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patrimoni e crescita

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: patrimoni e crescita

Messaggioda flaviomob il 10/10/2011, 9:57

I dati sull'evasione fiscale vedono Danimarca e Svezia agli ultimissimi posti


(foglio excel, Il Sole 24 ore)
http://opendatablog.ilsole24ore.com/wp- ... sione.xlsx

Altra fonte:

Da un lato vi è un gruppo di paesi in
cui l’economia sommersa è stimata a circa 5% del PIL (paesi scandinavi, Irlanda,
Austria e Paesi Bassi), dall’altro vi sono paesi quali Italia e Grecia in cui essa è stimata a
più di 20%.


http://www.jobtel.it/UserFiles/C_21_Doc ... mmerso.pdf

Questo documento della Commissione Europea non è datato, ma i riferimenti si fermano al 1999 quindi ipotizzo che abbia almeno una decina d'anni. E' possibile che le cose siano cambiate, ma non certo in funzione della pressione fiscale, che in Svezia e Danimarca si è storicamente mantenuta molto alta, a fronte di ottimi servizi pubblici e welfare.


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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda franz il 10/10/2011, 14:00

flaviomob ha scritto:I dati sull'evasione fiscale vedono Danimarca e Svezia agli ultimissimi posti


(foglio excel, Il Sole 24 ore)
http://opendatablog.ilsole24ore.com/wp- ... sione.xlsx

Altra fonte:

Da un lato vi è un gruppo di paesi in
cui l’economia sommersa è stimata a circa 5% del PIL (paesi scandinavi, Irlanda,
Austria e Paesi Bassi), dall’altro vi sono paesi quali Italia e Grecia in cui essa è stimata a
più di 20%.


http://www.jobtel.it/UserFiles/C_21_Doc ... mmerso.pdf

Questo documento della Commissione Europea non è datato, ma i riferimenti si fermano al 1999 quindi ipotizzo che abbia almeno una decina d'anni. E' possibile che le cose siano cambiate, ma non certo in funzione della pressione fiscale, che in Svezia e Danimarca si è storicamente mantenuta molto alta, a fronte di ottimi servizi pubblici e welfare.

Il foglio excel riguarda solo l'IVA, non tasse e contributi.
Gli studi compiuti dopo il 2000, con nuove tecniche (currency demand) hanno svelato una diversa dimensione del fenomeno (che come minimo vede il 9-10% di sommerso e una media UE del 15.5%. Paesi nordici sopra la media (18-20%) negli anni 2000 e paesi PIGS in vetta, con 27-30%. I dati piu' recenti sono in calo (svezia e danimarca scendono verso il 16.5%) proprio perché da loro la pressione fiscale è calata, soprattutto in Svezia.

Questo sono i riferimenti:
1) http://www.economics-ejournal.org/econo ... les/2007-9
2) http://www.economics-ejournal.org/econo ... on_1/count
3) http://www.economics-ejournal.org/econo ... on-2/count
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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda flaviomob il 10/10/2011, 22:30

I documenti a cui ti riferisci compiono una stima, in base a modelli matematici. Non sono dati.


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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda franz il 11/10/2011, 7:50

flaviomob ha scritto:I documenti a cui ti riferisci compiono una stima, in base a modelli matematici. Non sono dati.

Per definizione, il sommerso è solo stimabile.
IL PIL si calcola, il sommerso si stima.
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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda flaviomob il 12/10/2011, 0:59

Evidentemente i criteri di stima sono molto diversi, se dal rapporto della Commissione Europea che ho precedentemente linkato si legge:

Da un lato vi è un gruppo di paesi in
cui l’economia sommersa è stimata a circa 5% del PIL (paesi scandinavi, Irlanda,
Austria e Paesi Bassi), dall’altro vi sono paesi quali Italia e Grecia in cui essa è stimata a
più di 20%. Vi sono due gruppi intermedi: il Regno Unito, la Germania e la Francia, che
si situano grossomodo a metà strada tra i due estremi, mentre il Belgio e la Spagna
presentano percentuali un po’ più elevate.

[...]

Applicando questa definizione sono escluse le attività criminali

[...]

Da sottolineare che si premette di non considerare lavoro sommerso il frutto delle attività completamente illegali (quindi in primis la criminalità organizzata), per cui giocoforza le stime relative al nostro paese vedono un flusso di risorse sottratte da sommerso+illegale abnorme.

Il lavoro sommerso rischia di erodere il finanziamento e l’erogazione di protezione sociale e di
servizi pubblici. La riduzione delle entrate comporta una riduzione nel livello di servizi che lo Stato è
in grado di offrire e ciò crea un circolo vizioso in quanto il governo aumenta le tasse per poter
continuare a erogare i servizi, creando così incentivi maggiori al lavoro sommerso.


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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda franz il 12/10/2011, 8:01

Certo, le stime sono molto diverse perché dipendono dal modello usato.
Ogni studioso della materia usa il suo modello.
Schneider è prpprio quello che partendo dal presupposto che la moneta elettronica (tracciabile) non viene usata da chi fa nero mentre la carta si', studiando le differenti velocità di circolazione delle due economie e i differenti volumi arriva a stimare il sommerso. Non è l'unico ad usare quel modello, oggi considerato quello che piu' si avvicina alla realtà. Precedentemente in nazioni prevalentemente industiali si usavano modelli basati sulla produzione di energia elettrica ma questi non vanno piu' bene per le economie caratterizzate dal terziario avanzato.

Per quanto riguarda le attività illegali esse non fanno parte dell'evasione ma fanno parte (alcune) del sommerso.
A pagina 3 del documento che link qui sotto, c'è un quadro di definizioni del sommerso, su cui c'è un ragionevole consenso nel mondo. In particolare si parla di produzione e commercio di beni che sfuggono alla contabilità nazionale e quindi, per capirci, il furto non è "sommerso" perché non produce PIL (è solo uno spostamento illegale di proprietà di un bene) e così il pizzo e l'estorsione. Tuttavia le attività di commercio dei beni rubati producono valore aggiunto e si sostituiscono, per chi compra il bene rubato (consapevole o no) alla economia ufficliale. Cosi' come la produzione ed il commercio di stupefacenti. Invece di andare a teatro uno si compra una dose. Se va a teatro il fatto entra nel PIL, se si compra una dose no. Inoltre il sommerso, per produrre e scambiare beni, impiega manodopera, che diversamente dovrebbe lavorare alla luce del sole, per sopravvivere.

http://ftp.iza.org/dp5769.pdf
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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda trilogy il 26/10/2011, 13:15

Giornata Mondiale del Risparmio del 2011
Intervento del Governatore della Banca d’Italia
Mario Draghi

[..]Nel breve periodo un sostegno alla crescita può provenire da azioni di tipo
macroeconomico. La composizione del prelievo fiscale può essere modificata,
trasferendone il peso dalle imposte e dai contributi che gravano sul lavoro e sull’attività
produttiva all’imposizione sulla proprietà e sul consumo.


Ma un rilancio duraturo della crescita sostenibile passa soprattutto per le riforme
strutturali da tempo invocate, in larga parte condivise ma tuttora inattuate: elevare la
concorrenza nei mercati dei prodotti, in particolare nei servizi; costruire un contesto
amministrativo e regolatorio più favorevole alle attività d’impresa; sospingere
l’accumulazione di capitale fisico ed umano; innalzare i livelli di partecipazione al
mercato del lavoro.

Esse comportano una sostanziale ridefinizione delle priorità e del modus operandi
delle politiche e delle amministrazioni pubbliche. Non possono trascurare, sotto la
pressione di questo o quell’interesse costituito, singoli ambiti. Ben disegnate e ben
comunicate, possono esplicare i loro effetti propulsivi sin da subito, migliorando la
fiducia e le aspettative degli operatori, innalzandone la propensione a investire,
riducendo gli spread sul nostro debito pubblico.

Il testo completo dell'intervento:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Sole ... e4ab022588
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Re: patrimoni e crescita

Messaggioda franz il 26/10/2011, 13:46

trilogy ha scritto: La composizione del prelievo fiscale può essere modificata,
trasferendone il peso dalle imposte e dai contributi che gravano sul lavoro e sull’attività
produttiva all’imposizione sulla proprietà e sul consumo.


Ma un rilancio duraturo della crescita sostenibile passa soprattutto per le riforme
strutturali da tempo invocate, in larga parte condivise ma tuttora inattuate: elevare la
concorrenza nei mercati dei prodotti, in particolare nei servizi; costruire un contesto
amministrativo e regolatorio più favorevole alle attività d’impresa; sospingere
l’accumulazione di capitale fisico ed umano; innalzare i livelli di partecipazione al
mercato del lavoro.

Esse comportano una sostanziale ridefinizione delle priorità e del modus operandi
delle politiche e delle amministrazioni pubbliche. Non possono trascurare, sotto la
pressione di questo o quell’interesse costituito, singoli ambiti. Ben disegnate e ben
comunicate, possono esplicare i loro effetti propulsivi sin da subito, migliorando la
fiducia e le aspettative degli operatori, innalzandone la propensione a investire,
riducendo gli spread sul nostro debito pubblico.


Daccordo su tutto.
Ho solo una perplessità sul prelievo al consumo (IVA), perché il 21% è già troppo.
Per me il massimo accettabile sta tra il 13 ed il 15%.
Meno del 10% è meglio, piu' del 17% strozza economia e sviluppo.
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