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in picchiata la fiducia del premier

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in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda ranvit il 27/02/2011, 11:58

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER2-1



IL CASO
Cambia il vento dei sondaggi
in picchiata la fiducia del premier
Berlusconi ha perso 8 punti di consenso nel giro di due mesi. Ora i rilevamenti danno il centrosinistra in vantaggio. Pagnocelli: "Il 60% chiede le dimissioni del presidente del Consiglio"
di MAURO FAVALE

ROMA - Fiducia in calo costante per Berlusconi. Chi dice abbia perso 3 punti e chi arriva fino 8, solo negli ultimi due mesi. E per la stragrande maggioranza degli italiani, il 6 aprile dovrebbe presentarsi in Tribunale per rispondere dello scandalo-Ruby. Nelle intenzioni di voto, il centrosinistra viene dato sempre più spesso in vantaggio. Cifre e tabelle dei sondaggisti sembrano raccontare, dopo settimane di immobilismo, una "crepa" sempre più vistosa nell'immagine del premier.

Non tutti gli studiosi di correnti d'opinione, com'è ovvio, forniscono la stessa lettura dei dati. Per due istituti (quello di Nicola Piepoli e Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, l'istituto di riferimento di Berlusconi) è il centrodestra ad essere ancora in testa, sia pure con un distacco sottile e con tanti indecisi. Qualcosa, però, si muove. Renato Mannheimer, di Ispo, presentando i suoi dati qualche sera fa a Porta a Porta ha sottolineato: "È la prima volta, da mesi, che il centrosinistra dimostra di avere delle possibilità". Ora spiega: "C'è un atteggiamento critico nei confronti del centrodestra e una percezione di maggiore debolezza del governo. Anche se il condizionale resta d'obbligo". Gli incerti sono ancora quattro su dieci. Ma il calo di Berlusconi c'è, indubitabilmente. "Non so - continua Mannheimer - quanto abbia influito l'effetto Ruby o l'insoddisfazione per l'attività del governo. Certo, se il premier facesse le riforme forse di Ruby importerebbe poco".

Le rilevazioni di Ispo hanno evidenziato che - in uno scenario con Casini in campo come leader del Terzo polo - la sfida tra Bersani a capo del centrosinistra e Berlusconi a capo del centrodestra finirebbe, oggi, con un distacco di 7 punti: 36% contro 29%. Questi dati - va specificato - sono i consensi ottenuti dai capi-coalizione, cioè da Bersani e Berlusconi proposti come contendenti. In altre parole non corrispondono alla somma delle intenzioni di voto raccolte dai partiti delle rispettive coalizioni. Un trend simile lo rileva Nando Pagnoncelli di Ipsos che ha dato Berlusconi sconfitto sia da Bersani sia da Casini sia da Vendola. Con un 60% che ritiene che il premier debba dimettersi.

Molti si domandano: sta girando il vento? "Possiamo dire - spiega il sociologo Ilvo Diamanti - che siamo "sulla soglia del cambiamento", per usare il titolo di un libro di Arturo Parisi. Quel libro studiava l'elettorato della Dc alla fine degli anni '80. Elettorato incerto, al quale la Dc non piaceva ma che continuava a votarla. Erano elettori pronti a cambiare. Ma per farlo avevano bisogno di buone ragioni. Oggi siamo in una situazione simile. C'è stanchezza e noia, oltre che disagio, nei confronti di Berlusconi. Ma tutte queste buone ragioni non è detto che si traducano in un reale cambiamento". Attenzione a non confondere, conclude Diamanti, "le indicazioni sulla fiducia personale con un immediata risposta elettorale, le opinioni con il clima più generale". Un processo, però è iniziato.

"È un processo lungo - dice Antonio Noto di Ipr Marketing - ma da un po' stiamo riscontrando un livello di fiducia in calo. Il caso Ruby è costato al premier tra i 6 e gli 8 punti". Sei mesi fa, secondo Ipr, il centrodestra era avanti di 5-6 punti. Ora questo distacco è ridotto a 1-2 punti. "Uno scossone c'è stato - prosegue Noto - ma non è avvenuto alcun passaggio di elettorato tra i due poli. È diminuita la base elettorale perché una parte di elettori si rifugia nel non voto". Ma c'è anche chi voterebbe con meno problemi il centrodestra se non ci fosse Berlusconi: "Senza di lui, dai nostri dati, il centrodestra sale di 5-6 punti - dice Roberto Weber di Swg - Per la prima volta Berlusconi viene percepito come un peso. Sta iniziando ad affaticare i suoi". Le variabili, però, sono tante. "E quello che sta accadendo in Libia - segnala la Ghisleri di Euromedia - potrebbe mettere in secondo piano molte vicende nostrane. Certo, fino a qualche mese fa la situazione era più stabile. Poi c'è stato uno scossone, ma dopo il 14 dicembre il Pdl ha iniziato a risalire. E non dimentichiamo la capacità di Berlusconi di stupire anche nei momenti più difficili".
(27 febbraio 2011)
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda ranvit il 28/02/2011, 11:21

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER2-1

Il fattore coalizione che stana gli astenuti
di ILVO DIAMANTI

Da qualche tempo il dibattito politico ha preso in considerazione le coalizioni, oltre ai partiti. O meglio: più ancora dei partiti. Soprattutto in prospettiva elettorale. Visto che le elezioni anticipate, anche se non appaiono probabili, restano, almeno, possibili.

Tuttavia, in una competizione tra coalizioni, la maggioranza di centrodestra perderebbe voti, mentre le aggregazioni alternative ne guadagnerebbero. Se utilizziamo, come base-dati di riferimento, il sondaggio dell'Atlante Politico di Demos di due settimane fa, in una competizione di tipo maggioritario a tre, il Centrodestra otterrebbe il 37% dei voti validi (circa 3 punti in meno rispetto alla somma dei partiti), il Centro salirebbe, invece, al 20% (oltre 6 punti in più) mentre il Centrosinistra raccoglierebbe quasi il 43% (4 punti in più). Diverso il risultato di una competizione a due. La "grande coalizione" tra il Centro con il Centrosinistra e la Sinistra si attesterebbe al 56%, mentre il Centrodestra salirebbe al 43%. L'attuale maggioranza, cioè, guadagnerebbe voti (rispetto alla somma dei partiti) ma perderebbe largamente lo stesso. Vincerebbe solo in caso di alleanza del Pd (da solo) con il Centro. Oppure se il Centrodestra trovasse, a sua volta, l'intesa con il Centro.

LE TABELLE 1

Da questo bilancio quantitativo, pedante e forse un po' noioso, emergono due indicazioni interessanti.

1) I partiti di opposizione riescono a essere competitivi quando si presentano in "coalizione". Se interpretano le elezioni in modo (semi) "maggioritario". D'altronde, prima del famigerato Porcellum del 2005, il Centrosinistra guadagnava nella competizione maggioritaria, il Centrodestra in quella proporzionale. (Motivo per cui il Centrodestra cambiò legge elettorale.)

2) Tuttavia, a questo esito contribuisce, in parte, il comportamento della "zona grigia" dell'elettorato, che comprende e riassume gli indecisi, i reticenti e quelli che si dicono intenzionati ad astenersi. Una componente molto ampia. Superiore a un terzo degli elettori. Secondo alcuni istituti, intorno al 40%. Ebbene, di fronte alla scelta fra coalizioni invece che fra singoli partiti, l'ampiezza della "zona grigia" quasi si dimezza. Oltre il 45% di quanti non voterebbero per un partito, infatti, voterebbero per una coalizione. (Il che significa oltre il 15% e 7 milioni di voti).

3) Se ne avvantaggerebbe, chiaramente, l'opposizione. In caso di competizione a tre: il 12,6% degli incerti sceglierebbe il Centrodestra, il 13,8% il Centro e il 20,6% il Centrosinistra. In caso di competizione a due, fra il Centrodestra, da una parte, e il Centro, il Centrosinistra e la Sinistra alleati, dall'altra parte, il 16% degli indecisi (e degli altri che non si esprimono) si schiererebbe con il Centrodestra, il 31,6% con il Centro-Centrosinistra.

Questi dati suggeriscono alcune considerazioni.

a) L'area degli indecisi risente dell'offerta politica. Cioè, delle alternative e delle regole della competizione elettorale. Il Centrodestra, fondato sull'alleanza fra Berlusconi e Bossi, tra Pdl e Lega, dispone di un'identità definita. Ciò lo rende abbastanza stabile, dal punto di vista elettorale, ma con pochi margini di ulteriore crescita. Per cui appare esposto alla "concorrenza", nel momento in cui gli avversari, invece di rassegnarsi a una logica proporzionale, si presentassero insieme. Perché non si vota solo per affermare un'identità. Ma anche per vincere.

b) D'altronde, il Pd, ormai, è ridotto al 24-25%, per effetto, soprattutto, degli "elettori scoraggiati". Evocano i "lavoratori scoraggiati", le fasce deboli del mercato del lavoro, che, nelle fasi di crisi, ne restano fuori. Allo stesso modo, gli "elettori scoraggiati" si parcheggiano fuori dal "mercato elettorale", quando le alternative, ai loro occhi, appaiono "scoraggianti". Come oggi. Gli elettori del Pd: delusi dal deficit di leadership, di progetto, di linguaggio del partito. Dal senso di impotenza di fronte a Berlusconi. Anche quando, come in questa fase, il Premier appare fragile e vulnerabile. Lo stesso sentimento deprime gli elettori a sinistra della Sinistra, che nel 2008 rinunciarono a votare, perché "esclusi" dalla soglia imposta dalla legge elettorale e dalla decisione di Veltroni di allearsi solo con l'Idv.

c) Questi elettori "scoraggiati", in parte, sono stati attratti dalle novità politiche "personalizzate" degli ultimi anni: Vendola oppure Di Pietro. In parte, semplicemente, si sono chiamati fuori. "Esuli". Cambierebbero atteggiamento di fronte a un'alternativa concreta, offerta da un'alleanza del Centrosinistra con la Sinistra. O a un'opposizione che comprendesse anche il Centro. Allora, potrebbero uscire dalla zona grigia, rientrare dall'esilio. Votare.

d) Sanno bene che si tratterebbe di una soluzione transitoria, perché hanno già sperimentato la difficoltà di "governare", dentro a coalizioni che comprendono gruppi e identità tanto eterogenee. Basti pensare all'esito rapido e infelice dell'Unione. Tuttavia, neppure la coalizione di centrodestra che governa ha messo in luce grande compattezza. Nonostante abbia stravinto le elezioni nel 2008, naviga a vista. Sopravvive grazie a sedicenti "responsabili" e ad altri parlamentari itineranti fra un gruppo e l'altro.

e) E poi, non è detto che le coalizioni debbano essere "per sempre". Si possono costruire a termine. Per conseguire specifici obiettivi. Ad esempio: una nuova legge elettorale, alcune riforme istituzionali. E anzitutto: per battere il Centrodestra guidato da Berlusconi. Per battere Berlusconi. Al di là delle sue vicende giudiziarie: con il voto.

f) Il problema è che le alleanze "alternative", per essere credibili, per attrarre gli elettori irriducibili e quelli scoraggiati, debbono essere dichiarate. Sottoscritte. Insieme agli obiettivi. E al candidato comune e condiviso.

g) Ma per uscire dalle simulazioni, ciò deve avvenire presto. Anzi: se non ora, quando?
(28 febbraio 2011)
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda lucameni il 06/03/2011, 2:27

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"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda ranvit il 16/03/2011, 9:31

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER1-1

POLITICA
Sondaggio Ipr, Berlusconi in calo
testa a testa tra le coalizioni
La rilevazione mensile vede una costante discesa della fiducia del premier che si ferma al 33%. Tra i ministri bene Maroni e Alfano. Se si votasse oggi sarebbe una gara all'ultimo voto tra centrodestra e centrosinistra

ROMA -Nonostante le continue manovre di allargamento della maggioranza parlamentare, nonostante l'ottimismo sparso a piene mani sulla tenuta dell'esecutivo, la fiducia in Silvio Berliusconi continua a calare. E a nulla è servito il varo della riforma della giustizia, tema che il Cavaliere ritiene essere prioritario negli interessi del Paese. Paese che però, a giudicare dall'ultimo sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it, sembra poco sensibile all'attivismo in materia del governo.

I dati della fiducia sono chiari. Quella di Berlusconi è in calo. Rispetto allo scorso mese sono due i punti percentuali in meno. Un 33% lontanissimo non solo dal 60% del settembre 2008 (punto di massimo gradimento), ma anche dal 40% del gennaio 2011. In tre mesi, insomma, la discesa è stata costante. Otto punti in meno a testimonianza delle difficoltà che vive il Cavaliere. Per quanto riguarda l'esecutivo, la percentuale di chi nutre fiducia resta sotto il 30% ormai da 5 mesi. A marzo, pur se in risalita di due punti, il gradimento si ferma al 26%. Ben al di sotto di quel 60% (-3% rispetto a febbraio) che si dice insoddisfatto del governo.

GUARDA LE TABELLE 1 1-2 2

Fiducia nei ministri
In testa restano saldamente il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il Guardasigilli Angelino Alfano. Due dei volti più esposti dell'interno esecutivo. Il primo alle prese con l'ondata migratoria dal nord Africa, il secondo autore della riforma costituzionale della giustizia che giù ha scatenato polemiche. Entrambi vedono il loro gradimento aumentare: Maroni di 3 punti percentuali (dal 59 al 62), Alfano di uno (dal 59 al 60). Molti i segni meno: a partire da Sandro Bondi che chiude il suo mandato alla Cultura con un 18% tutt'altro che lusinghiero. Male anche Brunetta e Matteoli. Stazionari i leghisti Umberto Bossi (50%) e Roberto Calderoli (34%).

Intenzioni di voto
Se si votasse oggi l'esito sarebbe sul filo del rasoio. Le due coalizioni di centrodestra e centrosinistra, infatti, si giocherebbero la vittoria finale di pochissimo. Queste le cifre: una coalizione composta da Pd, Idv, Sel, Verdi, Psi e lista pannella otterrebbe, secondo il sondaggio, il 41,2%. Restano fuori i grillini (2%) e le liste comuniste (0,9%). Forze politiche comunque riconducibili all'area del centrosinistra. Il centrodestra, invece, (Pdl, Lega e altri) si fermerebbe al 42,2%.

Il neonato Terzo Polo si attesterebbe ad un 13,4%. Con l'Udc a farla da padrona (7%), Fli al 4%, l'Api di Rutelli al 2% e l'Mpa di Lombardo allo 0,4%.

Uno scarto minimo tra i due maggiori poli, come si vede. A testimonianza dell'equilibrio che ancora segna l'esito finale della sfida elettorale. E che non tiene conto di una variabile significativa. Ovvero quella capacità del premier di aumentare consensi in campagna elettorale. Anche se resta da vadere se, dopo le ultime disavventure, il potere attrattivo di Berlusconi sia restato intonso.
(16 marzo 2011)
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda Iafran il 16/03/2011, 17:23

Per uno come me, che si trova ad essere considerato un "antiB", dovrebbe far piacere la notizia di "una costante discesa della fiducia del premier che si ferma al 33%", invece provo solo indignazione al pensiero che tale personaggio possa essere oggetto di sondaggi quale ... "premier" di uno Stato civile (il mio).
Il "capo", per le sue "trovate", al massimo poteva aspirare (conoscendolo) ad essere al centro dei "discorsi" momentanei dei più "rincoglioniti" del bar sport o di pettegole "lavandaie"!

Che popolo è l'italiano se un 33% dà fiducia ad un impresentabile?
Con che animo, o intenzioni o serietà, l'opposizione politica (o chi si propone agli elettori) si appresterebbe a governare, conoscendo queste particolari "aspirazioni-tendenze" (nonché "vulnerabilità") di una larga parte di cittadini, "tifosi" dei personaggi "politici" per partito preso?

Insomma il "berlusconismo" (che potrebbe essere in ciascuno di noi) sarà sconfitto (e da chi?) o sarà destinato ad imperare in Italia, finora patria di tanti uomini illustri ma anche di tanti opportunisti e sciacalli (vedi le speculazioni sulle periodiche emergenze ambientali)? :o
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda cardif il 16/03/2011, 18:31

Iafran, faccio un po' di esercizio:

1) Che popolo è l'italiano se un 33% dà fiducia ad un impresentabile?
E' quello che vota a destra 'per partito preso'. Voterebbe anche Mussolini o Musolino. Votano il leader che hanno.

2) Con che animo, o intenzioni o serietà, l'opposizione politica ...
Il Cs si deve accontentare di superare quel 33%: non è necessario il 100% per governare.

3) Insomma il "berlusconismo" (che potrebbe essere in ciascuno di noi)
Il condizionale (potrebbe) va bene: io non penso che il berlusconismo sia nella maggioranza degli italiani. Se considero quelli che conosco non sono molti gli affaristi truffaldini ed escortieri. Certo, finché il S.S. Berlusconi governerà la sua 'aura' continuerà ad influenzare l'Italia intera; i vuoi 'valori' saranno sostenuti da altri. Ma 'adda passà a nuttata' (prima o poi). Allora festeggeremo la rinascita italiana; ho fiducia.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: in picchiata la fiducia del premier

Messaggioda Loredana Poncini il 17/03/2011, 9:25

Abbiamo fiducia e combattiamo affinché cessino le divisioni fra noi italiani all'opposizione, affinché il mago (che ci dà magone !) con le sue tv, illusorie (che, grazie a lui, le tasse sono e saranno sempre di meno...!).
Ebbene, basterà uno spillo, o al massimo uno spillone (tipo quello che ho come fermacapelli !) per infrangere la BOLLA blu dei suoi triti slogan e..."silvio non c'è più ! ", poverino... :D
(e noi festeggeremo, oltre il 25 aprile, ed ancor prima, il 6 APRILE !!! :lol: )
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