l'istituzione del fondo nazionale di garanzia per la copertura dei depositi
All'indomani del decreto anticrisi
gli italiani si sentono più sicuri
Migliora pertanto anche il giudizio sull'operato del governo, mentre per il 53%
è insufficiente quello dell'opposizione. Lo spauracchio peggiore rimane l'inflazione
di ROSARIA AMATO
Le Tabelle:
http://www.repubblica.it/speciale/2008/ ... tobre.html
http://www.repubblica.it/speciale/2008/ ... bre_2.html
http://www.repubblica.it/speciale/2008/ ... bre_3.html
ROMA - I provvedimenti anti-crisi varati due giorni fa dal governo hanno decisamente risollevato gli italiani, che continuano ad avere paura del futuro, ma non temono più come prima che il crollo delle Borse mondiali travolga anche i loro risparmi. Si dichiarano infatti 'molto' o 'un po' più sicuri' i tre quarti degli intervistati da Ipr Marketing nell'ambito del sondaggio commissionato da Repubblica.it, e il 71 per cento dà un giudizio positivo dell'istituzione del fondo nazionale per la copertura dei depositi, anche se poi tra elettori di centrodestra e di centrosinistra le valutazioni divergono ampiamente (81 contro 56 per cento).
Produce un effetto un po' meno rassicurante il secondo provvedimento del governo, quello che prevede l'eventuale acquisto da parte del Tesoro di azioni privilegiate delle banche in difficoltà (l'indice di sicurezza raggiunge solo il 61 per cento). Ma il giudizio rimane ampiamente positivo (60 per cento), mentre all'opposizione si rimprovera decisamente di non aver fatto abbastanza in questo delicatissimo frangente: l'operato della coalizione di centrosinistra viene giudicato insufficiente dal 53 per cento degli intervistati.
Il varo dei provvedimenti del governo rappresenta sicuramente uno spartiacque nella valutazione degli italiani dell'operato del governo, di quello dell'opposizione e delle possibili conseguenze della crisi. Infatti l'8 ottobre, giorno del varo dei provvedimenti, ma quando ancora probabilmente il loro contenuto e la loro portata non erano noti agli intervistati, giudicava 'sufficiente' l'operato del governo per contrastare la crisi solo il 42 per cento del campione. Ieri il giudizio positivo era condiviso dal 52 per cento, il 10 per cento in più, mentre la percentuale di chi dava un giudizio di insufficienza era scesa dal 47 per cento dell'8 ottobre al 34 per cento del 9.
Tutto sommato, le decisioni del governo rendono meno pesante anche il giudizio sull'opposizione. Gli italiani mostrano infatti a larga maggioranza di apprezzare la "piena disponibilità" manifestata dal segretario del partito Democratico, Walter Veltroni, al governo: secondo l'82 per cento degli intervistati il governo dovrebbe accettare la proposta. Per gli elettori del centrosinistra tale percentuale sale al 93, mentre per quelli del centrodestra scende al 68. E pertanto il 9 ottobre risulta meno severo del giorno precedente anche il giudizio sull'operato dell'opposizione: la 'sufficienza' sale dal 17 per cento dell'8 ottobre al 26 del 9, e l'insufficienza scende al 53 per cento dal 67 del giorno precedente.
C'è da sottolineare che però il contributo dell'opposizione agli interventi per contrastare la crisi non viene giudicato adeguato neanche dalla maggioranza degli elettori del centrosinistra, che lo valutano come insufficiente nel 42 per cento dei casi (contro il 57 per cento degli elettori del centrodestra, però).
Dopo i decreti del governo, comunque gli italiani hanno meno paura. La percentuale di chi ha paura di perdere i propri risparmi in seguito al fallimento della propria banca scende dal 47 per cento dell'8 ottobre al 38 per cento rilevato ieri. Mentre chi dichiara spavaldamente che "no, è un pensiero che non mi sfiora", in 24 ore passa dal 45 al 51 per cento. C'è da dire che il 30 settembre, prima della tempesta sulle Borse, tale percentuale era del 53.
Il timore maggiore diventa allora quello che ha attanagliato la vita degli italiani negli ultimi due anni, e soprattutto negli ultimi dodici mesi: l'aumento incontrollato dei prezzi che, non bilanciato da un adeguato aumento delle retribuzioni, al palo da anni, rende tutti più poveri. Infatti il maggior timore legato alla crisi finanziaria, e indicato dal 36 per cento degli intervistati, è "un aumento incontrollato dei prezzi". Segue "un futuro incerto per i miei figli e nipoti" (23 per cento) e solo dopo, a pari merito, "una sostanziale diminuzione del reddito" e "la perdita dei risparmi" (15 per cento). Sono in pochi (8 per cento) a temere la perdita del posto di lavoro.
Una curiosità: il timore di un aumento incontrollato dei prezzi è l'unica 'paura' che accumuna elettori di centrodestra e centrosinistra (rispettivamente 37 e 39 per segno), mentre sugli altri rischi ci sono molti punti di differenza tra le scelte degli intervistati disaggregate per orientamento politico.
Come sarà il futuro? Tutto sommato le cose non andranno nè meglio nè peggio per la maggioranza degli intervistati (53 per cento), anche se comunque un quarto degli italiani ritiene che "la situazione nazionale e internazionale sarà peggiore rispetto a quella che abbiamo vissuto negli ultimi dieci anni".
(10 ottobre 2008)
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Palazzo Chigi prevede risorse "per tutelare i risparmiatori"
Il governatore di Bankitalia Draghi: "Il nostro sistema è solido"
Il governo vara decreto anti-crisi
Un fondo per salvare le banche
Sei istituti centrali tagliano i tassi. Ma le borse europee,
ROMA - "Nessun risparmiatore italiano perderà un euro. Questo (il decreto anticrisi approvato dal consiglio dei ministri, ndr) è il timbro notarile su una cosa che era già certa". Occhiaie spesse, tono di voce molto compreso nel ruolo, Silvio Berlusconi conclude con questa rassicurazione la conferenza stampa a palazzo Chigi con cui il governo annuncia e spiega le misure decise per sostenere e proteggere le banche e i mercati finanziari dalla crisi che sta spingendo il mondo verso la recessione. Anche oggi, infatti, nonostante il taglio dei tassi deciso in simultanea da sei fra le maggiori banche centrali, Bce e Fed in testa, le borse mondiali hanno vissuta una nuova giornata nera.
Due pilastri del provvedimento. Il consiglio era stato convocato stamani in via straordinaria. Accanto al premier, nella sala stampa di palazzo Chigi, siedono il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi e il ministro dell'Economia Tremonti che in mattinata aveva tenuto una riunione al ministero per definire le linee del decreto anti-crisi. Due i pilastri del provvedimento che non prevede un vero e proprio fondo ed è piuttosto "una procedura per intervenire di volta in volta" e "garantire la stabilità delle banche e del risparmio". Primo pilastro: l'estensione della garanzia dello Stato, oltre quella già prevista dal fondo interbancario, sui depositi dei risparmiatori. Secondo pilastro: un fondo (si parla di 20 miliardi) che consenta allo Stato di partecipare alla ricapitalizzazione di banche che dovessero avere difficoltà. "Il sistema è solido, ma i riflessi della crisi stanno arrivando anche da noi: quello che bisogna fare è mettere da parte le armi che poi uno spera di non usare. E' per prudenza che si fa il decreto", ha spiegato Draghi.
Il governo nelle banche. Ma solo "temporaneamente e neutralmente" e non ci sarà quindi "nessuna gestione privata delle banche". "C'è un meccanismo - spiega Tremonti - che modifica l'ingresso eventuale dello Stato in una banca in crisi". Se una banca non ha una capitalizzazione sufficiente, "allora quella banca contatta la Banca d'Italia. Se si ritiene che è necessario più capitale, se non lo mettono gli azionisti lo metterà il governo". Tutto questo non risponde "a una logica di nazionalizzazione, non ci sarà nessun controllo, non si dà il denaro dei contribuenti a chi ha sbagliato".
Fiducia necessaria. Il presidente del Consiglio garantisce che "nessuna banca italiana fallirà e nessun risparmiatore rischia". Tremonti va oltre: "Il sistema italiano è solido e liquido". E, tanto per fare un esempio, "le Poste non falliranno mai. I governi passano, le Poste restano". A conferma del fatto che "gli italiani non devono essere preoccupati", il premier in serata, finito il Consiglio dei ministri, è andato a teatro, al Bagaglino, a vedere l'amico Mariano Apicella.
Giornata frenetica. La decisione del Consiglio dei ministri arriva al termine di una giornata convulsa, vissuta tra vertici ufficiali e consultazioni frenetiche fra Governo, Banca d'Italia e Consob. Con uno occhio sempre fisso sui terminali di borsa, che hanno descritto impietosamente l'ennesima giornata nera. Il Mibtel ha chiuso con un calo del 5,72% e lo S&P/Mib del 5,71% , nostante la decisione straordinaria di un taglio dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale concordato da sei banche centrali, Fed e Bce in testa.
La riunione al Tesoro. In mattinata, il Tesoro aveva anticipato quella che sarebbero stati contenuti del decreto: "Il governo italiano si impegna ad adottare tutte le misure necessarie per stabilizzare il sistema finanziario e per tutelare il risparmio"; "il Ministro dell'economia e delle finanze condivide le misure preannunciate questa mattina dal governo inglese per assicurare la stabilità delle istituzioni finanziarie". Misure considerate "in linea con quanto stabilito dai capi di Stato e di governo dell'Unione Europea nella riunione del 6 ottobre".
Tutelare i risparmiatori. Tremonti sintetizza con una formula il senso dei provvedimenti della giornata: "Stabilità, liquidità e fiducia". "Molti paesi - aggiunge - sono intervenuti, noi l'abbiamo fatto perchè dovevamo, ma non lo applichiamo, pensiamo di non doverlo applicare. Abbiamo un solo obiettivo vero che non è tanto salvare le banche che si salvano da sole, ma che le banche siano così forti e liquide da continuare a servire liquidità all'economia". Molti paesi hanno alzato in questi giorni le soglie di garanzia sui depositi portandole comunque a livelli "al di sotto della soglia italiana".
(8 ottobre 2008)