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New York, matrimonio gay: quale conquista???

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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda pianogrande il 04/07/2011, 1:52

Insomma.
Il governo (lo stato) dovrebbe governare tutto.
Se abdica, ignorando ed escludendo parte della popolazione , non questa popolazione ma il governo è fuori.
In pratica si creano stati paralleli.
Lo stato viene escluso dalla vita di milioni di persone.
Qualche conseguenza ci sarà.
Sarà, sicuramente qualcosa di innovativo.
Un vento nuovo come quello che abbiamo appena assaggiato.
Tutto scorre nonostante un governo che si gira dall'altra parte.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 04/07/2011, 9:02

Ok pianogrande, ma non mi pare che i gay siano "milioni"....diciamo che ci sono tantissimi "bisex" o "assaggini" ma i gay al 100% e in particolare quelli che si vogliono sposare credo proprio che siano "quattro gatti" e in gran parte persone che stanno economicamente bene... :D ;) :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda annalu il 04/07/2011, 11:15

ranvit ha scritto:Ok pianogrande, ma non mi pare che i gay siano "milioni"....diciamo che ci sono tantissimi "bisex" o "assaggini" ma i gay al 100% e in particolare quelli che si vogliono sposare credo proprio che siano "quattro gatti" e in gran parte persone che stanno economicamente bene... :D ;) :D

Ranvit, su questo argomento condivido quasi tutte le tue affermazioni, ma questa mi pare davvero eccessiva.
Quanti siano davvero i gay è difficile saperlo, in quanto la maggioranza non lo dichiara; quanto al fatto che siano tutti benestanti, mi sembra proprio un'affermazione azzardata.
Certo, devono essere relativamente benestanti i gay che possono permettersi di dichiararlo esplicitamente, sia ad amici e parenti, sia sul luogo di lavoro, esponendosi magari addirittura al rischio di perderlo, il lavoro. Come vediamo dalle frequenti notizie di aggressioni e pestaggi, la vita di un gay dichiarato in genere non è affatto facile: questa se mai è una ragione in più per aiutarli nel loro desiderio di una vita il più possibile normale.

In quest'ottica, trovo che in Italia facciano più danno che altro coloro che rivendicano direttamente il matrimonio gay: cerchiamo di lottare per ciò che è davvero possibile ottenere in Italia, senza voli pindarici. Cerchiamo di far in modo che qualcosa del tipo DiCo o Pacs (di cui non conosco bene i dettagli, sui quali si può discutere) venga introdotto nelle legislazione italiana: è un obiettivo possibile, molti sono d'accordo anche tra i cattolici più osservanti, e sarebbe un gran passo avanti.

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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 04/07/2011, 12:12

Indubbiamente è difficile saperlo....non lo posso certificare io ma neanche tu nè nessun altro....ma, frequentando, ovviamente, sempre ambienti maschili ti posso dire, come personale esperienza, che ci sono tantissimi uomini (50%? Forse di piu'...) che hanno provato almeno una volta un rapporto omosessuale, alcuni sono bisex, pochi sono davvero gay.
Il fatto è, che piaccia o no ammetterlo, per i maschi l'importante è...sfogarsi. Dopo, ma solo dopo, viene tutto il resto (l'affetto, l'amore, la fedeltà, etc). Le occasioni sono l'oratorio, il seminario, gli spogliatoi delle palestre, le caserme, le carceri...
Sono stato per vent'anni nella moda-abbigliamento: gli stilisti, anche solo alle prime armi, sembravano tutti gay....ma come mi disse una volta uno di questi, era solo "scena" per essere considerati in quel mondo.

E i gay veri che si vogliono sposare...e, facci caso, sono quasi sempre persone colte e benestanti, sono davvero "quattro gatti" ...
Si accontentino dei Pacs....se si riesce ad ottenerli!

Vittorio
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 04/07/2011, 14:10

ranvit ha scritto:Ind
Il fatto è, che piaccia o no ammetterlo, per i maschi l'importante è...sfogarsi. Dopo, ma solo dopo, viene tutto il resto (l'affetto, l'amore, la fedeltà, etc).


Vittorio, comincia a parlare per te...e vedrai che poi non si offende nessuno
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 04/07/2011, 14:19

Demografia

Le prime stime (sec. XIX)
Le prime stime, opera di militanti omosessuali come Karl Heinrich Ulrichs, nel XIX secolo, valutavano la consistenza degli "uranisti" nell'ordine di una persona ogni diecimila, cifra che fu allora giudicata esagerata.

All'inizio del secolo XX il sessuologo e militante omosessuale Magnus Hirschfeld scoprì, in un questionario fatto circolare fra studenti di sesso maschile, una percentuale di omosessuali di circa una persona ogni cento. Anche questo dato fu considerato eccessivo ed Hirschfeld fu accusato dai suoi avversari di manipolazione deliberata dei dati per "gonfiarli".

Il "Rapporto Kinsey" e la stima del 5%
Quella di Hirschfeld rimase comunque l'unica stima scientifica disponibile fino al 1947, quando uscì il primo dei due volumi del celebre Rapporto Kinsey, dedicato al comportamento sessuale maschile.

Le statistiche fornite da questo Rapporto ebbero un effetto dirompente, suscitando un'infinità di polemiche. Alfred Kinsey era un biologo e non uno psichiatra, ed ebbe l'idea di applicare anche alla specie umana il metodo usato nelle ricerche scientifiche, catalogando i soggetti in base non a ciò che dichiaravano di essere, ma in base a quello che dichiaravano di avere fatto. Grazie a tale studio scoprì che quasi la metà dei soggetti studiati aveva avuto contatti sessuali protratti fino all'orgasmo con una persona dello stesso sesso almeno una volta nella vita.

Inoltre, il 5% (una su venti) fra le persone studiate aveva avuto esclusivamente rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l'adolescenza, e un ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne aveva avuti in prevalenza col proprio sesso.

I dati relativi alle donne, editi nel secondo volume, nel 1953, fornivano percentuali inferiori, ma confermavano che gli atti sessuali fra donne erano enormemente più comuni di quanto si fosse ritenuto fin lì.

Questi dati furono contestati con estrema violenza soprattutto da coloro che, giudicando l'omosessualità un comportamento estraneo alla natura umana, ritenevano poco credibile che la maggior parte degli esseri umani l'avesse sperimentata almeno una volta nella vita. Per screditare l'attendibilità dei suoi studi, Kinsey fu attaccato a livello personale come pornografo, omosessuale e pedofilo[35].

Kinsey cercò di ribattere alle critiche con un ulteriore volume della sua ricerca, che avrebbe dovuto essere il terzo, dedicato esclusivamente al comportamento omosessuale, ma la Fondazione Rockefeller, che lo aveva sin lì finanziato, poco soddisfatta delle polemiche innescate dalla ricerca e soggetta a forti pressioni da più parti, gli negò ulteriori fondi. La ricerca di Kinsey subì pertanto un drastico ridimensionamento e da allora le ricerche sulla percentuale di omosessuali sono compiute con estrema cautela, su campioni limitati, spesso traendo conclusioni in base al modo in cui gli intervistati si definiscono anziché in base al loro comportamento effettivo.

Per questo motivo la stima dell'"uno su venti" (cioè del 5%) continua ad essere considerata come la più attendibile da un punto di vista scientifico, al punto da essere adottata ufficialmente dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per valutare l'incidenza dell'omosessualità esclusiva all'interno della popolazione umana.

Nota metodologica
Una statistica costituisce un dato scientifico se i dati su cui si basa sono oggettivi, verificabili e riproducibili, quali, ad esempio l'altezza media degli individui di una data popolazione.

Dato che non esiste uno strumento per rilevare oggettivamente l'orientamento sessuale di un individuo, ci si affida al metodo dell'intervista (di persona, per telefono, tramite questionario anonimo, per internet, ecc..), che spesso si limita a porre all'interessato la domanda "Lei è eterosessuale o omosessuale?". All'intrinseca soggettività delle risposte, andrebbe aggiunto il fatto che esse possono comunque essere manipolate dalla volontà della persona di mentire deliberatamente, o dall'influenza più o meno consapevole che norme e pregiudizi sociali hanno sul soggetto in esame. Da questo punto di vista, il metodo usato dal Kinsey può ritenersi più accurato in quanto basato sui comportamenti effettivi e non sulle dichiarazioni fornite.

Va sottolineato pertanto che una statistica sull'orientamento sessuale di una popolazione non è un dato scientifico, poiché i dati di partenza non hanno le caratteristiche del dato scientifico. Lo stesso Kinsey ha spesso sottolineato che i dati da lui rilevati non possono avere un valore oggettivo, ma che si tratta solo di uno squarcio su una realtà del tutto sconosciuta. Il dato di Kinsey del 5% (che ha il pregio di essere basato su un campione molto ampio) è tuttavia utile come punto di partenza per ulteriori analisi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Omosessual ... Demografia
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 04/07/2011, 15:40

Scusa, mi sono dimenticato di precisare che tu non hai questo problema... :roll:

Naturalmente oltre al nostro caro gabriele ci sono molti altri maschi che non hanno la necessità di "sfogarsi"....ma questo non cambia i termini del problema: una rondine non fa primavera ;) :D
Quando si rappresenta una problematica si guarda alla maggioranza non al singolo :twisted:

Vittorio

PS Grazie a tale studio scoprì che quasi la metà dei soggetti studiati aveva avuto contatti sessuali protratti fino all'orgasmo con una persona dello stesso sesso almeno una volta nella vita.


Mi sembra che tutto l'articolo di Wikipedia mi dia ragione.....anche sulle violente reazioni a certe verità ;)
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 04/07/2011, 16:09

"Scusa, mi sono dimenticato di precisare che tu non hai questo problema..."

...problema...

se ti riferisci al mettere lo sfogarsi davanti ai miei affetti, all'amore, alla fedeltà...beh, allora sì, ho un GROSSISSIMO problema...questione di priorità a quanto pare 8-)
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 04/07/2011, 16:12

ranvit ha scritto:Mi sembra che tutto l'articolo di Wikipedia mi dia ragione.....anche sulle violente reazioni a certe verità ;)


Cioè che il 5% della popolazione mondiale intervistata è gay? :D
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 04/07/2011, 16:19

Lo hai detto tu.... :oops:

La cosa curiosa è che l'articolo di Wikipedia da te riportato mi dà ragione al 100% (anche senza citare "il problema") :lol:


Vittorio

Ps Consiglio la lettura di "Anatomia della distruttività umana" - Erich Fromm (per evitare testi piu' "pesanti").
Naturalmente non si parla specificatamente dell'argomento in oggetto.
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