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Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

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Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

Messaggioda flaviomob il 23/09/2011, 13:57

Scalfaro: “Parlamento pezzente. La democrazia oggi è defunta”

Il presidente emerito parla di Costituzione in una video intervista rilasciata a Stefano Rodotà proiettata al festival del Diritto a Piacenza. E Rosy Bindi rincara la dose: "Sottoposti alla dittatura della maggioranza"“Se il Parlamento è vivo la democrazia è certa, se il Parlamento è povero o pezzente, come oggi, allora c’è da dubitare molto che ci sia democrazia”. L’analisi impietosa è di Oscar Luigi Scalfaro ed è un passaggio della videointervista che è stata realizzata da Stefano Rodotà e trasmessa questa sera per la prima giornata del Festival del Diritto, a Piacenza fino a domenica.

“Chi ha fatto parte dell’Assemblea Costituente ha mantenuto nella carne viva il marchio della Costituzione – ha detto ancora l’ex presidente della Repubblica – noi avevamo, vorrei dire quasi naturalmente, per essere stati all’Assemblea Costituente il senso del Parlamento, della democrazia parlamentare. La Dc ebbe il culto del Parlamento. Il Parlamento come marchio di fabbrica di una democrazia, indice di quanto la democrazia è entrata dentro il Paese, starei per dire di come la democrazia si è incarnata nelle persone. Oggi guardare il Parlamento è una desolazione gravissima. Oggi purtroppo si può sostenere che la democrazia è defunta e defunta malamente”.

E rispondendo a una domanda sullo stato della moralità pubblica, Scalfaro ha rincarato: “Leggendo le cronache dei giornali, sembra che ogni giorno nascano a centinaia i nuovi profittatori, i nuovi ladri, le persone che nel momento in cui si avvicinano a un incarico, a una responsabilità, pensano per prima cosa a rubare, a tradire. Una cosa che fa spavento. La corruzione dilaga come una peste bubbonica”.

A commentare la video intervista, durante la tavola rotonda “I valori della Costituzione”, anche Rosy Bindi: “Siamo in una situazione molto complicata perché questo è un Parlamento di nominati sottoposto alla dittatura della maggioranza”. Una maggioranza che, prosegue la Democratica, “impone numeri e con i numeri decide anche contro il rispetto fondamentale delle regole. C’ è un parlamentare che ha approfittato dell’istituto dell’immunità per assicurarsi impunità e questa è una ulteriore prova che c’è qualcuno meno uguale degli altri davanti alla legge”.

Massimo Paradiso e Martina Castigliani
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Re: Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

Messaggioda franz il 23/09/2011, 16:25

“Siamo in una situazione molto complicata perché questo è un Parlamento di nominati sottoposto alla dittatura della maggioranza”

Già, e mi pare che in due anni di governo dell'Unione non siamo stati in grado di riformare la legge elettorale, mettendo nel cestino dei rifiuti il "Porcellum". Perchè si dimenticano sempre di sottolineare le proprie responsabilità?
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Re: Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

Messaggioda ranvit il 23/09/2011, 17:02

Al di là del commento di franz che condivido, c'è da dire che Scalfaro è troppo vecchio ormai....onore e merito a Scalfaro per quello che ha fatto e rappresentato, ma la vita prosegue...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

Messaggioda flaviomob il 01/10/2011, 12:35

Referendum, la grande sfida
chi lo vuole e chi lo teme
Firme in Cassazione in attesa della pronuncia della Consulta. E dietro il quesito elettorale si gioca la partita delle alleanze. E il sospetto che il Cavaliere, pur di non di fare a meno del Porcellum, punti alle elezioni anticipate
di MATTEO TONELLI
I promotori del referendum (agf)
ROMA - "Pungolo" o "grimaldello" che sia, il possibile via libera al referendum elettorale che punta ad abolire l'ormai famigerato Porcellum per tornare al Mattarellum, apre scenari e interrogativi su quello che potrà essere il nuovo sistema elettorale italiano. E su chi ne beneficerà maggiormente. Infatti, se l’attuale Porcellum sarà abolito e si ritornerà al Mattarellum, gli ingranaggi della politica potrebbero rimettersi in movimento. Anche perché la legge elettorale è materia delicatissima. Al punto che la caduta del governo Prodi arrivò proprio in occasione dei negoziati sulle nuove regole elettorali (con la conseguente rivolta dei partitini).

LA SCHEDA: SISTEMI A CONFRONTO 1

Oggi i promotori del referendum hanno consegnato le firme in Cassazione, 2 primo vaglio di validità, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale. Perché è quella la spada di Damocle che incombe sull’iter referendario. La possibilità che la Consulta bocci il referendum dichiarandolo incostituzionale perché porterebbe una vacatio legis del parlamento.

Nell’attesa, però, le grandi manovre sono già in atto. Partendo da due punti. Il primo: il Mattarellum non piace al Pdl, alla Lega, all’Udc e anche a una parte del Pd. Il secondo: la riforma elettorale è strettamente connessa alla precaria situazione politica. E' chiaro infatti che gli scenari che si aprono divergono a seconda della permanenza dell'attuale governo fino alla scadenza naturale della legislatura, della nascita di un nuovo esecutivo di larghe intese o di elezioni anticipate.

Schierati a spada tratta per il ritorno al Mattarellum sono l’Idv di Di Pietro, Sel di Vendola, la Rete dei referendari di Segni, il Pli, Popolari (ex asinello). La logica che si porta dietro il Mattarellum è quella delle grandi coalizioni (solo il 25% è proporzionale). Ipotesi che a Di Pietro e Vendola piace. Senza contare che i due hanno da tempo sposato l’onda lunga referendaria come nel caso dell’acqua pubblica.

Più complessa la posizione del Pd che, nelle settimane scorse, ha messo sul tavolo una disciplina che ricalcherebbe il sistema ungherese: in pratica un misto di maggioritario a doppio turno, proporzionale con diritto di tribuna. Bersani, viste le divisioni interne, ha evitato di schierarsi apertamente a favore del referendum. Da una parte spiegando che “non tocca ai dirigenti di partito promuovere referendum” e ribadendo che la via maestra è quella parlamentare, dall’altra mettendo a disposizione le feste del Pd per raccogliere le firme. Non è un mistero, però, che la freddezza del segretario sia anche legata alla netta contrarietà dell’Udc nei confronti del referendum.

Del Mattarellum Casini non vuol sentire parlare anche perché un sistema che privilegi le grandi coalizioni rischierebbe di mettere l’Udc (e in neonato Terzo Polo) in una situazione di marginalità. Per questo i centristi chiedono da sempre un sistema proporzionale con ritorno alle preferenze anche se Casini, convinto che l’unica via di riforma possibile debba essere quella parlamentare, ha offerto una sponda a Bersani: “Noi siamo per il proporzionale alla tedesca ma possiamo, l’ho detto anche a Bersani, a discutere del loro disegno di legge”.

Apparentemente più netta la posizione di Fli: “Se il Pdl fosse tentato da una nuova legge elettorale contro il Terzo Polo si renderebbe inevitabile un’alleanza tecnica e costituzionale con il centrosinistra e con il Pd in tutti i collegi”. Come dire: a mali estremi, estremi rimedi.

Eppoi c’è la Lega che, nei mesi scorsi, non ha chiuso le porte al ritorno al proporzionale anche perché il Mattarellum obbligherebbe il Carroccio ad allearsi, in una fase in cui il dopo Pdl senza Berlusconi è tutto da disegnare. Meglio avere le mani libere, dunque. Chi invece non ha ancora scoperto le carte è il Pdl. L’attuale legge ha permesso al centrodestra di poter godere su di una solida maggioranza parlamentare e, in passato il Cavaliere ha sempre detto che non aveva intenzione di cambiarla, ritenendolo un sistema in grado di garantire la governabilità e il bipolarismo.

Adesso, però, qualcosa sembra muoversi. Non a caso il neosegretario Alfano ha tratteggiato un abbozzo di proposta articolata su due punti: stop ai parlamentari nominati, ma il bipolarismo non si discute. In pratica si tratterebbe di un'ipotesi che, pur mantenendo in vita l'attuale sistema nei suoi aspetti fondamentali, andrebbe incontro alle richieste di correzioni che sono state avanzate da più parti, a cominciare dall'esigenza di superare il sistema delle liste bloccate o comunque di consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti.

Un altro punto sul quale intervenire potrebbe essere il premio di maggioranza e anche su questo aspetto la proposta studiata dal Pdl prevede un intervento che pur non accogliendo la richiesta di abolizione del meccanismo tuttavia lo corregge. Ma anche in questo caso, come per il Pd, la nuova legge elettorale diventa uno strumento di dialogo con l'Udc. In particolare per chi, nel Pdl, punta ad un processo di "riunificazione del centrodestra". I centristi, per adesso, frenano: "Il Terzo polo andrà da solo alle elezioni, perché serve un'alternativa di serietà ".

Ed è a questo punto che occorre fare un passo indietro e interrogarsi su quelli che potrebbero essere gli scenari politici. A partire dal fatto che Berlusconi potrebbe far saltare il banco. Lo dice, senza mezzi termini, il presidente lombardo Roberto Formigoni: "Siccome la legge elettorale che uscirebbe dal referendum è assolutamente contraria agli interessi nostri potremmo essere portati ad andare ad elezioni nel 2012". Con il Porcellum, che tante gioie ha regalato al Cavaliere. E pazienza se, a dispetto di tante promesse, gli elettori si troveranno nuovamente a "scegliere" candidati imposti dall'alto.

Repubblica


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Re: Scalfaro durissimo: la democrazia è morta

Messaggioda franz il 01/10/2011, 12:56

ranvit ha scritto:Al di là del commento di franz che condivido, c'è da dire che Scalfaro è troppo vecchio ormai....onore e merito a Scalfaro per quello che ha fatto e rappresentato, ma la vita prosegue...

Ok, onore al merito ma mon è che solo perché uno è anziano allora gli facciamo passare per oro colato ogni cosa che dice.
Per esempio io contesto fortemente il fatto che la democrazia sia morta.
Per me la democrazia è viva (anzi a fronte di un certo assopimento nell'ultimo decennio, si notano positivi elementi di risveglio) e ad essere morto (o in stato comatoso) è lo stato di diritto. Uno come Scalfaro, anche ad una certa età, dovrebbe comprendere la differenza. Anche perché individuare una equivalenza tra democrazia e parlamento è veramente riduttivo (la democrazia è molto di piu' dei mille che mandiamo a Roma, in un modo o nell'altro, per fortuna).
Ora dovrebbe essere chiaro che pero' se il defunto o moribondo è lo stato di diritto, la situazione non è che migliori. Ma se la democrazia, se la voglia di partecipazione nel popolo, è viva, se ci sono risvegli, è possibile rimettere in sesto anche lo stato di diritto. Se la democrazia fosse morta, come sostiene erroneamente Scalfaro, no.
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