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Riapre il parlamento padano.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Riapre il parlamento padano.

Messaggioda pianogrande il 14/11/2011, 23:53

Ragazzi!
Riapre il parlamento padano!
Speriamo che abbiano moltissimo da discutere.
Se vogliono, gli porto anche qualcosa da mangiare purché non vengano fuori a rompere le scatole alle persone serie.
Se sono a corto di argomenti da discutere, posso dare qualche suggerimento.
1) Le ampolle per l'acqua del Po debbono essere trasparenti e colorate?
Trasparenti ed incolori?
Incolori ed opache?
Forse debbono essere opache e trasparenti.
Se si buttano su questo dilemma siamo al sicuro per un po'.
Buon lavoro.
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Re: Riapre il parlamento padano.

Messaggioda ranvit il 15/11/2011, 9:09

Buffonate che questa volta saranno punite anche dagli elettori...padani!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Riapre il parlamento padano.

Messaggioda pianogrande il 15/11/2011, 10:23

Buffonate che vengono prese sul serio da chi pensa di trovarci il suo interesse.
Mi rifiuto di pensare che la gente sia così sprovveduta da andare dietro a queste carnevalate con profonda convinzione e senza una notevole paura del ridicolo.
Si conferma solo il fatto che tutto ha un prezzo.
In questo caso, il prezzo da pagare è arrossire un po' vestendosi con le corna e legiferando su dialetti e tiri alla fune intanto che altri pensano alle cose serie e lavorano anche per loro.
La ricompensa è: repressione dei diritti degli immigrati, evasione fiscale, quote latte e simili etc. etc.
Il guaio è che più diventano ridicoli più si isoleranno.
Abbiamo trovato la vera e pragmatica radice del razzismo.
Chi non fa ridere come noi (anzi, può ridere di noi) non lo vogliamo.
In realtà, poi, lo vogliono, perché gli fa comodo, ma in posizione emarginata.
Non c'è solo Berlusconi a far ridere dell'Italia.
Speriamo, per la nostra immagine, che il fenomeno si perda nelle nebbie.
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Re: Riapre il parlamento padano.

Messaggioda matthelm il 15/11/2011, 13:55

Concordo.
Un po' alla volta tutti capiranno chi sono questi ridicoli e incredibili padani.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Riapre il parlamento padano.

Messaggioda franz il 15/11/2011, 15:03

pianogrande ha scritto:Buffonate che vengono prese sul serio da chi pensa di trovarci il suo interesse.

Al Nord gli interessi sono un po' nei BOT (i maggiori detentori interni sono li') e molto anche nelle pensioni di anzianità (lo stock è praticamente tutto al Nord). La Lega pero' mettendosi all'opposizione non puo' difendere nulla. Se Monti fa un buon lavoro difenderà i BOT e sacrificherà le prossime pensioni di anzianità ma non le attuali. Ma anche un piccolo taglio delle pensioni di anzianità in essere è meglio che perdere il 50% dei BOT in banca.
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Re: Riapre il parlamento padano.

Messaggioda gabriele il 16/11/2011, 15:15

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Buffonate che vengono prese sul serio da chi pensa di trovarci il suo interesse.

Al Nord gli interessi sono un po' nei BOT (i maggiori detentori interni sono li') e molto anche nelle pensioni di anzianità (lo stock è praticamente tutto al Nord). La Lega pero' mettendosi all'opposizione non puo' difendere nulla. Se Monti fa un buon lavoro difenderà i BOT e sacrificherà le prossime pensioni di anzianità ma non le attuali. Ma anche un piccolo taglio delle pensioni di anzianità in essere è meglio che perdere il 50% dei BOT in banca.



La geografia delle pensioni in Italia: il 65% delle anzianità va al Nord
di Gianni Trovati
25 ottobre 2011

Pensioni di anzianità al Nord, assegni sociali e invalidità civili al Sud. Bisogna partire da queste coordinate geografiche per capire i contrasti di interessi che stanno agitando il dibattito sulla previdenza all'interno della maggioranza.

A spostare a Nord il baricentro previdenziale sono le pensioni di anzianità, caratterizzate da una distribuzione che la geografia industriale del Paese fa intuire facilmente ma che i numeri dei censimenti Inps rendono più plateale. Gli assegni di anzianità erogati ogni mese dall'Istituto di previdenza sono poco meno di 4 milioni, ma per due terzi si concentrano nelle Regioni del Nord e la Lombardia da sola ne accumula quasi un milione. In rapporto alla popolazione, la densità massima si raggiunge in Piemonte, con più di 100 assegni ogni mille abitanti, seguito a ruota da Emilia Romagna e, appunto, Lombardia: in Campania e Calabria, per fare un confronto, lo stesso rapporto si ferma sotto quota 25 assegni per mille abitanti, con una densità quattro volte inferiore a quella piemontese.

Le coordinate della previdenza, non solo quelle geografiche, non possono lasciare indifferenti i 30-40enni, soprattutto i parasubordinati e i "discontinui" (vale a dire, con periodi non coperti da contribuzione), i quali sperano che un'eventuale riforma possa servire a finanziare un ridisegno delle regole e non solo a tamponare i conti pubblici. Sui quali la spesa previdenziale pesa come un macigno, che - per le sole pensioni di vecchiaia e anzianità dell'Inps vale oltre 125 miliardi all'anno, di cui una grossa fetta pagati a persone di età fra i 45 e i 59 anni.

Certo, i dati dell'Inps interessano molto la politica, sempre più ancorata a riferimenti territoriali (non solo in casa leghista) e ansiosa di dover spiegare agli elettori di casa propria le ragioni delle diverse scelte. Il problema non sono tanto i titolari delle pensioni attuali; il punto sono le aspettative a breve-medio termine dei lavoratori dipendenti, soprattutto del settore privato dove si concentra l'ampia maggioranza delle anzianità, che si stanno avvicinando all'età di uscita dal lavoro e si vedrebbero imporre i tempi supplementari, con scaloni non indifferenti se dovessero avere la meglio le ipotesi più drastiche sul tramonto dell'uscita anticipata di anzianità.

I "rapporti di forza" territoriali fra le diverse categorie previdenziali dipendono dal profilo locale del mondo del lavoro: se la pensione di anzianità è il "prodotto tipico" del lavoro dipendente nel settore privato, quella di vecchiaia ha caratteristiche più universali, e di conseguenza è meno unidirezionale. In Molise, dove la pensione di vecchiaia raggiunge la diffusione più intensa, arrivano 36mila assegni ogni mese, uno ogni 113 abitanti: il doppio esatto rispetto a quello che succede nelle anzianità, dove Campobasso e dintorni viaggiano poco sotto la media nazionale.

La prevalenza meridionale, invece, è netta quando si passa agli assegni sociali e a quelli destinati all'invalidità civile. Se sul primo versante la ragione è ovvia, e dipende proprio dalla stessa struttura produttiva debole che spiega la carenza di pensioni di anzianità, il secondo fatica ancora a trovare una spiegazione logica "ufficiale". Le ondate di controlli alimentate negli ultimi tre anni dall'Inps per revocare le false pensioni di invalidità hanno avuto effetti importanti, limando il monte di assegni dai 3,2 milioni che si registravano nel 2008 ai 2,78 milioni attuali. A non cambiare, però, è la distribuzione territoriale dell'intervento, che con l'eccezione dell'Umbria, è tutta puntata a Sud.

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e- ... d=AayS4jFE
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