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Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 06/12/2011, 16:11

Oltre a quanto notato da Trilogy, vediamo anche la crescita economica
http://www.google.it/publicdata/explore ... l=it&dl=it

Se ho alti debiti ma cresco, sono piu' affidabile di uno che ha la metà dei debiti ma non cresce o cresce pochissimo e meno degli altri, visto che i debitori si chiedono come potranno essere saldati.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 06/12/2011, 23:07

Forse è ora di adottare il modello giapponese anche da noi, nella gestione del debito. Titoli di stato ad interessi alti, anche se lo spread si abbassasse di poco, finirebbero comunque per strozzarci e costituiscono un'ipoteca sul futuro dell'Italia pesantissima, in un paese dove fabbriche e uffici chiudono.

Intanto sarebbe anche ora di lottare seriamente contro l'evasione...

INTOCCABILI EVASORI

di Vincenzo Visco 06.12.2011

La lotta all'evasione fiscale sembrava essere un punto centrale del programma del nuovo governo. Invece, dalle misure varate emerge continuità con il recente passato. Perché si continua a ritenere che il fenomeno si combatte con gli accertamenti, non con la deterrenza e la promozione sistematica dell'adempimento spontaneo. Si è rinunciato alla creazione di una rete di informazioni, generalizzata e onnicomprensiva, per conoscere la situazione patrimoniale complessiva di ciascun contribuente.
Nel programma del nuovo governo la lotta all'evasione fiscale sembrava essere un punto centrale, caratterizzante. Guardando i provvedimenti effettivamente varati, così non sembra, così non è.

COS'È DAVVERO LA TRACCIABILITÀ

Quello che emerge è una sostanziale continuità con l'approccio seguito dal governo Berlusconi che, pur avendo fatto poco, era riuscito a convincere molti di aver realizzato successi strepitosi nella lotta all'evasione.
Si è parlato di 35 miliardi di gettito recuperato in un solo anno dall'amministrazione. È stato tuttavia dimostrato che facendo bene i conti ed evitando di manipolare i dati, il presumibile recupero effettivo si riduce a circa 1,5 miliardi. A ben vedere l'unico risultato tangibile ottenuto dal precedente governo e dall'attuale amministrazione è stata la riduzione delle compensazioni Iva (6 miliardi) recuperando e rendendo più incisiva una norma già introdotta dal governo Prodi e subito abrogata da Berlusconi. In altre parole, la strategia seguita, basata prevalentemente sulle verifiche e sui controlli delle dichiarazioni, appare chiaramente insufficiente. (1)
Ciò è inevitabile se si continua a ritenere che l'evasione si combatte essenzialmente ex-post, con gli accertamenti (magari induttivi come quelli basati sul redditometro), e non anche ex-ante, con la deterrenza e la promozione sistematica dell'adempimento spontaneo, strategia seguita con successo negli unici due periodi in cui l'evasione si è effettivamente ridotta nel nostro paese, quelli tra il 1996 e il 2000 e tra il 2006 e il 2008).
La deterrenza si ottiene se i contribuenti sono consapevoli del fatto che il fisco può essere portato a conoscenza delle loro attività o dei loro guadagni da parti terze: questo e non altro è il significato del termine "tracciabilità" che riguarda essenzialmente la conoscenza delle transazioni effettuate. (2) Nel dibattito corrente il termine "tracciabilità" viene spesso identificato con la riduzione dell'uso del contante. Non è così. La riduzione dell'uso del contante è sicuramente un obiettivo strategico nel contrasto all'evasione, va però perseguito non già fissando soglie generali, ma diffondendo l'uso di strumenti di pagamento elettronico anche, e direi soprattutto, per le piccole (e minime) transazioni (cosiddetto "borsellino elettronico") come avviene in Francia, Belgio e via dicendo. E individuando settori e pagamenti in cui si può imporre il ricorso a ritenute o si può imporre il divieto dell'uso del contante, come fu fatto per esempio dal governo Prodi per quanto riguarda i compensi dei professionisti.
Tracciabili sono anche i rapporti che prevedono il ricorso a ritenute che andrebbero generalizzate. A quanto è dato di sapere nella manovra vi sono (forse) alcune norme volte a incentivare i pagamenti elettronici ed è prevista la riduzione a mille euro dell'uso del contante, norma che risulterà di scarsa utilità pratica dal momento che potrà essere facilmente elusa e ha poco a che vedere con la "tracciabilità" ai fini fiscali. In altre parole, non bisogna confondere l'evasione fiscale con il riciclaggio.

UN INCENTIVO PER ESSERE ONESTI

Vi è poi una norma veramente singolare che a qualcuno potrebbe apparire addirittura provocatoria: si prevede, cioè un incentivo per quei lavoratori autonomi e piccole imprese che accettano un tutoraggio diretto dei loro conti e attività da parte delle amministrazioni finanziarie che prevede anche l'uso di strumenti elettronici di pagamento e fatturazione; in sostanza un incentivo a essere "onesti". Con il risultato che solo chi già paga le tasse perché già si trova nella condizione tecniche per non poter evadere aderirà (monomandatari, lavoratori precari con ritenuta d'acconto, eccetera), e quindi si verificherà una situazione paradossale per cui gli "onesti" saranno "tracciati" e i "disonesti" resteranno fuori dalla possibilità di controllo del fisco. Né si capisce perché mentre un lavoratore dipendente è costretto a essere "onesto", e cioè pagare fino all'ultimo euro (ritenuta alla fonte), un autonomo debba invece essere "incentivato".
Uno strumento di deterrenza-controllo molto importante è l'elenco clienti-fornitori (fonte fondamentale di third party information). Sollecitato in proposito, il governo ha sostenuto che reintrodurre questa misura, soppressa dall'esecutivo Berlusconi, ma che aveva dato risultati molto rilevanti nel breve periodo in cui era stata in vigore, era inutile perché è già prevista l'applicazione della fatturazione elettronica. Chi scrive ha varato le norme che hanno introdotto la fatturazione elettronica in Italia, ma ha anche introdotto l'elenco clienti-fornitori (previsto in via temporanea) nella consapevolezza che prima che la fatturazione elettronica possa andare a regime potranno passare anche dieci anni, e che d'altra parte sarebbe pericoloso collegare fin dall'inizio il nuovo strumento all'attività del fisco.
Nel suo intervento alle Camere sul programma di governo il presidente Monti aveva indicato la necessità di pervenire alla conoscenza dello stato patrimoniale di ciascun contribuente: in proposito alcuni mesi fa Guido Tabellini e altri avevano proposto di prevedere una dichiarazione apposita. Tuttavia sarebbe inutile costringere i contribuenti a compilare una ulteriore dichiarazione la cui veridicità dovrebbe poi essere verificata (presso le banche). Più semplice sarebbe (stato) chiedere direttamente alle banche di inviare al fisco le consistenze iniziali, finali e medie dei conti gestiti e l'importo complessivo delle operazioni, così come avviene in Francia e in altri paesi, in modo da poter ricostruire, utilizzando anche i dati del catasto, la situazione patrimoniale complessiva di ciascuno. Sfortunatamente i buoni propositi sono rimasti tali e la pubblicazione dello stato patrimoniale è stata limitata esclusivamente ai ministri!
Altre misure di "tracciabilità" potrebbero essere indicate. Purtroppo il governo ha rinunciato (rifiutato) a percorrere coerentemente questa via, impopolare forse, ma sicuramente efficace, e cioè di creare una rete di informazioni, generalizzata, omnicomprensiva, poco costosa perché si tratta di informazioni già disponibili e accessibili, in grado di fornire deterrenza ex ante e strumenti per l'accertamento ex post. Confermando invece una strategia perdente perché reticente e perché non affronta alla radice il problema dell'evasione di massa nel nostro Paese. Quasi che fosse più facile e meno impopolare bloccare l'indicizzazione delle pensioni piuttosto che aggredire evasione ed evasori.


(1) Vedi "Evasione: quello che suggeriscono i dati e l'esperienza" www.nens.it
(2) Sulla importanza della Third Party Information esistono sia evidenza empirica che elaborazioni teoriche: vedi per esempio: Kleven H.J., Kreiner C.T., Saez E.: ³Why can Modern Governments tax so much? An agency Model of
Firms as Fiscal Intermediaries², NBER, working paper 15218, 2009; e Kleven H. J., Knudsen M.B., Kreiner C.T., Pedersen S.e Saez. E.: "Unwilling or Unable to cheat? Evidence from a Tax Audit in Denmark", Econometrica, 2011.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002715.html


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 07/12/2011, 10:14

Sono tutto sommato d'accordo con l'impostazione di Visco ... solo che ci sono alcuni "ma".
Il primo è che la manovra di Monti è stata fatta in una settimana o due.
Mentre riforme come quelle auspicate da Visco comportano anni per essere fatte. Lui dice addirittura 10.
Secondo me anche meno, ma prima bisognerebbe riorganizzare la PA, perché solo una PA organizzata (fisco in primis) puo' contrastare efficaacemente l'evasione. La prova è nel budino e li' si vede come le parole sanno diventare fatti. La riprova se vuoi è che in fondo i governi dell'Ulivo e dell'Unione hanno governato per 7 anni ma quelle cose non le hanno fatte. Le hanno solo timidamente abbozzate. Perché non è facile fale. Si puo' pretendere che Super-Mario le faccia in un mese? Non credo.

Visco pero' dimentica (e qui vengo al secondo "ma") che lui è stato anche il fattore di una imposta (l'IRAP) istituita nel 1997 che viene da piu' parti indicata come uno dei fattori che ha bloccato la crescita dell'Italia, ferma proprio da 15 anni. Pur avendo un aspetto fortemente positivo perché sostituiva, abolandole, altre imposte (tra cui la patrimoniale per le aziende) il fatto che IRAP non contempli in deduzione il costo del personale, fa si' che colpisca in particolar modo le imprese ad alta intensità di manodopera riducendone la redditività. La qual cosa ha comportato, secondo me, la delocalizzazione di molte imprese italiane ad alta intensità di manodopera e basso valore aggiunto ed ha favorito il ricorso all'evasione proprio di tutte quelle piccole attività a basso valore aggiunto e alta intensità di manodopera. Insomma o sommerso o delocalizzazione ... non mi pare che Visco abbia i titoli per insegnare ai gatti ad arrampicarsi.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda ranvit il 07/12/2011, 12:14

non mi pare che Visco abbia i titoli per insegnare ai gatti ad arrampicarsi.



Ma come tutti "i sinistri" se ne arroga (?) il diritto....intellettuale :D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 08/12/2011, 10:40

franz ha scritto:Visco pero' dimentica (e qui vengo al secondo "ma") che lui è stato anche il fattore di una imposta (l'IRAP) istituita nel 1997 che viene da piu' parti indicata come uno dei fattori che ha bloccato la crescita dell'Italia, ferma proprio da 15 anni. Pur avendo un aspetto fortemente positivo perché sostituiva, abolandole, altre imposte (tra cui la patrimoniale per le aziende) il fatto che IRAP non contempli in deduzione il costo del personale, fa si' che colpisca in particolar modo le imprese ad alta intensità di manodopera riducendone la redditività. La qual cosa ha comportato, secondo me, la delocalizzazione di molte imprese italiane ad alta intensità di manodopera e basso valore aggiunto ed ha favorito il ricorso all'evasione proprio di tutte quelle piccole attività a basso valore aggiunto e alta intensità di manodopera. Insomma o sommerso o delocalizzazione ... non mi pare che Visco abbia i titoli per insegnare ai gatti ad arrampicarsi.


l'IRAP di danni ne ha fatti molti, colpisce in particolare le aziende che hanno molti lavoratori qualificati ad alto livello retributivo, ha disincentivato la mobilità in entrata dei ricercatori in Italia, perché per le univesità è un grosso costo non recuperabile.L'unico aspetto positivo: è difficile da evadere per quel 50% delle imprese italiane, che sulla carta, sono perennemente in perdita....ma qui penalizza le imprese oneste quando hanno una perdita reale a bilancio.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 08/12/2011, 13:33

trilogy ha scritto:l'IRAP di danni ne ha fatti molti, colpisce in particolare le aziende che hanno molti lavoratori qualificati ad alto livello retributivo, ha disincentivato la mobilità in entrata dei ricercatori in Italia, perché per le univesità è un grosso costo non recuperabile.L'unico aspetto positivo: è difficile da evadere per quel 50% delle imprese italiane, che sulla carta, sono perennemente in perdita....ma qui penalizza le imprese oneste quando hanno una perdita reale a bilancio.

Vero, e qui si dimostra come non sempre la lotta all'evasione è fatta bene e fa bene al paese. Usando strumenti sbagliati (come IRAP) si fa cassa ma si dannegga l'economia, lo sviluppo e le imprese oneste. Per questo dicevo che Visco non è titolato per dare lezioni a Monti e devo concludere che putroppo anche il governo Prodi ha avuto pessimi ministri (ovviamente "suggeriti" (leggi "imposti") dai partiti di riferimento.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 08/12/2011, 15:07

L'Irap è stata istituita nel 1997 e mai abrogata, nonostante otto anni di governi di centrodestra. Mentre mi pare che il rapporto deficit/pil sia migliorato proprio, e soltanto, durante governi di centrosinistra...


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 08/12/2011, 18:58

flaviomob ha scritto:L'Irap è stata istituita nel 1997 e mai abrogata, nonostante otto anni di governi di centrodestra. Mentre mi pare che il rapporto deficit/pil sia migliorato proprio, e soltanto, durante governi di centrosinistra...

Non è stata abrogata perché se non trovi un gettito equivalente, o tagli le spese, non puoi farlo.
Il rapporto deficit/pil e debito/pil non c'entra con l'IRAP. Verissimo che è migliorato sotto il centro sinistra (si parlava di pdoduttività e crescita, non di deficit e debito) e possiamo anche vedere perché
1) la spesa pubblica è stata tenuta sotto controllo http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en e chi ricorda sa che è avvenuto principalmente diminuendo l'onere degli interessi del debito pubblico, mentre ...
2) le imposte sono rimaste sempre piu' o meno li', a l 47-48% http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en
Quella che è mancata è la crescita, rispetti ai grandi ed ai paesi vicini. Guardando questo grafico, che paragona il PIL procapite a parità di potere d'acquisto, si vede bene che fino al 1996 circa, l'Italia cresce al ritmo degli altri: http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en ma che proprio in quegli anni c'è un rallentamento del ritmo (e la Spagna ci soprpassa). Non è certo tutta colpa dell'IRAP o del governo Prodi ma ricordo che nel 1998 era previsto di iniziare la "fase due", cioè dopo la stabiltà (ottenuta) doveva iniziare la stagione delle riforme ... mai viste, perché sappiamo come è andata con il Prof nel '98. Oggi siamo di nuovo qui, a riguadaganre stabilità, a caro prezzo. Poi?
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 16/12/2011, 7:29

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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 16/12/2011, 8:39

Non credo che la vignetta sia aderente al tema.
Infatti visto che lo stato toglie il 50% del PIL dalle tasche di chi lo produce (lavoratori, imprese, consumatori) senza dare molto in cambio (senza dare pappa) qui dovremmo raffigurare degli asini magri e scarni mentre chi ingrassa sono gli esponenti della casta e del potere (di primo e secondo livello).
A questo proposito torno volentieri sulla tua idea di soluzione "alla giapponese" tutta debito interno.
Proprio la situazione italiana spiega perché non è praticabile.
Per finanziare 2000 miliardi di debito bisogna prestare allo stato 2000 miliardi.
Per farlo occorre risparmiarli. Cioe' i singoli privati devono essere nella situazione in cui guadagano piu' di quello che spendono (o spendono meno di quello che guadagnano). Ma se In Italia si fa fatica ad arrivare alla quarta settimana (e qualcuno anche alla terza) dimmi un po' come possono prestare soldi allo Stato.
Se vedi la pressione fiscale giapponese (attualmente 29%, prevista 32) rispetto alla nostra (attualmente 46, previsti 48) comprendi come le tasche dei giapponesi siano piu' piene delle nostre.
Qui il grafico: http://www.google.it/publicdata/explore ... l=en&dl=en
Da noi solo i ricchi potrebbero prestare soldi allo stato (se non li tartassi troppo) e gli interessi quindi sarebbero pagati soprattutto dai poveri, che pagano tasse ma non ricevono interessi dai bot perché sono troppo poveri per comprarli).
Oggi la ricchezza italiana non basta per finanziare il debito e quindi per buona metà si ricorre ai ricchi esteri (banche e privati).
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