franz ha scritto:
[Piero Ostellino, sul Corriere del Ticino del 16 agosto 2011]
Sono tante crisi nazionali, tutte uguali e che hanno la stessa origine. Ma, in Italia, la cattiva politica e il cattivo giornalismo le spacciano per una crisi internazionale attribuendola a una non meglio specificata «speculazione», una sorta di Spectre spuntata dal nulla. Se ci si attiene ai fatti, si constata, però, facilmente che sono in crisi i Paesi con un grosso debito pubblico alimentato da un deficit di bilancio annuale.
Di internazionale c'è solo che in quelle condizioni sono in molti, ancorché ciascuno per ragioni, sempre le stesse, strettamente di politica interna. Ma, allora, perché la politica e il giornalismo raccontano la balla della crisi internazionale? La politica, perché, altrimenti, dovrebbe ammettere il proprio fallimento e non potrebbe chiedere «sacrifici» ai propri cittadini, massacrandoli di altre tasse, per uscirne e, quel che è peggio, ricominciare da capo come se nulla fosse, salvo tenersi di riserva la prospettiva di una stangata successiva ai poveri contribuenti [..]
[..]In poche parole, per un eccesso di servilismo, prevale il conformismo, l'adeguamento alla corrente - tutti si comportano allo stesso modo per non sembrare la pecora nera e mettersi, così, al riparo da eventuali sorprese (leggi licenziamento, che, in ogni caso, arriverà comunque, e per le ragioni meno prevedibili) - in un'orgia di «politicamente corretto» che è, poi, un «culturalmente catastrofico». [..]
Questo atteggiamento di conformismo generalizzato lo abbiamo evidenziato più volte nelle discussioni sul forum. La negazione e la sottovalutazione della crisi da parte del governo ha prodotto più danni e rischi della crisi stessa. "Il tutti si comportano nello stesso modo" è un fenomeno molto diffuso un po' in tutti i settori. Basta vedere le analisi finanziarie dei vari specialisti, si adeguano tutte alla corrente perchè sbagliare è facile ed è meglio farlo in compagnia
