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Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda annalu il 24/08/2011, 12:18

Da Il Sole 24 ORE:
Politica economica
La proposta di Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa
di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio
23 agosto 2011Commenti (18)

Caro Direttore,
abbiamo molto apprezzato l'attenzione del Sole 24 Ore al tema degli Eurobond (Eb), di recente "bocciati" dal vertice Merkel-Sarkozy del 16 agosto per paura che Francia e Germania debbano pagare debiti di altri Paesi.

Noi crediamo invece che gli Eb servano all'unità, alla stabilità e alla crescita dell'Unione economica e monetaria (Uem) e all'euro e quindi alla Ue. Bisogna però progettare bene gli Eb partendo da una impostazione economico-istituzionale che adotteremo nel seguito (senza rinvii ad altre, salvo a una di Quadrio Curzio sul Mulino 2/2011).

Distinguiamo quattro tipologie genericamente definite di Eb di cui una sola attuata, gli StabilityBond (Sb), mentre altre due sono state proposte da tempo - UnionBond (Ub) e EuroBond (Eb) - ma non attuate. Da ultimo presenteremo la nostra proposta che definiamo degli EuroUnionBond (Eub).

Gli UnionBond (Ub). Questi titoli di debito pubblico "europeo" a lungo termine furono proposti dal presidente della Commissione europea Jacques Delors nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" del 1993. Gli Ub dovevano essere garantiti dal bilancio della Comunità europea per finanziare investimenti in grandi infrastrutture transeuropee i cui ricavi sarebbero andati ai promotori dei progetti medesimi (enti del settore pubblico e ditte private) onerati dagli interessi e dal rimborso degli Ub. Questa proposta è stata spesso ripresa e recentemente anche dal Parlamento europeo.

Una variante limitata degli Ub sono i "projectbond" (Pb) sostenuti da José Manuel Barroso e dalla Commissione europea nel 2010, per realizzare singole infrastrutture europee con finanziamenti nel partenariato pubblico-privato. I Pb andrebbero emessi da privati ma garantiti dal bilancio comunitario e dalla Bei. Ne esistono già alcuni varati dalla Bei e dal "Fondo Marguerite" operativo del 2008 con "core sponsors" costituiti dalle Casse depositi e prestiti (o forme affini) di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e dalla Bei. Si tratta di partecipazioni minoritarie in nuovi progetti di infrastrutture europee per trasporti, energia ed energie rinnovabili.

Gli EuroBond(Eb).Questi titoli dei debito pubblico "europeo" sono stati presentati come mezzo per ristrutturare i debiti pubblici nazionali degli Stati membri della Uem. L'abbiamo avanzata in molti mentre altri l'hanno criticata. Nel dicembre 2010 la proposta è stata fatta sul Financial Times da due ministri dell'economia: Jean-Claude Juncker (presidente dell'eurogruppo) e Giulio Tremonti. Essi partono dalla constatazione che, malgrado le decisioni delle istituzioni della Ue e della Uem, i mercati dei titoli di Stato dei Paesi membri dell'euro rimangono attaccati e attaccabili. Il contrasto dovrebbe venire dagli Eb emessi da una European debt agency (Eda) da sostituire allo European financial stability facility (Efsf). Delors, come altri, ha sottovalutato questo tipo di interventi quasi servissero «solo per colmare i disavanzi del passato».

Gli StabilityBond (Sb). Sono già attuati. Dall'agosto 2010 è operativo lo Efsf (European financial stability facility) dotato di garanzie di capitale fino a 440 miliardi per emettere titoli finalizzati a prestiti condizionati a Stati di Eurolandia in crisi finanziaria. Le quote di capitale del Fondo sono proporzionali a quelle che gli Stati della Uem hanno nella Bce. La Germania ne garantisce perciò circa il 27%, la Francia il 20%, l'Italia quasi il 18 per cento. Ovvero il 65% della Uem. Per ora questo Fondo ha emesso solo 13 miliardi di Sb per prestiti a Portogallo e Irlanda.

Successivi ampliamenti di operatività tra cui quelli decisi in luglio hanno aumentato il capitale garantito a 780 miliardi di euro e altri poteri sono stati conferiti allo Efsf. In particolare il Fondo potrà acquistare sul mercato primario e secondario di titoli di Stato dei Paesi della Uem in difficoltà purché in ristrutturazione finanziaria. Gli ampliamenti deliberati sono tuttora soggetti a ratifica degli Stati azionisti. Quindi per ora il Fondo può solo fare prestiti. Dall'1 luglio 2013 lo Efsf sarà sostituito dallo Esm (European stabilization mechanism), con capitale sottoscritto per 700 miliardi di euro, che avrà durata permanente e che dovrà essere recepito dai trattati europei. In conclusione: gli Sb sono un'importante novità anche se la loro operatività è limitata a operazioni difensive di salvataggio.

Gli EuroUnionBond (Eub). La nostra proposta è che bisogna innovare di più con il varo di un Fondo finanziario europeo (Ffe) che emetta Eub con quattro caratteristiche che ricomprendono alcune delle precedenti.

1) Il Ffe dovrebbe avere un capitale conferito dagli Stati Uem in proporzione alle loro quote nel capitale della Bce. Il capitale dovrebbe essere costituito dalle riserve auree del Sistema europeo di banche centrali (Sebc) che sono la maggiori al mondo con circa 350 milioni di once per un controvalore intorno ai 450 miliardi di euro. Per mettere l'oro a garanzia vanno modificati gli statuti del Sebc e della Bce (anche con riflessi sui Trattati europei, ma non sul Central banks gold agreement che tratta delle vendite di oro), enti che potrebbero anche diventare azionisti, in quanto conferenti, del Ffe. Supponendo che il capitale versato del Ffe sia di 1.000 miliardi di euro, ogni Stato membro della Uem dovrà conferire oltre all'oro altri capitali anche in forma di obbligazioni e azioni stimate a valori reali e non a prezzi di mercato sviliti.

L'Italia dovrebbe conferire 180 miliardi di euro in totale di cui 79 milioni di once in riserve auree, valutabili oggi a circa 101 miliardi di euro, più altri 79 miliardi di euro che a nostro avviso dovrebbero essere azioni di società detenute dal ministero dell'Economia (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste ecc). Società che oggi non sono privatizzabili, dati i prezzi di mercato. Con questi conferimenti il timore tedesco di pagare i debiti altrui dovrebbe placarsi. La Germania dovrebbe versare al Ffe 270 miliardi di euro di cui 140 miliardi sono 109 milioni di once d'oro e 130 altri valori. La Francia dovrebbe versare 200 miliardi di cui 100 con i 78 milioni di once d'oro e 100 in altri valori. Sarebbe importante che Italia, Germania e Francia conferissero a complemento dell'oro azioni di società settorialmente omogenee nell'energia, nelle telecomunicazioni, nei trasporti.

2) Il Ffe con 1.000 miliardi di euro di capitale versato potrebbe fare una emissione di 3.000 miliardi di Eub con una leva di 3 e durata decennale (e oltre) al tasso del 3% eventualmente variabile dopo un certo periodo. Altre garanzie si potrebbero aggiungere con impegni giuridici degli Stati Uem. L'onere di interessi sarebbe di 90 miliardi di euro all'anno pari oggi a circa l'1% del Pil della Uem pagabile sia con i profitti del conferimento del capitali azionari al Ffe sia con una quota dell'Iva dei Paesi della Uem, sia con gli interessi di cui diremo. Quanto detto è ovviamente adattabile in vari modi su tassi, scadenze, rimborsi degli Eub e magari loro convertibilità in azioni. Ma la sostanza non cambia.

3) Il Ffe dovrebbe dividere in due parti i 3.000 miliardi raccolti con gli Eub.Per far scendere dall'attuale 85% al 60% la media del debito della Uem sul Pil verso il mercato il Ffe dovrebbe rilevare 2300 miliardi dei titoli di Stato dei Paesi della Uem. L'Italia scenderebbe al 95% del debito su Pil verso il mercato mentre per il restante 25% sarebbe debitrice verso il Ffe. La Francia e la Germania scenderebbero sotto il 60% di debito su Pil verso il mercato. I rimanenti 700 miliardi della citata emissione dovrebbero andare a grandi investimenti europei anche per unificare e far crescere imprese continentali nella energia, nelle telecomunicazioni, nei trasporti delle quali il Ffe diverrebbe azionista.

I vantaggi di questa emissione di Eub sarebbero enormi. Ne citiamo solo due. Il primo è che il Ffe non sarebbe opportunistico ma stabilizzante nella gestione dei titoli di Stato nazionali da detenere su lunghe durate rendendo così molto difficile anche la speculazione. Il secondo vantaggio sarebbe un mercato degli Eub di grandi dimensioni e una raccolta a interessi in media più bassi rispetto ai titoli nazionali di quasi tutti i Paesi Eum. Data anche la natura del Ffe e degli Eub, che hanno garanzie reali, diverrebbe realistico attrarre investitori molto liquidi come i Fondi sovrani che si stima abbiamo oggi asset intorno ai 4.200 miliardi di dollari, ovvero circa 3.000 miliardi di euro, che nessuna emissione di titoli di Stato della Uem può servire se non in piccola parte. In tal modo gli Eub possono davvero diventare competitivi nei confronti dei titoli del tesoro Usa dei quali la Cina vuole alleggerirsi.

Naturalmente vanno precisate le strutture e la governance societaria del Ffe (che in parte si possono prendere dallo Efsf e dal Esm), tra cui i poteri di voto dei partecipanti al Ffe, che pur dipendendo dalle quote nel capitale dovrebbero anche essere rivedibili periodicamente per tenere conto della eccedenza sul 60% del debito pubblico su Pil dei singoli stati. Anche in tal modo si spingerebbero i diversi Paesi a far scendere il loro rapporto di debito su Pil.

In conclusione: queste innovazioni andrebbero subito messe in progettazione perché, dati i tempi legali della Uem (e della Ue), l'Eurozona sta correndo gravi rischi. Quelli della speculazione, quelli di un rigore di bilancio senza crescita e occupazione, quelli della diarchia franco-tedesca che ha avocato a se il governo della Uem e della Ue ma che non pare all'altezza di un Governo capace dei grandi progetti politico-istituzionali attuati in passato.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda ranvit il 24/08/2011, 13:03

Insomma Tremonti ha ragione.... ;)



http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 08465.html


Crisi:Marchionne,no alternative eurobond
Se non c'e' condivisione dei rischi non si puo' andare avanti
24 agosto, 11:52


Crisi:Marchionne,no alternative eurobond (ANSA) - RIMINI, 24 AGO - ''Non credo che ci siano altre soluzioni al problema''. Cosi', arrivando al meeting di Rimini, l'a.d. della Fiat, Sergio Marchionne, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi di lanciare Eurobond per contrastare la crisi a livello internazionale. ''E' un discorso complicato - ha aggiunto il numero uno di Fiat - ma credo che se non c'e' una condivisione di rischi'' tra i paesi europei ''non so come si possa andare avanti''.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda trilogy il 24/08/2011, 16:22

ranvit ha scritto:Insomma Tremonti ha ragione.... ;)


a volte l'apparenza inganna :mrgreen:

Immagine

E' una proposta molto complessa e difficile da valutare nei suoi effetti a lungo termine. Va nella direzione giusta perchè non si può fare una moneta unica senza strumenti di governance ed intervento comune. A questo problema però l'Europa sta reagendo in modo caotico sulla spinta degli avvenimenti, progettando e creando tutta una serie di strumenti mastodontici che poi fatica a far funzionare.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda trilogy il 24/08/2011, 23:07

LONDRA, 24 agosto (Reuters) – Nuovo record dall’introduzione dell’euro per il rendimento sul biennale greco , al 42%, con un incremento oggi di circa due punti . Sul governativo greco pesa la controversia riguardante la richiesta di collaterale da parte della Finlandia, a fronte della sua partecipazione ai prestiti ad Atene, che – si teme – potrebbe complicare l’effettiva realizzazione del piano di aiuti.
Secondo fonti parlamentari, il cancelliere tedesco Angela Merkel si oppone a forme di trattamento privilegiato per la Finlandia la quale, d’altra parte, minaccia di non partecipare al salvataggio della Grecia se le sue richieste non verranno soddisfatte.
Allo stesso tempo i Credit default swap sul debito greco sono balzati in alto di 106 punti base, a quota 2.200.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda franz il 25/08/2011, 7:23

Da NfA (http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/2388)

L’eurobond è il penultimo passo verso un’unione politica europea. L’idea può piacere, a seconda se si ascolta Hamilton nel credere che l’Europa del ventunesimo secolo ha bisogno di essere uno stato unico per poter fronteggiare meglio gli Stati Uniti e le superpotenze emergenti di Cina e India. Oppure non può piacere se si crede nella filosofia di Jefferson che i poteri di uno stato devono essere decentrati e limitati per non interferire troppo sulla vita del singolo cittadino. Di sicuro l’eurobond non è un passo imprescindibile per salvare l’Europa. È vero che convertendo il debito italiano in eurobonds si risparmia in interessi perché l’Europa intera offre più credibilità nel poter ripagare il debito italiano che il governo italiano stesso. Ma questo avviene introducendo un altro costo. Distanziando sempre di più la responsabilità di condurre una politica fiscale assennata, si continua l’incentivo all’indebitamento finché anche l’Europa stessa eventualmente si ritroverà nei panni dell’Italia oggi. Le difficoltà dell’indebitamento pubblico sono un problema intergenerazionale che deve essere risolto ora, responsabilizzando la politica fiscale a livello locale, anche affrontando il rischio di default o di svalutazione. Accorpare il debito creando eurobonds in vista della creazione di un mega stato da 500 milioni di abitanti posticipa soltanto il problema del debito ai nostri figli, proprio come il debito odierno è stato ereditato dalle scelte sventurate della generazione precedente.


Chiarito questo, si comprende che sono contrari a titoli europei di debito pubblico quegli stati "forti" come germania e francia (forti economicamente e politicamente) che si troverebbero sul groppone i debiti delle cicale mentre sono favorevoli, naturalmente, quelli in difficoltà. Il vero problema allora è quello dell'europa unita, come stato unico federale. Esiste? Se si allora è logico complemento avere una unica politica ma anche strumenti come i bond europei. Ma finirebbe anche la libertà di azione (spendere e spandere) che oggi paesi come i PIIGS hanno (e di cui abusano).

La soluzione è nelle scelte politiche di oggi, a livello italiano e il casino (che rimette in discussione la finanziaria) di questi giorni credo faccia capire benissimo che la ricreazione non è finita e che la politica italiana è sempre malata. Bisogna targliargli i fondi, non dargli altra droga (o EuroDroga).
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda ranvit il 25/08/2011, 11:52

Bisogna targliargli i fondi, non dargli altra droga (o EuroDroga).

:cry: :cry: :cry:

Invece, se vogliamo davvero andare verso un'Europa Unita, dobbiamo procedere verso gli EuroBond aumentando sempre piu' le pressioni per andare verso un.... formicaio :D

Le recenti pressioni su Grecia e Italia hanno costretto i rispettivi governi ad incamminarsi verso una gestione piu' severa dell'economia statale. Poi è ovvio che ci vuole un po' di tempo per trasformare le cicale in formiche.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda trilogy il 25/08/2011, 12:36

Credo che agli eurobond prima o poi ci si dovrà arrivare. In via alternativa o l'euro salta completamente o qualche paese è costretto ad uscire dall'eurozona. Però Il dibattito sia politico che tecnico mi sembra ancora immaturo per consentire il passaggio dalle ipotesi alle realizzazioni concrete. Anche nella proposta di Prodi e Quadrio Curzio ci sono aspetti che non mi convincono.
Trilogy



Come risolvere la crisi dell’euro
George Soros
2011-08-15


NEW YORK – La soluzione per la crisi dell’euro deve contemplare tre componenti principali: riforma e ricapitalizzazione del sistema bancario, un sistema di eurobond e un meccanismo di uscita.
Il primo componente è il sistema bancario. Il Trattato di Maastricht relativo all’Unione europea è stato ideato per affrontare solamente gli squilibri nel settore pubblico; ma, come abbiamo visto, gli eccessi del settore bancario si sono rivelati di gran lunga superiori. L’introduzione dell’euro ha scatenato un boom del settore immobiliare in paesi come Spagna e Irlanda. Le banche dell’Eurozona si sono indebitate fino al collo e sono state le più colpite dal collasso del 2008. Ora devono essere urgentemente protette dalla minaccia di insolvenza.

Il primo passo è stato quello di rivolgersi al Fondo europeo per la stabilizzazione finanziaria (European Financial Stability Facility), che è stato chiamato in causa per salvare banche e governi. Ora servono altri interventi. Bisogna aumentare in modo sostanzioso il capitale azionario delle banche. E se a garantire la solvibilità delle banche deve essere un’agenzia europea, questa deve altresì sorvegliare i medesimi istituti.
Un’agenzia bancaria europea interromperebbe la relazione incestuosa tra banche ed enti di vigilanza, all’origine degli eccessi che hanno alimentato l’attuale crisi. E interferirebbe decisamente meno con la sovranità nazionale di quanto non facciano le politiche fiscali nei confronti dell’Ue o di un’autorità europea.

Il secondo elemento riguarda gli eurobond (o euro-obbligazioni) di cui necessita l’Europa. L’introduzione dell’euro doveva rafforzare la convergenza, ma di fatto ha creato delle divergenze, che hanno scatenato ampi livelli di indebitamento e competitività pronti a separare gli Stati membri. Se i paesi fortemente indebitati dovessero pagare pesanti premi di rischio, il loro debito diventerebbe insostenibile. Questo è esattamente ciò che sta accadendo.
La soluzione è ovvia: i paesi in deficit devono poter rifinanziare la maggior parte del debito alle stesse condizioni dei paesi in surplus. Il migliore modo per farlo sarebbe quello di autorizzare l’emissione di eurobond, che sarebbero congiuntamente garantiti da tutti gli Stati membri.


Il principio è chiaro, ma i dettagli richiederanno molto lavoro. Quale agenzia sovranazionale sarà responsabile dell’emissione degli eurobond? Quali regole dovrà seguire l’agenzia per autorizzare l’emissione? In che modo farà rispettare le regole?

Presumibilmente, gli eurobond saranno sotto il controllo dei ministri delle finanze appartenenti all’Eurozona. Il board costituirà la controparte fiscale della Banca centrale europea, e la controparte europea del Fondo monetario internazionale.
Il dibattito ruoterà intorno ai diritti di voto. La Bce funziona in base al principio di un voto per paese; il Fmi assegna i diritti di voto a seconda dei contributi di capitale da parte dei paesi. Quale sistema dovrebbe prevalere? Il primo potrebbe dare carta bianca ai paesi debitori che si sentirebbero autorizzati a incrementare i propri deficit; il secondo potrebbe accentuare lo scenario di un’Europa a due velocità. Un compromesso sarà necessario.

Dal momento che il destino dell’Europa dipende dalla Germania, e poiché l’emissione degli eurobond metterà il credito della Germania a rischio, il compromesso dovrà chiaramente partire dalla Germania. La Germania ha però una strana idea di politica macroeconomica: vorrebbe che il resto d’Europa seguisse il suo esempio. Ma ciò che funziona per la Germania non funziona necessariamente per gli altri Paesi: nessun Paese può trovarsi in surplus commerciale cronico senza che altri Paesi incorrano in deficit. :mrgreen: [questa riflessione la facemmo tempo addietro sul forum]

La Germania deve proporre regole che possano essere facilmente seguite dagli altri Paesi.
Tali regole devono consentire una graduale riduzione dell’indebitamento, oltre a permettere ai Paesi con un alto tasso di disoccupazione, come la Spagna, di continuare a perseguire il disavanzo di bilancio. Le regole che coinvolgono il raggiungimento dei target per l’aggiustamento ciclico dei deficit possono portare a termine gli obiettivi appena menzionati. Le regole devono altresì riconoscere i propri limiti, e devono quindi restare aperte ad eventuali modifiche e migliorie.

Bruegel, il think tank con sede a Bruxelles, ha proposto che gli eurobond costituissero il 60% del debito degli Stati membri verso l’estero. Considerati gli elevati premi di rischio attualmente predominanti in Europa, questa percentuale risulta troppo bassa per dare pari opportunità a tutti. A mio avviso bisognerebbe emettere eurobond fino al limite che fisserà il board. Maggiore sarà il volume di euro-obbligazioni che un paese cercherà di emettere, più severe saranno le condizioni imposte dal board. Il board non dovrebbe avere problemi ad imporre la propria volontà, perché negare il diritto di emettere eurobond sarebbe un potente deterrente. Occorre aumentare la sorveglianza in modo tale da avvisare prontamente i Paesi in caso di violazione.

Tutto ciò ci porta dritti al terzo problema irrisolto: cosa succede se un paese non è disposto o non è in grado di attenersi alle condizioni concordate? L’incapacità di emettere eurobond potrebbe tradursi in un default disordinato o in una svalutazione, che in assenza di un meccanismo di uscita, avrebbe conseguenze catastrofiche. Un deterrente che risulta troppo pericoloso da intraprendere non è credibile. La Grecia ne è un chiaro esempio.
Dei tre problemi quest’ultimo è il più difficile da risolvere, e non pretendo di avere una soluzione a portata di mano. Molto dipenderà dal modo in cui si risolverà la crisi greca. Si potrebbe ideare una via di uscita ordinata per un piccolo Paese come la Grecia, senza tuttavia applicare tale soluzione a un Paese grande come l’Italia. In tal caso, il sistema degli eurobond dovrebbe prevedere precise sanzioni che non comportino eventuali vie di fuga – un chiaro esempio potrebbe essere un ministero delle finanze europeo che abbia legittimità politica e finanziaria e che emerga dall’intenso dibattito di questi ultimi tempi e da una presa di coscienza da parte di tutti (soprattutto dalla Germania).

Una cosa è certa: i tre problemi di cui abbiamo parlato devono essere risolti affinché l’euro possa sopravvivere. Ma i mercati finanziari potrebbero non offrire la tregua necessaria per mettere in atto nuovi accordi.
Sotto la costante pressione dei mercati, il Consiglio europeo potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover trovare un accordo tappabuchi per evitare la calamità. Potrebbe autorizzare la Bce a concedere prestiti direttamente ai Governi che non possono contrarre prestiti dai mercati a condizioni ragionevoli fino a quando non sarà introdotto il sistema degli eurobond.

George Soros è presidente del Soros Fund Management e dell’Open Society Institute.
Copyright: Project Syndicate, 2011.
http://www.project-syndicate.org
Traduzione di Simona Polverino
Ultima modifica di trilogy il 25/08/2011, 12:40, modificato 4 volte in totale.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda chango il 25/08/2011, 12:37

ranvit ha scritto:Bisogna targliargli i fondi, non dargli altra droga (o EuroDroga).

:cry: :cry: :cry:

Invece, se vogliamo davvero andare verso un'Europa Unita, dobbiamo procedere verso gli EuroBond aumentando sempre piu' le pressioni per andare verso un.... formicaio :D

Le recenti pressioni su Grecia e Italia hanno costretto i rispettivi governi ad incamminarsi verso una gestione piu' severa dell'economia statale. Poi è ovvio che ci vuole un po' di tempo per trasformare le cicale in formiche.


le recenti pressioni su Grecia e Italia non hanno fatto che peggiorare la situazione di quei paesi.
una gestione severa se non supportata dalla serietà e compotenza dei governi non serve a nulla.
soprattutto se i paesi che pretendono di essere i leader della UE sono dotati di una lungimiranza politica (ed economica) pressochè nulla.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda ranvit il 25/08/2011, 12:43

le recenti pressioni su Grecia e Italia non hanno fatto che peggiorare la situazione di quei paesi.


E' una tua ripettabilissima idea....ma puoi specificare con dei dati, visto che a livello europeo sono di diverso avviso.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Prodi e Quadrio Curzio: EuroUnionBond per la nuova Europa

Messaggioda chango il 25/08/2011, 12:59

ranvit ha scritto:le recenti pressioni su Grecia e Italia non hanno fatto che peggiorare la situazione di quei paesi.


E' una tua ripettabilissima idea....ma puoi specificare con dei dati, visto che a livello europeo sono di diverso avviso.


la severità del governo greco in questi ultimi tre anni non ha diminuito il rischio di bancarotta del paese.

l'Italia è al secondo intervento di correzione dei conti pubblici nel giro di due mesi.
tanto il primo (luglio) che quello attualmente in discussione non metterano l'Italia in sicurezza o sulla strada della crescita economica.
la severità dell'attuale manovra non farà che peggiorare le cose nel nostro paese, visto che per quanto sia severa nei tagli è priva di una logica di medio-lungo perido e neppure sul breve è detto che dia risultati particolarmente apprezzabili.

che poi la BCE o la Commissione europea esprimano apprezzamento per la manovra non è nulla di significativo.
con la situazione attuale sui mercanti non è che possano dire diversamente.
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