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A proposito di Alta Velocità...

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 17/07/2011, 19:09

Si proprio come dicevano i maitre a penser di Libero.
Magari Ranvit la questione è un pochino più complessa rispetto considerare da una parte i buoni per il progresso e dall'altra parte i cavernicoli.
Ma so che è tempo perso. Con alcuni.

http://www.youtube.com/watch?v=wbUl6ey88Jk
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 17/07/2011, 19:12

Qui in cavernicolo. Uno della razza di neanderthal che piace a me.

http://www.youtube.com/watch?v=nmO7KA5FpZc
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 19:34

Ma so che è tempo perso. Con alcuni.



....appunto!....è per questo che non intervenivo piu' :twisted:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 17/07/2011, 19:37

Lo so, quando si ha a che fare con persone che non hanno idea di cosa parlano è sempre un problema.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 19:39

....appunto!....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda pianogrande il 17/07/2011, 21:16

sssssh!
Me ne vado ...... in punta di piedi .....
Fotti il sistema. Studia.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 28/07/2011, 18:18

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... sulla-tav/


I benpensanti e il dibattito sulla TAV
Contro l’ipocrisia di chi condanna violenze marginali ed episodiche per non discutere nel merito delle questioni, l’antidoto è l’indignazione dei cittadini.

di Salvatore Settis, da la Repubblica, 18 luglio 2011

Le manifestazioni in Val di Susa hanno provocato molti mal di pancia e qualche ripensamento, ma in compenso hanno dato fiato all’esercito dei benpensanti. "Benpensanti" sono quelli che non pensano, convinti come sono che qualcuno deve pur averlo fatto per loro, e perciò sposano all’istante qualsiasi banalità, purché abbia l’aria "rispettabile" e "condivisa", e sia comunque ready made, per non perder tempo e passare ad altro.

In Val di Susa c’è chi vuole a ogni prezzo la Tav, c’è chi non la vuole a nessun costo, e c’è chi vuol capire meglio, chiede informazioni e garanzie, contesta dati e analisi con altri dati e altre analisi. C’è chi si chiede come mai il sito archeologico della Maddalena di Chiomonte sia recintato e danneggiato dalle ruspe, mentre intanto Arcus (una Spa "di Stato" controllata dal ministero dei Beni Culturali) ha concesso al comune di Chiomonte ben 800.000 euro per un sito che la Tav potrebbe distruggere.

Alcune decine di migliaia di persone hanno manifestato pacificamente intorno a un’area presidiata militarmente; pochissimi hanno ingaggiato scontri con la polizia. Il coro dei benpensanti, al grido di "no alla violenza!" ne ha dedotto che chi vuole la Tav ha sempre e comunque ragione. Un solo esempio, Bersani : «Non possiamo accettare l’idea che il processo decisionale venga bloccato da frange violente. Quello che è successo in Val di Susa è spiacevolissimo ma non si possono fermare i cantieri».

Proviamo ad applicare lo stesso modello a un altro caso.

Poniamo che si svolga a Roma una manifestazione contro i conflitti d’interesse e le bugie di Berlusconi; e che, su centomila manifestanti, venti o cinquanta rovescino una camionetta della polizia e tirino sulle vetrine qualche sanpietrino. Se ne dovrà dedurre che il conflitto d’interessi di Berlusconi è santo e giusto, l’essenza stessa della democrazia? Dovremo aspettarci dichiarazioni del tipo «Non possiamo accettare l’idea che il conflitto d’interesse venga bloccato da frange violente», con quel che segue? Le "frange violente" autorizzano a non pensare, spostano l’attenzione dal cuore del problema (il conflitto d’interesse, la Tav) al margine: la frangia, appunto, anzi la violenza. Di riflesso, si discute animatamente su quanti fossero davvero i manifestanti, su quanti davvero abbiano commesso una qualche violenza, e quale; se vi fossero davvero dei feriti, e quanti, e come. Su tutto, insomma, meno che sulle ragioni civili della protesta. Che restano identiche (se e quando ci sono) anche quando qualcuno le rappresenti in modo improprio, violento (o anche stupido e disinformato: anche questo può succedere).

Lasceremo in mano ai "benpensanti" le regole del gioco? Quanto si può alzare la voce in un corteo, che cosa si può scrivere negli striscioni, quanto ci si può avvicinare a una recinzione? Perché, invece, non riportare sulla scena le virtù civili dell’indignazione? Dobbiamo sperare solo nello sguardo profetico dei vecchi, José Saramago che pretende la parola "indignato" sulla propria pietra tombale, Stéphane Hessel che col suo grido Indignez-vous! scuote la Francia? I giovani italiani, indignati perché condannati dalla "macelleria sociale" in atto a scegliere fra disoccupazione e emigrazione, hanno diritto a un po’ di rabbia, almeno quanto gli indignados di Spagna? O la loro protesta sarà accettabile solo se edulcorata e mediata da un qualche partito? E perché i partiti non riescono (più) a farsene interpreti, e sanno solo esortare alla calma? Non sarà stata, invece, l’indignazione dei cittadini a vincere il referendum del 12 giugno?

Quel che è in ballo non è la Val di Susa, ma l’Italia. Non la Tav, ma la democrazia. Si scontrano, in questo come in altri casi, due culture: da un lato, quella di chi difende sempre e comunque i "processi decisionali", cioè gli addetti ai lavori, cioè i politici di mestiere, che non vogliono esser disturbati nelle loro manovre. Dall’altro, la cultura dei cittadini che non si rassegnano al ruolo di spettatori passivi, che vogliono capire in prima persona, che reclamano il diritto di dire la propria: insomma, la cultura delle associazioni spontanee che, ormai a migliaia, sorgono in tutta Italia, spesso per reazione a violenze estreme contro il territorio (come le 3000 pale eoliche che si vorrebbero imporre sui 4000 chilometri quadrati del Molise). Questa sfiducia nella politica dei politici ha un forte argomento in una legge elettorale iniqua (sperimentata "a sinistra" dalla Regione Toscana, e poi adottata "a destra" dal governo nazionale), che vieta all’elettore di scegliere per nome i propri rappresentanti, e irregimenta gli eletti al servizio di capi e partiti a cui devono tutto. Ma il movimento spontaneo dei cittadini può essere una grande occasione per la democrazia, innescando una più alta dimensione della politica non come mestiere ma come diritto di cittadinanza, dignità della polis, rivendicazione di eguaglianza. Non ripudiando i partiti, ma invitandoli a pensare, a ri-pensarsi.

La reazione difensiva dei politici (da destra a sinistra) non sorprende. "Lasciateci lavorare", essi dicono in sostanza: con l’implicazione perversa che i cittadini non possono e non devono interloquire nei "processi decisionali" se non ponendo disciplinatamente nell’urna schede predeterminate dagli apparati di partito. E quando dai cittadini vengono proteste e proposte (non sempre ingenue), anziché discuterle nel merito, il politico di mestiere tende a dichiarare con sufficienza che "ci vuol ben altro".

Benpensantismo e benaltrismo sono fratelli siamesi: due modi di espropriare il cittadino dei propri diritti, di chiudersi nella stanza dei bottoni (e dei bottini) al grido di "Non parlate al manovratore". Perciò le "frange violente" fanno comodo: come si è visto lo scorso dicembre, quando le proteste degli studenti contro la riforma dell’università si infransero non per mancanza di ragioni e di energie, non per incapacità di argomentare, ma perché di fronte ad alcune violenze si compattò sull’istante un solido fronte di benpensanti, che (giustamente) ripudiavano la violenza e (sbagliando) accantonavano senza discuterle le ragioni civili della protesta. Quei moti studenteschi, i primi di un qualche rilievo dopo decenni, coincisero (lo abbiamo già dimenticato?) con un momento di grande difficoltà di Berlusconi, si incrociarono con la sua campagna acquisti per conquistare il voto di fiducia svendendo la residua dignità del Parlamento. Potevano, senza le violenze e senza la retorica dell’antiviolenza che seppellisce le ragioni di chi protesta, contribuire a una caduta che non ci fu. E siamo proprio sicuri, sette mesi dopo, che sia stato meglio così?

(18 luglio 2011)
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 28/07/2011, 19:49

Insomma....se Settis è contrario alla Tav poteva semplicemente dirlo!

Poi possiamo condividere tante delle affermazioni di Settis...ma nel caso specifico va detto che di questa benedetta Tav in Val di Susa se ne parla e discute da dieci anni!

C'è chi è d'accordo e chi no. OK. Ma ora basta!

E' una decisione europea. Facciamola finita!

Vittorio


Ps Piuttosto, bonifichiamo qui viewtopic.php?f=4&t=3859 Altro che Val di Susa!
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 28/07/2011, 21:58

A parte che andrebbe conosciuta la "decisione" europea, da chi è stata sollecitata, la percentuale di finanziamento UE, quello che Settis contesta, con inusitata chiarezza, è proprio l'atteggiamento del "facciamola finita".
Quindi l'articolo si dimostra perfetto abbinato alla successiva "risposta".
Anzi diciamolo: la risposta ideale e la più coerente. Non a caso si parlava di "benaltrismo" e infatti leggiamo un "piuttosto bonifichiamo qui". Come se una cosa escludesse l'altra.
Affermazioni a prescindere da ogni valutazione di costi-benefici. A prescindere da ogni conoscenza, peraltro coerentemente alla nostra informazione velinara che non conosce giornalismo d'inchiesta.
Ovvero: come in Italia sia ormai comune e rivendicato il dimettersi da cittadini.
Come sia rivendicata la propria ignoranza e come siano rivendicati i propri luoghi comuni mostrando un particolare fastidio nei confronti di coloro che non si accontentano di leggersi un editoriale (fotocopia) ma pretendono di saperne di più e non accettano che tutto sia scontato.
Approfondire oltre che faticoso a volte è proprio rifiutato: rischia di mettere in crisi le proprie certezze e quindi diventa normale tacciare chi non si allinea alla vulgata come "cavernicolo".
Peraltro è interessante notare di fatto come i più "cavernicoli" di tutti in Italia siano i magistrati della Corte dei Conti.
Molto triste, al di là dello specifico della Tav, nella considerazione che questo vale per tanti altri argomenti, tipo il funzionamento della giustizia, la legislazione degli appalti e via dicendo, dove a differenza del tema "grandi opere inutili" è più difficile siano presenti ed attivi i gruppi della sinistra radicale, grande pretesto (al pari della "violenza") per delegittimare battaglie che non dovrebbero conoscere colore politico.

"C'è chi è d'accordo e chi no. OK. Ma ora basta!"

Quindi????????? :?


Semmai nella considerazione che molti di noi sono tacciati di essere carvernicoli, immagino che i cosiddetti evoluti ne sappiano molto di più. Spiegandoci perchè è indispensabile spendere tutti quei miliardi di euro a carico dell'erario (noi) e perchè le obiezioni sono tutte bufale, a cominciare da quelle di un Burlando ad esempio.
Quando ci si accinge a spendere delle sommette importanti credo si debbano davvero avere certezze.
E non basta dire SI a prescindere da tutto, da ogni valutazione; come se il coraggio in questa Italia fosse solo quella di dire Si a tutto. A prescindere.
In base a quale logica e meccanismo? Forse non è più coraggioso, a volte, dire dei no? Perchè non è così?
Ma lasciamo perdere questioni più generali.
In particolare sarà facile rispondere a quesiti che mi pongo da tempo e che anche in questa sede avevo sollevato.
Ad esempio: qual'è il meccanismo virtuoso del general contractor e della concessione di committenza che, sistema peculiare dell'Italia, caratterizza queste opere?
Quali sarebbero i vantaggi che dovrebbero zittirci e farci dire come sopra "C'è chi è d'accordo e chi no. OK. Ma ora basta!"?
Una risposta in merito, immagino facile facile per degli evoluti, potrebbe zittire e far ragionare finalmente anche noi limitati cavernicoli.
Attendiamo con fiducia.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 29/07/2011, 9:09

Scontato che ognuno di noi non ha comunque tutte le informazioni necessarie per esprimere un parere oggettivo su qualsivoglia opera pubblica, definisco "ignorante" tutti.... e quindi non me la prendo piu' di tanto perchè sono in buona compagnia.

Se poi qualcuno ritiene di essere meno ignorante solo perchè si è procurato un po' di notizie prese qua e là, scegliendo quelle che piu' si avvicinano ai propri convincimenti, ..., pazienza. C'è di peggio.
Del resto non c'è opera pubblica che non comporti idee diverse e contrastanti, superesperti sull'uno o l'altro fronte, imbrogli e corruzione, etc

Nel merito ribadisco che di quest'opera se ne parla da dieci anni, alcuni suggerimenti sono stati accolti; la stragrande maggioranza della classe dirigente, quella istituzionale e non, di destra e di sinistra, concorda nel ritenere che l'opera va fatta (anche perchè ci è stata chiesta dall'Europa), etc etc......a me basta e avanza.
A qualcun altro no? C'è sempre una minoranza....


Vittorio
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