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La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lettere

Messaggioda franz il 26/10/2011, 22:52

Tra le rubriche fisse da predisporre, una sulle lettere tra BCE e Governo.


Ecco il testo integrale della lettera del governo italiano all'Unione europea. Si apre con un testo autografo: "Caro Herman, caro Josè Manuel..." rivolto ai presidenti del Consiglio Ue e della Commissione. La breve nota si chiude con un'altra nota autografa: "un forte abbraccio, Silvio".

"L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo.

Quest'estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all'aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.

Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente. La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l'intera area europea. Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell'area euro. Per quel che riguarda l'Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall'inizio della crisi una politica attenta e rigorosa". "Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi. Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli".

A. I FONDAMENTALI DELL'ECONOMIA

"Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione. Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l'estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l'aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012.

I dati relativi ai primi otto mesi dell'anno in corso sono coerenti con questi obiettivi. E' doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell'1,5% e non dell'1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009). Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l'Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%). In conclusione, nel 2010 l'Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.

B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA
Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita. Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori

Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese Entro 6 mesi, l'adozione di misure che favoriscano l'accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l'efficacia

Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione".

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo nord-sud che storicamente caratterizza e penalizza l'economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del pil del centro-nord italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

A riguardo, l'esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l'utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la commissione europea. Tale revisione consentirà un'accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell'uso dei fondi e una regia rafforzata, dove l'italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo.

Il programma straordinario per lo sviluppo del mezzogiorno è definito in maniera evocativa "eurosud" e nasce dalla convinzione che la crescita del sud è la crescita dell'italia intera.

Il governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle raccomandazioni del consiglio del 12 luglio 2011 sul programma nazionale di riforma dell'italia.

Esso si basa su una più forte concentrazione dei programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione). Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il ministro delegato alle politiche di coesione, il commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione.

Tale piano d'azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

a) promozione e valorizzazione del capitale umano

b) efficientamento del mercato del lavoro;

c) apertura dei mercati in chiave concorrenziale;

d) sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;

e) semplificazione normativa e amministrativa;

f) modernizzazione della pubblica amministrazione;

g) efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;

h) accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;

i) riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.


a) Promozione e valorizzazione del capitale umano. L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l'anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell'arco d'un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.
Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall'ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l'obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d'onore.

Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

b) Efficientamento del mercato del lavoro E' prevista l'approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.

1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l'occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c.
del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.
2. Entro maggio 2012 l'esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell'uso dei "contratti para-subordinati" dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

c) Apertura dei mercati in chiave concorrenziale Entro il primo marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell'Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali.

"Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell'assicurazione obbligatoria sui veicoli. Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all'interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all'esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l'immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi.
....
Testo completo su
http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... ref=HREA-1
http://www.corriere.it/economia/11_otto ... 9559.shtml
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda cardif il 26/10/2011, 23:38

"caro qua, caro là"
Ma che è, una lettera ad personam?
mo' la leggo, qualcosa che non va la troverò ...
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 10:03

Sembra il libro dei sogni....ma se attuata veramente non è male. Io avrei fatto altro ma è innegabile che la Ue l'abbia avuto ragione ad accettarla...
...salvo buon fine :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda flaviomob il 27/10/2011, 10:15

Le borse europee semrano (alle 10.14) reagire bene... http://www.borsaitaliana.it/homepage/homepage.htm


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 13:29

flaviomob ha scritto:Le borse europee semrano (alle 10.14) reagire bene... http://www.borsaitaliana.it/homepage/homepage.htm



Ovvio! Hanno cercato di fregarci ma, bisogna ammetterlo, il governo italiano ha reagito bene! Chissà cosa avrebbero combinato, in questa circostanza, i ns amici del Cs...si sarebbero cagati sotto :D

Naturalmente ora bisognerà vedere se realizzeranno quanto detto :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda Iafran il 27/10/2011, 13:58

Allora ... abbiamo o non abbiamo un signor "megapremier"?

W il "megapremier" e tutti i ... suoi sostenitori!
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda flaviomob il 27/10/2011, 16:57

il cs ci ha portato nell'euro, il cd ci ha portato nella cacca... :lol:

Juncker: "L'Italia sarà obbligata a grandi sforzi". Succede sempre quando devi espellere uno stronzo.

[spinoza]


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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 18:15

L'avevo detto prima io: Sembra il libro dei sogni.... :D

Ma, insomma, la sensazione è che lasci a qualcun altro gli impegni presi :D



http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ref=HREA-1

L'EDITORIALE
Il libro dei sogni
di MASSIMO GIANNINI

IL "LIBRO DEI SOGNI" di un premier che non fa più sognare. Il manifesto di politica economica di un governo che non può più governare. Il piano anti-crisi, illustrato da Berlusconi alla Ue, dissolve i sorrisi ironici di Sarkozy e della Merkel. Ma non risolve i problemi drammatici del Paese. Né sul fronte interno, né sul fronte internazionale. L'Europa chiede decreti legge. L'Italia offre pezzi di carta. L'Europa invoca misure concrete. L'Italia evoca promesse future. Con la sceneggiata di Bruxelles, il Cavaliere compra un po' di tempo. Ma il tempo, ormai, lavora contro di lui.

La lettera inviata ai partner europei sembra l'ultimo atto di un governo morente. Per tre anni e mezzo ha dissipato e tirato a campare, nell'inedia e nell'accidia. E ora, nel suo crepuscolo dannunziano, tenta il "gesto inimitabile", la "bella morte". In quelle undici cartelle c'è infatti un compendio di intenzioni magnifiche e di provocazioni ideologiche.

C'è l'elenco minuzioso delle solite "cose fatte" (e puntualmente inattuate, dalla pseudo-riforma Gelmini alla pseudo-riforma Brunetta) e la lista puntigliosa delle cose da fare (e colpevolmente mai realizzate, dalla riforma delle professioni alle privatizzazioni). Ma non c'è l'intervento che più di ogni altro avrebbe fatto recuperare credibilità al governo italiano, cioè un aggiustamento convincente sulle pensioni d'anzianità, magari con il passaggio al sistema contributivo per tutti. Sulla previdenza, viceversa,
non c'è nulla, se non la "truffa" del "requisito anagrafico... pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026". Un risultato già previsto dalla legislazione vigente, ed anzi addirittura lievemente peggiorativo rispetto alle stime.

Le intenzioni magnifiche sono quelle più neutre per il consenso politico: il risanamento dei conti, il pareggio di bilancio nel 2013, la ricostituzione di "un avanzo primario consistente", la creazione delle "condizioni strutturali favorevoli alla crescita".

Peccato che questi obiettivi, alla luce di quanto è accaduto dal 13 aprile del 2008 in poi, non sono più credibili. Non è credibile l'obiettivo di un abbattimento del debito pubblico al 112,6% del Pil nel 2014, dopo che in questi tre anni e mezzo il governo lo ha fatto crescere dal 113,7 al 120%. Non è credibile un avanzo primario al 5,7%, dopo che in questi tre anni e mezzo il governo lo ha polverizzato dal 3,8 allo 0,2%. Non è credibile, soprattutto, l'ennesimo "piano d'azione per la crescita", promesso alla Ue "entro il 15 novembre", dopo che Tremonti aveva annunciato il "tagliando alla crescita" il 7 settembre, varato il primo "decreto-scossa" il 2 febbraio e il secondo "decreto sviluppo" il 5 maggio. Fiumi di parole, finti incentivi alle imprese, crediti d'imposta fasulli, semplificazioni di facciata, Piani Sud e Piani Casa venduti e rivenduti.

Le provocazioni ideologiche sono quelle più "abrasive" per il consenso sociale. La lettera ipotizza "entro il maggio 2012" una minacciosa "riforma" imperniata su "una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato". Dopo la sostanziale sconfitta subito sull'articolo 8 della manovra d'agosto (neutralizzata dal successivo accordo bilaterale tra le patti sociali) il governo cerca una rivincita, riproponendo una norma che aggira i limiti ai licenziamenti fissati dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non solo. La lettera azzarda anche "la mobilità obbligatoria del personale" e "la messa a disposizione con conseguente riduzione salariale del personale".

Qui c'è il vero paradosso di questo declino berlusconiano. Flessibilizzare il mercato del lavoro, rendendo più facili i licenziamenti nel settore privato e introducendo la mobilità e la Cassa integrazione nel settore pubblico, è oggi un impegno quasi proibitivo per qualunque governo. Lo si può fare sull'onda delle pressioni del Direttorio franco-tedesco, che chiede sacrifici ai Paesi più deboli dell'Eurozona ma che può comunque contare su un suo solido sistema di Welfare e di assistenza per chi il lavoro lo perde o non lo trova. Lo si può fare sull'onda delle sollecitazioni della Bce, che nella famosa missiva del 5 agosto al governo italiano chiedeva esattamente questo, salvo sollecitare anche la contestuale introduzione di "un sistema di assicurazione della disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e i settori più competitivi".

Ora il governo italiano si dichiara pronto a raccogliere questi inviti. Ma solo nella parte più distruttiva (la libertà di licenziare per le imprese) e non in quella più costruttiva (il diritto a veri sussidi di disoccupazione per i lavoratori). È una scelta irresponsabile: non può non suscitare la dura e immediata reazione dei sindacati e delle opposizioni. Ma è soprattutto una scelta insensata: un governo che non ha più una base politica e che ormai sta perdendo anche quella parlamentare, può mettersi contro l'intero schieramento dei corpi intermedi della società italiana, dalla Confindustria ai sindacati alla Chiesa cattolica?

Molte delle misure annunciate nella lettera di Berlusconi sono inique e sbagliate. Molte altre sarebbero opportune e necessarie. Come avverte il Capo dello Stato, "servono decisioni urgenti e anche impopolari". Il vero problema è che il rito si celebra fuori tempo massimo. Un programma come quello spiegato dal Cavaliere ai capi di Stato e di governo di Eurolandia avrebbe avuto un senso il 14 aprile 2008, il giorno dopo il trionfo elettorale che consegnò a Berlusconi la più larga maggioranza della storia repubblicana.

Un progetto tosto, da vera destra thatcheriana, pronta a reggere l'urto delle piazze perché cementata da un impianto politico-culturale compiuto e condiviso. Lanciarlo oggi - con una coalizione devastata dagli scandali di Berlusconi, logorata dagli sbadigli di Bossi e azzoppata dalla delegittimazione di Tremonti - è una mossa disperata e velleitaria. Sembra solo un modo per cadere sul campo, fingendo di combattere oggi la "buona battaglia" che non si è avuto la forza e la voglia di combattere tre anni e mezzo fa.

Quale Consiglio dei ministri tradurrà in decreti tutti gli impegni scritti sulla lettera? Quale Parlamento li tradurrà in legge? Mentre il Cavaliere declamava il suo piano anti-crisi al direttorio europeo che l'ha ormai "commissariato", alla Camera la sua maggioranza si liquefaceva per la novantaquattresima volta dall'inizio della legislatura, su due provvedimenti minori. Mentre il Cavaliere tediava l'uditorio di Bruxelles riparlando di bunga bunga e toghe rosse, il rendimento dei Bot all'ultima asta cresceva oltre la soglia di guardia. È la prova più tangibile, ma anche la più amara, della strage delle illusioni berlusconiane.


(27 ottobre 2011)
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda pianogrande il 27/10/2011, 18:15

ranvit ha scritto:
flaviomob ha scritto:Le borse europee semrano (alle 10.14) reagire bene... http://www.borsaitaliana.it/homepage/homepage.htm



Ovvio! Hanno cercato di fregarci ma, bisogna ammetterlo, il governo italiano ha reagito bene! Chissà cosa avrebbero combinato, in questa circostanza, i ns amici del Cs...si sarebbero cagati sotto :D

Naturalmente ora bisognerà vedere se realizzeranno quanto detto :D


Mi è già capitato di sentire la risposta giusta a questa domanda piuttosto berlusconiana.
la risposta è che la sinistra non avrebbe dovuto giustificarsi di nulla perché aveva i conti in condizioni molto, ma molto, migliori.
L'altra fanfaluca berlusconiana (e non smentita dalla sinistra) è che Tremonti ha tenuto i conti in ordine.
La verità è che Berlusconi, da degno erede di Craxi, ha raddoppiato il debito pubblico.
Altro che conti in ordine.
A meno che, per conti in ordine, non si intenda che le perdite sono riportate con precisione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La casa brucia ed il portiere non fa entrare i pompieri

Messaggioda ranvit il 27/10/2011, 21:39

Al contrario di qualcuno....io non ho fettine di prosciutto sugli occhi: vedo la maleficità di questo centrodestra ma anche l'incapacità del centrosinistra di governare...bene.
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