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Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

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Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda franz il 07/10/2008, 13:24

Se l'Italia non fosse entrata nell'Euro nel 1998, oggi come sarebbe messa con le crisi che corrono?

Un esempio forse potrebbe essere quello islandese, e leggendolo credo che corra spontaneo - a 10 anni di distanza- un ennesimo "grazie a Prodi" e a tutti quelli che in quegli anni hanno reso possibile per l'Italia l'ingresso nell'area dell'Euro, per nulla scontato nel 1996 e 1997, anzi era a forte rischio ed il nostro successo desto' meraviglia in tutto il mondo.
Grazie Prodi!

S&P taglia il rating dello stato del nord europa
Islanda: crolla la corona, la Russia presta 4 miliardi di euro alla banca centrale
La divisa islandese cede il 35% sulla moneta unica e viene svalutata. Nazionalizzata la Landsbanki, la seconda del Paese

MILANO - Nell'ambito della crisi finanziaria c'è un Paese che sta andando letteralmente a fondo: l'Islanda. E che rischia di finire sotto l'orbita russa. Dopo che lunedì il governo aveva annunciato di essere pronto a nazionalizzare tutte le banche sull'orlo del fallimento e la corona islandese aveva perso il 20% nei confronti dell'euro, le autorità islandesi hanno oggi messo in amministrazione controllata e posto sotto il controllo pubblico la Landsbanki, la seconda banca del Paese, per assicurarne l'operatività. La banca centrale islandese ha comunicato che la Russia concederà al Paese un prestito da 4 miliardi di euro.

CROLLA LA CORONA ISLANDESE - A seguito della notizia su Landsbanki e al taglio del rating dello Stato da parte di S&P (di due livelli da A- a BBB) la corona islandese ha perso un ulteriore 35% contro l'euro per poi ridurre la flessione alla notizia del prestito russo. Intanto il fondo d'investimento islandese Exista ha annunciato la cessione per 1,41 miliardi di euro della propria partecipazione del 20% nell'assicurazione finlandese Sampo «ritenendo prudente ridurre l'esposizione sui mercati finanziari».

SVALUTATA LA CORONA - La banca centrale islandese ha reso nota l'intenzione di agganciare le oscillazioni della valuta locale, la corona, a un paniere di valute a un livello di 131 corone per euro. La decisione ha effetto immediato.
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Re: Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda franz il 27/10/2008, 14:08

12:57 27.10.08 Inflazione da record in Islanda: a ottobre è al 15,9%

Inflazione da record in Islanda dove si è attestata a un tasso tendenziale del 15,9% ad ottobre dal 14% di settembre, secondo i dati ufficiali. Sotto il profilo congiunturale la crescita è stata del 2,16%. L'Islanda si trova a sopportare gli effetti della crisi finanziaria, che ha portato al collasso delle principali banche del paese e alla conseguente richiesta di un piano di salvataggio al Fondo Monetario, tramite un prestito da 2,1 miliardi di dollari.

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Re: Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda Stefano'62 il 09/07/2011, 0:17

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Re: Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda matthelm il 09/07/2011, 11:48

Franz, concordo BRAVO PRODI!. Hai fatto bene a ricordarlo e si dovrebbe farlo più spesso quando è l'occasione.

Certo è che la "libertà di stampa" in Italia è messa veramente male il caso dell'Islanda è incredibile, anch'io non ne sapevo niente.
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Re: Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda flaviomob il 17/07/2011, 10:33

PERCHE’ LA MANOVRA NON CI SALVERA’
16 luglio 2011

- DI LORETTA NAPOLEONI - cadoinpiedi.it

Cosa sono 70 miliardi di euro di fronte a un debito pubblico di quasi 2 mila miliardi? L’unica soluzione è il default programmato e il ritorno alla Lira. Solo così possiamo uscirne

La manovra di Tremonti in realtà serve a ben poco. Prima di tutto perché è troppo piccola, 60/70/80 miliardi di Euro non bastano sicuramente a rassicurare i mercati nei confronti di un debito complessivo italiano di 1.800 miliardi di Euro, il che vuole dire che il debito pubblico dell’Italia è maggiore della somma del debito di tutti gli altri paesi Pigs, quindi parliamo del Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna. In più questa è una manovra che avrà un impatto reale, quindi dal punto di vista proprio delle entrate dello Stato, nel 2013 e nel 2014. Sicuramente troppo lontano. ricordiamoci che l’anno prossimo l’Italia si deve presentare sul mercato dei capitali nuovamente e deve contrarre una serie di contratti, quindi deve vendere una serie di Bot a un mercato che questa settimana gli ha quasi voltato le spalle. E in più abbiamo da luglio fino alla fine dell’anno, altri 80 miliardi di Euro che dobbiamo racimolare su questo stesso mercato.

Questa è una manovra che in un certo senso è stata osannata, proprio perché siamo un po’ alla fine della situazione. Qui ci vuole una nuova politica. E quale può essere questa politica? Sicuramente non quella che sta seguendo il governo. Capisco che molti italiani sono preoccupatissimi all’idea di un default, però in realtà questa potrebbe essere la soluzione migliore. Se noi avessimo una classe politica di persone veramente esperte di queste cose, quindi di professionisti, ci avrebbe già pensato e vi spiego perché:

L’Italia è molto diversa dalla Grecia. la Grecia prende soldi in prestito per poter sostenere la propria economia, noi invece prendiamo soldi in prestito regolarmente e semplicemente per pagare gli interessi sul debito, il che vuole dire che un default non avrebbe un impatto sulla crescita economica del paese, noi non dipendiamo dai mercati dei capitali per crescere, noi dipendiamo dai mercati dei capitali per pagare gli interessi. Un default ordinato, ragionato com’è stato fatto per esempio in Islanda potrebbe garantire tutti quanti i Bot acquistati dagli italiani. Quindi dividiamo il debito in due parti che è esattamente quello che hanno fatto gli islandesi, la parte internazionale, la parte sottoscritta dalle banche internazionali, viene messa da parte e viene organizzato per questo un pagamento posticipato che può essere una ristrutturazione del debito.
Per quanto riguarda invece la parte detenuta dai risparmiatori italiani, proprio per non penalizzare gli italiani che hanno sostenuto lo Stato in tutti questi anni, rimane costante, quindi il governo si impegna a onorare quella parte di debito. Dopodiché si torna alla lira o a qualsiasi moneta vogliamo adottare e si produce una svalutazione della moneta, chiaramente sarà una svalutazione molto, molto grande e questo ridarà automaticamente competitività alla nostra economia. Dal punto di vista del commercio internazionale, non cambierà nulla, anzi molto probabilmente i nostri importatori, chi importa dall’Italia, sarà ben contento di pagare meno di quanto paga adesso, quindi le esportazioni italiane avranno sicuramente un effetto benefico. Diversa sarà la situazione delle importazioni. Dobbiamo essere disposti a fare dei sacrifici, ma tanto in ogni caso questi sacrifici li dovremo fare lo stesso, l’obiettivo però è fare dei sacrifici per poter riuscire a uscire da questa situazione, non per poter affondare ulteriormente nella situazione debitoria.

Le critiche a questo tipo di politica drastica sono tutte relazionate a un modo di far politica che è ancora tipico dell’Italia, svalutazione selvaggia, attitudini nei confronti dei mercati internazionali anche queste selvagge etc.. Una decisione di questo tipo, quindi un default ragionato, un default preparato, sicuramente porterebbe a un cambiamento della classe politica, perché questa classe politica una politica di questo tipo non la fa. In Islanda è successo esattamente questo, il governo è stato fatto fuori completamente dalla popolazione e una nuova classe politica, gente che non aveva mai fatto politica fino a ora, è salita al potere e ha organizzato questo tipo di default. I sacrifici sicuramente, le conseguenze di brevissimo periodo di una politica di questo tipo saranno tremende. Noi avremo una contrazione del Pil, ci sarà un aumento della povertà, sarà sempre più difficile riuscire a arrivare una fine del mese. Però questo sarà un periodo limitato, come abbiamo visto addirittura in Argentina dove non c’è stato un default ragionato ma un default improvviso. Nel caso dell’Argentina c’è stata una contrazione del Pil del 20% nel 2002 quindi l’anno dopo del default, dal 2003 in poi l’economia ha ripreso a crescere dal 7,5% e continua a crescere al 7,5%.
Penso che noi dobbiamo prenderci le responsabilità di 50 anni, perché qui non si tratta di 10 anni, qui si tratta di 50 anni di politiche sbagliate e è giunto il momento di prendersi queste responsabilità, pagheremo perché dobbiamo pagare, però che questo pagamento non sia un pagamento che finisce nel tasche delle banche internazionali, che sia invece un pagamento che finisce nelle tasche degli italiani, che dà la possibilità all’economia italiana di riprendersi perché altrimenti così noi nel giro di 6 mesi, 9 mesi, un anno, sicuramente andremo in bancarotta e da allora sarà ancora più difficile riprenderci!

Loretta Napoleoni
Fonte: http://www.cadoinpiedi.it
Link: http://www.cadoinpiedi.it/2011/07/15/pe ... tml#anchor

http://www.comedonchisciotte.org/site// ... e&sid=8622


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Re: Euro e crisi: il caso Islanda ed un grazie a Prodi

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 12:03

Cosa sono 70 miliardi di euro di fronte a un debito pubblico di quasi 2 mila miliardi? L’unica soluzione è il default programmato e il ritorno alla Lira. Solo così possiamo uscirne


Pazzia!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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