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Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

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Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda matthelm il 06/05/2011, 20:10

Notevole, chiaro e fondamentale contributo di Ichino sulle principali forze sindacali.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire pane al pane e vino al vino.
Complimenti c'è bisogno di queste persone per scrollare "certezze antiche".


LETTERA SUL LAVORO - CORRIERE DELLA SERA

Ichino: Le battaglie sindacali di Cgil e Fiom
Le ragioni (e il torto) della Cisl


Caro direttore,
i dirigenti della Cgil, e della Fiom in particolare, che un giorno sì e uno no accusano la Cisl di tradimento farebbero bene a leggere il libro di Guido Baglioni La lunga marcia della Cisl, fresco di stampa per i tipi del Mulino. E una lettura che aiuta ad accantonare le polemiche contingenti e a guardare i fatti dell`oggi alla luce di quelle di ieri e dell`altro ieri. Non solo la Cgil, ma anche l`intera sinistra politica italiana, se riconsidera serenamente questa storia, deve riconoscere che, negli ultimi sessant`anni, nei casi di più netta contrapposizione fra il blocco Cgil-sinistra e la Cisl, era per lo più quest`ultima ad avere ragione (non lo nota con compiacimento uno che, come chi scrive, ha lavorato nella Cgil per 10 anni e vi è iscritto da 41).
Non sto dicendo che il sindacalismo Cisl sia esente da difetti: ne ha almeno altrettanti quanti ne hanno gli altri. Sto dicendo soltanto che occorre riconoscere alla Cisl di avere visto giusto su alcune questioni cruciali, sulle quali la Cgil ha registrato invece un rilevante ritardo. Per cominciare, aveva ragione la Cisl quando, nella prima metà degli anni 5o, predicava la necessità di
aprire una stagione di contrattazione collettiva dentro le aziende; la Cgil in un primo tempo vi si oppose, difendendo il livello unico nazionale di contrattazione, ma dovette cambiare idea dopo la sconfitta durissima del 1955 nelle elezioni per le commissioni interne della Fiat e di altre grandi aziende del Nord. Aveva ragione la Cisl degli anni 70 che rivendicava il riconoscimento del lavoro a tempo parziale, mentre la Cgil lo osteggiava sostenendo che esso avrebbe determinato una «ghettizzazione» delle donne nei luoghi di lavoro (quando, nel 1984, si arrivò a questo riconoscimento, esso avvenne con l`opposizione della Cgil e il voto contrario del Pci in Parlamento). Aveva ragione la Cisl quando, con la Uil, nel 1984 firmò il «patto di S. Valentino» ispirato al progetto di Ezio
Tarantelli per il superamento della vecchia "scala mobile" (indicizzazione delle retribuzioni) e avevano torto il Pci e la Cgil che contro ild ecreto attuativo di quel patto promossero ilreferendum, perdendolo l'anno dopo. Aveva ragione la Cisl quando con la Uil, avvertiva che la legge Biagi, odiatissima dalla Cgil e dalla sinistra, non era affatto la «causa del precariato»: tant`è vero che la sinistra stessa, quando è stata al governo, ha utilizzato proprio quella legge per combattere gli abusi. Avevano ancora ragione le stesse Cisl e Uil quando hanno firmato gli accordi alla Fiat di Pomigliano e di Mirafiori con Sergio Marchionne, se è vero che ora alla Bertone di Grugliasco anche i rappresentanti della Fiom-Cgil hanno dato indicazione ai lavoratori di votare «sì» sullo stesso piano industriale per evitare la chiusura dello stabilimento. Una ragione che invece ben difficilmente la Cgil e la vecchia sinistra riconosceranno alla Cisl è quella su cui si basò per gran parte degli anni 60 l`opposizione della stessa Cisl all`intervento legislativo «pesante», in materia di lavoro e relazioni
industriali, costituito dallo Statuto dei lavoratori. Neanche il Pci, beninteso, in Parlamento avrebbe poi espresso un voto favorevole su questa legge, ma per ragioni molto diverse. Il Pci non ne condivideva il
contenuto, considerandolo troppo moderato; la Cisl, invece, disapprovava l`idea stessa che sulla materia intervenisse la legge, togliendo spazio alla
contrattazione collettiva. Qui le visioni della Cisl e della Cgil negli anni 60 erano agli antipodi. Per la prima lo strumento principe dell`emancipazione del lavoro era il contratto collettivo; per la seconda, o almeno per la sua corrente maggioritaria, nel sistema capitalistico anche il contratto collettivo doveva considerarsi come la marxiana «foglia di fico che nasconde la vergogna della dittatura del padrone sull`operaio».
Su questo punto finora ha vinto la visione della Cgil. Ed è accaduto un fatto curioso, di cui il libro di Guido Baglioni non offre forse la chiave di lettura che occorrerebbe: a sostegno dell`intervento del legislatore si schierarono negli anni 60 anche giuslavoristi molto vicini alla Cisl, come Gino Giugni e Federico Mancini.
E anche in seno alla Cisl, per tutto il trentennio successivo, la cultura del primato del contratto ha finito con l`essere offuscata: è parso che la Cisl accettasse il primato della legge, quasi riconoscendo così che su questo fosse la Cgil ad aver visto giusto. Ma se si guarda al risultato di quella stagione politico-sindacale, all`ipertrofia mostruosa della legislazione che ne è derivata, al tasso di ineffettività del diritto del lavoro che ne è conseguito, con un`intera metà del tessuto produttivo che si sottrae alla sua applicazione e un`intera generazione di lavoratori che ne resta esclusa, vien fatto di pensare che anche nella sua preferenza per il contratto collettivo rispetto alla legge scritta da altri la Cisl degli anni 60 avesse visto giusto.
Su di un punto, invece, a mio avviso, la Cisl ha sempre sbagliato: nel non comprendere che il contratto collettivo stesso ha bisogno di regole chiare ed efficaci nei confronti di tutti, su chi può stipularlo e con quali effetti. Questo è l`unico capitolo sul quale la legge è mancata completamente; e il risultato, come stiamo vedendo proprio in questi giorni, è che protagonisti del sistema delle relazioni industriali non sono tanto imprenditori e
sindacati, quanto avvocati e magistrati.
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda franz il 06/05/2011, 21:35

matthelm ha scritto:Notevole, chiaro e fondamentale contributo di Ichino sulle principali forze sindacali.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire pane al pane e vino al vino.
Complimenti c'è bisogno di queste persone per scrollare "certezze antiche".

Penso che al livello "normale", di lavoratori e cittadini ordinari, questi concetti siano già da tempo consolidati, altimenti non si spiegherebbe il "sorpasso" di CISL e UIL nei confronti della CGIL. Ora pero' queste cose non solo vengono dette e sussurate in basso, nella base, ma cominciano a trovare persone autorevoli che osano dirle e scrivere (pane al pane e vino al vino) anche nelle sfere piu' alte. Meglio tardi che mai.

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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda lucameni il 06/05/2011, 22:10

Di Ichino ho apprezzato alcune analisi e anche qui non ho lesinato (alcuni) apprezzamenti nei suoi confronti. Soprattutto quando ha contestato la lettura superficiale della cosiddetta legge Biagi, normativa palesemente e colpevolmente incompiuta e sicuramente non frutto della perfidia di un aguzzino.
Rimango invece sinceramente stupito della sua collaborazione, informale, con Brunetta per disegnare una riforma del rapporto di lavoro nella P.A..
Una riforma che noi, funzionari, avevamo capito essere da subito irrealizzabile con l'attuale oscena organizzazione presente in Italia. Oltre ad avere aspetti di palese illogicità e, fino a quando non sono stati corretti in sede di consiglio dei ministri (ennesimo scontro tra Tremonti e Brunetta), paradossalmente più vessatori rispetto al rapporto di lavoro privato; che pure è ancora molto meno garantito rispetto al pubblico.
Uno studioso e politico che ha sicuramente dei meriti, tra cui il fatto di affrontare alcuni tabù che non hanno ragion d'essere; ma non per questo immune dal proporre ca****e.
Prima di darne un giudizio compiuto voglio approfondire ancora le sue proposte.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda disallineato il 07/05/2011, 8:52

Approvo quanto detto da Ichino, che ho sempre apprezzatoper la sua moderazione. Oramai la CGIL e alcune sue componenti in particolare, non hanno più lo scopo di difendere diritti dei lavoratori ma solo di apparire.
invito i lavoratori iscritti alla CGIL a cancellarsi da questa sigla sindacale.
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda matthelm il 07/05/2011, 10:29

"Uno studioso e politico che ha sicuramente dei meriti, tra cui il fatto di affrontare alcuni tabù che non hanno ragion d'essere;"
Lucameni, era questo che volevo mettere in evidenza. Ciò gli causerà sicuramente attacchi dai soliti "conservatori" ma quello che ha scritto servirà, speriamo, molti a riflettere.
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda disallineato il 07/05/2011, 10:40

matthelm ha scritto:
disallineato ha scritto:Uno studioso e politico che ha sicuramente dei meriti, tra cui il fatto di affrontare alcuni tabù che non hanno ragion d'essere


Era questo che volevo mettere in evidenza. Ciò gli causerà sicuramente attacchi dai soliti "conservatori" ma quello che ha scritto servirà, speriamo, molti a riflettere.


Il mondo del lavoro è cambiato e devono essere dei giuslavoristi che comprendano e seguano i cambianti per poter proporre le modifiche necessarie a stare al passo con i tempi senza far venir meno i diritti.
Biagi è stato ucciso anche per le sue proposte. Purtroppo Cofferati non è esente da colpe (morali). Quando era alla guida del sindacato rosso, inveiva contro Biagi e gridava che andava fermato perchè avrebbe proposto azioni criminali contro i lavoratori. Qualcuno lo ha preso in parola e ha pensato bene di "difendere" i lavoratori.
Cari sindacalisti della CGIL, quando fate i vs comizi, dovete ricordarvi che nn state parlando a gruppi di pellegrini in devozione, e nemmeno a ragazzi di Comunione e Liberazione, ma fra chi vi ascolta cè anche gente piena di livore, di odio di classe, gente pronta a tutto pur di difendere i "presunti" diritti dei lavoratori. Cari sindacalisti della CGIL, dovete smetterla con i proclami rivoluzionari buoni a scaldare gli animi dei più facinorosi. Siete il sindacato che conta più iscritti ed avete più responsabilità, anche morale. Dalle vs parole possono scaturire gesta criminali, come già avvenuto.
Sapete bene che il mondo è cambiato e non potete continuare ad usare slogan degni di "formidabili quelgi anni " di Capanniana memoria. Glianni 70 son passati, morti e sepolti ( per fortuna ). Deponete le armi della propaganda operaia e cercate di contribuire al progresso e alla pace sociale. Gli slogan ascoltati ieri, durante le manifestazioni ( che hanno fallito il loro scopo , com'era nturale che fosse ) sono dei segnali preoccupanti per l'ordine democratico e civile. Sotto la cenere sta covando odio di classe. Attenzione.
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda flaviomob il 07/05/2011, 14:54

Curioso come il titolo di questo argomento nasca da una deliberata distorsione della dichiarazione di Ichino:
Le ragioni (e il torto) della Cisl...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda matthelm il 07/05/2011, 15:07

flaviomob ha scritto:Curioso come il titolo di questo argomento nasca da una deliberata distorsione della dichiarazione di Ichino:
Le ragioni (e il torto) della Cisl...


Ecco il viziaccio: insinuare malizia dove non c'è. Il titolo l'ho modificato per renderlo più immediato, secondo me.
Il contenuto è tale e quale, prova a leggerlo... e commentarlo se ne è il caso.
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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda flaviomob il 07/05/2011, 17:59

Nel modificare il titolo, hai attribuito a Ichino una frase che non ha mai pronunicato. Una grave scorrettezza.


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Re: Ichino: i torti della CGIL e le ragioni della CISL

Messaggioda louiseb il 08/05/2011, 0:31

matthelm ha scritto:Ecco il viziaccio: insinuare malizia dove non c'è. Il titolo l'ho modificato per renderlo più immediato, secondo me.
Il contenuto è tale e quale, prova a leggerlo... e commentarlo se ne è il caso.


Matthelm, cambiare il senso di una frase non la rede più diretta e non è questione di malizia farlo notare a mio avviso.

Analizziamo la frase: "Le ragioni (e il torto) della Cisl..." qui si deduce che ci sono delle ragioni e "un torto", ma è tutto riferito alla Cisl, anche se poi nell'articolo si parla di torti e ragioni d'entrambii sindacati.
Se scrivi: "i torti della CGIL e le ragioni della Cisl", sono decisamente un'altra cosa...implicitamente si ventila che nell'articolo Ichino dica che i torti sono tutti della CGIL e le ragioni della Cisl.
Al limite sarebbe stato più corretto scrivere:" i torti e le ragioni di CGIL e Cisl".

Penso sia bene nello scrivere gli articoli stare attenti a non cambiar significati oppure a non dare giudizi personali, altrimenti si può incorrere in incomprensioni e scatenare polemiche.
Louise
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