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Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

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Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 11:23

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ref=HREA-1


LA STORIA
Il precario arrabbiato che spaventa la Casta
Ha un blog e una pagina Facebook, promette di rivelare tutti i privilegi dei parlamentari. E intorno a lui crescono le adesioni: "Organizziamo una manifestazione" di CARMINE SAVIANO

Il precario arrabbiato che spaventa la Casta

ROMA - Trentamila iscrizioni in meno di 24 ore. Migliaia di cittadini che attendono, su Facebook, 1 le rivelazioni di Spidertruman, il "precario di Montecitorio". La promessa è scritta a chiare lettere: "Licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo, ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della casta". Una vendetta. Fatta di post su un blog 2 che si susseguono a ritmo regolare. E che raccontano tutto. Dalle agevolazioni che i parlamentari godono per le tariffe telefoniche fino a quelle sull'acquisto di automobili. Nessuna illazione: tutto documentato, nero su bianco, con tanto di foto dei documenti citati. E la necessità di rendere trasparenti i "privilegi della casta" mette insieme un numero sempre crescente di persone.

LE IMMAGINI 3

Tutto è iniziato nella mattina di sabato. Con l'apertura su Facebook della pagina "I segreti della casta di Montecitorio". Le condivisioni sono centinaia già dopo primi minuti. Un passaparola digitale, alimentato dall'indignazione per l'ennesimo taglio ai costi della politica sfumato
grazie a due emendamenti 4 presentati dalla maggioranza parlamentare. Le rivelazioni, le spiegazioni del precario fantasma iniziano subito. "Ecco come fanno i nostri onorevoli parlamentari a far viaggiare gratis i loro amici e i loro familiari". E ancora: "Ecco come vengono assegnate le auto blu". Le accuse sono dure: "Basta trovare una persona fidata che si prenda l'impegno di inviare una lettera anonima di insulti e minacce, meglio ancora anche verso i familiari. Poi basta poco...".

E via così, in una successione di note sempre più condivise sui social network. Tariffe telefoniche, acquisto di automobili. Tutto viene passato sotto la lente d'ingrandimento del precario. E l'indignazione dei cittadini iscritti alla pagina cresce in maniera vertiginosa con il passare delle ore. "Non ho più nessuna fiducia", "Questa non è democrazia", "Devono andare tutti a casa, nessuno escluso, maggioranza e opposizione". E c'è anche chi prova a fare le pulci alla gola profonda da Montecitorio. "Grazie per le informazioni, fai bene a rivelarle. Ma sono tutte cose note, sono usciti libri e inchieste televisive su queste cose". E c'è anche chi prova a fare autocritica: "Ricordiamoci però che i governi li scegliamo noi, che i politici che ci governano sono lo specchio di quello che siamo noi".

E l'idea che circola con insistenza tra gli iscritti alla pagina è quella di proporre una serie di manifestazioni, una sorta di sciopero generale anti-casta. "Non occorre andare a Roma. Sarebbero utili tante proteste in tutte le città, regioni tutte nello stesso giorno e alla stessa ora. Un intero Paese che si ferma". Si fa strada, tra gli iscritti alla pagina, anche la possibilità di un referendum. "Proviamoci, raggiungiamo le 100mila iscrizioni e poi adoperiamoci per iniziare a raccogliere le firme. Se non eliminano da soli i loro privilegi, ci penseremo noi". E intanto cresce la caccia all'identità di Spidetruman. Le ipotesi sono già centinaia. Lui - o lei - intanto, continua con la sua personale vendetta: "I 9 barbieri che lavorano nella barberia di montecitorio, guadagnando 11mila euro al mese. Come mai parlano tutti lo stesso accento? E come mai è lo stesso accento dell'allora presidente della camera che li assunse?".


(17 luglio 2011)

Andate su :

http://www.facebook.com/pages/I-segreti ... 51?sk=wall

http://isegretidellacasta.blogspot.com/
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Leggete!

Messaggioda pianogrande il 17/07/2011, 17:01

Anche qui, il buono verrebbe da lì (dalla casta).
Certo che l'opposizione politica non è assolutamente opposizione alla casta.
Le censura preventiva dell'antiberlusconismo e dell'antipolitica è efficientissima (oltre, naturalmente, allo sporco interesse personale).
Forse, quel signore verrà invitato a rientrare nella casta e verrà fuori con qualche articolo alla Daddario sul Giornale.
Seguirò con interesse.
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Re: Leggete!

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 17:47

pianogrande ha scritto:Anche qui, il buono verrebbe da lì (dalla casta).
Certo che l'opposizione politica non è assolutamente opposizione alla casta.
Le censura preventiva dell'antiberlusconismo e dell'antipolitica è efficientissima (oltre, naturalmente, allo sporco interesse personale).
Forse, quel signore verrà invitato a rientrare nella casta e verrà fuori con qualche articolo alla Daddario sul Giornale.
Seguirò con interesse.




Anche qui.....meglio di niente...o c'è qualcuno che ancora crede che "i nostri" siano tanto migliori dei "loro"?

Intanto:
http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER2-1
IL CASO
Psicoterapie, cure termali e rimborso dei ticket
costa 10 milioni l'assistenza sanitaria ai deputati
Mentre scatta la stretta sui cittadini, Montecitorio pubblica la spesa 2010 per onorevoli e famiglie: 30 mila euro al giorno. Dentista e ricoveri le voci più grosse, insieme alla fisioterapia, gratis anche gli occhiali di CARMELO LOPAPA

Psicoterapie, cure termali e rimborso dei ticket costa 10 milioni l'assistenza sanitaria ai deputati Il palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei deputati
ROMA - Subito la stangata sui ticket per almeno 15 milioni di italiani, 10 euro sulle ricette, 25 per gli interventi in pronto soccorso. Potranno tirare un sospiro di sollievo i 630 deputati e 315 senatori con le loro famiglie, che viaggiano con un'assistenza tutta loro. E per una casuale e beffarda coincidenza, proprio alla vigilia della stretta sulle famiglie, la Camera dei deputati rende pubblici per la prima volta i costi della sanità integrativa sostenuta negli ultimi anni a beneficio degli onorevoli. Sufficiente a svelare un costo per le casse pubbliche che sfiora i 30 mila euro al giorno, quasi 850 mila euro al mese.

Già, perché solo nel 2010 la copertura finanziaria approntata per tutta una serie di interventi non esattamente salva-vita a beneficio dei 630 di Montecitorio, degli "ex" e delle loro famiglie ha toccato i 10 milioni 117 mila euro. Dati - sintetizzati nella tabella ufficiale pubblicata qui di fianco - che finora erano rimasti coperti nelle pieghe dell'amministrazione. Sono stati i sei deputati radicali guidati da Rita Bernardini a portare avanti la battaglia per la pubblicazione della spesa "al dettaglio", dopo molteplici istanze ai vertici della Camera. Finché il 13 luglio scorso, dagli uffici dei questori, parte con protocollo 19751 la tabella completa. Il meccanismo, va da sé, è analogo a Palazzo Madama per i 315 senatori (e famiglie). Si chiama Asi, Assistenza sanitaria integrativa e stando all'ultima rilevazione dei questori di Montecitorio risulta che ne beneficino
oltre ai "630, anche 1.109 loro familiari, 1.329 titolari di assegni vitalizi e 1388 loro familiari, 484 titolari di assegno vitalizio di riversabilità e 25 loro familiari, 217 deputati in attesa di vitalizio diretto e 386 loro familiari, 2 giudici emeriti della Corte Costituzionale e 2 loro familiari, 2 familiari dei giudici della Corte titolari di reversibilità". In tutto una platea di 5.574 privilegiati.

Fragilità, insicurezze, disturbi della personalità, delusioni, amarezze. Dura la vita del deputato. Così, l'esborso forse più inatteso è quella che sbuca alla sesta voce della tabella, che rivela come i deputati nel 2010 hanno fatto spendere all'amministrazione 204 mila euro per "psicoterapia". Ma è solo il dato più curioso e assorbe appena il 2 per cento del totale. Il vero boom è da ricercare alla voce "odontoiatria", che da sola assorbe il 30 per cento dell'intero budget: 3 milioni 92 mila euro. Carie, piombature, dentiere per sorrisi smaglianti a beneficio di telecamere. Il plafond per 5 anni è di 23.240 euro per ciascun nucleo familire. Un esborso per i conti pubblici che segue di poco quello per "ricoveri e interventi", costati lo scorso anno alla Camera 3 milioni 173 mila.

Ma ci sono anche i ticket rimborsati agli onorevoli, per 153 mila euro, e gli accertamenti di varia natura per quasi mezzo milione di euro. "I trattamenti termali portano benefici all'apparato locomotore, respiratorio, cardiovascolare, alla circolazione sanguigna, coadiuvano la cura delle stomatologie, delle malattie dermatologiche: incrementano il turismo e creano posti di lavoro" raccomandava giusto ieri il "responsabile" Domenico Scilipoti nel suo milionesimo comunicato stampa. I suoi colleghi deputati lo sanno da tempo e solo lo scorso anno a spese della Camera hanno usufruito di cure termali per oltre 204 mila euro (plafond annuo da 1.240 euro ciascuno). Ma se è per questo, sembra che abbia molto a che fare con la chirurgia estetica (ma non solo quella per la verità) la chiusura delle vene varicose o comunque malate, così antiestetiche soprattutto per le deputate e mogli di parlamentari: va sotto la voce "sclerosante" e la spesa è di 28 mila euro (plafond da 775 euro l'anno).

Poca cosa rispetto per esempio al rimborso di cui gli inquilini di Montecitorio continuano a usufruire per l'acquisto dei loro occhiali da vista: si viaggia quasi sul mezzo milione di euro, 488 mila per l'esattezza. Ma è un crescendo. Non sarà tanto per l'età media elevata dei beneficiari, più probabilmente perché la voce "fisioterapia" comprende talassoterapia e altri generi di assistenza antistress, sta di fatto che per questo genere di trattamenti sono stati impiegati nel 2010 quasi un milione di euro, il dieci per cento del totale, con plafond annuo di tutto rispetto: 1.860 euro ciascuno. "A noi non interessa la demagogia, ma da anni portiamo avanti la nostra battaglia per la trasparenza delle spese sostenute dal Parlamento" spiega Rita Bernardini, nell'apprezzare il passo avanti compiuto comunque dalla presidenza Fini. È il secondo dossier reso pubblico dopo quello corposo sugli affitti.


(17 luglio 2011)
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Re: Leggete!

Messaggioda pianogrande il 17/07/2011, 21:38

Certo che è meglio di niente.
E' molto meglio di niente.

Sotto questo aspetto, i nostri non sono affatto migliori.
Altrimenti, la lotta al privilegio non avrebbe bisogno di queste uscite estemporanee (per quanto efficaci e, assolutamente, benvenute).

Il fatto che l'iniziativa di un tizio qualsiasi abbia ottenuto tutto questo clamore, dimostra proprio che i nostri l'opposizione ai privilegi della casta non la fanno.
Anzi, quando è stato necessario, si sono schierati in massa dalla parte della loro difesa.

Questo successo dimostra che la faccia di bronzo (per non andare sul biologico) dei nostri politici, non ha limiti.
Si sono spinti dove osano le aquile.
Non ci vuole molto a smascherare uno che ruba in pieno giorno ed in una via affollata.
Basta volerlo.
La perfetta malafede dei nostri è, quindi, più che dimostrata.

Io mi volevo riferire al fatto che, anche in questo caso, ci dobbiamo accontentare di disaccordi interni e questo in mancanza di altro.

Vale anche per i giornalisti (tutti).
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Re: Leggete!

Messaggioda flaviomob il 18/07/2011, 12:38

Sulla Casta, si sapeva già tutto dal 2007

http://it.wikipedia.org/wiki/La_casta

Ma i nostri eroi si sono ben guardati dall'intervenire.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Leggete!

Messaggioda ranvit il 18/07/2011, 13:10

http://www.corriere.it/editoriali/11_lu ... ae65.shtml

SPRECHI E PRIVILEGI, RIDURLI SI PUÒ
La Casta paghi. Qualche idea...

SPRECHI E PRIVILEGI, RIDURLI SI PUÒ

La Casta paghi. Qualche idea...

No, non possono chiedere ai cittadini di fidarsi ancora. Se Gianfranco Fini si dice «certo», in una lettera a il Fatto quotidiano, che «entrambe le Camere faranno la loro parte» e che i tagli ai costi della politica saranno «votati in Aula prima della pausa estiva» non può pretendere che gli italiani gli credano sulla parola. Sono stati già scottati troppe volte. Carta canta. Le promesse, le rassicurazioni e gli impegni non bastano più. Il presidente della Camera, nella sua prima intervista dopo l'insediamento, convenne che «il primo dei buoni esempi che devono dare i parlamentari è quello della presenza» perché «il vero costo che produce la "casta" è quello della improduttività». E ammonì: «I parlamentari devono essere presenti e lavorare da lunedì a venerdì, non tre giorni a settimana». Risultato? Prendiamo quest'anno: dal 1° gennaio a oggi, su 28 venerdì in calendario, quelli con sedute in Aula sono stati 2. Non sarà colpa sua, ma è così.

Quanto a palazzo Madama, Renato Schifani si prese mesi fa lo sfizio, nel corso della seduta imposta per varare la riforma universitaria voluta dal governo, di bacchettare i soliti criticoni: «Oggi, 23 dicembre, antivigilia di Natale, siamo qui a lavorare». Ciò detto, diede appuntamento a tutti al 12 gennaio 2011: 20 giorni dopo. Da allora, l'Aula è stata convocata 68 giorni su 198 e mai (mai!) di venerdì. Come del resto era successo in tutto il 2010: mai. C'è il lavoro in commissione? Anche a Washington. Eppure lì, dice uno studio di Antonio Merlo della Pennsylvania University, il Senato lavora in media 180 giorni l'anno: il 54% in più. Con un assenteismo 10 volte più basso.
Quanto ai costi, la Camera e il Senato Usa nel 2011 pesano insieme sulle pubbliche casse circa cento milioni meno dei nostri. Ma in rapporto alla popolazione, ogni americano spende per il suo Parlamento 5,10 euro l'anno, ogni italiano 27,40: cinque volte e mezzo di più. Diranno: ma poi lì ci sono i parlamenti statali. Vero: ma in California c'è un parlamentare locale ogni 299mila abitanti, in Lombardia ogni 124mila. Nel Molise ogni 10.659.

Questo è il quadro. C'è poi da stupirsi se una pagina di Facebook aperta domenica mattina da un anonimo ex dipendente della Camera deciso a vuotare il sacco sotto il titolo «I segreti della casta di Montecitorio», alle otto di sera aveva 135 mila «amici»? L'impressione netta è che, mentre chiedono ai cittadini di mettersi «una mano sul cuore e una sul portafoglio», per usare un antico appello di Giuliano Amato riproposto da chi aveva seminato l'illusione di non mettere mai le mani nelle tasche degli italiani, quelli che Giulio Einaudi chiamava «i Padreterni», non si rendano conto che il rifiuto di associarsi a questi sacrifici rischia di dar fuoco a una polveriera.

Come possono imporre «subito» i ticket sanitari fino a 45,5 euro a operai e impiegati rinviando a «domani» (quando?) l'inasprimento del costo a carico dei parlamentari dell'assistenza sanitaria integrativa? Come possono imporre «subito» un taglio alla rivalutazione delle pensioni oltre i 1.400 euro rinviando a «domani» (quando?) quello dei vitalizi loro, che nel 2009 hanno pesato per 198 milioni di euro e pochi mesi fa sono stati salvati con voto plebiscitario dalla proposta che voleva trasformarli in pensioni «normali» soggette alle regole comuni? Come possono imporre «subito» il raddoppio della tassa sul deposito titoli che colpirà i piccoli risparmiatori rinviando a «domani» (quando?) l'abolizione di quell'infame leggina che consente a chi regala denaro ai partiti di avere sconti fiscali 51 volte più alti di quelli concessi a chi dona soldi alla ricerca sulle leucemie infantili?
Nessuno contesta la necessità di provvedimenti anche duri. È irritante subirli dopo aver sentito e risentito che «la crisi è già alle spalle» (Renato Brunetta, agosto 2008), che occorreva «finirla con i corvi del malaugurio» (Claudio Scajola, febbraio 2009) e che chi diffidava dell'ottimismo era un «catastrofista» che alimentava, come tuonò Silvio Berlusconi nel maggio di due anni fa, «una crisi che ha origini soprattutto psicologiche». Ma è così: quando la casa brucia, va spento l'incendio. Costi quel che costi. Ma il golpe notturno che, con un paio di emendamenti pidiellini, ha stravolto all'ultimo istante la manovra di Tremonti che prevedeva l'adeguamento delle indennità dei parlamentari italiani a quelle dei colleghi europei, non è solo un insulto ai cittadini chiamati a farsi carico della crisi. È una scelta che rischia di delegittimare la stessa manovra delegittimando insieme la classe dirigente che la propone al Paese. Non è più una questione solo economica: è una questione che riguarda il decoro delle istituzioni. La rappresentanza. La democrazia stessa.

Il governo, la maggioranza e la stessa opposizione sono certi di essere nel giusto e che quanto prima metteranno mano sul serio ai costi della politica? Mettano da subito tutti i costi in piazza, su Internet. Tutto pubblico: stipendi, prebende, assunzioni, distribuzione delle cariche, consulenze, curriculum dei prescelti, voli blu, passeggeri a bordo, tutto. Barack Obama, pochi giorni fa, ha rivelato che i suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca prendono al massimo 172.200 dollari lordi: 118.500 euro. Cioè 15 mila in meno di quanto poteva guadagnare quattro anni fa un barbiere del Senato. Hanno o non hanno diritto, anche i cittadini italiani, a essere informati?

È stupefacente, oltre che offensivo, che in un momento di difficoltà qual è questo, una classe politica obbligata a farsi «capire» da un Paese scosso, impoverito, spaventato, non capisca la drammatica urgenza di una svolta. Ed è sconcertante che ancora una volta, a chi chiede conto dell'arroccamento in difesa delle Province o dei rimborsi elettorali cresciuti fra il 1999 e 2008 addirittura 26 volte di più del parallelo aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici (per non dire di quelli privati...) risponda rinviando tutto a una riforma complessiva ormai entrata nel mito come l'«Isola che non c'è» di Peter Pan.

Una riforma che, in un futuro rosa pastello, vedrà finalmente ricomporsi in un magico e perfetto equilibrio la Camera e il Senato, il Quirinale e le città metropolitane, le province e le circoscrizioni e i bacini imbriferi montani. Un mondo meraviglioso dove tutti vivremo finalmente felici e contenti. Con Biancaneve, Pocahontas, Cip e Ciop.

Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
18 luglio 2011 07:30
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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