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A proposito di Alta Velocità...

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda Robyn il 05/07/2011, 10:25

Si possono fare tutte le varianti che si vogliono ma la tav per il traffico merci và fatta.Il rischio che vedo è che Sl ripeta gli stessi errori che l'hanno portata allo schianto a terra.Bisogna ascoltare le popolazioni locali ma la tav và fatta.Inoltre bisogna ricordarsi che non è con la demagogia l'ottusità e la chiusura mentale che si governa.In alternativa per governare questo paese serve il turno di ballottaggio ciao robyn
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda flaviomob il 05/07/2011, 14:45

GUCCINI CON I NO-TAV: "BRAVI VALSUSINI: RESISTETE CONTRO LA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO"

pubblicata da Partigiani del Terzo Millennio il giorno martedì 5 luglio 2011 alle ore 11.36

Dagli Appennini alle Alpi, un alleato No-Tav che non t’aspetti: Francesco Guccini, caposcuola bolognese dei cantautori italiani, a briglia sciolta con “Wu Ming 2” per una chiacchierata letteraria a margine del festival di Verbania, finita su “Repubblica” il 19 giugno. Argomenti in scaletta: montagna, memoria, Resistenza e, incredibile ma vero, la Torino-Lione. I valsusini? Bravi: stanno facendo quello che va fatto, gli “scudi umani”, contro la devastazione del territorio. Quelli sì che sono montanari come si deve: tenaci, ostinati, decisi a impedire alla città di fare sempre quello che vuole, e senza uno straccio di giustificazione, a spese di chi ancora tenta di abitare la montagna.
Vista da sotto, scrive “Wu Ming 2”, la montagna pare sempre un rifugio da eremiti, un nido d’aquila per misantropi e solitari, mentre nei sei romanzi che Guccini ha scritto con Loriano Macchiavelli, l’Appennino è sempre un luogo di incontri, una società complessa e nera quanto quella di pianura. «A Bologna», racconta Guccini, «quando discuto con gli amici, va sempre a finire che mi dicono “T’î pròpi un muntanèr!”, dove per montanaro si intende conservatore, testardo. Ma io ormai non mi offendo più». Trasferitosi a Pàvana sull’Appennino pistoiese a cavallo di Emilia e Toscana, da ormai una decina d’anni il “Maestrone” abita l’antico mulino di famiglia, tra libri e canzoni. Osservatorio perfetto per rileggere le memorie popolari della montagna e anche l’attualità dell’Italia di oggi, specie dove la montagna combatte contro l’assedio del cemento.
Il fatto è che l’Appennino genera meno rispetto, convengono Guccini e “Wu Ming 2”, mentre le Alpi, con le loro cime aguzze, incutono timore. Lo testimonia la differenza tra gli animali totemici delle due catene montuose: quello dell’Appennino è il cinghiale, «una specie di porco con le zanne che grufola nel fango», mentre le Alpi hanno la nobilissima aquila, il leggiadro camoscio. «Le Alpi toccano il cielo, sono iperuranie e spirituali. L’Appennino è più basso, terragno, spurio. Sarà anche per questo che sulle Alpi, in val di Susa, il treno ad alta velocità non riesce ancora a sfondare le proteste e gli scudi umani, mentre sull’Appennino Tosco-Emiliano lo scavo delle gallerie è andato avanti senza grandi opposizioni, finché non ci si è trovati di fronte a danni irreparabili», come il cataclisma idrogeologico che ha devastato il Mugello, rimasto all’asciutto per i cantieri della Bologna-Firenze.
Se la valle di Susa lotta strenuamente da vent’anni contro l’eco-mostro chiamato Torino-Lione, forse è anche perché la storia della valle è legata a doppio filo con la Resistenza, che in quei boschi trovò l’arma in più per combattere il nemico. «Del resto, solo una retorica da quattro soldi dipinge i valsusini come montanari ottusi, egoisti, che vogliono essere “padroni a casa loro”». In realtà, concordano Guccini e “Wu Ming 2”, «la forza del movimento No Tav sta nella competenza diffusa e nell’aver saputo coinvolgere anche la gente di pianura». Nulla di simile è accaduto tra Bologna e Firenze, perché le due città voltano le spalle all’Appennino. Per i No-Tav che resistono abbarbicati al “presidio” di Chiomonte minacciato di sgombero, la sortita di Guccini è un regalo inatteso: e chissà che, dopo canzoni-manifesto come “L’avvelenata” e “La locomotiva”, il “Maestrone” di Pavana non s’inventi una ballata sui montanari eretici della valle di Susa (info: francescoguccini.net).
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda Robyn il 05/07/2011, 17:13

In realta una soluzione a questo problema c'è.La sinistra massimalista inserendosi nel localismo per conquistare voti ha in realtà perso una visione frammentandola,una linea generale sullo sviluppo compatibile con l'ambiente.Quindi si tratta di estrarla dal localismo.Un'altro problema è che con la fine del Pci ognuno è andato in ordine sparso e quella parte di elettorato che maggiormente ha perso la capacità di vedere le cose in modo ampio è proprio la sinistra massimalista.Se ci sono due partiti che pur alleati si mettono in competizione sarà molto difficile governare.Quindi l'unica possibilità e far confluire in futuro Sl nel PD ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 05/07/2011, 21:06, modificato 1 volta in totale.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 05/07/2011, 18:16

No Tav o delinquenti tipo ultras negli stadi?....che vogliamo fà?

http://www3.lastampa.it/cronache/sezion ... tp/410150/
Cronache
05/07/2011 - ALTA TENSIONE AL CANTIERE
Guerriglia in Valsusa, la Digos: "300 violenti, non sono No Tav"

b]Sequestrato l'«arsenale» dei black bloc: spranghe, molotov artigianali e scudi
[/b]

TORINO
Sono circa 300 i violenti su cui la Polizia sta concentrando le indagini e visionando i filmati dopo gli scontri di domenica in Val di Susa. «Preciso che non stiamo parlando di appartenenti al Movimento No Tav ma di quelli che possiamo definire Black block» spiega il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi incontrando i giornalisti.

Dietro di lui il materiale sequestrato nei boschi della Val Susa, in particolare nell’area di Ramat vicino a un sito archeologico, dove si sono concentrati i disordini: diversi estintori, roncole, molotov fatte con bottiglie di birra, maschere antigas, bottigliette con ammoniaca «sostanza che - precisa Petronzi - riesce a oltrepassare le protezioni degli agenti». E poi ancora bulloni potenziati, mazze di ferro, scudi e passamontagna. Tra il materiale sequestrato anche un mortaio artigianale con cui sono stati sparati dei fuochi d’artificio che gli inquirenti ritengono sia stato il segnale per i violenti nascosti nei boschi che era il momento di attaccare.

Una guerriglia partita intorno a mezzogiorno di domenica e durata ininterrottamente quasi sei ore. Per respingere gli attacchi le forze dell’ordine hanno usato lacrimogeni e idranti ma «non proiettili di gomma - precisano - non li abbiamo neanche in dotazione». Tra i violenti persone provenienti anche da diverse parti d’Italia e dall’estero. Per ora ci sono quattro arresti e una denuncia a piede libero, tutti italiani. Un numero destinato a crescere quando le indagini permetteranno di individuare chi ha fattivamente partecipato alle violenze.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 05/07/2011, 19:43

http://www.lettera43.it/cronaca/20294/d ... no-tav.htm

Non stiamo parlando del movimento No Tav, ma di un gruppo di 300 persone, che definiamo per convenzione black bloc a causa del loro abbigliamento, che si sono comportate in modo aggressivo». Così Giuseppe Petronzi, dirigente della Digos, ha parlato dei disordini del 3 luglio in Valle di Susa. Il riferimento del dirigente è agli scontri, documentati anche da un video, avvenuti in un punto preciso: i boschi vicini alla frazione Ramat, dove c'è un'area archeologica, dalla parte opposta rispetto al corteo 'istituzionale' di Chiomonte e che hanno causato il ferimento di quasi 200 agenti di polizia.
AZIONI SECOND LE REGOLE. «Noi riteniamo di avere operato secondo le regole di ingaggio, servendoci in maniera appropriata solo del normale materiale in dotazione». Così Giuseppe Petronzi, dirigente della Digos di Torino, incontrando i giornalisti, ha risposto a chi gli ha fatto presente che dal movimento NoTav si sono levate critiche e accuse alle forze dell'ordine per gli scontri in Valle di Susa.
NIENTE PROIETTILI DI GOMMA. La questura ha sottolineato che a differenza di quanto hanno affermato alcuni dimostranti e anche personaggi politici, non sono stati sparati proiettili di gomma: il materiale non è in dotazione. Dal viadotto dell'autostrada del Frejus, inoltre, gli agenti non hanno scagliato pietre e macigni sulle teste dei manifestanti accalcati sotto i piloni: si è trattato di alcuni «lacrimogeni a mano», gettati per disperdere chi si avvicinava alle recinzioni del cantiere Tav.

Martedì, 05 Luglio 2011


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Però vorrei capire il passaggio logico.
Si discute, si spera legittimamente su costi-benefici, ovviamente sempre intendendo che in merito bisogna essere ben informati a cominciare dal sistema tav italiano del general contractor e di tutto quello che comporta.
Quindi legittimamente si mettono in campo dei se e dei ma.
Poi arrivano dei violenti e di conseguenza ogni discussione viene meno con tanto di "poche storie".
Nel ribadire tutto quanto si è scritto in precedenza, nella inutile speranza di qualche riflessione, mi pare che ridurre un problema del genere a destra-sinistra sia a dir poco sconfortante.
Un modo per dare sfogo- senza sapere pressochè nulla- alle proprie idiosincrasie.
E' quel passaggio logico che mi sfugge.
Se un'opera è discussa sarà bene discuterne appunto nel merito, con la consapevolezza di quello di cui si parla, a cominciare dalla legge Lunardi che ha cristallizzato questo sistema, sempre valutando costi-benefici, sulla base dei fatti conosciuti.
Se poi - ripeto - arrivano dei violenti allora ogni discussione viene meno? Ogni argomento contrario (e ce ne sono con buona pace di chi non li conosce e se ne frega di conoscerli) viene spazzato via?
Si ammetto: una logica che mi sfugge. Ammesso sia una logica.

Poi ognuno si prende le proprie responsabilità o se le dovrebbe prendere.
Dei politici che hanno a che fare con cittadini non informati è più difficile che quelle eventuali responsabilità se le possano assumere.
Però a volte va bene così: ovviamente ai politici e ai loro sodali che la fanno franca e altrettanto ad alcuni (non tutti per fortuna) cittadini forse un po' distratti e disinteressati ad approfondire quelle questioni che per la loro complessità necessitano di una qualche attenzione in più.
Ultima modifica di lucameni il 05/07/2011, 21:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda Robyn il 05/07/2011, 21:10

lucameni Quell'altro giorno parlavo con la maestra Gelmini.Gli ho detto:maestra Gelmini la sinistra massimalista si è persa nel localismo.Lei si è messa a ridere.Gli ho detto:maestra Gelmini perchè ridi?
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda lucameni il 05/07/2011, 21:12

Robyn, madonna santa................
Ok ok tutto bene così
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda flaviomob il 05/07/2011, 21:55

http://tv.repubblica.it/dossier/battagl ... 0419?video

Un agente, accortosi di essere ripreso, ordina al collega di sparare un lacrimogeno contro un operatore che stava riprendendo gli scontri a volto scoperto isolato dai tafferugli. il cameraman, colpito ad un braccio, ha riportato alcune lesioni (video YouReporter.it)

* * * * * * * * * * * * * *

L’insostenibilità dei costi della Tav Torino–Lione

5 luglio 2011

- di Claudio Guerra Manfredi -

Quanto costa la Tav Torino-Lione? Si tratta di un’opera strategica? Si possono costruire grandi opere a discapito della popolazione? All’indomani della manifestazione in Val di Susa, pubblichiamo i dati e le riflessioni di Claudio Guerra sull’insostenibilità dei costi della Tav.

Per la Tav Torino-Lione i costi a carico dell’Italia, per la parte di collegamento fino a Torino, si attesterebbero intorno ai 17 miliardi di Euro
Quanto costa la TAV Torino-Lione

I costi a carico dell’Italia, per la parte di collegamento fino a Torino, secondo il dossier presentato nel 2006 all’Unione Europea si attesterebbero intorno ai 17 miliardi di Euro. Ma il dossier presentato all’Unione Europea nel 2010, porta le stime dei costi a 35 miliardi di euro, a carico dell’Italia, escludendo una grande varietà di opere connesse, quale il raccordo al nodo torinese, infrastrutture per ospitare i lavoratori e decine di opere sussidiarie che un cantiere di 20 anni comporterebbe.

Ma restiamo ai 35 miliardi e vediamo che cosa potrebbe succedere, attenendoci all’esperienza italiana delle linee ad alta velocità.

Le spese della Roma-Firenze sono cresciute di 6,8 volte rispetto ai preventivi, quelle della Firenze-Bologna di 4 volte, quelle per la Milano-Torino di 5,6 volte. Stiamo parlando di dati ufficiali, ben noti, e sui quali la stessa magistratura sta cercando risposte. Se, in base a questa esperienza scegliamo il moltiplicatore più basso, quello dell’incremento dei costi della TAV Firenze–Bologna, e moltiplichiamo per 4 le spese preventivate, i 35 miliardi diventano una cifra da fantascienza finanziaria.

I costi della militarizzazione della valle di Susa

Costruire una grande opera contro la volontà di una popolazione può avere degli oneri che è interessante calcolare: in Valle di Susa sono appena stati mobilitati circa 2.000 poliziotti, per lo sgombero del cantiere di Chiomonte. Ogni otto ore devono fare il cambio turno, con spostamento di mezzi, masserizie, costi di occupazione di alberghi e altri aspetti logistici.

Non essendo un fine economista, ho calcolato che il costo lordo orario di un poliziotto sia di circa 30 euro all’ora (comprensivi degli oneri citati), stima decisamente al ribasso.

30 euro moltiplicato 2.000 poliziotti è uguale a 60.000 euro all’ora. Per le 24 ore diventano 1 milione e 440 mila euro al giorno, al mese il costo diventa di oltre 43 milioni di euro. Sull’anno parliamo di oltre mezzo miliardo di euro.

L’attuale dispiegamento di forze serve a difendere il cantiere di Chiomonte. Ieri, domenica 3 luglio, ha avuto luogo una grande dimostrazione con pullman e treni in arrivo da tutta Italia.

Immaginate che cosa vorrebbe dire presidiare contemporaneamente decine di cantieri. Vogliamo almeno triplicare il numero di uomini, mezzi, complessità logistica e ovviamente i costi? Sono cifre che se moltiplicate per gli anni necessari alla costruzione dell’opera diventano insostenibili.

Lo Stato italiano non ha le risorse per contrapporsi alla protesta della popolazione della Val di Susa, che, fatti questi conti, sa bene di avere di fatto la vittoria in pugno.


Malgrado le evidenze, le forze di governo e il Partito Democratico insistono sulla imprescindibilità dell’opera
L’opera è strategica?

Negli anni 80, alla luce di dati incerti, si sarebbe potuto sperare che quest’opera fosse strategica. Perché possiamo essere certi che non sia più strategica?

1) Nel 2011 i corridoi europei sono diventati 30, e altri stanno per essere inaugurati. Le merci transitano su rotaia o gomma, e passano nel valico più competitivo come costo. I valichi sono gestiti da società private, in concorrenza tra loro. Se l’opera Torino-Lione prevede di recuperare il 40 % dei costi di investimento dalle tariffe pagate dalle merci in transito (tra vent’anni) è probabile che il flusso di merci e passeggeri su questa linea si ridurrà drasticamente, spostandosi sugli altri valichi per questione di prezzo del pedaggio. Già nel 2003 il Conseil Général des Ponts et Chaussées stroncava il progetto della TAV Torino–Lione, anche alla luce dei già avanzati lavori per i tunnel svizzeri.

2) Da dicembre 2010 è operativo il ristrutturato tunnel ferroviario del Frejus, con capacità di trasporto anche dei containers più grandi. Questo tunnel insieme al tunnel autostradale, sono oggi infrastrutture ampiamente in grado di rispondere anche alla previsione di 40 milioni di tonnellate di merci annue (2030) fatte dal TLF (l’impresa che dovrebbe realizzare il nuovo tunnel), previsione del tutto ridimensionata da Alpinfo e da SBB che stimano per il 2030 valori prossimi ai 10 milioni di tonnellate in transito. Oggi siamo a 2,5 milioni di tonnellate di merci in transito, con un trend di calo costante dal 2001.

3) Altro concorrente formidabile sono i voli low cost, estremamente competitivi anche per il traffico merci su distanze oltre i 500 km.

4) Per il traffico passeggeri le cose vanno peggio. Non mi dilungo in quanto ogni cittadino ha ben presente quali sono i costi di un Freccia Rossa per andare da Milano a Roma, o dal sud al nord Italia: davvero poco competitivo con le attuali tariffe aeree low cost.

5) Non mi dilungo sul tema dei flussi merci, ma invito tutti i lettori a vedere alcuni brevi filmati del professor Marco Ponti, pubblicati su You Tube, che chiaramente illustra l’inutilità dell’opera.

Alla luce di queste informazioni come può essere sostenuto che l’opera è strategica? Eppure, di fronte a dati così evidenti, le forze di governo e il Partito Democratico insistono sulla imprescindibilità dell’opera. Viene da chiedersi il perché…

Il tunnel di 57 km

La Torino-Lione prevede la realizzazione di un tunnel di 57 km, a quota di altitudine piuttosto elevata. Dal 15 Ottobre 2010 il tunnel più lungo del mondo è diventato la Galleria di base del San Gottardo, tunnel ferroviario che con i suoi 57 km ha battuto il primato di un’altra galleria ferroviaria: il Seikan Tunnel, che si trova in Giappone. Va detto che il tunnel del San Gottardo vedrà sfrecciare i primi treni soltanto nel 2017.

Il tunnel del San Gottardo collegherà idealmente Genova a Rotterdam lungo quello che viene chiamato il corridoio 24. Il San Gottardo (senza calcolare le opere annesse quali strade autostrade, etc.) è costato 7 miliardi di euro, finanziati dalla Svizzera, a seguito di un referendum che chiedeva alla popolazione la disponibilità all’autotassazione dei cittadini.

Il tunnel della Manica

Il tunnel della Manica è lungo circa 50 km. Sul lato inglese sono stati rimossi 4 milioni di metri cubi di roccia, la maggior parte dei quali scaricati sotto la Shakespeare Cliff vicino a Folkestone, strappando al mare una superficie di circa 36 ettari, oggi chiamata Samphire Hoe e destinata a parco pubblico. Complessivamente sono stati rimossi 8 milioni di metri cubi di materiale roccioso, ad un ritmo medio di 2.400 tonnellate all’ora.

Per tunnel marini è più facile il riposizionamento del materiale estratto, con evidente contenimento dei costi, mentre per un tunnel in alta montagna bisogna mettere in conto anche il trasferimento del materiale a valle. La logistica si complica. Le cifre crescono rapidamente. L’impatto ambientale diventa devastante (si tratterebbe di circa 1 milione di viaggi con bilico a 5 assi, il più grande a capacità di carico).

Ma leggete con attenzione queste informazioni: “il costo complessivo del Tunnel della Manica è stimato attorno agli 11 miliardi di Euro. Il tunnel sta operando in perdita ed il valore delle azioni che hanno finanziato l’opera ha perso il 90% del proprio valore tra il 1989 ed il 1998. La società Eurotunnel ha annunciato una perdita di 1,33 miliardi di sterline nel 2003 e 570 milioni di sterline nel 2004 ed è in costante negoziato con i creditori. A propria difesa Eurotunnel cita un traffico insufficiente (solo il 38% dei passeggeri ed il 24% delle merci previste in fase di progetto) e un gravoso carico di interessi sul debito. Parte dell’insuccesso commerciale dell’operazione sembra essere causato dalle eccessive tariffe di transito”. (Fonte Wikipedia).

Il Tunnel della Torino-Lione comporta già a progetto una serie di difficoltà logistiche che ne renderebbero la gestione sicuramente in perdita (sono spropositate per esempio le voci di costo previste per la sua aereazione e la dissipazione del calore dovuta al passaggio dei treni). Pertanto quest’opera faraonica dovrà essere costantemente finanziata dalle imposte degli italiani.


Se viene versata una tangente per l’aggiudicazione di un appalto, è estremamente difficile che la stessa possa essere restituita se l’opera aggiudicata in qualche modo si blocca
E se fossero state pagate tangenti?

Se si dà per scontato che un’opera pubblica comporti delle tangenti si può essere accusati di dietrologia, salvo poi trovar conforto nell’indagine dei magistrati, che ormai sembrano muoversi a colpo sicuro. Se viene versata una tangente per l’aggiudicazione di un appalto, è estremamente difficile che la stessa possa essere restituita se l’opera aggiudicata in qualche modo si blocca.

Ma non è pensabile neanche sostenere che chi ha incassato la tangente e non ha garantito il profitto possa semplicemente far finta di nulla e andarsene con il malloppo. Allora diventa indispensabile per il concusso animarsi a favore dell’opera, e muoversi con la determinazione di chi è posseduto da un Fuoco Sacro! Viene da chiedersi, senza troppa dietrologia, se qualche tangente sia stata versata per l’aggiudicazione delle opere in Val di Susa.

Tanto per stare ai fatti, Paolo Comastri è il Direttore generale della LTF (Lyon Turin Ferroviaire), la società che dovrebbe realizzare il tunnel. Un mese fa, è stato condannato dal tribunale di Torino a otto mesi di reclusione per turbativa d’asta, in relazione ad un’opera complementare alla TAV Torino-Lione.

Quale politico oggi siederebbe al tavolo con un condannato (oggi in primo grado), a discutere di un’opera per cui quella condanna è stata pronunciata? Ebbene oggi Paolo Comastri siede regolarmente a tutti i tavoli istituzionali del progetto TAV Torino –Lione, insieme a politici e amministratori pubblici. Ora ognuno di noi può mettere insieme degli elementi e sviluppare il proprio pensiero libero, in merito. Il fenomeno delle tangenti potrebbe spiegare la necessità di riavviare i lavori (o almeno fingere di averne l’intenzione) a seguito di mazzette ormai pagate e non restituibili?

Si possono costruire grandi opere a discapito di una popolazione?

Pur non essendo cittadino della Valle di Susa, in questi anni ho sempre portato la mia solidarietà a quella comunità. Personalmente ritengo che di fronte alla indispensabilità di un’opera pubblica di utilità collettiva le popolazioni locali debbano essere convinte, indennizzate ed incentivate a tollerare anni di sacrificio per il bene futuro delle generazioni che verranno.

Ma non è questo lo scenario in Valle di Susa, dove di fronte ai disastri geologici, alla previsione di incrementi patologici dell’ordine del 10 % della popolazione dovuto a patologie cardiocircolatorie e respiratorie (dati del progetto giugno 2010), si tenta di realizzare un’opera assolutamente inutile.

Sono stato spesso a manifestare con quelle genti. Ho visto bambini, giovani, adulti e anziani, sfilare insieme ed essere chiamati dai media “anarco-insurrezzionalisti”. La militarizzazione della valle ha ricostruito solidarietà e legami antichi, una nuova coscienza si è formata lontano dalla televisione. Le persone si ritrovano a far feste nei presidi, a scambiarsi aiuto, a condividere il tempo con i figli, ad innamorarsi e costruire legami forti, come non si vedono più nella nostra società.

Gli appelli alla manifestazione pacifica sono costanti, ma quando i camion e le ruspe cominciassero davvero il loro lavoro? Pensateci… sareste disposti a tollerare lo scempio della vostra terra, della vostra casa, la paura delle malattie per i vostri figli? Potreste rimanere inerti a guardare le facce sanguinanti di amici e parenti che rientrano sconfitti da una manifestazione, presi a bastonate da poliziotti mandati in guerra, in una guerra che certo neanche loro combattono volentieri?

La mia certezza è che, dopo tanti anni di battaglie, quella popolazione non si arrenderà mai. E se qualche politico pensasse che abbassare i fucili ad altezza d’uomo sia la misura necessaria dopo i candelotti lacrimogeni a frammentazione cs (orto-clorobenziliden-malononitriledi, proibiti dalle convenzioni internazionali come arma chimica) lanciati in questi giorni, quel politico sappia che quel giorno troverebbe genti ancora più determinate a vincere e, a quel punto, a qualsiasi prezzo e con qualunque mezzo.

Vorrei che i cittadini di tutta Italia, magari correttamente informati (la Torino Lione costerebbe 5.000 euro per ogni abitante, compresi i neonati e i centenari), potessero scegliere con un referendum la realizzazione di quest’opera, perché non si arrivi al giorno di dover contare i morti di questa cattedrale alla stupidità. Non ci sarà mai quel referendum, perché coloro che oggi provano a realizzare quest’opera sono gli stessi che hanno tentato di costruire le centrali nucleari e impossessarsi dei beni pubblici. E costoro hanno ben capito cosa comporta un popolo che decide.

http://www.ilcambiamento.it/spazio_opin ... lione.html


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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda gabriele il 06/07/2011, 10:11

Grazie Flavio. Come sempre occorre tenere sempre alzate le orecchie e ben aperti gli occhi...e smetterla di prendere per verità quello che viene detto nei TG e nei giornali.

Tirando le somme. Non solo questa linea ferroviaria non servirà a nulla, ma avrà dei costi stratosferici ricoperti solo in misura ridotta dalla Comunità Europea e produrrà un forte disagio sul piano ambientale. A tal proposito ho letto che le rocce scavate per la realizzazione del tunnel sono ricche di amianto e uranio. Qualcuno sa darmi conferma di questa notizia? Perché se fosse vera, dopo esser state scavate, le rocce dove verrebbero posizionate? Costruire con esse un'isoletta nel mediterraneo mi sembra una mossa un po' azzardata... :lol:

Gabrive

PS
ci toccherà fare un altro referendum per far capire al centrosinistra cosa deve fare? Ma Bersani & Co. ogni tanto ne azzeccano una...?
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: A proposito di Alta Velocità...

Messaggioda ranvit il 06/07/2011, 11:28

Però vorrei capire il passaggio logico.
Si discute, si spera legittimamente su costi-benefici, ovviamente sempre intendendo che in merito bisogna essere ben informati a cominciare dal sistema tav italiano del general contractor e di tutto quello che comporta.
Quindi legittimamente si mettono in campo dei se e dei ma.
Poi arrivano dei violenti e di conseguenza ogni discussione viene meno con tanto di "poche storie".



Se ne è discusso per anni!
In Cina hanno fatto la tratta Shangai-Pechino in due anni! In Germania e Usa impiegano solo un po' di piu'. Brasile, India e tanti altri corrono....
Oggigiorno abbiamo a che fare con questi Paesi! Quelli come noi sono destinati al fallimento!!!

La vogliamo smettere di guardarci l'ombelico. Anche in considerazione del fatto che l'opera ci è stata chiesta dalla Ue e siamo già in forte ritardo?

Vittorio



Ps
Non ci sarà mai quel referendum, perché coloro che oggi provano a realizzare quest’opera sono gli stessi che hanno tentato di costruire le centrali nucleari e impossessarsi dei beni pubblici. E costoro hanno ben capito cosa comporta un popolo che decide.


Non è vero niente! L'opera è stata voluta anche dal Cs!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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