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La vergogna dei "pensionati" senza reddito

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La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda flaviomob il 20/12/2011, 15:47

Il governo ha toppato clamorosamente. Quello che sta succedendo è vergognoso ed inammissibile.

dal Fatto di oggi:

ARCHIVIO CARTACEO | di Salvatore Cannavò

‘Dimessi’ dall’azienda e ora senza pensione

Ecco le vittime della manovra

Sono stati incentivati a lasciare il lavoro, ma ora restano senza reddito. Il superscalone li costringe ad altri 5-6 anni di attività, ma un'entrata a fine mese non ce l'hanno più. Per esempio i 5000 ex dipendenti delle Poste sono finiti nel limboUna nuova polemica emerge dalle pieghe della riforma pensionistica. Stavolta riguarda i lavoratori “esodati” che qualcuno, addirittura, definisce “soprannumerari”, figli illegittimi di aziende fallite o che si sono licenziati in previsione della pensione a portata di mano nel 2012 o 2013. E che ora si trovano in una terra di nessuno, fuori dal lavoro e con la riva della pensione che si allontana di colpo aprendo la prospettiva a un vuoto di reddito spaventoso. In seguito alla riforma Monti-Fornero esistono in circolazione alcune decine di migliaia – stima sindacale – di lavoratori che prevedendo una pensione a portata di mano hanno accettato “esodi” volontari da parte di aziende in ristrutturazione oppure si sono licenziati con buonuscite commisurate agli anni mancanti alla pensione. Solo che adesso quest’ultima si è allontanata di 5 o 6 anni grazie al “superscalone Fornero”. I sindacati chiedono che per questi lavoratori valgano le vecchie regole ma non hanno ricevuto alcuna rassicurazione da parte dell’esecutivo che si è detto pronto a esaminare il dossier ma che non ha preso impegni.

IL CASO forse più eclatante riguarda le Poste, dove circa 5000 dipendenti (ma molti lavoratori parlano di 7000 unità) hanno concordato con l’Azienda un esodo incentivato e oggi sono a metà strada. Il sindacato ha chiesto un incontro urgente all’azienda che però non ha dato nessuna risposta. Sulla Rete si possono trovare testimonianze come questa: “Ho maturato ad oggi 39 anni e 2 mesi contributivi. Lavoro in Poste Italiane come dirigente d’ufficio. In aprile mi hanno proposto di farmi accompagnare alla pensione che maturavo a fine 2012. Ho iniziato a lavorare giovane, ho studiato e mi sono laureato mentre lavoravo e pagavo i contributi. Ora con la nuova normativa mi trovo senza stipendio e dovendo pagare i contributi per due anni. Poste dice che il firmato è consensuale e che continuare a lavorare è impossibile. Quindi dal primo gennaio 2012 sono a casa, accompagnato non al meritato riposo dopo quaranta anni di contribuzione, ma al patibolo”.

ECCO UN’ALTRA testimonianza: “Mi ritrovo il 31 gennaio 2012 con 57 anni di età e 35 anni di contributi. Dalla fine di dicembre 2011 entrerò in mobilità per 3 anni (azienda fallita). Alla fine della mobilità avrò 59 anni e 11 mesi con 38 anni di contributi. Se non viene modificata la legge ho due opzioni: la prima pagare i contributi volontari per 4 anni e 3 mesi oppure aspettare altri 6 o 7 anni per la pensione di vecchiaia. In entrambi i casi senza nessun reddito”. A volte le cose sono più complesse: “Sono uscita dalle Poste il 1 di luglio: mi hanno proposto di licenziarmi (dopo 35 anni e 6 mesi di lavoro, a 59 anni) in cambio dell’assunzione part-time di mia figlia. Ho accettato perché avevo la pensione a portata di mano ma ora con la riforma sono diventati 5 anni e mezzo!”.

A PARTE l’atipica procedura che seguono le Poste nelle assunzioni dei familiari, è evidente che la nuova norma provoca un impatto molto pesante su chi resta senza reddito. A essere subissato da queste lettere è soprattutto il Pd che aveva fatto precise promesse sulle pensioni di anzianità – “i 40 anni di contributi non si toccano” – ma che invece ha dovuto e voluto ingoiare diversi rospi e ora deve rendere conto. Ne è consapevole Cesare Damiano che proprio sugli “esodati” ha presentato l’ordine del giorno alla Camera, accolto dal governo, e che ora punta a risolvere questo problema insieme a quello dei lavoratori “precoci”, cioè lavoratori che hanno iniziato a lavorare davvero molto presto e che raggiungono i 42 anni di contributi prima dei 62 anni di età e quindi sono soggetti a “penalizzazione”. Gli occhi sono puntati sul “decreto milleproroghe”, quel provvedimento monstre con cui i vari governi hanno sempre ovviato a tutti gli errori o inadempienze prodotti dalle scadenze stabilite nelle varie leggi e non rispettate. “Il problema dei lavoratori precoci può trovare soluzione nel “milleproroghe – dice a Il Fatto Quotidiano l’ex ministro del Welfare Cesare Damiano (Pd) che assicura la presentazione dell’emendamento per cacellare la penalizzazione – per gli “esodati”, invece, vogliamo un intervento rapido del governo”. Ma Monti e Fornero sono d’accordo? Damiano afferma che la “disponibilità del governo sta nel fatto che ha accolto un ordine del giorno e che ora deve tradurre in una disposizione normativa”. Il ministro Elsa Fornero ha detto che studierà il dossier. Gli strasichi della sua riforma sono molto più difficili da gestire del previsto.

da Il Fatto Quotidiano del 20 dicembre 2011


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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda franz il 22/12/2011, 8:42

A me non sembra che il governo abbia "toppato", anche perché la manovra è stata approvata dal Parlamento.
Caso mai hanno toppato quelle aziende (pubbliche o private che siano) che hanno provato a giocare con i prepensionamenti (eufemisticamente chiamati "accompagnamento alla pensione") facendo i conti senza l'oste (il governo ed il parlamento) e tirando comunque una fregatura al lavoratore. Quelle aziende dovrebbero semplicemente riassumere quei lavoratori. Da notare che in base a varie fonti, in alcuni casi sarebbero stati i sindacati a consigliare il prepensionamento, tirando di fatto una solenne fregatura al lavoratore.
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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda flaviomob il 22/12/2011, 14:36

Come fa un'azienda, un sindacato o un lavoratore a prevedere una modifica legislativa magari posteriore di diversi mesi (o di un anno) rispetto ad un accordo preso? Tra parentesi, non si tratta di "prepensionamenti", ma di casi in cui si incentiva il lavoratore a lasciare il lavoro (perché evidentemente di lavoro non ce n'è) pagandogli un numero di mensilità sufficiente a garantire il reddito per i mesi (o gli anni) che mancano a riscuotere la pensione secondo la legge vigente in quel momento. Non affrontare questa realtà, che non è certo possibile imputare ad aziende o sindacati (a meno di essere completamente ottusi) è vergognoso per tutta la classe politica.


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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda franz il 22/12/2011, 15:36

flaviomob ha scritto:Come fa un'azienda, un sindacato o un lavoratore a prevedere una modifica legislativa magari posteriore di diversi mesi (o di un anno) rispetto ad un accordo preso? Tra parentesi, non si tratta di "prepensionamenti", ma di casi in cui si incentiva il lavoratore a lasciare il lavoro (perché evidentemente di lavoro non ce n'è) pagandogli un numero di mensilità sufficiente a garantire il reddito per i mesi (o gli anni) che mancano a riscuotere la pensione secondo la legge vigente in quel momento. Non affrontare questa realtà, che non è certo possibile imputare ad aziende o sindacati (a meno di essere completamente ottusi) è vergognoso per tutta la classe politica.

Ci sono alcuni milioni di italiani all'estero a cui quando chiedono "cosa prendero' di pensione, concongiungendo i versamenti in Italia e quelli all'estero" viene correttamente risposto: dipende da quali saranno le disposizione di legge in vigore quando lei andrà in pensione. Oggi sono queste (e te lo spiegano) ma domani potrebbero essere diverse. E a volte il "domani" non è tra 10 anni ma tra 10 giorni. Evidentemente in Italia, come dicevo, qualcuno fa i conti senza l'oste. Il Parlamento è sovrano. Piaccia o non piaccia. Mi pare che comunque siano previste eccezioni per 50'000 casi, ma se quelli che hanno fatto i conti senza l'oste (calssico caso di moral azard) sono di piu', qualcuno ... dovrà essere riassunto. Nulla di grave, direi. O essere riassunto è una grave lesione del diritto al lavoro?
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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda flaviomob il 22/12/2011, 16:19

Il parlamento è sovrano! :lol: Buona questa... quando c'è da giustificare l'evasore perché lo stato è vampiro e non offre servizi adeguati in cambio delle tasse, nulla da eccepire. Quando un'azienda in crisi fa un accordo con lavoratori e sindacati, poi arriva il parlamento a cambiare le leggi (senza tenere in conto queste situazioni particolari, che vanno gestite e non ignorate).
Coerenza = zero.

Allora perché non fare una legge che abolisce definitivamente le pensioni... e stabilisce vitalizi da un milione per ogni politico che abbia lavorato un giorno... tanto il parlamento è sovrano! :lol:


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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda lodes il 22/12/2011, 17:17

Come non vedere che quello in essere è un sistema sbagliato e che è costato caro. Cioè risolvere i casi di crisi aziendali con il prepensionamento, mettendo poi a carico del sistema previdenziale pensioni di anzianità che non hanno copertura. Certo che questa riforma crea dei problemi nei casi in cui il lavoratore sia fuori dall'azienda e non abbia i requisiti per accedere alla pensione in base alle nuove regole, ma questo problema va affrontato e risolto ma con strumenti diversi, diversamente saremo da capo.
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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda flaviomob il 22/12/2011, 19:31

Attenzione: l'articolo parla di incentivi aziendali all'esodo (cioè al licenziamento). Non vi è alcun costo aggiuntivo per il sistema previdenziale, ma se la legge viene modificata l'ex lavoratore si ritrova all'improvviso senza reddito da lavoro, senza pensione e senza sussidio di disoccupazione (perché il licenziamento risulta volontario, e quindi ne è esente).
Non avrebbe neppure molto senso per un'azienda riassumere il lavoratore anziano: se l'azienda è in crisi non può permetterselo, se l'azienda ha già assunto un giovane per rimpiazzarlo non può licenziare quest'ultimo e in ogni caso perderebbe una risorsa più produttiva e meno costosa.


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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda lodes il 23/12/2011, 14:34

Soni i titoli del post e dell'art che legano il tema della pensioni a quello di lavoratori messi in mobilità. Tutti questi casi dovranno, in ogni modo, trovare una soluzione e da quello che ho capito c'è una volontà dei partiti (almeno il PD) e del governo. Detto questo però rimane il fatto che la riforma delle pensioni deve essere affiancata da una riforma del welfare. E' necessario infatti uscire dall'ambiguità esistente e cioè di un sistema pensionistico che veniva usato come ammortizzatore sociale.
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Re: La vergogna dei "pensionati" senza reddito

Messaggioda franz il 24/12/2011, 12:35

lodes ha scritto:Detto questo però rimane il fatto che la riforma delle pensioni deve essere affiancata da una riforma del welfare. E' necessario infatti uscire dall'ambiguità esistente e cioè di un sistema pensionistico che veniva usato come ammortizzatore sociale.

Concetto chiarissimo e che era già presente, scolpito a chiare lettere, nella documentazione predisposta dalla allora commissione Onofri, la quale proprio questo diceva: la riforma del welfare deve vedere una ridistribuzione di risorse dal sistema pensionistio (strozzato da preppensionamenti e anzianità) a favore dell'assistenza, degli ammortizzatori socieli univerali, delle politiche per la casa e la famiglia. Se Prodi fosse riuscito a superare gli ostacoli (che come sappiamo allora non vennero da destra ma da sinistra) oggi non saremmo nella condizione di festeggiare il 150° con un rischio di fallimento del paese stimato attorno al 40%
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