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politica
De Magistris: il partito si chiamerà «L'Italia è tua»
Il sindaco: «Prima tappa a Roma il 15 ottobre. Poi da Napoli lancio il manifesto»
NAPOLI — L'accelerazione è forte. Forse perché il momento del possibile confronto con gli elettori potrebbe essere vicino. Più vicino, se si dovesse andare a elezioni anticipate nella prossima primavera. Sarà forse anche per questo che de Magistris ha annunciato addirittura per il mese prossimo il battesimo del suo movimento, che forse si chiamerà l'«Italia è Tua», versione nazionale di «Napoli è Tua», la sua lista civica. Ma il nome poco conta. Conta il pensiero, che è chiarissimo: quello di far nascere un movimento all'interno del quale ogni decisione venga presa tramite primarie. La nascita un manifesto, anticipata dal Corriere del Mezzogiorno, il sindaco di Napoli l'ha annunciata, manco a dirlo, a casa dell'Idv, il suo partito d'origine (almeno così dovrebbe essere), sabato scorso, quando chiaro e tondo ha detto che «i partiti non ce la fanno più», e che «il rischio che dilaghi l'antipolitica è alto».
Da qui, la rivelazione di lavorare ad un progetto nuovo, anche se «da sindaco di Napoli», che metta in moto un movimento nazionale che tenga dentro i tanti movimenti, come quello di Uniti contro la crisi, oltre la crisi». E ieri un altro tassello di quest puzzle, che potrebbe catapultare il sindaco appena eletto già su altri palcoscenici, è andato al suo posto. In un'intervista rilasciata a «Sky.it», de Magistris ha detto che «entro novembre» presenterà il «manifesto politico» di «un grande movimento» che traduca «le istanze di democrazia e partecipazione in istanze di governo e cambiamento delle cose», «perché è solo sulla base del manifesto si potrà iniziare a formare una classe dirigente». Un movimento, col quale, senza dubbio, Vendola, Di Pietro e Bersani dovranno fare i conti. Perché probabilmente l'idea dell'ex pm è quella di replicare l'alchimia della «rivoluzione arancione» partenopea a livello nazionale, facendosi promotore dell'«unità» dei cosiddetti movimenti della società civile.
Primo appuntamento del suo nuovo cammino è per il 15 ottobre a Roma, alla manifestazione contro la finanziaria, «ma intanto — ha detto — sto già avendo una serie di contatti, anche con altri partiti, per lanciare un manifesto politico che presenteremo probabilmente a Napoli». La platea a cui si rivolge il sindaco è ampia: «Ho avuto — spiega — la conferma dell'agibilità di un progetto del genere dopo la vittoria delle elezioni a Napoli, dove una fetta importante della popolazione che include non solo i giovani, ma anche i moderati, i liberali, la borghesia, ha contribuito alla mia vittoria». Comunque, non si tratta di un partito. Almeno nelle forme tradizionali. «E' una cosa totalmente innovativa», puntualizza, pure «perché gli spazi per i partiti sono tutti presi, dopo che è arrivato pure il partito della Gnocca… Ma, battute a parte, ciò a cui lavoriamo è un grande movimento politico. Non perché io sia contro i partiti, ma perché i partiti oggi non riescono a comprendere al loro interno tutti quei soggetti che vogliono fare politica. E hanno anche perso la capacità di affrontare la questione morale, interpretare una pulsione rivoluzionaria, avere come faro i principi della costituzione repubblicana. Il rischio è che se non viene proposta un'alternativa, la voglia di partecipazione dei cittadini si possa tradurre in antipolitica fine a se stessa».
Oggi l'ex pm sarà anche a Roma per parlare con Luigi Bersani. Al centro dei colloqui ci sarà ovviamente la situazione napoletana e gli eventuali accordi col Partito democratico. Partito che comunque vede i suoi «ultimi pezzi» saltare uno dietro l'altro. L'ultimo, Nicola Oddati, che de Magistris vuole sostituire con Roberto Vecchioni alla presidenza del Forum delle culture.
Paolo Cuozzo
13 ottobre 2011
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Che futuro ha il movimento nazionale di de Magistris?
Scritto da: Marco Demarco alle 10:11 del 13/10/2011
Che futuro può avere un movimento nazionale guidato da de Magistris? Sarà l'ennesima conseguenza del narcisismo politico del Nostro, o la soluzione alla crisi italiana? In particolare, perché un nuovo movimento? Davvero ci sono spazi politici ancora intonsi? Ma poi: perché De Magistris tenta questa carta a pochi mesi dalla sua elezione a sindaco di Napoli? Quali sono le sue reali intenzioni, quale può essere il suo obiettivo finale? E un impegno nazionale aiuterebbe o condizionerebbe quello locale? Insomma, si possono fare bene il sindaco e il leader politico? C'è infine un tema più generale: Renzi contro Bersani, de Magistris contro Di Pietro, Pisapia contro Vendola: dove vogliono andare a parare i nuovi sindaci? Viaggiano insieme o ognuno per conto suo? Una cosa è certa, nel vivo della crisi, la politica va in periferia alla ricerca di nuove idee e nuovi protagonisti. Al centro, l'antiberlusconismo ha esaurito la sua spinta propulsiva: ora bisogna costruire l'alternativa. Davvero i nuovi sindaci possono riempire questo vuoto? Negli anni passati questo progetto è fallito. Vedremo ora.