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New York, matrimonio gay: quale conquista???

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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda franz il 29/06/2011, 17:43

matthelm ha scritto:Stefano, (ultimo tentativo)
Semplifico: se la poligamia (lascia stare quali cause storiche l'hanno prodotta) viene introdotta in Italia pone qualche problema o no?

Mah, non so. Secondo me non a tutti. Al vaticano qualche problema lo pone sicuramente.
Quindi risponderei: a qualcuno no, a qualcuno si.
In termini crudi direi che se uno è aperto e liberale, non importa che due omosessuali vivano insieme sotto un contratto definito "matrmonio" o che siano in 5, 2 uomini e 3 donne. Questo vale anche per lo spirito di certa sinistra e certo anarchismo, che ha sempre visto di buon occhio esperimenti come le comuni (che siano poi fallimentari sono cose che non implicano per quusto un divieto legislativo).
Se invece uno ha dei principi che travalicano la sua consuetudine per imporsi agli altri e dire cosa gli altri devono fare e non possono fare, è ovvio che ogni apertura (poligamia, matrimoni omosessuali) "pone qualche problema".
Siccome persone di questo tipo esistono, è ovvio che la risposta diventa affermativa: pone qualche problema. Che li ponga alla maggioranza o ad una minoranza crredo conti poco, perché esistono diritti per entrambi.
Ma pone qualche problema proprio perché aculen persone cosi' vogliono, per il loro spirito fideistico he li spinge a rifiutare, anche per gli altri, decisioni che non ammettono per se stessi.

Sulla poligamia penso che se fosse libera e consapevole (cosa che dove è praticata ritengo sia cosa rara) non dovrebbe essere vietata. A ma non fa male alcuno sapere che una ha due mariti o viceversa, A qualcuno invece si. Questo è il problema.

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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda matthelm il 29/06/2011, 18:09

Franz,... al Vaticano certamente ed a moltissimi altri di destra sinistra e centro... Cosa c'entra?

Il tema era che che in una società sempre più complessa qualche riflessione va fatta... con qualche limite, paletto o buon senso.

Poi sempre ci sarà chi vorrà essere più realista del re. la gara è aperta. basta che non vi partecipino solo gli ultras!
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 29/06/2011, 19:13

Ribadisco....ha ragione matthelm!

Ai gay....ma anche ad una coppia uomo-donna se lo ritengono preferibile....dovrebbe bastare il Pacs.


Pace e bene!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda franz il 29/06/2011, 19:19

matthelm ha scritto:Franz,... al Vaticano certamente ed a moltissimi altri di destra sinistra e centro... Cosa c'entra?

Il tema era che che in una società sempre più complessa qualche riflessione va fatta... con qualche limite, paletto o buon senso.

Poi sempre ci sarà chi vorrà essere più realista del re. la gara è aperta. basta che non vi partecipino solo gli ultras!

E infatti qualche riflessione la stiamo facendo.
La prima è che in una società sempre piu' complessa la maggioranza non puo' imporre la sua etica comportamentale ad alcuna minoranza e che bisogna contemplare e tollerare una pluralità di rapporti, relazioni, diritti diversi.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda gabriele il 29/06/2011, 21:48

franz ha scritto:E infatti qualche riflessione la stiamo facendo.
La prima è che in una società sempre piu' complessa la maggioranza non puo' imporre la sua etica comportamentale ad alcuna minoranza e che bisogna contemplare e tollerare una pluralità di rapporti, relazioni, diritti diversi.
Franz
[/quote]

La maggioranza a fare la cosa o a contrastare l'altra?

In uno stato di diritto si cercano regole comuni che soddisfino la maggior parte delle persone con l'unico vincolo ispiratore che è la convivenza comune. Molte volte si va a tentativi. A piccoli passi. Se la novità introdotta funziona e non causa "problemi" la si applica maggiormente.

Detto questo, se ci dovesse essere la necessità, sulla spinta dei poligami, a introdurre il matrimonio fra tre o più persone, che ricordo non dovrebbe essere solo fra un uomo e più donne in quanto le possibilità sono molteplici, e se tale provvedimento fosse accettato anche dai monogami senza alcun problema di ordine sociale, non vedo perché negarlo.

Mi sovviene un esempio. Un ragazzo marocchino di fede islamica con cui avevo il piacere di lavorare qualche anno fa mi disse che stava riflettendo attentamente sulla possibilità di sposarsi altre volte (fino a 4 in Marocco). Mi disse che per l'Islam tutte le mogli devono essere trattate nello stesso modo e con lo stipendio che prendeva non ce l'avrebbe mai fatta a mantenerle tutte. Quindi desistette dal farlo ;)

Ritornando a bomba torno a ripetere che ciò che confuto a Mathlem non sono le sue convinzioni sul matrimonio ma il suo approcio. In uno stato di diritto non esistono posizioni assolute e inviolabili. Esistono principi cardine che, però possono mutare anch'essi nel tempo.

Chissà cosa ci riserverò il futuro. Forse fra qualche anno ci troveremo di fronte alla richiesta di istituire matrioni a termine, oppure virtuali...
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda Stefano'62 il 30/06/2011, 1:06

matthelm ha scritto:Stefano, (ultimo tentativo)
Semplifico: se la poligamia (lascia stare quali cause storiche l'hanno prodotta) viene introdotta in Italia pone qualche problema o no? Si può pensare eventualmente di fare un "contratto" particolare o per questo sono cittadini di serie B!
Cosa sei tu per affermare "la poligamia è il segno di qualcosa che non funziona,ed è per questo che non può essere annoverata nelle forme moderne di matrimonio."
Sei proprio "cattivo" o pensi che i poligami siano tutti dei c...ni!

E, ancora, seguendo la tua logica: chi ti ha detto che il matrimonio deve essere solo a "DUE"? e se fossero in tre o quattro a te cosa interessa.? Perché vuoi negare loro la libertà di fare come vogliono!!

Sono provocazioni per chiudere uno scambio surreale.

Lo scambio non è surreale,piuttosto è pretestuosamente trasferito altrove per evitare un impari (per consistenza dellle argomentazioni) confronto diretto sul tema del matrimonio gay e sulla evidentissima discriminazione che subiscono.

Che il matrimonio riguardi due soli individui c'è scritto negli ordinamenti di tutto il mondo,e dato che come corollario c'è pure la fedeltà,per garantire che il cammino verso il futuro condiviso poggi su basi solide,questo esclude di fatto la poligamia.
E dato che sono certo che nessun uomo accetterebbe di sposare una donna e dividerla con altri tre o quattro uomini,sono assolutamente certo di quello che ho scritto,e no invece che non lascio stare le motivazioni della poligamia,dato che la spiegano egregiamente;e cioè che riguarda quasi esclusivamente donne in stato di sudditanza psicologica,o di costrizione,o in stato di bisogno.
Accettarla si potrebbe solo se contemporaneamente si riuscisse ad essere certi che sia una scelta libera,e non viziata dalle ipotesi che ho elencato.

Per finire,l'ultimo paternalistico tentativo caso mai è il mio,perchè non sono io quello arretrato che non riesce a capire la facilità della logica dei diritti delle persone.

ranvit ha scritto:Ai gay....ma anche ad una coppia uomo-donna se lo ritengono preferibile....dovrebbe bastare il Pacs.
Pace e bene!

Sarei d'accordo anche io,a patto che la differenza riguardi la terminologia e non i diritti,che devono essere gli stessi.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda franz il 30/06/2011, 8:53

Stefano'62 ha scritto:Che il matrimonio riguardi due soli individui c'è scritto negli ordinamenti di tutto il mondo,e dato che come corollario c'è pure la fedeltà,per garantire che il cammino verso il futuro condiviso poggi su basi solide,questo esclude di fatto la poligamia.
E dato che sono certo che nessun uomo accetterebbe di sposare una donna e dividerla con altri tre o quattro uomini,sono assolutamente certo di quello che ho scritto,e no invece che non lascio stare le motivazioni della poligamia,dato che la spiegano egregiamente;e cioè che riguarda quasi esclusivamente donne in stato di sudditanza psicologica,o di costrizione,o in stato di bisogno.
Accettarla si potrebbe solo se contemporaneamente si riuscisse ad essere certi che sia una scelta libera,e non viziata dalle ipotesi che ho elencato.

Beh, di tutto il mondo proprio no, visto che tra africa e mondo musulmano abbiamo un qualche miliardo di abitanti, che non sono esseri di serie B. Non ho tempo di contarli ma solo i musulmani mi pare siano un miliardo e mezzo e nelle nazioni a prevalenza islamica (anche se non in tutte) la poligamia è naturalmente prevista nell'ordinamento.

Pur non volendo cambiare argomento, la sicurezza delle convinzioni anti-poligamiche di stefano per me fa esattamente il paio con la sicurezza di certe posizioni contrarie a forme di famiglia e di matrimonio omosessuale. È addirittura certo che nessun uomo accetterebbe di sposare una donna e dividerla con altri. Certo, un uomo della nostra cultura non lo farebbe mai ma il problema è proprio questo, la difficiltà di relazionarsi con altre culture, dove magari la poliandria (pur forma rara di unione coniugale) è ammessa (mi pare in Tibet). Ed è evidente che anche nel matrimonio classico tra uomo e donna si parte dal presupposto che la scelta sia libera priva di vincoli (sudditanza psicologica) ma siamo proprio sicuri che sia sempre cosi' oggi come nel passato anche recente? Quanti matrmoni combinati avvenivano in passato, quanti matrimoni per convenienza? Quanta violenza domestica anche nel matrimonio monogamico tradizionale? I numeri fanno spavento! Per questo qualcuno ha mai pensato di vietare i matrimoni tradizionali? Non credo. Si fanno le domande di rito (vuoi tu,...) e basta. L'ipocrisia impera.

Quanto alla poligamia, leggo che è ammessa in inghlterra (paese notoriamente barbaro) nel senso che si ammette l'esistenza di matrimoni poligamici celebrati altrove ed il poligamo non deve nascondersi. Anzi, becca pure gli assegni per le mogli aggiuntive.

Interessante, per aprire gli occhi ad altre realtà, questo articolo di repubblica di qualche anno fa.


Con il boom degli immigrati le famiglie multiple sono in continuo aumento
I casi sono 15-20mila, ecco le loro storie: "Non rinuncio a due mogli perché vivo qui"
La poligamia nascosta
tra gli islamici d'Italia

dal nostro inviato FRANCESCA CAFERRI

La poligamia nascosta tra gli islamici d'Italia
BRESCIA - Per Baba Kar è la cosa più naturale del mondo: "Ho due mogli. E vivo con loro in Italia. Lo so che qui è proibito dalla legge, ma questo riguarda voi italiani, non noi: io sono musulmano e il Corano dice che posso avere fino a quattro mogli. Seguo la mia religione. Del resto con lo Stato italiano non ho mai avuto nessun problema". Senegalese, 33 anni, in Italia da 9, da 7 ben radicato a Brescia, il signor Kar è la punta di un iceberg dalle dimensioni misteriose, quello dei poligami italiani. Musulmani - immigrati, ma anche italiani convertiti - che usufruiscono della possibilità, prevista dal Corano, per un uomo di avere fino a quattro spose.

In assenza di statistiche, qualcuno parla di poche centinaia di casi, altri di decine di migliaia: cifre non confermate né confermabili. Quel che è certo però, è che il fenomeno esiste e che negli ultimi anni è aumentato, proporzionalmente all'aumento del numero degli immigrati musulmani che hanno scelto di risiedere nel nostro paese: oggi, secondo la Caritas, sono poco più di 1.200.000 i musulmani che vivono in Italia.

A partire da febbraio in Gran Bretagna lo stato ha di fatto accettato la poligamia, consentendo ai mariti che la praticano di richiedere un assegno familiare per ogni moglie "aggiuntiva". In Italia di questo non si parla, ma basta la naturalezza con cui il signor Kar parla per capire che il suo non è un caso isolato: "Moltissimi miei amici hanno più mogli qui in Italia. Non solo senegalesi: marocchini, egiziani, tanti davvero".
Kar è venuto in Italia da solo lasciando le mogli, che aveva già sposato, in Senegal: dopo un paio di anni ha fatto arrivare con il ricongiungimento familiare Fadu, 25 anni, insieme al figlio che allora ne aveva tre. Poi con permesso di lavoro è arrivata Nkeir, 22 anni, la seconda sposa.

Le due donne, insieme al piccolo Mamadou, dividono con il marito un appartamento di una sessantina di metri quadri non lontano dal centro di Brescia. Un angolo di Senegal lontano migliaia di chilometri da Dakar: due stanze, in cui Kar si alterna ogni due notti, un salottino, un bagno e una piccola cucina. Alle pareti, ritratti di leader religiosi e foto di famiglia, sullo schermo della televisione i canali senegalesi. Quando passa un video musicale che racconta la lite fra una prima e una seconda moglie, Fadu ride: "Noi non abbiamo nessun problema. Certo, all'inizio quando lui si è risposato ero gelosa: ma poi è passato. Da noi si usa così".

In Italia no, ma per lo Stato - che pure considera la poligamia reato - Kar non è fuorilegge, perché solo il primo dei suoi matrimoni è registrato. Ma anche se lo fossero stati entrambi non ci sarebbe stata troppa differenza: nel 2003 il tribunale di Bologna riconobbe a due figli dello stesso padre il diritto di far arrivare in Italia le rispettive madri, prima e seconda moglie dell'uomo in questione. In questo caso, argomentò il giudice, il reato non sussiste, essendo entrambe le nozze state contratte in un paese che le consente.

Allora la sentenza fece scandalo: ammettendo la presenza contemporanea di due mogli per uno stesso marito, non legittimava ma riconosceva come dato di fatto in Italia un uso che è sì vecchio di secoli, ma contro il quale negli ultimi decenni le donne nel mondo musulmano si sono battute, fino ad ottenerne la limitazione e, in molti casi, la scomparsa.

Proibita da decenni in Tunisia e in Turchia, praticamente annullata dal nuovo codice della famiglia marocchino, severamente regolamentata in molti altri paesi, nel mondo arabo la poligamia riguarda, secondo gli esperti, non più del 2 per cento delle famiglie. E in Italia? C'è chi parla di 15-20mila casi, ma il sociologo
Stefano Allievi, uno dei massimi esperti dell'Islam italiano, non è d'accordo: "Dare un numero preciso è impossibile - dice - ma è un fenomeno statisticamente irrilevante: riguarda poche famiglie, all'interno delle quali spesso la presenza di più mogli non crea alcun problema: perché è normale nella cultura di provenienza o perché è accettata anche da donne italiane convertite".

Opposta la visione di Suad Sbai, presidentessa dell'associazione donne marocchine in Italia e candidata con il centrodestra alle elezioni: "Ci sono migliaia di casi di poligamia - dice - e nella maggior parte le donne subiscono abusi. I mariti picchiano le mogli che non vogliono accettare una nuova sposa o dopo qualche anno abbandonano la seconda: e la poveretta si ritrova che non può chiedere il divorzio perché per lo Stato non si è mai sposata, quindi non ha alimenti né garanzie".

La Sbai racconta di matrimoni celebrati - secondo l'uso musulmano per il quale le nozze sono un contratto civile, non un sacramento religioso - nei consolati dei paesi di origine o, in assenza di funzionari civili, di fronte a imam compiacenti, che non si pongono il problema di scavalcare, nei fatti, la legge italiana.
A conferma delle sue parole cita il caso della signora Najat: marocchina, sposata nell'88 in Italia con un egiziano, sei anni fa si è trovata in casa la seconda moglie. Anche lei marocchina, anche lei sposata in Italia.

"Per risposarsi mio marito aveva falsificato la lettera in cui avrei dovuto dare il mio consenso - racconta Najat - abbiamo vissuto per anni in 45 metri quadri: due famiglie. Io e i miei quattro figli, lei e il suo: io non volevo accettare e per questo venivo picchiata, continuamente". Dopo anni di tensioni, l'uomo è fuggito in Egitto e ha portato con sé con i due figli minori di Najat, oggi 8 e 12 anni, e una volta lì l'ha denunciata per abbandono del tetto coniugale. "Non posso andare a prenderli, perché mi metterebbero in carcere. Questa è la poligamia", dice lei con le lacrime agli occhi.

Accanto a lei siede Zohra, marocchina: quando si è sposata il marito, egiziano, le aveva assicurato di essere celibe. Dopo un anno ha scoperto che c'era una prima moglie e che, insieme al figlio, stava per arrivare in Italia. Zohra si è opposta e ed è stata massacrata di botte. Per ritrovare la serenità è dovuta fuggire di casa. "Per queste donne non c'è tutela - si infervora Sbai - serve una legge che ragioni in termini di territorio e dica che chi sta in Italia, anche se immigrato, può avere una moglie sola".

"Il fenomeno ha molte facce - sostiene però Allievi - È vero, purtroppo capita che chi ha una moglie nel paese d'origine ne prenda un'altra qui e che spesso la seconda sia inconsapevole. Ma c'è anche chi arriva in Italia ed è già sposato pacificamente due volte. E ci sono i casi in cui le seconde mogli, anche italiane, sono consapevoli della situazione e non hanno problemi ad accettarla. Non esiste una soluzione che vada bene per tutti".

"Indubbiamente ci troviamo di fronte a un problema che finora il diritto europeo non è riuscito ad risolvere - dice Roberta Aluffi, docente di Diritto islamico all'università di Torino - la poligamia è contraria al nostro concetto di uguaglianza, ma è vero anche che occorre rispettare una donna che ha contratto matrimonio secondo la religione e la legge del suo paese e che non può essere spogliata di ogni diritto una volta arrivata qui".

Il Corano stabilisce che un uomo possa avere fino a quattro mogli, ma la condizione imprescindibile è che riservi a tutte lo stesso trattamento, in termini di tempo, attenzioni e denaro. Formalmente, argomenta Aluffi, già il fatto che lo Stato italiano riconosca solo a una delle spose il titolo di moglie ufficiale non permette di rispettare il principio dell'uguaglianza. In queste condizioni, argomenta come Mario Scialoja, presidente della Lega musulmana in Italia, "secondo le stesse leggi dell'Islam la poligamia non è consentita".

In materia finora ogni paese europeo ha scelto una sua strada: l'apertura della Gran Bretagna ha fatto scalpore, ma anche Germania e Belgio garantiscono benefici a chi ha più mogli. In Italia in sede ufficiale nessun rappresentante delle comunità nella Consulta islamica ha messo sul tavolo la questione del riconoscimento delle unioni poligamiche, anche se a più riprese membri dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche d'Italia) hanno chiesto il riconoscimento della possibilità per un musulmano di contrarre matrimonio in moschea senza che questo abbia alcun valore giuridico.

Ma negli ultimi tempi sulla questione c'è molta prudenza: "Nell'Islam la poligamia è una possibilità e non un obbligo - spiega Noureddine Chemmaoui, responsabile del dipartimento Affari sociali dell'Ucoii - noi non la incoraggiamo e anzi cerchiamo di controllarla, perché siamo in Italia e qui la legge non la prevede. In moschea celebriamo nozze solo per chi porta un documento che provi che non è già sposato".

Le polemiche degli ultimi tempi non hanno turbato la vita di Mohammed Bikri: marocchino, in Italia dal 1988, il signor Bikri è uno dei volti del successo degli immigrati nel nostro paese. In vent'anni ha messo su una piccola attività e oggi è il leader dei marocchini in Sardegna: aiuta i suoi connazionali ad integrarsi.

Durante tutto il percorso le sue due mogli, sposate in Marocco, gli sono state accanto: per anni lui, loro e i quattro figli (due ciascuna) hanno vissuto in un'unica casa. Oggi ha due appartamenti in villaggi vicini e si divide fra essi: "I ragazzi vanno e vengono come vogliono - racconta - e le mie mogli si vogliono bene come sorelle. Ho avuto qualche problema all'inizio, ma ora va tutto bene, quando ci ritroviamo tutti siamo una grande famiglia". Allargata. Una delle tante nell'Italia del 2008.

(2 aprile 2008)
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 30/06/2011, 9:03

Sarei d'accordo anche io,a patto che la differenza riguardi la terminologia e non i diritti,che devono essere gli stessi.


Intanto in Italia non ci sono neanche quelli (i Pacs)....figuriamoci tutto il resto. Credo comunque che i minori diritti previsti dal Pacs sia assolutamente in linea con cio' che distingue una famiglia cellula base "naturale" dello Stato (certificato da un matrimonio che io vorrei solo "civile") dalla "convivenza" di due persone (gay o etero).


Poligamia....un poligamo e le sue mogli se ne stiano dove è consentito! Se viene qua, accetti le nostre regole.
Il trattamento riservato alle donne nei Paesi che praticano la poligamia dovrebbe essere una ragione sufficiente per dire che si tratta di un arcaismo che fa a cazzotti con la civiltà occidentale segnata dall'epoca dell'illuminismo e dei diritti universali di tutte le persone....senno' perchè non accettare anche un cannibale o l'infibulazione o la compravendita delle mogli, etc?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda franz il 30/06/2011, 9:32

ranvit ha scritto:Poligamia....un poligamo e le sue mogli se ne stiano dove è consentito! Se viene qua, accetti le nostre regole.
Il trattamento riservato alle donne nei Paesi che praticano la poligamia dovrebbe essere una ragione sufficiente per dire che si tratta di un arcaismo che fa a cazzotti con la civiltà occidentale segnata dall'epoca dell'illuminismo e dei diritti universali di tutte le persone....senno' perchè non accettare anche un cannibale o l'infibulazione o la compravendita delle mogli, etc?

Ranvit, ti reputo intelligente quindi apri bene le orecchie e cerca di capire.
Il trattamento che molti, troppi, uomini nostrani destinano alla loro unica moglie sarebbe sufficente a dire che anche il nostro matrimonio è un arcaismo? I numeri della violenza domestica (verso la moglie ed i figli) sono impressionanti, anche se ne sappiamo poco (ma sempre di piu') perché appunto avvengono dentro le mura domestiche e la sudditanza psicologia impedice che i casi emergano. Mi chiedo: cosa c'entra la violenza familiare, retaggio di popoli incivili, in cui l'uomo esercita da adulto la violenza che ha subito da piccolo, con la forma di unione familiare? L'uomo picchia perché per lui è naturale farlo, visto che è stato picchiato da picccolo. Che la famiglia preveda una o piu' mogli io credo sia ininfulente rispetto al tema della violenza. Il tema della violenza, ritengo, è un tema individuale, di trasmissione culturale che è comune ad ogni società violenta, indipendentemente dall'assetto matrimoniale.

Rcordiamo poi una cosa. si stava parlando di principi di libertà (matrimoni di persone dello stasso sesso), dove si dava per assodato che siamo liberi di agire con il limite di non causare danni ad altri o ledere la libertà altrui. Cosa cavolo c'entra quindi il cannibale, l'infibulazione e compagnia? Nulla. Cosa c'entra la violenza domestica? Nulla, perché è un reato comunque, indipendentemente che siano omosesuali o bisessuali, che uno abbia una o 4 mogli, uno o 12 figli.

Qui stiamo confondendo due livelli, due piani. Quello del diritto, che è un piano del possibile, e quello della cronaca nera.

Franz
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Re: New York, matrimonio gay: quale conquista???

Messaggioda ranvit il 30/06/2011, 9:57

Anche tu, Franz, sei intelligente quindi apri bene le orecchie e cerca di capire. :D

Chi ha parlato di violenze domestiche?
Ho parlato di "trattamento riservato alle donne" riferendomi, mi sembrava ovvio per persone normalmente intelligenti, alla mancanza totale di diritti (non poter uscire senza un uomo a fianco, vendute e comprate in cambio di un mulo, etc etc). Era un modo semplice di dire che la poligamia è una forma arcaica in cui i diritti di qualcuno vanno a scapito dei diritti di altri. E noi non possiamo accettarlo....anche se sembra che l'Inghilterra lo abbia fatto.
In questa ottica la provocazione del cannibale etc.

Vedi, io credo che tutto l'argomentare sul diritto dei gay al matrimonio e alla famiglia, sia una classica evoluzione decadente delle società opulente.
Di solito si comincia da lontano....poi si viene travolti dal "vigore" di popoli che non hanno neanche il tempo per pensare a tutte le elucubrazioni mentali degli "evoluti" e si torna indietro di qualche secolo. Ecco io non sono interessato a contribuirvi. E, siccome ritengo che che la società umana si basa sulla famiglia, bella o brutta che sia, l'unione di due persone che non accettano tale concetto venga pure certificato con un Pacs, ma lasciamo perdere il matrimonio!
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