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L'uomo che era "cambiato"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda pinopic1 il 04/10/2008, 14:09

Tengo a precisare che, credendo io nella democrazia, penso che chiunque abbia anche il diritto di sentirsi e di essere fascista. Basta che lo dica chiaramente e che non ci faccia perdere tempo.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda ranvit il 04/10/2008, 15:18

pinopic1 ha scritto:Per moltissimo tempo ho sentito i nostalgici, quelli che avevano vissuto il ventennio, parlo di gente semplice non di politici o intellettuali, ripetere: Mussolini ha fatto questo, Mussolini ha fatto quello, si poteva dormire con la porta aperta.
Insomma aveva "operato bene" secondo loro. Sulle discriminazioni razziali ripetevano pappagallescamente qualche luogo comune e pregiudizio della propaganda ufficiale: tutte cose assai ragionevoli secondo loro e per nulla cruente. Delle cose cruente davano la colpa solo a Hitler e alla guerra che sarebbe stato l'unico errore di Mussolini.
Erano tutte balle le cose fatte, infatti in qualsiasi ventennio della nostra storia si possono riscontare realizzazioni della stessa portata in fatto di opere pubbliche e di riforme; prima e dopo il fascismo.
Solo che quando le cose le fa un demagogo le ammanta di tanta propaganda senza contraddittorio e la gente dice "le ha fatte lui" e le ha fatte bene anche quando sono delle emerite stronzate. Se le cose vengono fatte da più governi democratici e magari criticate da una opposizione, nessuno dice "lo ha fatto Fanfani", lo ha fatto Giolitti e lo ha fatto pinco pallino e non tutti le trovano ben fatte.
Ci siamo nuovamente; siamo nelle stesse condizioni. Il fatto che il governo "faccia" e ci informi a tutte le ore che "fa" viene preso per un "sta operando bene" spesso senza avere neanche la più pallida idea della sostanza di ciò che il governo sta facendo; spesso senza avere la minima competenza e la minima conoscenza delle questioni che il governo affrronterebbe. Per ottenere questi eccezionali risultati l'importante è che si prenda di mira una o l'altra categoria di cittadini possibilmente tra i più deboli, li si faccia passare per responsabili di tutti i mali del paese, e giù a dare mazzate. E tanta gente è contenta anche tanti che le mazzate alla fine le prendono.
E visto che per uno che vuole "fare" e far dire alla gggente che "sta operando bene", il parlamento è un impedimento prima o poi ce lo togliamo di torno così "può operare" ancora meglio. E il demagogo brianzolo ha già fatto le prime avances in questo senso.



Sul fatto che questo governo sia di destra e di una destra populista e forse per questo pericolosa, non ci sono dubbi.

Su cosa fare invece per uscire da questa situazione, lasciata letteralmente scorrere nelle mani di questa destra di cui sopra, e riprendere il consenso della gente non mi pare ci siano indicazioni.
Fatto salvo il grido di "al lupo al lupo" che riecheggia tra di noi senza alcun effetto sull'elettorato.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda ranvit il 04/10/2008, 15:22

Anche io tengo a precisare che, credendo nella democrazia, penso che chiunque abbia anche il diritto di pensare che altri, della stessa area politica, solo un pochino piu' pragmatici e meno velleitari possano essere definiti fascisti.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda franz il 04/10/2008, 17:15

pagheca ha scritto:D'altra parte la cosa sorprendente e' che questa grande domanda di legalita' avviene in un paese in cui c'e' un livello di illegalita' straordinario, diffuso fra tutti gli strati della societa'. Dove chiunque si lamenta dell'illegalita' degli altri, ma poi abusa della propria quando evade le tasse, quando guida pericolosamente, quando getta cartacce per strada, quando se ne frega di tutti e di tutto. E quando viene pescato invoca i vari tribunali, la propria sfortuna, il benaltrismo, fa la povera vittima. Berlusconi e' solo il campione di questo atteggiamento, ma non e' certo il solo ed e' lapalissiano che venga votato in massa da decenni. Vorrei vedere come reagirebbe tutta questa gente che oggi invoca "pene certe e rapide" dalla mattina alla sera se lo stesso principio fosse applicato a cio' che lo riguarda, dalla multa per eccesso di velocita' all'evasione fiscale.

Bingo. Hai colto in pieno la situazione e da tempo vado dicendo cose simili, se non le stesse.
Ma la sorpresa di cuo parli è mitigata dal fatto che dietro c'è un meccanismo psicologico noto, che è quello della "proiezione".
Tanti italiani (non tutti, non generalizziamo) proiettiamo sugli extracomunitari le colpe che derivano dai loro comportamenti.
Tanti italiani evadono, fanno quello che dici sulla cartacce o quando guidano; abbiamo le tre maggiori organizzazioni criminali sul nostro suolo e non riusciamo a debellarle da secoli. Usare gli extracomunitari come capro espiatorio (come i tedeschi fecero con ebrei, zingari, omosessuali) è un meccanismo proiettivo che permette di farsi scudo dei sensi di colpa. Ci sono due modi di gestirli. Uno è colpevolizzarsi ("è colpa mia", "è colpa nostra") e l'altro è proiettare la colpa su altri (è colpa loro, è colpa della scoletà, della scuola, del comunismo, del capitalismo, degli arbitri, dei negri, degli ebrei).

E' un meccanismo anche che svela un profondo disagio personale (sia in chi proietta il senso di colpa sia in chi lo introietta) ed è da qui che bisognerebbe partire per ogni analisi, anche sul razzismo e sul fascismo.
Sono profondi segni di disagio, sono segni che ogni analista psicosociale dovrebbe saper cogliere.
E sono allarmanti.
Sono segni che facilmente politici senza scrupoli possono cavalcare per ottenere consenso.

Ciao,
Franz
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda pinopic1 il 04/10/2008, 18:34

ranvit ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Per moltissimo tempo ho sentito i nostalgici, quelli che avevano vissuto il ventennio, parlo di gente semplice non di politici o intellettuali, ripetere: Mussolini ha fatto questo, Mussolini ha fatto quello, si poteva dormire con la porta aperta.
Insomma aveva "operato bene" secondo loro. Sulle discriminazioni razziali ripetevano pappagallescamente qualche luogo comune e pregiudizio della propaganda ufficiale: tutte cose assai ragionevoli secondo loro e per nulla cruente. Delle cose cruente davano la colpa solo a Hitler e alla guerra che sarebbe stato l'unico errore di Mussolini.
Erano tutte balle le cose fatte, infatti in qualsiasi ventennio della nostra storia si possono riscontare realizzazioni della stessa portata in fatto di opere pubbliche e di riforme; prima e dopo il fascismo.
Solo che quando le cose le fa un demagogo le ammanta di tanta propaganda senza contraddittorio e la gente dice "le ha fatte lui" e le ha fatte bene anche quando sono delle emerite stronzate. Se le cose vengono fatte da più governi democratici e magari criticate da una opposizione, nessuno dice "lo ha fatto Fanfani", lo ha fatto Giolitti e lo ha fatto pinco pallino e non tutti le trovano ben fatte.
Ci siamo nuovamente; siamo nelle stesse condizioni. Il fatto che il governo "faccia" e ci informi a tutte le ore che "fa" viene preso per un "sta operando bene" spesso senza avere neanche la più pallida idea della sostanza di ciò che il governo sta facendo; spesso senza avere la minima competenza e la minima conoscenza delle questioni che il governo affrronterebbe. Per ottenere questi eccezionali risultati l'importante è che si prenda di mira una o l'altra categoria di cittadini possibilmente tra i più deboli, li si faccia passare per responsabili di tutti i mali del paese, e giù a dare mazzate. E tanta gente è contenta anche tanti che le mazzate alla fine le prendono.
E visto che per uno che vuole "fare" e far dire alla gggente che "sta operando bene", il parlamento è un impedimento prima o poi ce lo togliamo di torno così "può operare" ancora meglio. E il demagogo brianzolo ha già fatto le prime avances in questo senso.



Sul fatto che questo governo sia di destra e di una destra populista e forse per questo pericolosa, non ci sono dubbi.

Su cosa fare invece per uscire da questa situazione, lasciata letteralmente scorrere nelle mani di questa destra di cui sopra, e riprendere il consenso della gente non mi pare ci siano indicazioni.
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Vittorio


Io non perdo la speranza che le persone, quelle dei sondaggi, possano capire, spiegandoglieli, i meccanismi della ricerca del consenso e che possano reagire prima o poi semplicemente dicendo: "Abbiamo capito che c'è un problema anche di criminalità proveniente da stranieri senza mezzi e senza prospettive. Adesso non rompeteci più le balle e risolvetelo. E chiamateci quando l'avete risolto."

Questo per quella parte della gente dei sondaggi che chiede la soluzione di un problema. Poi, poiché la natura umana è quella che è, c'è sempre una parte di gente che non vuole la soluzione di un problema, e che più o meno consapevolmente è contenta di poter scaricare su qualcuno, meglio se su una etnia o un credo religioso o su un colore della pelle o su una condizione sociale, le proprie frustrazioni o le proprie pulsioni distruttive. In assenza di quei gruppi con quei requisiti a volte si accontenta di una provenienza regionale.

Con questi il compito, il recupero, è molto difficile. Intanto bisogna cominciare a non dargli troppa corda e importanza.
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda annalu il 05/10/2008, 19:10

Ieri un'amica inglese mi raccontava che in Inghliterra ormai l'Italia viene definita "Silvio's Kingdom", "Il regno di Silvio".
Poi oggi leggo queste belle uscite di Schifani, e comincio a pensare che gli inglesi abbiano ragione: Schifani non parla da Presidente del Senato, ma da uomo di partito, o meglio, da suddito. E Berlusconi appare davvero come il suo re.

annalu

E SUL RAZZISMO: «É ALLERTA, MA NON È NEL DNA DEGLI ITALIANI»
Schifani, affondo su Veltroni
«Parlare di rischi di autoritarismo avvelena il clima». Poi la precisazione: «Walter non è il solo responsabile»

ROMA - «Continuo a credere che il dialogo tra Berlusconi e Veltroni si possa riannodare». Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a «Domenica in» e riprendendo il tema del confronto tra i poli che era già statosollevato sabato dall'esponente del Pd Massimo D'Alema e poi dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Lo stesso Schifani, del resto, fa notare che «i punti di convergenza con Fini sono pressappoco totali». «Registro il pericolo di un avvelenamento del clima politico italiano - ha poi sostenuto l'esponente il numero uno di palazzo Madama -. Riconosco a Veltroni di aver iniziato il periodo della legittimazione politica reciproca dopo aver incontrato Berlusconi; ma poi una serie di dichiarazioni che fanno parte della dialettica politica hanno come avvelenato la situazione. Io non vedo il pericolo di autoritarismi, ma sento toni eccessivi. Mi auguro che torni il confronto e a Veltroni riconosco di aver avuto il coraggio a suo tempo di instaurare un nuovo clima».

PRIMA UNA PRECISAZIONE, POI UNA TELEFONATA - Un vero e proprio affondo quello di Schifani contro Veltroni, accompagnato in seconda battuta da una precisazione. «L'ufficio Stampa del Senato, a proposito di alcuni lanci di agenzia, e al fine di evitare fraintendimenti di qualsiasi genere, precisa che il presidente del Senato non ha addebitato al leader del Pd l'esclusiva responsabilità dell'avvelenamento del clima politico - si legge in una nota - auspicando invece fortemente una ripresa del confronto». Poi, in serata, una telefonata al leader del Pdlper smorzare i toni della polemica.

FRANCESCHINI: «ATTACCO INUSUALE» - Queste precisazioni non sono però bastate al Pd che, per voce del proprio vicesegretario, Dario Franceschini, ha duramente criticato le frasi del presidente del Senato: «Da chi occupa un ruolo di garanzia e istituzionale come Schifani ci si aspetta che ci pensi non una ma cento volte prima di attaccare il capo dell'opposizione». «Anche perché - ha aggiunto Franceschini - a questo provvedono ogni giorno il Presidente del Consiglio e tanti ministri, che più che lavorare dedicano gran parte del loro tempo ad attaccare il Partito democratico».

«RAZZISMO? NON NEL NOSTRO DNA» - Il presidente del Senato ha anche dato una sua valutazione sui recenti episodi di cronaca che hanno visto tra le vittime cittadini stranieri e del dibattito sull'intolleranza che ne è seguito «Non credo che esista il razzismo - ha sottolineato Schifani -, non è nel dna dei nostri valori, nel nostro dna c'è solidarietà. Altra cosa è il pericolo del razzismo, l'emergere di frange risvegliate da determinati episodi. Si tratta di comportamenti da condannare e da tenere sotto controllo. Il tema del razzismo va affrontato senza distinzioni di parte».

C'E' ANCHE «VILLA SCHIFANI» - Schifani - che ha spiegato di aver dedicato la sua vita alla politica e di avere pensato una sola volta, per problemi famigliari, di lasciarla - ha poi rivelato un aneddoto cursioso: Silvio Berlusconi ha ribattezzato «Villa Schifani» un pezzo del parco di Villa La Certosa, la sua residenza privata in Costa Smeralda. «Berlusconi - ha spiegato Schifani - ama la sua villa in Sardegna, e io attraverso le mie "spie" cerco di sapere quali sono le piante che mancano nel suo parco così da potergliele regalare. Per questo il Cavaliere mi ha detto di aver ribattezzato un pezzo di quel parco con il mio nome».

Corriere.it, 5 ottobre 2008
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda ranvit il 05/10/2008, 20:31

Qua il punto non è se sia meglio Silvio o altri....in questo forum (e nel Cs + Psi + Sr)siamo tutti d'accordo.

Il punto è come conquistare consensi per sloggiare Silvio!

Vittorio
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda pagheca il 05/10/2008, 21:17

annalu ha scritto:Ieri un'amica inglese mi raccontava che in Inghliterra ormai l'Italia viene definita "Silvio's Kingdom", "Il regno di Silvio".


E' facile avere impressioni diverse ma io, che vivo in UK lo stesso, ho invece l'impressione che la gente qui sappia a malapena quello che avviene in Italia. Non per chissa' quale complotto della stampa, che tutto sommato ne parla e anche in maniera spesso piu' informata che in Italia, almeno sui giornali che leggo io (The Guardian, Economist), ma perche' non gliene frega piu' niente a nessuno di quello che fa e succede in Italia. Il nostro Paese e' una curiosita', un posto di cui innamorarsi quando ci si va in vacanza. Mia moglie insegna (anche) italiano all'Universita'. Tutti quelli che si iscrivono non lo fanno certo per amore dell'opera o per la pubblicita' degli istituti di cultura (inesistente, btw). Ma solo perche' gli capita di andarci in vacanza d'estate e si innamorano delle nostre citta'. Cioe' il meccanismo e' che l'unico modo per "scoprire" il nostro paese oggi e' passarci un paio di settimane in vacanza.

L'Italia e' un ameno luogo di villeggiatura, un posto dove si mangia bene e dove c'e' sempre il sole (al contario di qui dove piove sempre...). Puo' far piacere ma forse dobbiamo ridimensionare l'idea che del nostro paese si ha all'estero. Di Silvio sanno spesso a malapena che e' di nuovo "premier". E' una macchietta e il proprietario del Milan. Ne parlano con imbarazzo e citano con un sorrisetto la monnezza a Napoli.

Del resto si sa zero carbonella. Sarebbe ora di capirlo.

Saluti,
pagheca
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda annalu il 06/10/2008, 9:49

Pagheca, concordo con te che in UK la politica italiana non sia argomento quotidiano di conversazione, però se ne parla e se ne scrive, anche su riviste prestigiose come Nature.
Vi riporto l'articolo nella sua traduzione italiana:

Pubblicato Giovedì 7 Agosto 2008 su Nature.
Mani Pulite, per favore
Il governo italiano deve mantenersi a distanza di sicurezza dall’industria.


Quindici anni fa al culmine della campagna italiana anticorruzione ‘Mani Pulite’, la polizia irruppe nell’abitazione di Duilio Poggiolini, il capo del comitato nazionale per la registrazione dei farmaci e trovò lingotti d’oro nascosti sotto il suo pavimento. Per molti italiani l’immagine di quei lingotti lucenti è ancora vivida, a simboleggiare in modo permanente i tempi in cui i funzionari del governo, compreso il Ministro della sanità, prendevano mazzette dalle industrie farmaceutiche per approvare farmaci e stabilirne i prezzi.
Da allora sono stati presi provvedimenti per evitare che tale situazione si ripetesse, per cui oggi risulta preoccupante la scelta del governo Berlusconi di rimuovere Nello Martini, farmacista senza legami politici, dalla gestione dell’AIFA, l’agenzia autonoma creata nel 2004 per approvare i farmaci e monitorarne l’impiego. Martini è riuscito con successo a limitare l’incremento della spesa farmaceutica al 13% dell’intero budget della spesa sanitaria, ma così facendo ha scatenato le ire dell’industria. Solo poche settimane fa i pubblici ministeri di Torino hanno accusato Martini di “disastro colposo” per ritardi burocratici nell’aggiornamento delle informazioni sugli effetti collaterali di alcuni farmaci, benché nessuno di essi richiedesse più di una minima ristesura del testo.
Martini è stato rimpiazzato a metà luglio dal microbiologo Guido Rasi, membro dell’amministrazione dell’AIFA e descritto dalla stampa italiana come vicino ad Alleanza Nazionale, il partito di estrema destra che fa parte della coalizione del governo Berlusconi. In modo ancor più preoccupante il governo, insediatosi a maggio, dichiara di voler ridurre i poteri dell’AIFA separando la determinazione del prezzo dei farmaci dalla valutazione tecnica sulla loro efficacia, restituendo il potere decisionale sui prezzi al Ministero della sanità e del welfare.
In un momento in cui tutte le nazioni faticano per riuscire a pagare, con budget ridotti, i prezzi sempre più alti dei farmaci di nuova generazione, questa scelta ha poco senso. Se l’Italia vuole effettuare un’efficace politica sui costi sanitari allora l’agenzia indipendente deve essere in grado di integrare tutte le informazioni tecniche con quelle economiche. Per di più le connessioni tra i Ministeri della sanità e del welfare con il sistema industriale sono sgradevolmente strette: per esempio la moglie del ministro Maurizio Sacconi è direttrice generale di Farmindustria, l’associazione che promuove gli interessi delle aziende farmaceutiche.
Infatti il Governo Berlusconi ha già manifestato l’inquietante tendenza di permettere a interessi industriali di estendere la loro influenza su agenzie dello stato. Poche settimane dopo il dimissionamento di Martini, l’agenzia spaziale italiana è stata posta nelle mani di un commissario a capo della divisione spazio del gigante aerospaziale Finmeccanica. Il governo dovrebbe pensare due volte se è davvero il caso di riaprire la porta che è stata sbarrata dopo il caso Poggiolini.
(traduzione: ItaliadallEstero)


Questo è il link all'articolo originale:
http://www.nature.com/nature/journal/v4 ... 4667b.html
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Re: L'uomo che era "cambiato"

Messaggioda pinopic1 il 06/10/2008, 10:10

ranvit ha scritto:Qua il punto non è se sia meglio Silvio o altri....in questo forum (e nel Cs + Psi + Sr)siamo tutti d'accordo.

Il punto è come conquistare consensi per sloggiare Silvio!

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Intanto cominciando a non fargli i complimenti a lui e ai suoi ministri che tanto sono bravissimi a farseli da soli e ad esaminare seriamente la sostanza e soprattutto le conseguenze a medio e lungo termine di quanto stanno facendo; che così si vede pure che non ne meritano tanti di complimenti.
Capisco che poi è difficile fare capire alla gente dei sondaggi la sostanza (la capisce ma soltanto alcuni anni dopo), e allora si può anche ricorrere a qualche forzatura se il fine è giusto, come insegnava Machiavelli; insegnamento (quello di Machiavelli) che loro hanno appreso benissimo mentre noi continuiamo a cercare il pelo nell'uovo della sinistra e ad autoflagellarci.
Evitando di cadere nella tentazione di prendersela con la sinistra piuttosto che con Maroni e Borghezio. Capisco che si prova più soddisfazione a prendersela con la sinistra, effettivamente è una goduria senza pari, ma non porta consensi.
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