cardif ha scritto:Iafran ha scritto:Perché avresti dovuto usare il termine "israeliani" se erano cittadini americani?
Già. Ma allora perché l'aspra critica al termine 'ebrei' che ho usato io? Perché è presa per buona la 'smentita' del Jerusalem Post, che parla di "
stima provvisoria di 270-400 ebrei rimasti uccisi nel WTC"? loro come lo seppero che erano ebrei?
Da quel che mi risulta, le 270-400 persone citate provvisoriamente come defunte dal Jerusalem Post erano cittadini israeliani. Purtroppo non ho tempo per una ricerca approfondita dei nomi, ma in pochi minuti ne ho trovati
qui alcuni citati da un inviato Sigmatau:
"Una mia ricerca ‘personale’ ha identificato i seguenti sei Israeliani morti al Wtc: Alona Abraham, Leon Lebor, Shai Levinhar, Danny Lewin, Haggai Sheffi, Abraham J. Zelmanowitz. Di costoro il solo Zelmanowitz si recava tutti i giorni al lavoro alle Twin Towers. Alona Abraham era imbarcata sul Flight 175, Danny Lewin sul Flight 11. Gli altri tre si trovavano quella mattina al Wtc ‘in trasferta’ per ‘motivi professionali’". Inoltre con dispiacere mi tocca citare (anche se non mi è simpatico)
Massimo Introvigne, che mi pare riporti dati inequivocabili:
«Il servizio segreto israeliano, il Mossad [«l’Istituto», abbreviazione di Ha-Mossad le-Modi‘in ule-Tafkidim Meyuhadim, «Istituto per l’intelligence e i servizi speciali»], sapeva che le Torri Gemelle sarebbero state colpite. Infatti avvisò in anticipo i quattromila ebrei che vi lavoravano, consigliando loro di darsi malati, e nessun ebreo è morto nel disastro di New York». Risposta: questa leggenda urbana — classificata come tale dagl’istituti specializzati che le studiano — è stata diffusa per la prima volta il 15 settembre 2001 dal quotidiano al-Thawra, che appartiene al governo della Repubblica Araba di Siria, e dalla televisione libanese al-Manar, l’emittente televisiva del movimento Hezbollah. Anche qui vale l’osservazione preliminare secondo cui un segreto condiviso da quattromila persone non sarebbe stato più tale dopo dieci minuti. Davvero gli ebrei che lavoravano nelle Torri Gemelle non avrebbero avvisato gli amici e i parenti — talora figli o coniugi — non ebrei che si sarebbero trovati l’11 settembre negli stessi edifici? Comunque sia, si conoscono i nomi delle 2.749 vittime di New York dell’11 Settembre, di cui 2.071 lavoravano abitualmente nelle Torri Gemelle. I morti ebrei —intendendo questo termine nel senso culturale in cui lo usano i demografi, a prescindere dalla pratica religiosa attiva, che coinvolgeva 172 delle vittime — sono 404, poco meno del 20% dei lavoratori del World Trade Center morti l’11 settembre. La percentuale è superiore a quella degli ebrei che vivono a New York, pari al 12%, il che non è sorprendente perché la società di consulenza Cantor Fitzgerald, che ha pagato un tributo di 390 morti, aveva un alto numero di dipendenti ebrei. Alcuni dei morti erano figure molto note nella comunità ebraica per le loro attività filantropiche e culturali o religiose, come il vicepresidente anziano della stessa Cantor Fitzgerald, Jeffrey Grant Goldflam (1953-2001), o Neil David Levin (1955-2001), direttore della Port Authority, la società che gestisce i porti e gli aeroporti di New York, o ancora l’israeliano Hagay Shefi (1966-2001), un genio del software e co-fondatore della GoldTier Corporation, i cui uffici erano al World Trade Center.Per quanto riguarda la definizione di "ebreo", mi sembra che quella di Introvigine sia del tutto accettabile, ed inoltre dei morti è relativamente facile sapere la religione, in quanto ci saranno pur state cerimonie funebri religiose.
Più difficile invece conoscere la religione degli eventuali sopravvissuti, ma ipotizzare che
"i 4000 ebrei che lavoravano nelle torri" si siano salvati tutti perché preventivamente avvisati, mi sembra davvero assurda, soprattutto se, come afferma Introvigine, la percentuale di ebrei morti rispetto ai morti di altri gruppi etnico-religiosi, è superiore alla percentuale degli ebrei presenti nella città di New York.
L'uso più o meno improprio del termine "ebrei" non mi scandalizza particolarmente, mi scandalizza invece la facilità con cui molti, anche fra noi, sono disposti a credere a qualsiasi voce antisemita circoli da qualche parte, senza aver effettuato alcun tipo di verifica (e poi addirittura rimproverare Franz di non averle fatte!).
Infine, dubito che l'eventuale processo avviato da Imposimato possa riguardare questo specifico argomento, perché del tutto privo di ogni fondamento: infatti non mi sembra che Imposimato lo citi.
annalu