appello per riforme radicali subito, altrimenti, è il suo monito, «l’Italia fallirà, trascinando con sé l’euro».

Non le sono piaciute le prime mosse varate dal governo Monti?
«Senza volerli minimizzare in alcun modo, devo notare che i primi provvedimenti hanno solo ridotto la pressione dei mercati. E per qualche giorno. Gli speculatori sono tornati e torneranno alla carica fino a che sarete deboli. Fino a che non metterete il Paese sulla strada di un nuovo e moderno modello economico che induca gli investitori stranieri, contrariati dalle promesse non mantenute dei mesi scorsi, ad avere fiducia nell’Italia, che non è giusto definire un capro espiatorio di questa crisi globale».

E cosa soddisfarebbe, secondo lei, gli investitori stranieri?
«Azioni credibili e durature. La staticità italiana è ormai insostenibile. Occorre una rivoluzione culturale, sia nel pubblico che nel privato, per poter produrre e soprattutto attirare business. Un economista illustre come Mario Monti sa bene quali strumenti usare. La leva fiscale, per esempio. Spero dal profondo del mio cuore, perché amo il Paese dei miei progenitori, che faccia della questione un imperativo strategico nazionale. Senza un impegno immediato per la crescita che incoraggi gli investimenti stranieri i mercati reagiranno e l’Italia fallirà, assieme all’euro».

Il ministro Passera ha riconosciuto che tutto sarà molto più difficile senza aziende e capitali stranieri…
«Passera ha ragione da vendere. Ma bisognerà che se ne convincano tutti e alla svelta. Qualche tempo fa un vostro importante uomo d’affari mi disse che l’Italia era stracolma di capitali e che investimenti dall’estero non erano necessari. Un’assurdità, come è assurdo, e per certi versi vergognoso, date le relazioni fra i nostri Paesi, che l’Italia attragga meno investimenti americani di tutti nell’Eurozona, con le eccezioni di Portogallo e Grecia. C’è bisogno di uno sforzo coordinato del governo e delle Regioni per attrarre capitali, oltre che per creare un ecosistema favorevole al business».

Quali sono i timori delle imprese straniere quando si tratta di aprire uno stabilimento in Italia?
«Di timori ce ne sono tanti. Bisognerebbe fare degli sforzi per consentire l’apertura di stabilimenti più velocemente e con meno lacci burocratici. Per noi americani, sul fronte del business, l’Italia è un Paese opaco. Prendiamo, ad esempio, la macchina della giustizia. E non parlo di processi a questo o a quel politico. Parlo delle leggi e della loro applicazione in campo economico-commerciale. Non c’è alcuna certezza su tempi e trasparenza delle decisioni anche rispetto a semplici dispute fra aziende. Servono riforme che assicurino una reputazione di efficienza e imparzialità».

Imparzialità?
«Beh, ci sono stati storicamente dei favoritismi dei quali hanno goduto le imprese italiane. Questo poteva anche andare bene il secolo scorso. Ma, signori, questo è il 2011 e il vostro sistema è stato creato quando i cicli di vita dei prodotti e dei servizi erano infinitamente più lunghi di oggi. Crescere significa innovare, aprirsi, produrre e quindi lavorare di più e meglio, più intelligentemente. Tutti. Anche noi americani ce ne stiamo rendendo conto. Per voi vuol dire che l’era del posto fisso è finita. Il mercato del lavoro deve essere davvero flessibile e si deve adattare alle esigenze produttive di questo secolo. Ma vuol dire anche che se le aziende italiane non sono in grado di reggere la sfida globale, anche per motivi dimensionali, sarà meglio favorire l’arrivo di società dall’estero. Creeranno occupazione, portando tecnologia e know how. E spingeranno le imprese italiane ad investire in ricerca e sviluppo, cosa che oggi, con qualche rara eccezione, non fanno assolutamente in maniera adeguata. Bisogna capire che solo innovando si può garantire un futuro ai giovani. Puntare davvero su di loro è un’altra necessaria riforma strutturale, perché la fuga di cervelli continua e si rischia una nuova migrazione».

L’Italia secondo lei è pronta per questa specie di rivoluzione per il business che auspica?

«C’è voglia di cambiare. Però manca la scintilla».
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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda franz il 25/12/2011, 10:10

Uno dei maggiori problemi italiani è che le imprese, il capitalismo nostrano, non ha soldi. O ne ha molto pochi.
Anche per questo qualcuno (vedi Parmalat) si è dato da fare per moltiplicare i soldi per via finanziaria.
Se i soldi non ci sono potrebbe venire dall'estero, tramite gli investimenti internazionali.
Che pero' sono scarsi e recentemente sono pure dimezzati.
Perché?
Bene, qui le nostre opinioni sono importanti ma contano fino ad un certo punto.
Quelle che contano sono le opinioni degli investitori. Sono loro che decidono se e dove investire.
Possono aver ragione o torto, naturalmente, ma i soldi sono loro.

E vediamo cosa ci dicono. Faccio una raccolta delle maggiori motivazioni intercettate in questi anni, alcune delle quali sono riportate anche nei due articoli qui sopra.
1) la giustizia, lenta, farraginosa, imprevedibile (mancanza della certezza del diritto). Nessuno invece soldi in un paese in cui in caso di litigio non sa quando ha ragione e se ha ragione.
2) scarsa qualità formativa ed educativa della manodopera, e quindi bassa produttività. Significa che quelli bravi (pochi ma ci sono) devi pagarli molto piu' della media o devi impoegare mesi di corsi di formazione per portarli a buon livello.
3) liberalizzazioni e privatizzazioni. Si preferisce investire dove l'economia è più Free e meno statalizzata.
4) litigiosità con i sindacati e stato delle relazioni industriali. Troppa litigiosità tra aziende e sindacati, assenteismo e scioperi. Difficiltà a licenziare e costi di giudizio nel caso di conflitto (vedi punto 1).
5) Logistica e servizi. Strade, ferrovie, trasporti, ADSL, telefonia, poste. Sono servizi carenti in vaste zone del paese.
6) Instabilità del paese. Le leggi cambiano continuamente.
7) Fisco elevato e alto carico contributivo.
8) burocrazia statale. La burocrazia diventa di fatto un costo per l'azienda, che deve continuamente impiegare personale amministrativo per ottemperare a disposizioni burocratiche imposte dallo stato.

Forse ci sono altre cose da elencare ma credo che potrebbe bastare questo primo elenco.
Probabilmente qualcuno di voi dirà che non è vero, che alcuni punti sono sbagliati ma ribadisco che è importante cio' che pensa l'investitore, cio' che lui ritiene vero.

Secondo me poi alcuni di questi 8 punti, principalmente il 2 e gli ultimi 3, spiegano anche perché la nostra industria ha pochi soldi per investimenti interni. Se infatti la produttività è bassa (a casusa di un sistema educativo inadeguato) e su questa bassa produttività si innesta un elevato carico fiscale (cuneo fiscale + imposte sugli utili al 68%) rimane pochissimo da investire. E senza investimenti, interni ed internazionali, rimaniamo al palo.
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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda Robyn il 25/12/2011, 15:44

La capacità dell'Italia nel recuperare la fiducia internazionale stà nella sua capacità di fare le riforme.Se non si fanno le riforme si indebolisce alla base la fiducia dell'Italia e la stessa capacità riformista del cs.Inoltre non affrontare adesso la riforma del mercato del lavoro significa girare intorno all'ostacolo per ritrovarselo di nuovo più in là nel tempo.Della riforma del mercato del lavoro non bisogna parlarne per evitare confusioni e tensioni ingiustificate,ma và semplicemente delineata con le parti sociali e approvata.La riforma è per i nuovi assunti o meglio per le nuovi assunzioni da qui in essere poichè quelli che sono protetti dell'art 18 hanno un diritto acquisito .La riforma bisogna farla subito insieme alle liberalizzazioni con la differenza che questa entrerà in funzione fra sei mesi.Inoltre per quando riguarda la previdenza l'uscita dal lavoro è a 65 anni,ma bisogna aspettare un'anno per avere il trattamento pensionistico,quindi non è vero che bisogna lavorare fino a 66 anni ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 26/12/2011, 14:12, modificato 1 volta in totale.
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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda franz il 25/12/2011, 23:21

Robyn ha scritto:La riforma è per i nuovi assunti o meglio per le nuovi assunzioni da qui in essere poichè quelli che sono protetti dell'art 18 hanno un diritto acquisito.

Ci si rende conto - spero - che con questi ritmi ci vorranno 40 anni per riformare l'Italia ed altri potrebbero procedere ad un ritmo più rapido, raccogliendo i frutti prima e lasciandoci indietro? Si parla di finanziamenti internazionali. Ogni minuto, ora, giorno, settimana, ci sono miliardi a disposizione ed in questi tempi di crisi non sanno dove investirli. Quello che andrà altrove, non andrà da noi. Come disse una volta un venditore indonesiano ad un mio amico, appena capito che era italiano: "Remember man: every left is lost!".
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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda flaviomob il 26/12/2011, 11:50

Se i migliori ricercatori e i cervelli più brillanti fuggono all'estero, perché un'azienda straniera di alta qualità dovrebbe preoccuparsi di aprire una sede in Italia, se il meglio se n'è già andato?
Se invece si punta sulla quantità piuttosto che sulla qualità, vi sono paesi dove con pochi dollari al giorno paghi un operaio; l'Italia non può svalutare drasticamente la moneta e in ogni caso non potrebbe arrivare a salari tanto bassi, per cui anche in questo caso crolla la motivazione ad investire in Italia.
Ma quand'anche un imprenditore fosse tanto eroico da non tenere in considerazione queste due condizioni, troverebbe sempre un ambiente in cui per partecipare ad un appalto pubblico devi essere disposto a "spartire la torta" con qualcuno, ad "ungere bene le ruote" con qualche politico o qualche amico degli amici, cui magari devi pure procurare "divertimento" notturno in dono... Magari per sopravvivere alla concorrenza di qualche elemento discutibile scopri che rispettare le leggi è impossibile e se non hai una certa quantità di manodopera in nero e relativi bilanci falsi, occultando quelli reali, non puoi ne' muoverti ne' resistere... e allora non puoi che riconoscere che l'antica civiltà italica ci porta ancora ad avere un primato, in Europa e in occidente. Primato mai in discussione: per la criminalità organizzata, la doppiezza, la corruzione e la "peggiocrazia".


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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda franz il 26/12/2011, 14:07

flaviomob ha scritto:Se i migliori ricercatori e i cervelli più brillanti fuggono all'estero, perché un'azienda straniera di alta qualità dovrebbe preoccuparsi di aprire una sede in Italia, se il meglio se n'è già andato?
...
Ma quand'anche un imprenditore fosse tanto eroico da non tenere in considerazione queste due condizioni, troverebbe sempre un ambiente in cui per partecipare ad un appalto pubblico devi essere disposto a "spartire la torta" con qualcuno, ad "ungere bene le ruote"

Corretto, ma simili tendenze possono essere invertite. I cervelli fuggono, attratti da località in cui trovano condizioni migliori. Se l'Italia diventasse uno di questi posti (poi vediamo come) non solo tornerebbe chi è partito, ma arriverebbero anche cervelli da altri paesi.
Lasciamo perdere per un attimo il mito dell'appalto pubblico. Un investitore straniero deve per prima cosa trovare conveniente investire nell'ambito privato. E qui la lista delle difficoltà è quella già elencata. In ambito pubblico le scorciatoie mafio-stataliste sono quelle che racconti ma si paga uno scotto, in termini di costo, pari se non superiore alla somma delle difficiltà già elencate per l'ambito privato.
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In Russia qualcosa stà cambiando

Messaggioda Robyn il 26/12/2011, 14:22

In Russia qualcosa stà cambiando per effetto della crisi e per via del capitalismo sfrenato e illuminato.Gli equilibri internazionali potrebbero mutare e la Russia è strategica per il ripristino e il mantenimento della giustizia sociale in Europa.Per il momento c'è un mix di nostalgia e desiderio di sicurezza sociale dei russi.Ma nulla sarà come prima perche la Russia è andata se pur in modo disordinato e incompleto verso la democrazia.L'equilibrio internazionale che potrebbe determinarsi per effetto del capitalismo liberista sfrenato del massimo profitto a tutti i costi potrebbe portare ad un lungo periodo di pace,di benessere e di sicurezza sociale a livello internazionale
ciao robyn
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Re: In Russia qualcosa stà cambiando

Messaggioda franz il 26/12/2011, 15:11

Robyn ha scritto:In Russia qualcosa stà cambiando per effetto della crisi e per via del capitalismo sfrenato e illuminato.Gli equilibri internazionali potrebbero mutare e la Russia è strategica per il ripristino e il mantenimento della giustizia sociale in Europa.Per il momento c'è un mix di nostalgia e desiderio di sicurezza sociale dei russi.Ma nulla sarà come prima perche la Russia è andata se pur in modo disordinato e incompleto verso la democrazia.L'equilibrio internazionale che potrebbe determinarsi per effetto del capitalismo liberista sfrenato del massimo profitto a tutti i costi potrebbe portare ad un lungo periodo di pace,di benessere e di sicurezza sociale a livello internazionale
ciao robyn

Non so cosa c'entri con quello che stiamo discutendo, tuttavia anche dalla Russia di Putin i capitali sono in fuga.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AYAsYfvC
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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda flaviomob il 27/12/2011, 15:31

franz
...
simili tendenze possono essere invertite. I cervelli fuggono, attratti da località in cui trovano condizioni migliori. Se l'Italia diventasse uno di questi posti (poi vediamo come) non solo tornerebbe chi è partito, ma arriverebbero anche cervelli da altri paesi.
Lasciamo perdere per un attimo il mito dell'appalto pubblico. Un investitore straniero deve per prima cosa trovare conveniente investire nell'ambito privato. E qui la lista delle difficoltà è quella già elencata...


Evidentemente vi è una necessità di riforme radicali e strutturali che solo un governo "politico" può affrontare a dovere...


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Re: Gli investimenti esteri in Italia

Messaggioda franz il 27/12/2011, 17:15

flaviomob ha scritto:Evidentemente vi è una necessità di riforme radicali e strutturali che solo un governo "politico" può affrontare a dovere...

Evidentemente sia i governi politici della prima repubblica (consociativi) che quelli dell'alternanza della seconda non hanno affrontato a dovere i problemi. O veramente forse li hanno affrontati ma non li hanno risolti. E non li hanno potuto risolvere per via della loro base elettorale, in parte contraria a riforme radicali e strutturali.
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