da pierodm il 16/10/2008, 11:53
Le manifestazioni in piazza sono, quasi per definizione, occasioni per rappresentare un dissenso.
Sono manifestazioni-contro, alle quali non bisogna chiedere altro, e non è poco, in qualunque regime.
Non è poco, innanzi tutto perché mostrare l'esistenza di una forza "altra" è comunque utile, e poi perché il dissenso è già di per sé una dichiarazione sui contenuti e sui temi della politica, sia per contrapposizione.
I momenti e i mezzi per crearsi un'immagine propositiva, e per esporre i propri eventuali programmi, sono altri e hanno una misura assai diversa e tempi diversi.
Un'opposizione, che rappresenta metà del paese, che deve cogliere l'occasione della piazza per esporre i propri programmi ha già fallito, o almeno non può più essere considerata una componente delle istituzioni politiche, ma come una forza semi-clandestina che cerca di spremere il massimo da un momento di esposizione comunicativa.
Inoltre, credo che non faccia per niente bene alla sinistra cercare di essere sempre "un'altra cosa", rispetto al ruolo che le contingenze le assegnano.
Se si è opposizione, si faccia bene l'opposizione, ossia si sia capaci di dire nel modo migliore "no": pacatamente, se si vuole, o incazzati, se necessario, e spiegando le ragioni del "no", se si ha tempo per farlo.
Quanto alle oche starnazzanti, non condivido questo modo di esprimere il nostro dissenso, al di là del fatto che talvolta questa possa essere l'impressione che dà il chiacchiericcio che imperversa in certi momenti.
Il senso di frustrazione e di inutilità che abbiamo deriva da cause che vanno oltre la buona volontà o la qualità di chi ci rappresenta, che - su questo siamo d'accordo - non è complessivamente elevata.
C'era una volta un mio amico, a cavallo tra i tempi del liceo e l'università, che s'innamorava in continuazione, e si spendeva verso ogni nuovo amore con la dedizione di un eroe romantico, sia pure sul piano di una disponibilità quotidiana ad ogni utile servizio.
Era sempre pronto, il mio amico, a correre in soccorso della femminella, quando rimaneva bloccata con la macchina, anche di notte, anche andando a salvarla con un lungo viaggio in autobus.
Era pronto a scattare per aiutare la femminella a organizzare una festa di compleanno, anche se era il compleanno di un altro con il quale la femminella usciva e intrecciava commerci carnali.
Era sollecito, soccorrevole, donatore di una spalla su cui piangere, compratore di scatole di cioccolatini, vergatore di bigliettini amorevoli, portatore di mazzolin di fiori, anche in direzione di femminelle feroci che lo facevano aspettare fuori della porta mentre cambiavano accompagnatori e fidanzati, e di stagione in stagione trascorrevano vacanze di mare e di montagna con un'estrema varietà di compagni assortiti.
Una volta sono rimasto confinato in un campeggio sulla costa jonica, perché il mio amico aveva requisito la comune automobile (la mia) per circuire una bellissima mora che non aveva la più lontana intenzione di concedergli nemmeno di carezzarle una guancia - e in una settimana spese quasi tutte le nostre ricchezze per riempirla di regali, fiori e svenevolezze, tanto che per tornare a Roma dovetti fare un record di basso consumo di benzina, senza poter prendere nemeno un caffè durante il viaggio, per non parlare dei tre o quattro chili persi per denutrizione durante il mese trascorso nel campeggio.
Gli volevo bene, e gliene voglio ancora, ma non posso fare a meno di pensare che la sinistra attuale somiglia tanto al mio amico, nella sua idea che il consenso discenda da quanto riesca a dimostrarsi disponibile e intelligente, zelante e soccorrevole.
Stretta la foglia, larga la via ....