La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Università, tutta Italia contro la 133

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda franz il 16/10/2008, 14:06

Università, tutta Italia contro la 133
Questo il titolo di repubblica.
Per discutere di cosa sia concretamente la nuova legge ecco il testo della 133:
http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm ed ecco le parti relative ad istruzione e ricerca.
Ciao,
Franz


Legge 6 agosto 2008, n. 133
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Suppl. Ordinario n. 196
Capo V
Istruzione e ricerca


Art. 15.
Costo dei libri scolastici

1. A partire dall'anno scolastico 2008-2009, nel rispetto della normativa vigente e fatta salva l'autonomia didattica nell'adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado, tenuto conto dell'organizzazione didattica esistente, i competenti organi individuano preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet. Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.

2. Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell'istruzione, di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e per gli istituti di istruzione di secondo grado sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista. A partire dall'anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista. Sono fatte salve le disposizioni relative all'adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili.

3. I libri di testo sviluppano i contenuti essenziali delle Indicazioni nazionali dei piani di studio e possono essere realizzati in sezioni tematiche, corrispondenti ad unità di apprendimento, di costo contenuto e suscettibili di successivi aggiornamenti e integrazioni. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono determinati:
a) le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso;
b) le caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni on line e mista;
c) il prezzo dei libri di testo della scuola primaria e i tetti di spesa dell'intera dotazione libraria per ciascun anno della scuola secondaria di I e II grado, nel rispetto dei diritti patrimoniali dell'autore e dell'editore.

4. Le Università e le Istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, nel rispetto della propria autonomia, adottano linee di indirizzo ispirate ai principi di cui ai commi 1, 2 e 3.

Art. 16.
Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.

2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.

3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.

4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.

5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.

6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.

7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.

8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.

9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.

10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.

11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.

12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.

13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.

14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

Art. 17.
Progetti di ricerca di eccellenza


1. Al fine di una più efficiente allocazione delle risorse pubbliche volte al sostegno e all'incentivazione di progetti di ricerca di eccellenza ed innovativi, ed in considerazione del sostanziale esaurimento delle finalità originariamente perseguite, a fronte delle ingenti risorse pubbliche rese disponibili, a decorrere dal 1° luglio 2008 la Fondazione IRI e' soppressa.

2. A decorrere dal 1° luglio 2008, le dotazioni patrimoniali e ogni altro rapporto giuridico della Fondazione IRI in essere a tale data, ad eccezione di quanto previsto al comma 3, sono devolute alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.

3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e' disposta l'attribuzione del patrimonio storico e documentale della Fondazione IRI ad una società totalitariamente controllata dallo Stato che ne curerà la conservazione. Con il medesimo decreto potrà essere altresì disposta la successione di detta società in eventuali rapporti di lavoro in essere con la Fondazione IRI alla data di decorrenza di cui al comma 1, ovvero altri rapporti giuridici attivi o passivi che dovessero risultare incompatibili con le finalità o l'organizzazione della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.

4. Le risorse acquisite dalla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia ai sensi del comma 3 sono destinate al finanziamento di programmi per la ricerca applicata finalizzati alla realizzazione, sul territorio nazionale, di progetti in settori tecnologici altamente strategici e alla creazione di una rete di infrastrutture di ricerca di alta tecnologia localizzate presso primari centri di ricerca pubblici e privati.

5. La Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia provvederà agli adempimenti di cui all'articolo 20 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 318. [/quote]
Ultima modifica di franz il 16/10/2008, 14:16, modificato 1 volta in totale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda franz il 16/10/2008, 14:14

Inoltre si discute anche dei tagli del personale (blocco del turnover)

Legge 6 agosto 2008, n. 133
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Suppl. Ordinario n. 196
Art. 66.
Turn over


1. Le amministrazioni di cui al presente articolo provvedono, entro il 31 dicembre 2008 a rideterminare la programmazione triennale del fabbisogno di personale in relazione alle misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni previste dal presente decreto.

2. All'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle parole «per l'anno 2008» e le parole «per ciascun anno» sono sostituite dalle parole «per il medesimo anno».

3. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

4. All'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «per l'anno 2008».

5. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere alla stabilizzazione di personale in possesso dei requisiti ivi richiamati nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da stabilizzare non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

6. L'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e' sostituito dal seguente: «Per l'anno 2008 le amministrazioni di cui al comma 523 possono procedere ad ulteriori assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine e' istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.».

7. Il comma 102 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «Per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

8. Sono abrogati i commi 103 e 104 dell'articolo 3, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

9. Per l'anno 2012, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere il 50 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

10. Le assunzioni di cui ai commi 3, 5, 7 e 9 sono autorizzate secondo le modalità di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, previa richiesta delle amministrazioni interessate, corredata da analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e delle conseguenti economie e dall'individuazione delle unità da assumere e dei correlati oneri, asseverate dai relativi organi di controllo.

11. I limiti di cui ai commi 3, 7 e 9 si applicano anche alle assunzioni del personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Le limitazioni di cui ai commi 3, 7 e 9 non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette e a quelle connesse con la professionalizzazione delle forze armate cui si applica la specifica disciplina di settore.

12. All'articolo 1, comma 103 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come modificato da ultimo dall'articolo 3, comma 105 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 le parole «A decorrere dall'anno 2011» sono sostituite dalle parole «A decorrere dall'anno 2013».

13. Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e' compreso, per l'anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l'anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.

14. Per il triennio 2010-2012 gli enti di ricerca possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nei limiti di cui all'articolo 1, comma 643, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere in ciascuno dei predetti anni non può eccedere le unità cessate nell'anno precedente.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda pagheca il 16/10/2008, 16:10

la situazione della ricerca in Italia vista da Nature.

L'ennesimo articolo della prestigiosa rivista che tratta della situazione preoccupante per la scienza in Italia.

http://www.nature.com/news/2008/081015/ ... 5840b.html (accesso a pagamento).

New law threatens Italian research jobs
Scientists protest over government's cost cutting.


Emiliano Feresin & Alison Abbott


Nearly 2,000 Italian researchers will lose promised permanent positions under a law that is expected to come into force by the end of the year. They may have to leave public research altogether.

Last week, the chamber of deputies in Silvio Berlusconi's new centre-right government considered the bill, which is intended to reduce public spending by streamlining the civil service. Several researchers have put themselves up for sale on eBay, as part of a campaign that has also involved tens of thousands of protesters marching through the streets of Rome and other cities.

The proposed law explicitly reverses another law passed by the previous, centre-left government, whereby long-term temporary research employees could be taken on permanently if they were suitably qualified. As it also prevents scientists from being employed on sequential short-term contracts, those already selected for permanency who have had more than three years of contract in the past five years will now be let go.


Renato Brunetta has lambasted the civil service.A. CASASOLI/CONTRASTO/EYEVINE
Renato Brunetta, the minister for public administration and innovation who designed the new law, has enraged scientists further by referring to many civil servants as fannulloni, or 'idlers'.

Researchers in Italy are civil servants, and the number of positions available is determined by the central government rather than by individual research agencies. The past decade has seen almost no new recruitment, and the number of temporary research staff has consequently rocketed. There are at least 4,500 long-term temporary staff — known as precari, in reference to their precarious positions — who stumble from one short-term contract to another.

The scientists say that their protest is not directed against the conventional postdoc system, but against the unhealthy ratio of temporary to permanent staff. "We have pathological numbers because new long-term positions have been blocked," says Luciano Maiani, president of the CNR, Italy's national research council.

As a result of the protests, Brunetta says that researchers will be given until 1 July 2009 while he investigates their claims. But presidents of the various Italian research agencies believe that the only way out of the situation is for the agencies to have more autonomy from the civil service.

"The government should recognize the highly specific professionalism of the research personnel — it is not appropriate for them to fall under civil-service rules," says Enzo Boschi, president of Italy's National Institute of Geophysics and Volcanology.

ADVERTISEMENT

Claudio Gatti is a particle physicist at the National Institute of Nuclear Physics in Frascati who stands to lose a promised permanent job under the proposed law. He says that "in the Italian research system there's no planning, no mobility, no future — but we are ready to fight for our rights with every legal means available to us".

Research and education minister Mariastella Gelmini has not commented publicly on the situation, and did not respond to requests from Nature for comments.
pagheca
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1135
Iscritto il: 19/06/2008, 10:12
Località: Santiago

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda FreeRider il 16/10/2008, 18:28

pagheca ha scritto:la situazione della ricerca in Italia vista da Nature.

La ricerca in Italia è doppiamente colpita, perhé è scarsa quella pubblica e praticamente inesistente quella privata.
Diverso il caso negli altri paesi. La Ricerca ed Innovazione sono finanziati soprattutto a livello privato.

Allego un testo che ho trovato sulla rete

FR
Industria italiana: SVEGLIA!
[Quali aziende nel mondo investono di più (e di meno) in ricerca]
Serie: Ricerca e innovazione - di Roberto VACCA
Il Messaggero, 27 Ottobre 2003

"Gli imprenditori privati sono motivati dal desiderio del profitto. Dunque
faranno sempre il meglio che possono per essere efficienti. Così
conseguiranno guadagni maggiori, faranno crescere l'economia e soddisferanno
sempre meglio i loro clienti - fonte delle loro entrate."
Suonano plausibili questi ragionamenti. Invece è una leggenda. La sete del
guadagno non è una molla adeguata: ci vuole altro. Bisogna gestire la
qualità in modo totale, scegliere settori di attività in fase di sviluppo,
progettare da competenti prodotti e servizi, scegliere materie prime di
qualità, curare produzione, distribuzione, comunicazioni. Ricordiamo la
semplice, approssimativa e ineluttabile legge della domanda e dell'offerta.
Se la domanda cresce, salgono i prezzi e i produttori guadagnano di più.
Questo riesce ai produttori che sanno fare cose che nessun altro sa fare: a
chi inventa cose nuove e migliori di quelle tradizionali.
Quindi, soprattutto, occorre innovare e, quindi. investire in ricerca e
sviluppo. La ricerca scientifica di base individua nuovi principi e fenomeni
fisici. La ricerca applicata trova come applicarli in pratica. Così si
creano nuovi settori industriali, si sviluppano nuovi prodotti e servizi.
Materiali finora poco interessanti diventano fattori essenziali per creare
valore aggiunto. L'applicazione dei risultati offre nuovi servizi e funzioni
al pubblico.
Chi fa ricerca? Quanto ci investe? Gli inventori solitari esistono ancora,
ma sono rari. La ricerca avanzata richiede squadre integrate di esperti ben
addestrati e investimenti notevoli. Il numero di Ottobre di SPECTRUM, la
rivista dell'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers)
pubblica la classifica delle cento aziende che nel mondo investono di più in
ricerca. Questo studio riporta per ogni azienda l'investimento in R&D nel
2001 e nel 2002, il rapporto fra investimento e fatturato e l'investimento
per addetto.
La Ford è al primo posto con un investimento di 7.700 milioni di dollari. La
Broadcom Corporation americana (fabbricante di circuiti integrati (chip) per
telecomunicazioni di ogni tipo) è al primo posto per il più alto rapporto
(6,59%) fra investimento in ricerca e fatturato e per il più alto
investimento annuo per addetto: ben 285.000 dollari. L'Italia è
rappresentata dalla sola FIAT (46esima in classifica) che ha investito (nel
2002) 1.856 milioni di dollari(3,2% del fatturato: 10.000 dollari per
addetto). In effetti, però, al 75esimo posto, con 1.022 milioni di $ (1,63%
del fatturato - 24.000 dollari per addetto) appare la STMicroelectronics
(semiconduttori, chip avanzati), azienda italo-francese con sede in
Svizzera.
La tabella riassume i risultati: quante sono le aziende per ciascuna
nazione, quanto investono tutte insieme e che proporzione del prodotto
interno lordo di ogni nazione è costituita dal loro investimento cumulato.
Quest'ultimo numero dà un'idea dell'importanza assunta in ogni Paese dalle

Codice: Seleziona tutto
Nazione     USA Giappone Germania Svizzera Francia RegnoUnito
N° aziende    42        24           10           6         6           4
Investimenti  86,8      49,5         20,2         9,3     11,2    11,5
PIL            9.900    5.400        2.750       350   1.800    1.340
Investimenti in ‰
del PIL        8,76       9,17          8,12      26,5       6,2      8,6

Nazione       Olanda Finlandia Svezia Canada Italia
N° aziende       3            1           2        1        1
Investimenti     6,4       3,24        4,1     2,3     1,86
PIL                510        170       290    790   1.250
Investimenti in ‰
del PIL          12,5       18,8      14,1     2,9     1.48

Ripartizione delle 100 aziende al mondo che investono di più in ricerca e
sviluppo (Fonte: SPECTRUM IEEE, Ottobre 2003 p.33) .
La 3a riga "Investimenti" riporta la somma in G$ (miliardi di $) degli
investimenti annuali di tutte le aziende di ciascuna nazione incluse nella
lista. La 4a riga riporta il Prodotto nazionale lordo della nazione e la 5a
riga il rapporto fra le due grandezze precedenti (moltiplicato 1000).
____________________________________________________________.

aziende più innovative. Notevole il fatto che questo gruppo da solo investe
più dell'uno per cento del prodotto interno lordo del Paese solo in 4 casi:
Finlandia (al primo posto nel mondo con 1,88% del PIL dovuto a una sola
azienda: NOKIA), Svizzera, Olanda e Svezia. Altri cinque Paesi I(USA,
Giappone, Germania, Francia, Regno Unito) stanno poco sotto l'uno per cento;
al 3 per mille il Canada e ultima l'Italia con l'1,5 per mille.
Queste cifre non sono del tutto affidabili. I libri contabili delle aziende
spesso rispecchiano la realtà in modi distorti. Il management vuole
dimostrare agli azionisti che non spende troppo in ricerca, perchè gli
investimenti in ricerca assottigliano gli utili. (Secondo alcuni le spese in
R&D andrebbero confrontate con gli utili e non con il fatturato). D'altra
parte le aziende tendono a convincere il mercato che spendono in ricerca
abbastanza da offrire garanzie di profitti futuri dovuti proprio
all'innovazione. E, infine, non basta spendere in ricerca e sviluppo:
bisogna che le spese siano oculate e fatte per finanziare progetti e
ricercatori di valore - le cifre contabili non danno garanzie sotto questo
rispetto. In ogni caso questo quadro andrebbe meditato. I decisori italiani
dovrebbero trarne la conclusione (ovvia) che spendere in ricerca conviene.
Non sembrano affatto inclinati a farlo. Forse bisognerebbe propalare la voce
che spendere in ricerca porta fortuna!
C'è da fare un'ultima considerazione critica su questi dati. E' ragionevole
attendersi che la sequenza dei numeri che misurano gli investimenti in R&D
delle aziende più innovative o il loro numero segua la legge matematica
trovata da V. Pareto. E' la stessa legge che rappresenta la distribuzione
del reddito fra i cittadini di un singolo Paese. Accade sempre che il più
ricco sia seguito dal numero 2, che ha un reddito molto inferiore (in genere
circa la metà del primo). Poi i seguenti hanno redditi che decrescono
lentamente, ma non tendono a diventare costanti. Ho analizzato le sequenze
di numeri in tabella e, in effetti, seguono la distribuzione di Pareto - con
l'eccezione del Giappone che riporta cifre (di numero di aziende e del loro
investimento cumulato) circa del 50% più alti di quanto suggerito dalle
formule. E' difficile spiegare questa discrepanza. Una prima spiegazione è
che i giapponesi investono più del normale per rimediare al loro
rallentamento economico. Una seconda spiegazione è che il valore dello yen è
artificiale: i loro investimenti sembrano alti perchè i salari sono alti,
mentre, rapportati al potere d'acquisto, dovrebbero essere svalutati.
Va osservato infine che certo gli industriali italiani farebbero bene a
innovare di più, ma il regime fiscale non li incentiva. Le cose stanno per
cambiare, ma sembra che fra breve sarà esente da tasse solo una porzione
minima degli investimenti in ricerca. In USA e nel Nord Europa, invece, gli
incentivi sono sostanziosi.
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda FreeRider il 16/10/2008, 18:36

mi sembra che la possibilità di istituire fondazioni è anche la scappatoia per evitare il blocco del turn over.
se le università vogliono assumere devono trovare finanziamenti privati da aggiungere ai fondi pubblci e devono essere convincenti. ora non lo sono. nel mondo non ci fila nessuno. siamo la cenerentola anche nel settore universitario.
Troppi baroni, troppo nepotismo, troppe cattedre di fantasia.
finiranno tutti quei corsi esoterici (ricordo un articolo su repubblica decisamente umoristico) e finalmente vedremo piano piano apparire le nostre università tra le migliori del mondo?

FR
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda bpm il 18/10/2008, 17:49

Forse abituati dall'informazione corrente si affrontano argomenti anche importanti sulla base di luoghi comuni.
Il dl 133 per la parte relativa l'Università porta 3 cambiamenti fondamentali che toccano anche garanzie costituzionali sull'autonomia universitaria, la libertà di ricerca, il diritto allo studio. Si tratta 1) del taglio dei finanziamenti ordinari per qualcosa come il 19%. E' una riduzione generalizzata, priva di giustificazioni, se non altro per quegli Atenei che dal 1998 rispettano i limiti di spesa imposti dalle normative dei vari governi succedutisi. Considerato che molti Atenei sono tali solo sulla carta in quanto generati da mere richieste localistiche, si poteva procedere in maniera selettiva utilizzando i risultati delle prime valutazione prodotte dalla or estinta Commissione di valutazione della ricerca. Il taglio comporterà una riduzione della qualità della didattica, dei servizi e benefici per gli studenti e un incremento delle tassa (almeno 5 volte per i valori massimi e 15 volte per i valori minimi di oggi).2)del blocco del ricambio del personale. Tutti guardano gli aspetti legati al nepotismo, quando il problema è il ricambio di intere classi anagrafiche. Occorre tenere a mente che lo standard medio di dottorandi, assegnisti e ricercatori è andato crescendo in questi anni e che i migliori contributi alla ricerca si hanno in età giovanile. Con il blocco del ricambio si impedisce la promozione di molti giovani bravi, favorendone la demotivazione se non la fuga verso altri paesi.Infine, 3), l'ipotesi di università fondazioni è una foglia di fico per nascondere il maltolto. Solo in certe regioni potranno essere resi disponibili i finanziamenti necessari. A fronte della perdita/cessione di beni demaniali èfacile pensare a limitazioni della ricerca, soprattutto quella di base, che di solito apre la strada agli aspetti applicativi. in pratica si apre la strada alla scomparsa dell'Università in Italia, al di là dei suoi demeriti.
bpm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 18/10/2008, 17:21

Re: p.c. 1950

Messaggioda mauri il 18/10/2008, 19:45

bella serata, mauri

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.

C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito..."

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950.
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda FreeRider il 18/10/2008, 20:11

bpm ha scritto:Forse abituati dall'informazione corrente si affrontano argomenti anche importanti sulla base di luoghi comuni.
Il dl 133 per la parte relativa l'Università porta 3 cambiamenti fondamentali che toccano anche garanzie costituzionali sull'autonomia universitaria, la libertà di ricerca, il diritto allo studio. Si tratta 1) del taglio dei finanziamenti ordinari per qualcosa come il 19%. E' una riduzione generalizzata, priva di giustificazioni, se non altro per quegli Atenei che dal 1998 rispettano i limiti di spesa imposti dalle normative dei vari governi succedutisi. Considerato che molti Atenei sono tali solo sulla carta in quanto generati da mere richieste localistiche, si poteva procedere in maniera selettiva utilizzando i risultati delle prime valutazione prodotte dalla or estinta Commissione di valutazione della ricerca. Il taglio comporterà una riduzione della qualità della didattica, dei servizi e benefici per gli studenti e un incremento delle tassa (almeno 5 volte per i valori massimi e 15 volte per i valori minimi di oggi).2)del blocco del ricambio del personale. Tutti guardano gli aspetti legati al nepotismo, quando il problema è il ricambio di intere classi anagrafiche. Occorre tenere a mente che lo standard medio di dottorandi, assegnisti e ricercatori è andato crescendo in questi anni e che i migliori contributi alla ricerca si hanno in età giovanile. Con il blocco del ricambio si impedisce la promozione di molti giovani bravi, favorendone la demotivazione se non la fuga verso altri paesi.Infine, 3), l'ipotesi di università fondazioni è una foglia di fico per nascondere il maltolto. Solo in certe regioni potranno essere resi disponibili i finanziamenti necessari. A fronte della perdita/cessione di beni demaniali èfacile pensare a limitazioni della ricerca, soprattutto quella di base, che di solito apre la strada agli aspetti applicativi. in pratica si apre la strada alla scomparsa dell'Università in Italia, al di là dei suoi demeriti.

I luoghi comuni sono un'arma doppio taglio. A volte sono fortemente errati, come quelli sul sole che gira attorno ad una terra piatta, a volte sono invece frutto di saggezza popolare. Meglio quindi conoscerli bene e non ignorarli come se fossero frutto sempre di crassa ignoranza.

Di sicuro se il taglio fosse stato selettivo avrebbe sollevato l'ira dei "tagliati" mentre se reso uguale per tutti rende automatica la risposta "perchè tutti invece di chi merita piu' tagli?". Classico gioco di ruolo.
Il gioco è "qualunque cosa proponga il governo .... e qualsiasi sia il governo, noi siamo contro".

Sul diritto allo studio, il luogo sarà "comune" ma finalmente metteremo fine agli eterni fuoricorso e vederemo solo i piu' meritevoli laurearsi nei termini, con l'aiuto (nel caso) di borse di studio, pubbliche e private, come avviene all'estero.
Dove la retta universitaria è maggiore ma è anche maggiore la spesa dello stato nel campo dell'educazione terziaria procapite. E dove chi non puo' permettersela riceve una borsa di studio per pagare retta, vitto, alloggio, libri, trasporti.

A proposito di estero e di semplici luoghi comuni, se i migliori vanno (fuggono) all'estero, in Italia chi è rimasto?

A porposito di lughi comuni, i paesi piu' poveri ed emergenti (polonia, india, cina) sono quelli che investono di piu' nell'università e nella ricerca (soprattutto i politecnici). Lo stesso possono fare le nostre regioni del sud, se solo smettessero di evadere il 50% del PIL con il lavoro nero (altro luogo comune?).

Grazie
FR
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda bpm il 19/10/2008, 14:34

Gentile FR,
Zenone di Elea avrebbe da imparare. E' difficile discutere con chi propone slogan e non fatti. Per dire basta leggere l'articolo 34 della Costituzione per capire che cosa dovrebbe essere il diritto allo studio. Per inciso, le attuali borse di studio erogate ai meritevoli ancorchè privi di mezzi sono attribuite a interventi regionali, in realtà sono soldi pagati da tutti gli iscritti all'Università o ai Conservatori.
bpm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 18/10/2008, 17:21

Re: Università, tutta Italia contro la 133

Messaggioda FreeRider il 19/10/2008, 17:04

bpm ha scritto:Gentile FR,
Zenone di Elea avrebbe da imparare. E' difficile discutere con chi propone slogan e non fatti. Per dire basta leggere l'articolo 34 della Costituzione per capire che cosa dovrebbe essere il diritto allo studio. Per inciso, le attuali borse di studio erogate ai meritevoli ancorchè privi di mezzi sono attribuite a interventi regionali, in realtà sono soldi pagati da tutti gli iscritti all'Università o ai Conservatori.

A dire il vero abbiamo tutti sempre qualcosa da imparare, io per primo.
Ed immagino che anche il mio altrettanto gentile interlocutore non sia esente dalla possibilità di apprendere qualcosa, altrimenti non sarebbe qui come tutti noi in questo luogo di discussione.
E per concludere se c'è qualcuno che nemeno volendo, potrebbe imparare è proprio chi è morto 2450 anni fa (circa, non voglio fare calcoli esatti) ma anche se potesse mi metto in una fila perché prima dovrebbe digerire la discussione, molto piu' interessante, che si è svilupata in questi secoli sui suoi famosi e stimolanti paradossi.

Per tornare ai fatti del giorno d'oggi, con le borse di studio mi riferivo a quelle che ci sono all'estero, dato che anche queste sono fatti. Le borse di studio estere se pubbliche sono pagate con i soldi dei contribuenti (se private con quelli dei risparmiatori) ma vanno ai meritevoli con reddito insufficente. Per ricevere i fondi bisogna essere in regola con gli esami.
Da noi il calcolo del costo procapite della spesa universitaria è inquinato da una mole notevole di fuori corso, che all'estero non troviamo. Se uno è fuori con gli esami ripete l'anno. Ma puo' farlo una volta sola, poi è fuori.
Eppure malgrado le rette piu' elevate e le regole piu' ferree la mole dei laureati esteri è superiore alla nostra (*).
Sulla qualità si puo' discutere (non sempre è oro tutto quello che luccica) ma noi siamo messo male.
Che dire, cerchiamo noi cause e soluzioni o chiediamo a Zenone?

FR
(*) dati OECD: percentuale di laureati nella forza lavoro 25-65 anni . Italia 8.7% media OECD 14.1%
Olanda 24% Germania 14%, Francia 10%, USA 26.6%, Svizzera 14%, Australia 16%, Canada 18.6%
Korea 17% Norvegia 23%, UK 15,4%, Spagna 14%
Questo contando solo il terziario di tipo A e non il tipo B (da noi poco sviluppato ... se lo prendessimo
in considerazione la nostra posizione peggiorerebbe ulteriormente). Contando tipo A e B mi pare che
su 28 paesi OECD solo grecia, messico e portogallo facciano peggio di noi. Poichè non credo che gli
italiani (e greci, messicani, portoghesi) siano stupidi, il problema è il sistema scolastico.
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Prossimo

Torna a Ecologia, Energia, Innovazione, Ricerca

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti

cron