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Calearo è un grande industriale...

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Calearo è un grande industriale...

Messaggioda flaviomob il 06/05/2011, 12:45

Calearo consigliere di B.? Grazie Walter
By Pierpaolo Farina


“Calearo è un grande industriale Veneto, che incarna quello che è il progetto del Pd, e cioè un patto fra produttori e lavoratori per la crescita del Paese. Sento che la Sinistra Radicale parla di lotta di classe dei padroni. Noi abbiamo un’idea diversa.” (Walter Veltroni, Prato, 2 marzo 2008, ANSA)

Se c’era anche solo una possibilità che Veltroni potesse riavviare una discussione interna per rimettere in gioco la segreteria, la nomina di Massimo Calearo, quello che incarnava il progetto del suo Pd, a consigliere personale del Cavaliere sull’export l’ha definitivamente affossata. Con buona pace di tutti i cosiddetti “riformisti”, che poi in realtà riformisti non sono, ma semplicemente reazionari conservatori che hanno sbagliato partito (ma dopo parecchi danni hanno deciso o di andare col Cavaliere o di andare nel Terzo Polo).

Se però Veltroni si fosse limitato a candidarlo, avrebbe potuto fare un mea culpa, chiedere scusa agli elettori per la scelta sbagliata e tanti saluti. Il problema però è che Calearo, fino al 14 dicembre, data in cui ha votato la fiducia al governo, era presente pure come Consigliere nel Cda di Democratica, la fondazione-scuola veltroniana, nata per fare da controcanto a Italianieuropei di Massimo D’Alema. Salvo poi costringerlo alle dimissioni (sì, perché non voleva darle) quando qualcuno si è accorto del suo nome sul sito di Democratica.

Ma ecco anche gli altri “disponibili”, più che “responsabili”, che andranno a fare i sottosegretari: Roberto Rosso (ex Fli) all’Agricoltura, Luca Bellotti (ex Fli) al Welfare, Daniela Melchiorre (Liberal-democratici) allo Sviluppo Economico, Catia Polidori (ex Fli) allo Sviluppo economico, Bruno Cesario (ex Pd, ex Api) e Antonio Gentile (Pdl) all’Economia, Aurelio Misiti (Gruppo Misto) alle Infrastrutture, Riccardo Villari (ex Pd, ex Mpa) ai Beni Culturali, Giampiero Catone (ex Fli) all’Ambiente.

Veltroni definì il suo avvento alla segreteria del Pd, nel 2007, come “la nuova stagione”. A ben vedere, è sempre la vecchia, solo che gli hanno cambiato sigle ed etichette ai partiti. E forse ora manderanno avanti Matteo Renzi, il rottamatore già rottamato dopo le gitarelle ad Arcore che spiegano perché abbia indebolito la leadership del Pd per 2 anni, salvo poi andare in ticket proprio con i castosauri Veltroni e Chiamparino che tanto aveva impallinato. E forse lo voteranno pure.

E sarà come sputare sulla tomba di Enrico, di Sandro e di tutti quelli che sono morti per un ideale.

http://www.enricoberlinguer.it/qualcosa ... ra/?p=3248


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Re: Calearo è un grande industriale...

Messaggioda disallineato il 07/05/2011, 9:53

In effetti alcuni soggetti mi sembrano fuori luogo nel nostro partito. Il PD è un entità che ha radici socialdemocratiche che spesso sono in antitesi con alcune filosofie liberali tipicamente vicine agli imprenditori industriali.

Comunque l'andirivieni fra forze politiche diverse è un fatto assolutamente democratico, nel senso che riguarda tutte le parti politiche.
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Re: Calearo è un grande industriale...

Messaggioda cardif il 07/05/2011, 23:56

Pierpaolo Farina ha scritto: Con buona pace di tutti i cosiddetti “riformisti”, che poi in realtà riformisti non sono, ma semplicemente reazionari conservatori che hanno sbagliato partito (ma dopo parecchi danni hanno deciso o di andare col Cavaliere o di andare nel Terzo Polo).......
E sarà come sputare sulla tomba di Enrico, di Sandro e di tutti quelli che sono morti per un ideale.


Supponiamo che lo spostamento si basi su punti di riferimento politici come, appunto, 'riformisti' o 'conservatori' (le etichette).
Si dovrebbe capire, per ognuno di loro, se erano coscienti di essere 'reazionari conservatori', se lo sapevano di esserlo già prima di mettersi in politica; oppure se se ne sono accorti stando in parlamento.
Se lo sapevano, hanno commesso uno 'sbaglio' voluto, forse in base ad un calcolo sulle maggiori possibilità di accesso al parlamento. Se non lo sapevano, è stata una presa di coscienza; e a chiunque può accadere di conoscersi meglio, col tempo.
Cosa che vale anche per chi li ha candidati: anche lui doveva capire ed accettare o respingere la candidatura.
L'errore nel PD è stato fin troppo evidente per Calearo e Binetti, sia da parte loro che da parte di chi li ha candidati.
Resta l'ipotesi che la questione si basi sui nuovi 'valori' di riferimento come seggi, poltrone, case, mutui, consulenze d'oro,...(le marchette).

Ma, ammesso che riusciamo a svelare il mistero, resta il fatto che:
- tolta la possibilità di scelta con la preferenza;
- aggiunta al numero di parlamentari votati una quota per il premio di maggioranza;
- introdotta la possibilità di 'acquisire' parlamentari eletti in un altro schieramento;
agli elettori rimane ben poco per scegliere.
C'è pure chi dice che tutto questo è regolare, che siamo ancora in democrazia perché si vota e perché l'eletto non ha vincolo di mandato.
E poi noi saremmo l'elettorato attivo. No: noi siamo l'elettorato passivo, nel senso che siamo passivi di fronte a questo (e ad atro).
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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