Le altre novità: apertura nelle commissioni di una "tribuna" per la sinistra radicale,
maggiori controlli sulla presenza in aula dei deputati durante i lavori
La "cura" di Fini per Montecitorio
Camera aperta, ma per tre settimane
Il monito del presidente: "Riorganizzare l'attività in modo da lavorare tutti di più"
Il prontuario potrebbe entrare in vigore forse già prima della pausa estiva
ROMA - Ottantacinque ore al mese e ventotto ore a settimana di sedute con voto. Quanto basta per mandare in soffitta la famosa "settimana corta" dei parlamentari. Per sostituirla con quella dei normali cittadini: dal lunedì al venerdì a pieno ritmo. Ma per tre settimane al mese.
E' la ricetta messa a punto da Gianfranco Fini per assicurare una maggiore produttività all'aula di Montecitorio. Uno schema che il presidente della Camera ha illustrato oggi ai presidenti delle 14 commissioni permanenti, che hanno appoggiato il progetto all'unanimità.
Fini ha ricordato che lo schema delle tre settimane di lavoro e una di sospensione era stato già introdotto nella tredicesima legislatura, con scarso successo e vita breve. Invece, secondo il presidente, questa è la formula "per garantire un livello di attività della Camera che sia superiore a quello delle precedenti legislature". Fini si appoggia sui numeri e segnala: "Nella quindicesima legislatura le ore di lavoro erano inferiori a quelle previste dalla mia riforma: ottanta e venti contro ottantacinque e ventotto".
L'aula dedicherebbe il lunedì alle discussioni generali dei provvedimenti, mentre le votazioni sarebbero in calendario martedì pomeriggio, mercoledì per tutta la giornata, giovedì e venerdì nel pomeriggio. Le Commissioni parlamentari verrebbero convocate nelle mattine di martedì e giovedì. In questo modo, nelle intenzioni del progetto, ci sarebbe più spazio all'attività delle commissioni.
Durante la "settimana bianca", libera dai lavori parlamentari, "i deputati potrebbero dedicarsi agli elettori - ha spiegato Fini - ma se necessario potrebbero anche continuare nei lavori parlamentari per votare le leggi in tempo utile".
Tra le novità anche l'apertura della commissioni permanenti quale luogo di confronto con le forze presenti nel paese ma escluse dal parlamento. In questo modo, secondo Fini, si offrirebbe una forma di "tribuna" alla sinistra radicale. Ma "solo per fatti straordinari", ha precisato il presidente della Camera.
Sempre in tema di commissioni è stata sollevata, in particolare dagli esponenti della Lega, la questione della presenza dei deputati ai lavori. Per garantire maggiore partecipazione, diverse le proposte, come quella di una sorta di registro con le firme per le presenze o un cartellino da timbrare. Sul punto, però, non è stata presa alcuna decisione.
(4 giugno 2008)
