Ribelli? Scontenti?
Sei deputati eletti nel Pdl (Roberto Antonione, Isabella Bertolini, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Giorgio Stracquadanio) scrivono questa lettera:
http://www.notapolitica.it/liveblogging.aspx?id=2775
"Signor presidente del Consiglio,
alla vigilia di decisioni cruciali per l'Europa e per l'Italia, rivolgiamo a Lei un ultimo, accorato e amichevole appello perché gli impegni che Lei ha assunto nel Suo ruolo di titolare della responsabilità di governo a nome dell'Italia siano immediatamente realizzati. Come ha richiamato il capo dello Stato nella sua nota di martedì, anche noi siamo convinti del fatto che l'Italia può contare su un ampio arco di forze sociali e politiche consapevoli della necessità di una nuova prospettiva di larga condivisione delle scelte che l'Europa, l'opinione internazionale e gli operatori economici e finanziari si attendono con urgenza.
Siamo convinti, come Lei, che la legittimazione della guida del governo - ma non dell'esecutivo nel suo insieme - nasca dalle urne, attraverso la libera espressione del voto popolare, secondo le regole stabilite anche dalla legge elettorale.
Tutti noi siamo stati con Lei sin dalla Sua discesa in campo, una scelta difficile che ha consentito quasi vent'anni fa di evitare che l'Italia potesse andare incontro a un destino illiberale. Della Sua opera l'Italia intera non può che esserLe grata. Tutti noi abbiamo sempre sostenuto con entusiasmo e convinzione la Sua azione politica, nella certezza che il Suo progetto di modernizzazione del Paese fosse, prima ancora che condivisibile, necessario per portare l'Italia fuori dal baratro del crescente debito pubblico a cui il sistema dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica ha condotto l'Italia e che oggi rappresenta il primo dei problemi. Lei, come ciascuno di noi nel nostro quotidiano lavoro di deputati, è consapevole del fatto che la base di consenso parlamentare dell'attuale esecutivo è del tutto inadeguata a realizzare la difficile agenda di impegni sottoscritti di fronte alle istituzioni sovranazionali europee, al Parlamento e al popolo italiani.
Lei, come ciascuno di noi, è consapevole del fatto che l'attuale esecutivo è inadeguato al difficile compito, anche a ragione delle insanabili divisioni strategiche che lo attraversano. Per questi motivi Le chiediamo di assumere una iniziativa adeguata alla situazione. Sia promotore di una nuova fase politica e di un nuovo governo che abbia il compito, da qui alla fine della legislatura, di realizzare l'agenda degli impegni sottoscritta con i partner europei e con essa le indicazioni venute all'Italia dalla Banca centrale europea da Lei opportunamente interpellata la scorsa estate.
Siamo convinti che, così facendo, potrà rispettare il mandato elettorale, gli impegni assunti con l'Europa e portare l'Italia fuori dalla crisi del debito. Come in altri momenti decisivi della Sua storia politica, Lei ha l'occasione di agire da uomo di Stato quale noi siamo convinti che Lei sia. Agisca subito, nelle prossime ore. Unisca il Paese in un impegno straordinario all'altezza dei problemi. In quel caso, e solo in quel caso, noi la sosterremo con la determinazione e l'abnegazione di sempre."
Quindi: Berlusconi deve rimanere Primo Ministro, ma non l'esecutivo nel suo insieme. Cioè un nuovo governo con altri ministri.
Il nuovo governo dovrebbe fare le cose promesse all'UE; cose, che non ha fatto finora, necessarie per superare la crisi che peraltro ha continuamente negato (anche oggi).
Perché Berlusconi non potrebbe farle con la squadra che c'è ora al governo? I firmatari non danno spiegazioni.
Forse pensano di essere loro, per caso, più in grado di aiutare il S.S. B. a governare? Questo sarebbe tutto il senso della lettera? Sarebbe troppo plateale, anzi indecente. Va be' che di questi tempi...
Nel dettaglio, alcune osservazioni:
- la fatidica 'discesa in campo' ha salvato l'Italia da un 'destino illiberale'. Va bè: al governo non sono andati quelli che mangiavano i bambini, però in che cosa sono stati liberali i governi di B., se le uniche liberalizzazioni le ha fatte Bersani?
- a 'portare l'Italia fuori dalla crisi del debito' dovrebbe essere un governo con la stessa guida di quello che, da gennaio 2009 a agosto 2011 (32 mesi), lo ha fatto aumentare di 232 mld di euro, dal 106% al 120% del PIL?
Spero che, se vendono patrimonio pubblico, non lo faccia lo stesso Tremonti, che con le Scip si è accontentato di un quarto del valore degli immobili 'svenduti'.
Insomma, non è resipiscenza; non è ravvedersi, riconoscendo espressamente il proprio errore di aver sostenuto un governo che peggio non si può.
Però ieri Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito Vitale sono passati all'Udc. Oggi Carlo Vizzini lascia il PdL.
Questa è resipiscenza, o hanno capito che così si garantiscono altrove la riconferma in Parlamento?