La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Dimezziamo .....tutto!!!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Dimezziamo .....tutto!!!

Messaggioda ranvit il 19/08/2011, 20:39

....ma anche i Consiglieri Regionali, Provinciali, Comunali, Circoscrizionali, le Municipalizzzate, le Comnità Montane, i Consorzi di bacino etc etc

http://www.corriere.it/politica/11_agos ... da8e.shtml

COSTI DELLA POLITICA
Veltroni ai capigruppo Pd: «Ridurre il numero dei parlamentari»
L'ex segretario:«Ridare capacità di velocità e decisione alla democrazia». D'accordo Finocchiaro e Franceschini


MILANO - «Presto una riduzione del numero dei parlamentari». Se lo augura Sergio Romano, che sul Corriere di venerdì, invita la classe politica a dare il buon esempio e ad ascoltare gli umori del Paese. Reagisce l'ex segretario del Pd Walter Veltroni, che lancia una proposta concreta attraverso una lettera ai presidenti Pd dei gruppi di Camera e Senato. Nel messaggio inviato a Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, Veltroni ha ribadito la sua richiesta: il dimezzamento dei parlamentari sia condizione per l'apertura della discussione sull'articolo 81 della Costituzione. I capigruppo: «Pronta la proposta in parlamento».

MISURA «ESSENZIALE» - Veltroni ha ribadito una linea già espressa alla riunione del coordinamento del partito dello scorso 10 agosto, nonché a quelle dei gruppi parlamentari e in varie posizioni pubbliche a partire da un'intervista rilasciata il 6 agosto. Una misura che Veltroni giudica «essenziale» non solo per ridurre il peso improprio della politica, «ma per ridare capacità di velocità e di decisione alla democrazia» e portare fuori «dal paralizzante immobilismo» la macchina politico-istituzionale. «Per questo - scrive Veltroni nella lettera - ribadisco a voi la richiesta che i nostri gruppi parlamentari pongano come condizione per la discussione e il consenso ad una revisione dell'art.81 che introduca in Costituzione il pareggio di bilancio (al netto, ovviamente, dei cicli economici e di eventi straordinari) e l'approvazione immediata del puro e semplice dimezzamento del numero dei parlamentari, senza ulteriori appesantimenti».

RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE - Così si potrebbe delineare un accordo, è il ragionamento di Veltroni, per ottenere sulle due questioni un consenso tale da abbreviare le procedure parlamentari di riforma costituzionale e approvare in novanta giorni due provvedimenti che corrispondono all'emergenza e alla drammaticità della situazione. Per Veltroni un'intesa simile avrebbe, come effetto positivo, la necessità di approvare una nuova legge elettorale. «Questa posizione, più volte ribadita anche dal segretario Bersani, dovrebbe a mio avviso essere sostenuta con la necessaria forza e decisione, davvero condizionando la disponibilità dell'opposizione a concorrere alle revisioni costituzionali proposte dal governo, fatto salvo l'inutile e retorico riferimento all'art.41. È al tempo stesso una sfida positiva - si legge ancora nella lettera - e una proposta rivolta a tutte le forze parlamentari. Sono convinto che l'impegno limpido, coerente e determinato dei nostri gruppi potrà contribuire ad ottenere un risultato che avrebbe un valore storico per la nostra democrazia».

LE REAZIONI - La proposta di Veltroni è stata ben accolta. «È positivo che nel partito prenda piede questa strada - è il commento del vicepresidente del Senato Vannino Chiti - che, se vi sarà una volontà comune di maggioranza e opposizione, potrà essere portata a termine nel giro di pochi mesi. Credo che la questione debba essere affrontata con urgenza». È convinta Anna Finocchiaro, che assicura: «Nei prossimi giorni, quando comincerà la discussione sulla ulteriore manovra presentata dal governo, il Pd sosterrà questa proposta con atti parlamentari concreti per cercare di arrivare in breve tempo a coniugare, nell'ambito della riduzione dei costi della politica, dimezzamento del numero dei parlamentari e revisione dell'articolo 81 della Costituzione». Le fa eco Dario Franceschini: «Alla Camera sono depositati da inizio legislatura due proposte di legge del Pd per il dimezzamento del numero dei parlamentari e nelle ultime due conferenze dei capigruppo ho chiesto la calendarizzazione per settembre». Anche il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, in previsione della discussione della manovra in parlamento auspica maggior coraggio: «Da tempo Futuro e libertà sostiene che bisogna abolire tutte le province, accorpare i piccoli comuni, ridurre il numero dei parlamentari. Occorre - conclude - che la politica dia l'esempio. C'è un buco nella sanità fatto di sprechi, di corruzione, di clientelismo, di sperpero, così come c'è nei fondi che sono in mano alle regioni. Bisogna modificare il sistema pensionistico, investire per la crescita a favore delle imprese e per il lavoro, in particolare quello giovanile e femminile». «La proposta del Pd di dimezzare il numero dei parlamentari è ottima - ha detto Enrico La Loggia (Pdl), presidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale -. Peccato che il Governo Berlusconi l'aveva già concretizzata nel 2005 con la riforma costituzionale, trovando, però, l'opposizione della sinistra che si era schierata contro».

CONTRARIO - Critica la proposta, invece, il deputato del Pd Angelo Merlo: «Sul tema del dimezzamento dei parlamentari adesso occorre uscire dagli equivoci - sostiene il vicepresidente della commissione di Vigilanza della Rai -. E, per evitare che gli illustri politologi continuino a bacchettare, che gli opinionisti milionari lo ripetano a giorni alterni e che svariati esponenti politici giochino al rialzo, si potrebbe da subito procedere non al dimezzamento ma al sostanziale azzeramento della rappresentanza parlamentare. E questo per evitare che, dal giorno dopo l'ipotetico dimezzamento, non parta l'ormai collaudata e già nota corsa al rialzo dei nemici storici del Parlamento e dei campioni dell'antipolitica».

Redazione online
19 agosto 2011 20:09
Ultima modifica di ranvit il 20/08/2011, 11:34, modificato 1 volta in totale.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Dimezziamo i Parlamentari

Messaggioda flaviomob il 20/08/2011, 3:40

dal Fatto:

BLOG | di Domenico Finiguerra 19 agosto 2011



Tagli La sovranità del popolo o dei mercati?

Pur essendo convinti che questa manovra, come quelle precedenti e come quelle che seguiranno, è soltanto una tappa del tour di saccheggio ai danni dei diritti dei cittadini e dei lavoratori, conquistati in oltre mezzo secolo, e di depredazione dei Beni Comuni, vogliamo provare anche noi a cimentarci nell’esercizio più in voga di quest’estate: dove troviamo i soldi per dare una risposta alle “esigenze” dei mercati?

Prima, però, una piccola premessa molto sostanziale, fatta di cifre semplici e secche: ogni anno dobbiamo fare a meno di 60 miliardi che se ne vanno in corruzione; ogni anno 120 miliardi non sono incassati a causa dell’evasione fiscale. I tutto fanno 180 miliardi. In dieci anni sarebbero 1800 miliardi, ovvero lo stock di debito pubblico.

Se lo stato si mettesse di buzzo buono, senza guardare in faccia a nessuno, potremmo azzerare il debito pubblico ed emanciparci dallo strangolamento di chi oggi lo detiene…

Se poi si facessero emergere i 350 miliardi di economia sommersa e si inseguissero (altro che scudo!) i 500 miliardi di capitali rifugiati nei paradisi fiscali… (fonte: Soldi Rubati, di Nunzia Penelope), magari oggi non staremmo qui a tremare ogni volta che la borsa di Milano apre i battenti…

Vabbè… Intanto cominciamo con questo elenco (che si aggiunge alle già innumerevoli proposte di buon senso, come quelle contenute nella contromanovra di Sbilanciamoci) e lo lasciamo aperto al contributi dei lettori e dei commentatori…

Tagliare almeno il 50% dei 36 miliardi di euro spesi tutti gli anni in missioni militari, mimetiche, baionette, cacciabombardieri e rancio ed impiegare le forze armate nella lotta all’illegalità, all’evasione e alla corruzione.
Applicare l’ICI al 7 per mille a tutti gli immobili (non destinati alla preghiera e al culto) di proprietà della Chiesa o di ogni ente religioso.
Abolire l’8 per mille.
Raddoppiare le imposte sui beni e sulle merci dannosi per la salute (es. tabacco, alcool, grassi animali) e azzerare quelle sui beni e sulle merci che fanno bene alla salute (frutta, verdura): in questo modo abbasseremo anche la spesa sanitaria.
Portare al 40% la tassazione sulle rendite finanziare (in fondo sarebbe comunque un aliquota inferiore alla massima aliquota irpef), compresi i Titoli di Stato.
Ridurre del 50% il numero di Parlamentari e di Consiglieri Regionali.
Ridurre del 50% ogni indennità percepita da Parlamentari, Ministri, Manager Pubblici, Consiglieri di Amministrazione, Consiglieri Regionali e comunque fissare un tetto massimo di € 5000 mensili netti.
Ridurre del 70% i costi di funzionamento del Quirinale, del Parlamento, della Presidenza del Consiglio e di ogni Ministero.
Abolire ogni vitalizio e parificare il trattamento previdenziale dei lavoratori della politica a quello dei lavoratori del Pubblico Impiego.
Tagliare l’80% delle auto blu e delle auto grigie e destinare i risparmi alle forze di polizia impegnate nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale.
Cancellare tutte le norme che consentono, facilitano o istigano all’elusione fiscale (basta un discreto commercialista per farne l’elenco completo).
Cancellare il programma di Grandi Opere che finora non ha rilanciato nulla e che ha solo aumentato la spesa pubblica per militari inviati a presidiare cantieri contro le popolazioni locali, e destinare le risorse risparmiate ad iniziative in grado di curare il paese e dare posti di lavoro veri: un piano nazionale di sistemazione delle infrastrutture esistenti (se crolla il tetto del tuo garage, non ti compri una Ferrari, ti sistemi il tetto e ti tieni la Punto); un piano nazionale di piccole opere: di cura del dissesto idrogeologico, di recupero del patrimonio storico e artistico, di tutela dell’ambiente e del paesaggio italiano; una nuova riforma agraria, che rimetta l’agricoltura (economia reale) davanti alla finanza e al cemento e incentivi i giovani a tornare alla coltivazione della terra; un piano nazionale per i rifiuti: con un miliardo di euro si farebbe partire la raccolta differenziata “porta a porta” in tutta Italia e si creerebbero 200 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato; un piano nazionale per la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico esistente, e forme incentivanti per gli edifici privati, ciò’ che consentirebbe in un colpo solo di creare almeno 250 mila posti di lavoro, ridurre sensibilmente la dipendenza energetica del nostro Paese dalle fonti fossili, abbattere le emissioni inquinanti in atmosfera.
Limitare gli incentivi per le fonti di energia rinnovabili esclusivamente agli impianti di piccola taglia realizzati sui tetti e in zone compromesse, con esclusione tassativa per quelli realizzati su suoli fertili o in zone di pregio paesaggistico e ambientale.
Cancellare ogni finanziamento pubblico alla sanità e alla scuola privata (compresa quella paritaria).
Vietare ogni forma di sponsorizzazione da parte di enti pubblici a manifestazioni politico-culturali (come questa)
Tassare al 20% del valore di mercato tutti i mezzi di trasporto di lusso intestati a persone fisiche o società italiane e straniere, che si trovino anche momentaneamente in territorio italiano: yacht, aerei, automobili.
Già ci immaginiamo alcuni commenti di alcuni dei fanatici simil-liberisti:

“Ma questa è demagogia pura!”

Se facessimo solo il 20% di quest’elenco, sarebbe Politica con la P maiuscola. La vera demagogia è quella di chi propone le solite soluzioni: tagli alle pensioni, innalzamento età pensionabile, privatizzazioni, tickets, riforme istituzionali di livello condominiale.

“Ecco i soliti anticlericali!”

Nessuno mette in discussione la libertà di professare la propria religione.

“Si bravi, così diamo una sberla al mercato e facciamo fuggire i capitali all’estero!”

Sarebbe legittima difesa, perché finora, la mano invisibile del mercato, che non è cieca, ha dato sberloni sempre agli stessi, e ripetutamente.

“In questo modo si deprimono i consumi e l’economia rallenterebbe!”

Non potrebbe certo essere peggio della situazione in cui ci troviamo ora. Le ricette stantie del vigente modello di sviluppo, crescita, consumi e ricerca della competitività, hanno creato solo peggioramento delle condizioni di lavoro, della qualità della vita e delle relazioni sociali. Il dogma della crescita infinita va superato, perché saccheggiati tutti i beni privati e i diritti dei poveri cristi, si passerà, laddove non si è già praticato, al saccheggio dei beni comuni.

E comunque queste proposte hanno già dimostrato, laddove praticate nelle piccole realtà virtuose d’Italia, che l’economia non rallenta, cambia semplicemente direzione prendendo una strada sostenibile capace di futuro!

“I mercati non approverebbero mai e l’Italia andrebbe a picco!”

Ma la sovranità appartiene al popolo o ai mercati? I partiti e i governi rispondono alle agenzie di rating o ai cittadini? Se la politica dipende dall’economia, alla fine, sarà la finanza a decidere su beni comuni, diritti di cittadinanza e rapporti economico/sociali.
Le organizzazioni cui i governi hanno ceduto la sovranità economica (Fmi e Bce) non godono di nessuna legittimazione politica.
I cittadini devono riappropriarsi della politica e riprendersi tra le mani il proprio destino.

Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano

Marco Boschini, Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Dimezziamo i Parlamentari

Messaggioda franz il 20/08/2011, 8:29

La sovranità del popolo o dei mercati?

Domanda interessante, in prima battuta, ma tutto sommato fuorviante.
Per prima cosa pero' devo chiarire che di quell'elenco apprezzo molto di piu' del 20% auspicato per fare Politica.
Arriverei al 50% ma sarei fortemente contrario sull'altro 50%.
E qui chiaramente potrebbero iniziare infinite discusssioni, visto che il mio 50% potrebbe essere diverso da quello di Pippo e di Pluto.
Ed è chiaro che per quanto riguarda le decisioni politiche, è sovrano il popolo. non i mercati.

I mercati tuttavia sono anche loro in parte popolo (il popolo dei risparmiatori, per esempio) e lo vediamo in questi giorni in cui le vendite allo scoperto sono vietate ma la borsa crolla lo stesso. I mercati sono l'espressione della volontà delle persone che hanno deciso di investire i loro risparmi. Nei paesi occidentali avanzati questo indicativamente si riferisce al 40-50% della popolazione. Naturalmente ognuno sa che i risparmi possono crescere o diminuire di valore, a seconda di quello che succede nel mondo. E a seconda anche di quello che decidono (di buono o di cattivo) i governi. Naturale che i mercati influentzno la politica e la politica influenzi i mercati.

Ma perché la domanda è fuorviante?
Perché sono due sovranità diverse, in relazione e/e non o/o.
La politica è sovrana sulle sue decisioni (ed influenza l'economia) mentre i mercati sono sovrani nel loro ambito (ogni risparmiatore decide cosa fare dei SUOI soldi) e possono influenzare la politica.
I due devono andare d'accordo, perché una decisione politica sbagliata (giudicata giusta dalla politica ma ritenuta sbagliata dai risparmiatori e dagli investitori) puo' far crollare i mercati stessi e rallentare l'economia reale. Se rallenta l'economia si produce meno reddto e quindi gli stati incassano meno soldi.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Dimezziamo i Parlamentari

Messaggioda ranvit il 20/08/2011, 9:57

di quell'elenco apprezzo molto di piu' del 20% auspicato per fare Politica.
Arriverei al 50% ma sarei fortemente contrario sull'altro 50%.


Vale anche per me!

Intanto mettiamo " a cuocere" anche questo problema:

http://www.corriere.it/economia/11_agos ... 247d.shtml

La manovra prevede che HA un'attività professionale che frutta più del 15% dell'indennità, se la vedra' dimezzata. Una «rinuncia» poco più che simbolica
Metà dei Parlamentari ha il doppio incarico e diserta l'Aula
Meno di tremila euro al mese e il doppio lavoro si conserva. Salvi i 6 con due incarichi pubblici

Più che una norma ben scritta e prima ancora pensata, l'articolo 13 del decreto legge sulla manovra aggiuntiva entrato in vigore il 13 agosto, sembra una grida manzoniana, «una grida fresca» che «son quelle che fanno più paura», come commentava Azzeccagarbugli nel terzo capitolo dei Promessi Sposi . Ma che poi alla fine hanno poco effetto.

Il decreto prevede che, per deputati e senatori che svolgano attività che fruttino loro un reddito pari o superiore al 15 per cento dell'indennità della carica parlamentare, essa venga dimezzata. Alla Camera attualmente corrisponde a 5.486,58 euro netti (cui vanno aggiunti i rimborsi forfettari per le spese telefoniche, di viaggio e per i collaboratori, che costituiscono gran parte dello «stipendio», che arriva a 14 mila euro netti per un qualsiasi peone, ma è molto di più per un presidente di commissione o un segretario d'aula o chiunque abbia un altro incarico interno).

Un «biglietto da visita»
In altre parole un deputato o un senatore che abbia un'attività professionale dovrà rinunciare solo a 2.700 euro netti al mese. A fronte di fatturati di molte decine o centinaia di migliaia, se non di milioni di euro. Sacrificando meno di 35 mila euro l'anno (2.700 per 12 mesi), insomma, un avvocato potrà utilizzare il brand «CD» (Camera dei Deputati) o «S» (Senato) con tutti i risvolti positivi che ciò comporta, a cominciare dal fatto che il marchio - cosa ben nota - funziona da moltiplicatore di parcelle. Adesso è semplicemente un biglietto da visita che costerà un po' di più. Ma che paradossalmente mette il deputato (speriamo non definitivamente) al riparo dal dover rispondere di piccoli e grandi conflitti di interesse tra la sua attività professionale e la sua attività legislativa. Come poi possa apparire l'articolo 13 una grida manzoniana è presto detto. Al di la del «quanto», è la logica che non torna, perché diciamo così, inverte «l'onore» della prestazione lavorativa. Un esempio opposto viene dal mondo accademico (che pure da sempre ha attirato critiche per la scarsa efficienza): i dottori di ricerca non possono svolgere una seconda attività che superi della metà l'importo della loro borsa. E non il contrario. Cioè si pretende che si svolga innanzitutto il lavoro per cui si è «stipendiati» e poi, se avanza del tempo, si permette una quota residuale di lavoro «autonomo».

Che la situazione non stia in piedi, se ne deve essere reso conto anche l'estensore materiale del prescritto dimezzamento dell'indennità, perché l'articolo 13 afferma che si prende questo provvedimento «in attesa della revisione costituzionale concernente la riduzione del numero dei parlamentari e della rideterminazione del trattamento economico omnicomprensivo attualmente corrisposto...». Una premessa che la dice lunga su come vanno le cose.

Metà del Parlamento ha un doppio lavoro
Il fatto è che i «doppiolavoristi» sono quasi la metà dei parlamentari. Una truppa considerevole: 446 in tutto (di cui 270 deputati e 176 senatori), su 945 eletti. Oltre a vantare le più alte dichiarazioni dei redditi, stando a uno studio che ha fatto scalpore del sito La voce.info, i «doppiolavoristi» hanno il record anche della percentuale più alta (37%) di assenteismo. Un dato che più che creare scandalo dovrebbe essere considerato banale, visto che non potrebbe essere altrimenti, perché nessuno di loro ha il dono dell'ubiquità, fornendo argomenti a quanti chiedono il coraggio di arrivare al dimezzamento del numero dei parlamentari. Come ha fatto Sergio Romano nell'editoriale di ieri del Corriere.

Ai magistrati «onorevoli» - che sono 17 - (come il neo Guardasigilli Nitto Francesco Palma che nei giorni scorsi si è dimesso dall'ordine giudiziario) è imposta per legge l'aspettativa dal lavoro. Agli avvocati no. Sapete quanti esponenti del libero Foro occupano un seggio? 134: la somma di 87 deputati e 47 senatori. Con il 14% del totale detengono il record assoluto delle professioni. Negli Stati Uniti fare l'avvocato è incompatibile con il seggio parlamentare e con ogni altra attività. Al secondo posto ci sono quelli che si qualificano genericamente «dirigenti»: 133. Al terzo gli imprenditori: 114, contro soli 4 operai. I docenti universitari sono 77, i giornalisti 89 (con i casi dei «doppiolavoristi» Guzzanti e Farina, arrivati in modo eclatante all'onore delle cronache giudiziarie e delle fiducie parlamentari) e 53 i medici.

Connesso al problema del doppio lavoro c'è quello della «buonuscita» a fine mandato che è una «liquidazione» completamente esentasse, perché tecnicamente si tratta di introito «non imponibile». Quello dell'onorevole infatti non è un Tfr (retribuzione differita): si tratta di una tantum o, più precisamente, di «assegno per il reinserimento nella vita lavorativa». Questo «assegno di fine mandato» dovrebbe infatti servire ad aiutare gli onorevoli a «reinserirsi» nel mondo professionale. È un grosso esborso di denaro (dopo cinque anni sullo scranno, 46.814 euro a parlamentare, dopo 15 anni oltre 140 mila euro) che non solo non ha paragoni negli altri Paesi (dove o non c'è o è estremamente contenuto), ma che è del tutto ingiustificato per quanti (avvocati, commercialisti, medici e professionisti di ogni colore politico) non hanno mai chiuso lo studio e restano in attività quando entrano in Parlamento. In proposito il decreto legge però non dice nulla.

Le incompatibilità elettive
Si contano infine sulle dita di una mano i parlamentari per cui scatta l'incompatibilità prevista dal terzo comma del medesimo articolo 13 che recita: «La carica di parlamentare è incompatibile con qualsiasi altra carica pubblica elettiva. Tale incompatibilità si applica a decorrere dalla prima legislatura successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto». Per i parlamentari l'incompatibilità insomma non scatta (come direbbero i giuristi) né ex tunc (dal 1 gennaio 2011) e neppure ex nunc (dalla data di entrata in vigore del decreto). Quindi sono «salvi» i 6 parlamentari che attualmente hanno un doppio incarico: Maria Teresa Armosino, presidente della Provincia di Asti e deputata del Pdl; Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania e senatore del Pdl; il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, deputato del Pdl; Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli e deputato del Pdl; Francesco Rutelli, senatore di Api e consigliere comunale a Roma e Antonio Pepe (deputato pdl) presidente della Provincia di Foggia. In base al decreto in futuro potrebbero fare gli assessori «esterni», come Bruno Tabacci, deputato di Api e al contempo assessore al Bilancio, Patrimonio e Tributi di Milano, che anche se sarà deputato nella prossima legislatura, potrà rimanere tranquillamente al suo posto di Montecitorio perché «chiamato» (dal sindaco Pisapia) e non «eletto» dai milanesi.

M. Antonietta Calabrò
20 agosto 2011 09:48
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Dimezziamo .....tutto!!!

Messaggioda ranvit il 20/08/2011, 11:41

Ho cambiato il titolo....mi sembra piu' adeguato al mio pensiero :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Dimezziamo .....tutto!!!

Messaggioda ranvit il 20/08/2011, 15:45

Intanto alla Regione Campania Caldoro fa quello che doveva fare Bassolino (che come sostenevo da dieci anni....ha rovinato la Campania e il Pd campano...):

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... sez=NAPOLI

Stop ai carrozzoni della Regione Caldoro taglia 21 società

di Gerardo Ausiello

NAPOLI - Sprechi delle società miste, parte il piano anti-crisi della Regione. La scure di Caldoro mira a smantellare i carrozzoni inutili: così dalle 29 aziende partecipate attuali si passerà a un’unica holding - interamente di proprietà dell’ente - che sarà divisa in otto aree di intervento, ciascuna delle quali organizzata in ambiti di competenza. Le nuove società - che nasceranno dall’accorpamento di quelle attuali si occuperanno di trasporti, ambiente, sviluppo, cultura, ricerca e innovazione tecnologica, sanità, infrastrutture e reti, patrimonio. Il tutto puntando a una massiccia riduzione dei costi.

ARTICOLI E APPROFONDIMENTI SUL MATTINO OGGI IN EDICOLA E SUL MATTINO HD
Sabato 20 Agosto 2011 - 10:35
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 34 ospiti