Burlando che sicuramente non è il massimo è invece un esempio utilissimo.
Se c'è coerenza anche lui andrebbe tacciato di essere un cavernicolo.
Come Settis ad esempio. Come Cicconi. E tanti altri che magari da anni si sono interessati a quei progetti e ai loro effetti finanziari.
Come i cavernicoli della Corte dei Conti.
O come Imposimato, altro temibile black blok che ci racconta, dopo Cicconi, la sua sul bel sistema italiano, quello del "a prescindere":
http://www.youtube.com/watch?v=-asp6Gjqpl8"che hanno ripetutamente chiariti i termini del problema"
Si è quello che dicono e che alcuni credono o vogliono credere.
Fosse così voi e comunque i fautori delle opere senza se e senza ma potrebbero replicare nel dettaglio dimostrando i vantaggi del sistema tav (italiano) del general contractor (inventato negli anni '80 da Pomicino e poi sdoganato nel 2001 da Lunardi).
Poi.
Qualcuno ha detto che ci si deve fermare con le opere pubbliche?
Non mi pare proprio.
Qualcuno di noi cavernicoli dice semplicemente che visto il sistema italiano attuale basato su figure contrattuali tali da regalare dosi massicce di debito pubblico a noi e ai nostri figli, sarebbe il caso di valutare con più attenzione le opere da fare, fare quelle realmente utili e con meno rischi di sforamento nei costi (e magari senza fregarsene troppo dell'ambiente).
Stesso identico concetto per quanto successo con il ponte di Messina.
Le argomentazioni di chi replicava a coloro che erano contrari alla suddetta buffonata (che è già costata milioni di euro ai noi tutti) erano quelle usate anche in questo caso: benaltrismo, progresso contro carvernicoli, non possiamo rimanere indietro e via dicendo.
Prendere atto di un sistema malato che di fatto ha depenalizzato la corruzione e che attira come le mosche gli esponenti politici e relativi sponsor imprenditoriali e cooperative non vuol dire pretendere che non si facciano più lavori pubblici.
Semplicemente vuol dire pretendere che siano valutate in tutte le fasi, da quella progettuale al collaudo alla gestione, i costi benefici, resi pubblici (e non limitarsi a generiche affermazioni in editoriali giornalistici), e andare avanti con quanto risulta conveniente.
Prendendo atto che dove ci sono interessi trasversali e difficilmente confessabili anche la disinformazione o l'omissione rischia di diventare la regola.
Al cittadino che si definisca tale e non semplice ricettacolo di luoghi comuni e pseudo notizie fotocopia si potrebbe chiedere uno sforzo in più: approfondire un argomento sicuramente complesso per poi discuterne con maggiore cognizione di causa. Sperando che non si voglia rimanere disinformati solo per pigrizia o per foraggiare le proprie idiosincrasie politiche.
Tutto qui.
Non certo dire "ormai ce l'hanno detto e va fatto a prescindere da tutto".
Forse il dirigente Ranvit prendeva decisioni a prescindere, senza conoscere l'argomento su cui decideva (e chiacchierava)?
Senza valutare costi - benefici, magari disponendo atti a prescindere?
Non credo.
Tant'è prendo atto che piuttosto che entrare nel merito dei problemi ci si limita dire che i problemi non ci sono, sono fisime, fantasie e quant'altro.
A me pare tutto parecchio superficiale ma di fronte a dei muri di presunzione non c'è nulla da fare.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)