Certo è che quando si dà dell'idiota a qualcuno, l'unico effetto che si causa è quello di chiudersi una porta in faccia.
Ma qui si ritorna all'annoso problema di sempre. Chi si chiude a riccio nella torre d'avorio del proprio pensare e della propria etica e chi cerca invece di spalare un po' di m..a, sporcandosi le mani.
Quel qualcuno, tanto per cominciare, si dà dell'idiota da solo, quando canta l'ignobile motivetto o ridacchia alle barzellette del capo: nemmeno il politicamente corretto più estremistico prevede di astenersi dal chiamare idiota ciò che è idiota - tutt'al più, se proprio si vuole, si può scrivere id...a, così facciamo contenta la maestra.
Poi Gabriele dovrebbe essere così gentile da spiegare perchè definire l'idiota con il termine corretto dovrebbe significare chiudersi a riccio nella torre d'avorio, etc etc.: un minimo di decenza intellettuale, di dignità è "torre d'avorio"?
Ho il sospetto che, invece, strizzare l'occhio all'idiozia, banalizzandola, considerandola un aspetto dell'eterna imperfezione umana, sia per qualcuno un atto di cristiana pietà.
Sarebbe più semplice - e ci risparmierebbe di tornare su l'annoso problema - dire che per spalare la merda bisogna innanzi tutto decidere che si tratti di merda, prendendosi la responsabilità del giudizio.