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Fisco, una fuga da 100miliardi!..Tornelli ai commercialisti?

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Fisco, una fuga da 100miliardi!..Tornelli ai commercialisti?

Messaggioda gabry il 28/10/2008, 15:19

Alcuni dati su evasione e recupero dell'evasione.
Metteranno anche i tornelli ai commercialisti?

ciao
gabry


dal corriere.it

Chi non paga le tasse
Fisco, una fuga da 100 miliardi
A tanto ammonta, ogni anno, l’evasione in Italia I mille trucchi dei contribuenti per evitare le tasse


Nel 2007 è stato un record. Dai contribuenti infedeli smascherati dagli ispettori del fisco, piovono in un solo anno 6,3 miliardi di euro, il 50% in più rispetto al 2006. Nei primi quattro mesi di quest’anno, altro record: 800 milioni recuperati dall’Agenzia delle Entrate, il 24% in più rispetto all’anno prima. Tanto? Pochissimo, se si pensa che secondo il governo e le sue agenzie, l’evasione fiscale in Italia ammonta alla bellezza di almeno 100 miliardi l’anno, secondo i dati del ministero dell’Economia. Sono cifre ovviamente stimate, e per difetto. Secondo l’Istat, l’economia sommersa in Italia conterebbe per almeno il 20% del prodotto interno lordo, la bellezza di 280 miliardi. E secondo altre stime, ancora di più. In ogni caso, in Italia, l’evasione fiscale è pari al triplo di quella che c’è nei paesi europei più abili nella lotta al nero, e il doppio della media europea. Se si riuscisse a far pagare le tasse a tutti, ma anche ad incassare solo la metà di quei 100 miliardi evasi, l’Italia sarebbe un paese diverso.

Si potrebbe, per esempio, raddoppiare la spesa per la ricerca che ci vede all’ultimo posto tra i paesi industrializzati, oppure, volendo, aumentare del 45% tutte, ma proprio tutte le pensioni. È molto probabile, però, che tutto questo resti un sogno. L’enorme diffusione del fenomeno, ma soprattutto l’incredibile ingegnosità degli italiani nello sfuggire al fisco non lasciano grandi speranze. Furbizia e sfacciataggine nei confronti del fisco sono il pane quotidiano per tantissimi italiani, che nel corso degli anni hanno applicato la loro proverbiale fantasia in una serie di truffe, garbugli ed espedienti senza pari al mondo. Un campionario quasi imbarazzante, ben descritto da Roberto Ippolito nel suo libro Evasori. Chi come quanto che uscirà domani in libreria, per l’editore Bompiani. Una sorta di manuale dell’evasione e dell’elusione fiscale, messo insieme spulciando centinaia di articoli di giornale, senza la pretesa di trarne conclusioni.

Del resto, cosa si può dire di fronte ad alcuni dei casi segnalati da Ippolito, come quello dei materassi «gratuiti» allegati a riviste con un prezzo di copertina di 2 mila euro, per sfruttare il regime fiscale agevolato per l’editoria e pagare un’Iva del 4% e non del 20%? Oppure dei circoli culturali che, sempre per sfruttare il regime fiscale decisamente più favorevole, nascondono vere e proprie attività economiche, magari da 800 mila euro l’anno di ricavi, come quella scoperta ad Oristano dalla Guardia di Finanza? La creatività italiana si conferma senza confini. Servono clienti? Si inventano: a Giulianova, un’azienda che opera nella telefonia mobile è riuscita ad evadere 26 milioni di euro con false fatturazioni. E per essere ancor più credibili nei confronti del fisco, che cosa escogitano? Una richiesta di rimborso all’erario per la bellezza di 5 milioni di euro. Rara impudenza? Tutt’altro: si usa così anche in famiglia.

Nel libro si racconta dei due coniugi di San Donà di Piave, che simulano la donazione alla figlia di due terreni con un valore pari alla plusvalenza da tassare, 250 mila euro. Peccato che solo pochi giorni dopo la sveglia ragazza rivenda i terreni per la stessa cifra, non generando alcuna plusvalenza, né tassa da pagare. Tutti beccati in flagrante, ma solo per una leggerezza: gli assegni degli acquirenti finali, infatti, finiscono direttamente nel conto corrente di mamma e papà. In Italia non è difficile incontrare il precario con la Porsche, la pensionata settantacinquenne che dichiara mille euro al mese e si fa una piscina da trentamila euro, l’idraulico che dichiara 3 mila euro l’anno, ma gliene scoprono 350 mila. Casi isolati, forse. Gli studi di settore, che servono a far pagare le tasse ai lavoratori autonomi sulla base di un reddito presunto, dicono ben altro.

Parlano di 100 mila contribuenti, ad esempio, che scontano l’acquisto di beni strumentali senza però dichiararne il possesso. E tra questi: 3.329 ristoranti senza cucina o tavolini, 480 farmacie senza scaffali, 555 lavanderie senza lavatrici, più di 5 mila tecnici installatori senza pinze e cacciaviti, 360 laboratori di analisi senza strumenti. Addirittura 137 tassisti senza taxi! Anche gli ispettori del fisco si stanno attrezzando, con l’ingegno, per far fronte all’emorragia di tasse che colpisce l’Italia. In Liguria, per esempio, quasi 10 mila contribuenti «sospetti» sono finiti nel mirino dell’amministrazione fiscale, che sta completando i controlli in queste settimane. Come si è arrivati a loro? Incrociando le dichiarazioni dei redditi con i dati sui clienti raccolti in 33 agenzie di viaggio, nelle case d’asta della regione, negli aeroclub, nei centri estetici.

Per trovare i falsi poveri si cerca nel mucchio, come ha fatto l’Agenzia delle Entrate in Liguria, ma si può anche fare qualche indagine mirata. Come quella sui medici in Sicilia, da cui emerge che 100 su 250 non risultano in regola con il fisco. Oppure quelle che la Guardia di Finanza effettua ormai regolarmente sugli scontrini fiscali degli esercizi commerciali. Ma c’è poco che si può fare di fronte a casi come quello di un negoziante sardo che ha sempre rilasciato sorridente lo scontrino ai suoi clienti. Mai una volta colto in fallo. Senonché il nostro pasticcere, per ben sette anni si è «dimenticato» di presentare la denuncia dei redditi. Con mezzo milione di euro di tasse evase. Del resto, le probabilità di essere controllati sono remote. Secondo alcuni studi, ogni evasore correrebbe questo rischio seriamente solo una volta ogni sedici anni. E da noi non esiste una forma di controllo sociale del fenomeno: la riprova è il putiferio che ha accompagnato in primavera la diffusione delle dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani su Internet, subito oscurate per la tutela della privacy.

La coscienza civile non aiuta, insomma. E anche la macchina dei controlli, benché faccia progressi enormi, non riesce a tenere il passo dell’evasione. Basti pensare al contenzioso. Anche quando il fisco riesce a spuntarla in diritto, impiega un tempo infinito per recuperare il maltolto. Il verdetto finale dei processi tributari arriva in media dopo quattro anni. E a conti fatti il bilancio è misero: su 44 miliardi di evasione accertata, le somme effettivamente recuperate dallo Stato si fermano al 7,3%. Come dire che il 92,7% di chi viene beccato la fa comunque franca.

Mario Sensini
28 ottobre 2008
gabry
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Re: Fisco, una fuga da 100miliardi!..Tornelli ai commercialisti?

Messaggioda franz il 28/10/2008, 19:45

gabry ha scritto:Alcuni dati su evasione e recupero dell'evasione.
Metteranno anche i tornelli ai commercialisti?

Puo' darsi ma è bene considerare che il grosso dell'evasione (lavoro nero e sommerso) non è fatto con l'ausilio di commercialisti (caso mai questi aiutano nel campo dell'elusione) ma viene fatto e basta.

Qui parliamo di una mole stimata tra 7 ed 11 milioni di lavoratori.
Non sono forzatamente professionisti e dirigenti d'azienda e attigani. Ci sono, sicuro, ma sono solo una parte.
Il grosso, sul piano volumetrico è dato da lavoratori dipendenti in nero, che fanno un doppio o triplo lavoro.
Insegnanti statali, pensionati di anzianità e vecchiaia che continuano a lavorare in nero, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione, stranieri non in regola. Questi non vanno dal commercialista. Evadono e basta.

La favola che i lavoratori dipendenti pagano fino all'ultimo è una "bugia bisognosa" fatta per coprire una realtà grave.
Se ci fossero i controlli, quelli che non si fanno nemmeno per gli incidenti sul lavoro, questo emergerebbe con forza.

Non possiamo illuderci. Se il sommerso arriva al 26...27...28% del PIL, significa che ogni famiglia è coinvolta in qualche modo e che la mole riguarda decine di milioni di lavoratori. Una buona metà sono dipendenti.

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Re: Fisco, una fuga da 100miliardi!..Tornelli ai commercialisti?

Messaggioda franz il 29/10/2008, 11:09

Poca fiducia nel fisco, l'evasione cresce del 6%

Il "vampiro" Visco, come lo chiamavano i maligni, non c’è più. E i furbi hanno capito che ora possono stare un po’ più tranquilli. Non è un caso, infatti, se l'Associazione Contribuenti Italiani dice che ormai solo un italiano su sei ha fiducia nel fisco. È il risultato di un sondaggio effettuato dallo Sportello del Contribuente su un campione di quasi seimila italiani. Solo un migliaio di loro ha dichiarato di aver fiducia e considerazione del fisco, il resto, l’81 per cento, sostanzialmente o è contrario alle tasse o peggio se ne frega.

Di contro, com’è logico, è ricominciata ad aumentare l’evasione fiscale. A ottobre, sempre secondo Contribuenti.it, il numero di chi approfitta del “nero” è salito di più del 6 per cento. Il problema, fa capire l’associazione, è proprio la fiducia: se hai paura di essere scoperto non evadi, se sai che lassù chiuderanno un occhio, ci provi. La "reverenza" nei confronti del fisco, dalle nostre parti, è finita da un po’. Ma il dato negativo che si registra a ottobre 2008, spiegano, «è da attribuirsi alla percezione da parte dei contribuenti che sono state sottratte risorse a favore delle famiglie, come il bonus occupazione o i fondi per la scuola, per destinarli alle banche ed alle grandi imprese».

Insomma, è un effetto reale delle politiche economiche del governo Berlusconi: «Bisogna da subito pensare alle famiglie ad ai consumatori – riflettono da Contribuenti.it – sostenendo i consumi, anzichè aiutare le grandi imprese. È prioritario rifinanziare il bonus occupazione per tutte le famiglie e le piccole e medie imprese che hanno assunto in questi mesi personale contando sugli incentivi e che ora si vedono costretti a licenziare».

Pochi giorni fa l’Unione Europea ci ha già riconosciuto il triste primato: siamo il paese che evade di più, quello dove non viene dichiarato il 48 per cento dei redditi. Dietro di noi, ci sono la Romania, la Bulgaria, l’Estonia, la Slovacchia, tutti paesi dove si evade meno del 40 per cento.

Pubblicato il: 25.10.08
Modificato il: 26.10.08 alle ore 20.16



Commento:
Pensare di rilevare gli aumenti dell'evasione su base mensile (addirittura con 2 decimali) è ovviamente una solenne stupidata.
Andando su contribuenti.it si trova questo comunicato:
ROMA - A ottobre l'indice di fiducia dei contribuenti italiani scende a quota 17,96, ed aumenta ulteriormente l'evasione fiscale del 6,14%. Lo rileva Contribuenti.it, l'Associazione Contribuenti Italiani, che con lo Sportello del Contribuente monitora costantemente la fiducia dei contribuenti nei confronti dell'amministrazione finanziaria. Il sondaggio effettuato dallo Sportello del Contribuente, rileva nel mese di ottobre un calo di fiducia dei contribuenti italiani dell'2,18%: ormai solo un italiano su sei ha fiducia nel fisco.
Su 5918 voti, 1063 (pari al 17,96%) sono a favore del fisco, mentre 4855 (pari a 81,04%) contro.
"E' il peggior dato registrato dal governo Berlusconi, solo il governo Prodi nel maggio 2008 fece peggio con 16,42% - afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Il dato negativo e' da attribuirsi alla percezione da parte dei contribuenti che sono state sottratte risorse a favore delle famiglie, come il bonus occupazione o i fondi per la scuola, per destinarli alle banche ed alle grandi imprese.”
"Bisogna da subito pensare alle famiglie ad ai consumatori - prosegue Carlomagno – sostenendo i consumi, anzichè aiutare le grandi imprese. E’ prioritario rifinanziare il bonus occupazione per tutte le famiglie e le PMI che hanno assunto in questi mesi personale contando sugli incentivi e che ora si vedono costretti a licenziare.”

L’ufficio stampa

FONTE: CONTRIBUENTI.IT

Gli amici di noiseformamerika hanno condotto una indagine per capire su che base metodologica venisse fatto il calcolo, scoprendo che non esiste alcun calcolo serio economico (come quelli di Shneider) ma solo un indice soggettivo di fiducia nella amministrazione tributaria. Se cala la fiducia, evado di piu'? Calcoliamo l'evasione sulla base di quello che ci raccontano i possibili evasori? Ma daiiii!
Potete seguire il thread su NoiseFromAmerica.org

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Re: Fisco, una fuga da 100miliardi!..Tornelli ai commercialisti?

Messaggioda franz il 29/10/2008, 11:24

Puo' essere interessante vedere, anche alla luce dell'imminente federalismo fiscale, come viene regionalizzata la spesa pubblica e come sono ripartibili le entrate tributarie, regione per regione.

C'è una tabella, prodotta dalla Ragioneria Generale dello Stato, e pubblicata sul blog dei prof e ricercatori italiani in america.
http://www.noisefromamerika.org/index.p ... d%27Italia

Sullo stesso blog c'è una interessnate analisi dell'evasione a livello regionale:
http://www.noisefromamerika.org/index.p ... ne_fiscale
dove emerge che, per l'IRAP, l'evasione era cosi' suddivisa (dati Agenzia delle Entrate)
irap.jpg
Analisi dell’evasione fondata sui dati IRAP
Anni 1998- 2002
irap.jpg (140.18 KiB) Osservato 2264 volte


Il documento completo (PDF) è qui: http://www1.agenziaentrate.it/ufficiost ... rap-06.pdf

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