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Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda franz il 18/06/2011, 11:32

Metto qui questo messaggio, perché si tratta di un macigno importante sul futuro (le prospettive di domani) nostro ed anche dell'economia globale, ormai interconnessa.
Mi dispiace che l'appello di Romano Prodi a tornare a parlare dei problemi veri qui sia caduto nel vuoto.
Ma per quanto possiamo ignorare e glissare i problemi, loro non ignorano noi.

Inutile, credo, cercare di arrampicarsi sui vetri sparlando delle agenzie di rating.
Possiamo farlo se a loro volta ignorano, glissano, nascondono, non certo se ci mettono la realtà davanti agli occhi facendoci vedere quello che già da molti mesi si sa e si teme.

Franz



IL CASO
L'effetto domino adesso fa paura
non c'è solo la Grecia nel mirino

Italia e Spagna potrebbero essere le prossime vittime. La preoccupazione di Obama. Accesso al credito più difficile se saremo bocciati

L'effetto domino adesso fa paura non c'è solo la Grecia nel mirino
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK . L'annuncio di Moody's che mette sotto revisione il debito italiano in vista di un declassamento possibile, realizza uno scenario che i mercati mondiali paventavano da tempo. Il tam tam era diventato assordante negli Stati Uniti in queste settimane. Dietro la Grecia, minuscolo pesce-pilota, affiorano ben altri e più grossi candidati al contagio della sfiducia.

Il fantasma dei Pigs aleggiava da tempo a Wall Street e a Washington, nelle stanze di comando del capitalismo globale e alla Casa Bianca. La decisione di Moody's, che fa seguito all'annuncio di segno analogo lanciato da Standard & Poor's meno di un mese fa, è la chiave per spiegare un apparente mistero. Da molte settimane il Dow Jones è in calo, la regressione della Borsa Usa ha una lunghezza senza precedenti dal 2002, gli umori sono tornati al negativo, la preoccupazione dilaga: e tra le ragioni veniva ripetutamente chiamata in causa la crisi dei debiti sovraninell'eurozona. Ma come poteva la minuscola Grecia da sola fare tanto danno, con un Pil inferiore a quello della città di Los Angeles? Ora l'arcano è svelato. I mercati in questo caso vedevano più lontano: spingevano lo sguardo alla seconda, terza e quarta puntata della crisi. Un effetto-domino che avrebbe prima o poi coinvolto economie ben più grosse - ma egualmente malate - come la Spagna e soprattutto l'Italia. Il nostro paese ha un Pil quasi eguale a quello della California: siamo a una soglia di dimensioni dove la sola ipotesi di difficoltà nel finanziamento del debito diventa una crisi di natura mondiale.

Lo sanno le banche di Wall Street e lo sa bene Barack Obama, che con insistenza aveva voluto parlare di crisi dell'eurozona anche al G8 di Deauville, sotto presidenza francese, in un periodo in cui i mercati sembravano più tranquilli. Ma era una finta tregua. Così come è stato effimero il senso di sollievo creato dall'annuncio che Angela Merkel ieri ammorbidiva l'intransigenza tedesca sugli aiuti ad Atene: è durato poche ore il beneficio sui mercati, fino al grande botto di Moody's sull'Italia. Gli americani hanno sempre visto un'insolvenza greca come il primo tassello che cade, l'inizio di un effetto-domino. Dietro la Grecia l'intero arco dell'Europa mediterranea, più Irlanda e Portogallo, era sui loro schermi radar come l'area esposta al contagio. Ecco perché già un anno fa (maggio 2010) i conati di una crisi greca furono sufficienti a "congelare" di fatto la ripresa americana, gettando un vento di paura sui mercati che è stato pagato con diversi punti di Pil perfino negli Stati Uniti: di qui l'acuta attenzione di Obama a quest'area di fragilità, ventre molle dell'Unione europea. E non interessa all'Amministrazione Obama polemizzare sul ruolo delle agenzie di rating. Certo, tutti ricordano quanto furono inaffidabili nel 2007, e incapaci di prevenire la crisi dei mutui subprime. Ma ciò non toglie nulla alla loro rilevanza nel dettare opinione sui mercati globali. Va ricordato che proprio qui negli Stati Uniti fu inaugurata molti decenni fa la regola per cui i grandi investitori istituzionali (fondi pensioni, assicurazioni) possono detenere nei loro portafogli solo titoli con un certo rating. Quel criterio divenne poi una regola quasi universale, adottato in Europa anche da un'istituzione centrale come la Bce, e nelle azioni emergenti da alcuni fondi sovrani.

Dunque un declassamento del rating può avere conseguenze enormi, tagliando fuori una nazione dalle fonti di finanziamento internazionali. L'analisi che sta dietro la decisione di Moody's del resto è condivisa da una grande istituzione sovranazionale di cui sono azionisti gli stessi Stati: il Fondo monetario. Proprio nel suo rapporto pubblicato ieri, il Fmi lancia l'allarme sul rischio che una crisi dell'eurozona possa compromettere la ripresa mondiale. E il Fmi evoca più volte lo stesso problema - "sviluppo" - che sta dietro i ragionamenti di Moody's. Ovvero: i Pigs e tra loro un paese come l'Italia, sono stremati da politiche economiche che non creano sviluppo, anzi lo soffocano. Di conseguenza, il rigore nella finanza pubblica diventa socialmente insostenibile. Mettere a posto i conti quando non c'è sviluppo, quando non c'è benessere da redistribuire, quando non c'è lavoro per i giovani, è la ricetta più sicura per un accumulo di tensioni sociali e di proteste, che a loro volta penalizzano la competitività. Nessun "complotto delle agenzie", quindi, ma un'analisi condivisa dal Fmi: la trappola infernale dell'Europa mediterranea è un'austerità fine a se stessa, senza le riforme strutturali, che quindi si avvita senza produrre conti pubblici sani. Il peso del debito rischia perfino di aumentare, per un perverso circuito vizioso, se il Pil diminuisce: proprio quel reddito nazionale infatti serve a "misurare" la sostenibilità del debito stesso. E nessuna di queste crisi è davvero locale. Per gli americani vale a proposito della Grecia, o domani dell'Italia, il teorema della Lehman Borthers: ne lasci fallire una sola, e tutto il resto del sistema bancario ha rischiato di essere travolto dal crac.

(18 giugno 2011) http://www.repubblica.it
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda ranvit il 18/06/2011, 16:50

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 28810.html

Maroni: stupore Moody's, riforma fisco in tempi rapidi
Ministro: 'Tenere conto richieste Cisl e Uil'
18 giugno, 16:46

ROMA - 'Condivido la richiesta di una riforma fiscale, avendone sostenuta personalmente la necessita', se lo chiedono anche i sindacati a maggior ragione il Governo deve essere impegnato a farla in tempi rapidi'': lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni. ''La richiesta che viene da due sindacati, che non hanno un atteggiamento ideologico, ne a favore ne contro la maggioranza di Governo e' una dichiarazione impegnativa e importante di cui bisogna tenere conto', spiega il ministro sottolineando che 'un conto e' la Cgil, che ha sempre tenuto una posizione nettamente contraria, un altro sono Cisl e Uil che dicono questa cosa al Governo'. 'In tre mesi puo' succedere di tutto e di piu', non so se e' normale che ci si comporti cosi', dando dei messaggi quasi intimidatori per quello che potra' succedere: sono sorpreso'': cosi' il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulle valutazioni di Moody's, a margine di una manifestazione a Busto Arsizio. ''Noi siamo il governo italiano - ha aggiunto - e dobbiamo fare scelte importanti, impegnative e soprattutto coraggiose, dopodiche' le agenzie di rating si accorgeranno che c'e' un Governo che governa, questo il messaggio piu' importante da dare'.

GIU' LE TASSE O IL GOVERNO SE NE VADA Il governo faccia la riforma fiscale o Cisl e Uil andranno allo sciopero generale. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a margine della manifestazione organizzata da Cisl e Uil sul fisco.
''Quello di oggi - ha spiegato Bonanni - era l'ultimo avviso al governo, bisogna fare la riforma fiscale o si rischia uno scontro politico e sociale''. Secondo Bonanni le risorse per la riforma si devono cercare nell'evasione, ci sono infatti - ha aggiunto - 150 miliardi di evasione fiscale, 100 miliardi di evasione contributiva e 40 miliardi di evasione dell'Iva. ''Siamo ad un bivio - ha detto - per l'economia, per il sociale e per la politica. Diciamo al governo che se vuole avere un piccolo barlume di senso faccia le riforme. O le fa o gli diciamo che e' meglio che se ne vada''. Nella riforma fiscale - ha spiegato Bonanni - vanno ridotte le tasse sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione. ''Questa e' una piazza - ha detto rivolto ai manifestanti a piazza del Popolo - che soffre ma non dispera, e' la faccia piu' bella dell'Italia''.

ANGELETTI, RIFORMA O GOVERNO SE NE VADA - ''Il governo deve fare una riforma fiscale per ridurre le tasse sul lavoro e pensioni. Se non la fa se ne puo' andare''. Lo ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti, parlando alla manifestazione sul fisco di Cisl e Uil in corso a Piazza del Popolo.''La riforma fiscale - ha detto Angeletti - e' il vero atto di giustizia sociale in questo Paese. E' ora di farla finita di prendere soldi dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati perche' e' automatico e non da' problemi. Non ci sono alternative, e' inutile discutere se si puo' o non si puo'. O questo Governo fa questo atto di giustizia e riaddrizza la stortura con una riforma fiscale che riduca le tasse sul lavoro dipendente e le pensioni - ha avvertito - o e' meglio che non sopravviva''. ''Se non la fa - ha detto ancora - se ne puo' andare''

CALDEROLI, RIFORMA O SCIOPERO ANCHE IO - ''Sottoscrivo completamente quanto affermato da Bonanni ovvero che non e' piu' tempo di litigi, ma che bisogna mettersi tutti insieme per realizzare la riforma sul fisco. Cosi' come sottoscrivo le parole di Angeletti quando dice che 'o il Governo fa le riforme oppure e' meglio che se ne va a casa'''. Lo dice in una nota il ministro della semplificazione Roberto Calderoli. ''Sono d'accordo con loro, perche' la riforma fiscale va fatta e va fatta subito, diversamente dovro' partecipare anch'io al loro minacciato sciopero generale e dovro' essere in piazza con loro e non piu' come rappresentante di un Governo '', aggiunge il ministro leghista. ;
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda franz il 18/06/2011, 17:13

La riforma fiscale è da fare ma è solo un tassello. Senza le altre riforme è inutile.
L'Italia ha bisogno delle riforme che rimodulino la spesa pubblica, diminuendola.
Poi puo' scendere anche la pressione fiscale e meglio ancora se tale pressione sarà rimodulata.

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Un paese che balla sul titanic

Messaggioda Robyn il 19/06/2011, 13:39

L'Italia è un paese che balla sul titanic che affonda.Forse non c'è molta consapevolezza dei rischi che corre l'Italia dopo l'avvertimento di Moodis.Il rischio può essere una situazione greca.SB non ce la farà ciao robyn
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Re: Un paese che balla sul titanic

Messaggioda Giorgio Graffieti il 19/06/2011, 15:54

Robyn ha scritto:L'Italia è un paese che balla sul titanic che affonda.Forse non c'è molta consapevolezza dei rischi che corre l'Italia dopo l'avvertimento di Moodis.Il rischio può essere una situazione greca.SB non ce la farà ciao robyn


mi sa che è un paragone che non fa giustizia al Titanic... Wallace Hartley e la sua orchestrina erano consapevoli di cosa sarebbe di li a poco successo... diedero il loro contributo con quello che meglio sapevano fare al ritmo sincopato del ragtime.

In questo Paese pare non ci sia alcuna consapevolezza di cosa potrebbe o sta per succedere... tanto meno ai più alti livelli di responsabilità. Magari fossimo nelle mani di un Wallace Henry Hartley!
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda trilogy il 20/06/2011, 15:04

In tre anni di governo Berlusconi il debito pubblico italiano è salito di 240 miliardi di euro. Altro che riforma fiscale...
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda Loredana Poncini il 20/06/2011, 19:02

Anche l'economista Monti, ieri, ne ha parlato nella 1/2 ora di RAI 3.
Che facciamo ?
Incrociamo le dita, anche gli alluci ?
Quali sono i siti web che ci aggiornano ? :?:
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda franz il 20/06/2011, 20:45

trilogy ha scritto:In tre anni di governo Berlusconi il debito pubblico italiano è salito di 240 miliardi di euro. Altro che riforma fiscale...

Appunto. Serve la riforma della spesa pubblica ma quella ha molti meno estimatori, perché la spesa pubblica in Italia dispensa miliardi in mille rivoli e senza di essa milioni di beneficiati dovrebbero iniziare a lavorare seriemente, non a fare finta.

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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda pianogrande il 20/06/2011, 23:11

Perché si continua a dire che Tremonti ha tenuto i conti in ordine se il debito pubblico sta franando così tragicamente verso cifre fantascientifiche?
Forse, tenere i conti in ordine significa, semplicemente, averli chiari nella testa.
Stesso significato per tenere il debito pubblico sotto controllo.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Probabile declassamento dell'Italia: problema vero e serio

Messaggioda franz il 21/06/2011, 14:31

pianogrande ha scritto:Perché si continua a dire che Tremonti ha tenuto i conti in ordine se il debito pubblico sta franando così tragicamente verso cifre fantascientifiche?

Forse perché i governi di CD in passato hanno fatto peggio e quindi tutto sommato poteva essere piu' grave.
Ma credo che al livello internazioanle nonsi contesti il rigor3e (troppo, poco, giusto) ma la mancanza di riforme.
Il rigore va bene solo se accompagnato da riforme che risolvano la situazione.
Qui abbiamo mancato tutti. Cs e Cd.

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