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Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

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Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 05/12/2011, 12:18

L’ANALISI
Basta che funzioni
Macroeconomisti in crisi. D’identità

Ma come hanno fatto gli economisti a sbagliare in modo così grossolano? Se lo chiede (The Profession and the Crisis, Eastern Economic Journal, 2011) uno tra i più eminenti di loro, il Nobel di Princeton Paul Krugman. E la risposta non risiede in una scontata critica delle proprietà predittive della macroeconomia; ma in una feroce disamina dell'incapacità della professione di giustificare la propria ragione d'essere mostrando di avere soluzioni valide per reagire alla crisi.

E' una battuta ricorrente quella per cui l'unica virtù delle predizioni economiche è di fare apparire rispettabile anche l'astrologia. Eppure, non sarebbe leale incalzare gli economisti per non avere saputo prevedere. Il loro torto maggiore è stato non aver saputo adempiere alla loro funzione sociale una volta che la crisi ci ha fulminati.

Se prima della crisi era sufficiente che il peso della stabilizzazione macroeconomica fosse sostenuto della politica monetaria, ora è evidente che non lo è più. La crisi ha richiesto che la professione pensasse fuori dagli schemi dominanti per proporre azioni pertinenti e ben ponderate, «ma è venuto fuori che non è in grado di farlo». E neppure gli economisti sono in grado di aggrapparsi a vecchie-nuove idee (tipo le politiche keynesiane della domanda?) perché non le conoscono più, essendo state osteggiate dall'establishment per quarant'anni. Senza futuro e senza memoria del passato, la professione sarebbe piombata in un nuovo Medio Evo.

Come si è arrivati a ciò? Gl i economisti avrebbero deragliato per aver scambiato bellezza e rigore formale per verità. Eppure, l'ambizione universalista delle scienze mature, fisica compresa, negli anni recenti è stata sottoposta a stringenti critiche. Anche le migliori ipotesi scientifiche forniscono predizioni accurate solo in contesti determinati e grazie a un duro lavoro sperimentale che spesso impone dei correttivi ad hoc.

Ansiosi di vedere riconosciuta la propria scientificità, gli economisti hanno matematizzato rapidamente il proprio linguaggio, dimenticando che il rigore formale conta poco o nulla se divaricato dalla ricerca applicata. Quando arriva il momento delle scelte di politica economica, c'è sempre una soluzione formale, plausibile e … sbagliata. Se la professione vorrà cercare soluzioni alla crisi dovrà «sporcarsi le mani» con individui non perfettamente razionali e con mercati non perfettamente efficienti. Per dirla con Larry Summers: «E' pieno di idioti là fuori. Guardati in giro!».

L'analisi teorica in economia gode ancora e nonostante tutto di un prestigio sproporzionato che non trova riscontro in nessun'altra disciplina scientifica applicata. Questa crisi richiede di ribilanciare il rapporto tra teoria ed evidenza. Certo la Idiots Economics avrebbe un fascino meno irresistibile, ma, giunti a questo punto, basta che funzioni.

Matteo Motterlini

Corriere.it

http://www.corriere.it/economia/fondi/1 ... bb0f.shtml


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 05/12/2011, 16:17

flaviomob ha scritto:L’ANALISI
Basta che funzioni
Macroeconomisti in crisi. D’identità

[..] Gli economisti avrebbero deragliato per aver scambiato bellezza e rigore formale per verità. Eppure, l'ambizione universalista delle scienze mature, fisica compresa, negli anni recenti è stata sottoposta a stringenti critiche. Anche le migliori ipotesi scientifiche forniscono predizioni accurate solo in contesti determinati e grazie a un duro lavoro sperimentale che spesso impone dei correttivi ad hoc.

Ansiosi di vedere riconosciuta la propria scientificità, gli economisti hanno matematizzato rapidamente il proprio linguaggio, dimenticando che il rigore formale conta poco o nulla se divaricato dalla ricerca applicata. Quando arriva il momento delle scelte di politica economica, c'è sempre una soluzione formale, plausibile e … sbagliata. Se la professione vorrà cercare soluzioni alla crisi dovrà «sporcarsi le mani» con individui non perfettamente razionali e con mercati non perfettamente efficienti. Per dirla con Larry Summers: «E' pieno di idioti là fuori. Guardati in giro!».[..]
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E' un argomento molto interessante . Quello evidenziato dall' articolo è uno dei problemi.
Un altro aspetto è che che siamo in presenza di sistemi caotici e quindi pressochè imprevedibili, se non nel breve periodo.
Piccole variazioni alle condizioni iniziali provocano effetti completamente differenti.
Hai delle fasi di stabilità che illudono che tutto sia semplice e lineare, poi delle violente fasi di transizione (come quella iniziata nel 2007 e ancora in atto) che rendono molto difficile capire il percorso che verrà seguito dagli eventi e il risultato finale che ne verrà fuori.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda pianogrande il 05/12/2011, 16:47

Sì.
Discorso interessante ma non posso fare a meno di sorridere sul fatto che la nostra attuale crisi possa in qualche modo essere riferita a previsioni sbagliate di qualche grande economista.
I miei nonni e i miei bisnonni e giù fino ai miei nipoti, lo sapevano e lo sanno benissimo che, a far debiti, prima o poi arriva qualcuno che chiede che vengano onorati.
Una volta, i mercati potevano essere il droghiere o il pizzicagnolo (gente che, magari, i mercati li faceva in modo ambulante.
Adesso sono creditori nazionali o internazionale (tra l'altro, molto più ambulanti di quelli di una volta) ma non è che la sostanza cambi molto.
La nostra classe dirigente è stata una classe di ladri o, quanto meno, di somari.
I grandi economisti c'entrano molto poco.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 05/12/2011, 20:03

pianogrande ha scritto:I miei nonni e i miei bisnonni e giù fino ai miei nipoti, lo sapevano e lo sanno benissimo che, a far debiti, prima o poi arriva qualcuno che chiede che vengano onorati.
...
I grandi economisti c'entrano molto poco.

Appunto ed è stata la "politica della domanda", di kyenesiana memoria, che punta a sostenere i consumi con denaro a basso costo, indebitamento, stampa di carta moneta per sostituire il risparmio mancante ... acreare le crisi.
Crisi che ovviamente si sapeva che sarebbero avventute ma non esattamete quando.
Crisi che i keynesiiani non volevano vedere, convinti che le loro politiche, se ben guodate, non avrebbero portato a crisi.
C'è un aspetto erroneo in quanto sostiene l'articolista (che dubito sia un economista).
Quando dice che le politiche keynesiane sono state osteggiate per quarant'anni. Dimentiche che gli ultimi governatore della federale reserve sono stati keynesiani ma è vero che per molto tempo quelle politiche sono state messe nel cassetto vistri i disastrio fatti. Peccato che siano risorte nel 2000 circa, creando tutta una serie di problemi tra cui pero' NON c'entrano quelli italiani.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 06/12/2011, 7:04



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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 06/12/2011, 8:46

le cifre sotto sono in percentuale sul PIL. In media i debiti tra stati, imprese, famiglie, nei vari paesi è del 314%.
Il mix debito cambia,ma ovunque si oscilla tra il 250% -350% del PIL

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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda franz il 06/12/2011, 9:08

trilogy ha scritto:le cifre sotto sono in percentuale sul PIL. In media i debiti tra stati, imprese, famiglie, nei vari paesi è del 300%.

C'è chi sosteneva che il risparmio era dannoso per l'economia, perché non tutto si trasformava in investimenti.
Chi sosteneva che era meglio il debito, per sostenere l'economia stessa.
Il famoso "defict spending".
Tra l'altro l'aspetto ironico della questione è che uno che non ha debiti, ma è circondato da altri che hanno debiti enormi, non se la passa bene. Non si riescono a fare buoni affari se tutti sono indebitati, perché non ci si fida piu' l'uno dell'altro ed il denaro perde valore. Questo gli economisti non keynesiani lo sanno ed hanno sempre detto dove queste politiche avrebbero portato. Di fatto pero' i politici tendono a fare debiti perché in fondo la politica altro non fa che prelevare soldi da chi li ha guadagnati per spenderli (sostengono) meglio. E siccome ci credono, spendono anche piu' di quanto incassano. I risultati si vedono ed invece di chiedere conto agli economisti dovremmo chiedere conto ai politici.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda flaviomob il 06/12/2011, 13:53

Perché il Giappone, molto più indebitato dei paesi dell'area euro, non è sotto attacco?


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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda ranvit il 06/12/2011, 14:00

flaviomob ha scritto:Perché il Giappone, molto più indebitato dei paesi dell'area euro, non è sotto attacco?



Se ho capito bene il debito pubblico giapponese è tutto nelle mani dei giapponesi.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Basta che funzioni, ovvero l'astrologia della finanza

Messaggioda trilogy il 06/12/2011, 14:07

flaviomob ha scritto:Perché il Giappone, molto più indebitato dei paesi dell'area euro, non è sotto attacco?


perchè i giapponesi risparmiano moltissimo poi depositano i soldi alle poste, le poste finanziano il debito pubblico che non rende nulla. Gli investitori internazionali i titoli pubblici giapponesi li usano solo per speculare sul cambio dollaro/yen o euro/yen. In genere la speculazione internazionale in giappone va per indebitarsi e montare le cosiddette operazioni di carry trade = t'indebiti dove il denaro costa meno e lo reinvesti dove rende di più.
Se il tasso di cambio non varia si guadagna molto bene, se ci sono forti variazioni nella direzione sbagliata, ci si lascia le penne. :mrgreen:
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