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Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda ranvit il 12/03/2011, 12:00

Mi ricordano quando Bersani e soci chiedono a Berlusconi di dimettersi, senza proporre al Paese un forte programma (di una sola pagina!) che preveda al primo posto la riduzione draconiana dei costi della politica!

http://www.repubblica.it/esteri/2011/03 ... ef=HRER2-1


L'ANALISI
Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

TRIPOLI - Senza un aiuto dall'esterno che ormai non arriverà più, in pochi giorni i ribelli libici saranno ridotti al silenzio. E se davvero questa previsione si avvererà, sarà per una combinazione di fattori che dovrebbe umiliare l'Europa e gli Stati Uniti per il loro comportamento incosciente: in mille modi hanno incoraggiato i ribelli contro il regime del colonnello Gheddafi senza pensare che, al momento opportuno, non sarebbero riusciti a muovere un passo per aiutarli nell'unico modo che sarebbe stato utile per loro: una limitata ma immediata azione militare. Certo, se questa previsione si avvererà per davvero sarà innanzitutto per l'efficacia della macchina da "guerra totale" di Gheddafi. "Totale" nel senso che affianca la capacità militare a quella della polizia segreta, dello spionaggio e della repressione interna.

Ieri il centro di Zawiya, la città-martire della Tripolitania, era il simbolo di questo metodo integrato. La città appariva come un campo di battaglia devastato da una furia senza pari. Il minareto della moschea tagliato a metà da una cannonata, palazzi sventrati, le strade divelte dal fuoco dei tank e ostruite da decine di auto accartocciate. I ribelli sono stati tutti uccisi o catturati dalla polizia segreta; le loro famiglie minacciate e avvertite una per una. Per Zawiya, troppo vicina a Tripoli, non c'era nessuna probabilità di sopravvivenza, ma lo stesso sembra essere per tutte le altri città della Libia. Potrebbe essere così perfino per Bengasi.

Oggi, sabato, il governo libico porterà in "gita" i giornalisti embedded a Ras Lanuf appena riconquistata: l'esercito di Gheddafi, appoggiato dall'aviazione, sta allungando la sua presa verso Est. Dopo Ras Lanuf nella notte sono arrivate le prima telefonate che anticipano un attacco ad Adjdabja. Quando cadrà anche questo centro Bengasi sarà completamente isolata ad Ovest.

I ribelli sono costretti a combattere da soli, contro l'aeronautica, i cannoni, i carri armati di Gheddafi. L'aiuto, le incitazioni alla rivolta contro il colonnello arrivate in questi giorni dagli Stati Uniti, il disconoscerlo come interlocutore da parte della Ue potrebbero essere solo un boomerang per dei ribelli che potrebbero non aver calcolato fino in fondo la forza del regime e la riluttanza dell'Europa a qualsiasi coinvolgimento militare. James Clapper, il capo dell'intelligence americana, lo ha detto pubblicamente con quella "criminale" ingenuità tutta americana che non avrà altro effetto che rafforzare il colonnello che gli Usa stessi vorrebbero abbattere: "Alla lunga è probabile che Gheddafi prevarrà".

Gheddafi in queste ore fronteggia un presidente americano che continua a dire "tutte le opzioni sono sul tavolo" ma non ha deciso ancora quale scegliere. Una Unione Europea che ha ripetuto ieri "Gheddafi non è un interlocutore", ma lui presto sceglierà altri interlocutori. E infine una Lega araba che oggi prevedibilmente al Cairo non produrrà nessuna reazione degna di nota.

Nel frattempo il colonnello oltre alle operazioni militari ha rafforzato il controllo politico sulle città che già domina, Tripoli fra tutte. Venerdì nella capitale praticamente nessuno ha avuto il coraggio di scendere in piazza dopo le preghiere. Il quartiere di Tajura è stato riempito di lacrimogeni prima ancora che i fedeli-dissidenti soltanto entrassero nelle moschee. Notte dopo notte, il regime continua a far sparire un giovane da ogni famiglia potenzialmente dissidente, per rafforzare il terrore e avere nelle mani nuovi ostaggi che terrorizzano il resto del gruppo. Ancora: le tre reti televisive libiche oltre a dare le repliche dei discorsi del leader e di Saif, hanno inziato a fare una propaganda martellante, terrorizzante, mostrando le torture e le violenze di cui anche i ribelli si sono resi colpevoli nei primi giorni. Sei soldati libici vengono ripresi seduti su un divano, interrogati fra mille urla: pochi minuti più tardi i loro corpi giacciono in terra, le mani legate dietro la schiena, le gole sgozzate orribilmente.

Un altro video da brividi, riproposto ossessivamente al popolo di Libia, è quello dei ribelli che a Bengasi danzano ed esultano su un carro armato bruciato. Tra le mani, uno di loro esibisce i brandelli del corpo di un soldato, e più tardi qualcosa che viene presentato come il cuore bruciato del soldato. Un ribelle prova anche a calpestarlo con lo stivale. Vere o false che siano, queste immagini rafforzano il senso di terrore nei tripolini, un sdntimento di paura nei confronti della rivolta. Queste immagini di orrori causti dai ribelli rafforzano la legittimità di un regime violento e brutale, ma che da tanti libici continua ad essere considerato "il nostro regime", guidato dall'unico capo capace di tenere unita la Libia.

A 3 settimane dall'inizio della rivolta di Libia, la storia sembra del tutto diversa da quella di Egitto e Tunisia: Gheddafi potrebbe rimanere in circolazione ancora per molto tempo, e presto una pietra tombale potrebbe soffocare in quasi tutta la Libia il movimento dei ribelli. Con Stati Uniti ed Europa che da lontano a chiedere una sola cosa al colonnello: "Dimettiti". Lui non lo farà.
(12 marzo 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda flaviomob il 12/03/2011, 16:09

Finora però i ribelli non hanno chiesto l'aiuto militare dell'occidente, ma soltanto l'istituzione di una zona interdetta all'aviazione (va bene, lo dirò in inglese: no-fly zone). Inoltre la posizione occidentale è stata molto ambigua negli ultimi anni con Gheddafi (soprattutto quella italiana, sia a destra che a sinistra), così come quella dell'Unione Africana e quella dell'ONU. Se intervenisse l'occidente ci sarebbe il rischio di una convergenza in Libia di tanti militanti di Al Quaida, che non chiedono altro se non di combattere contro l'invasore imperialista. Bisognerebbe riuscire ad appoggiare i ribelli in modo che siano loro i protagonisti della liberazione.


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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda pianogrande il 14/03/2011, 1:52

Eh sì!
Non basta dire dimettiti.
Bisogna avere la capacità ed il coraggio di fare altro.

L'opposizione a Gheddafi è formata da quella parte del popolo libico che subisce tutte le conseguenze della dittatura e da vari capi di stato che, per interessi vari, non vanno al di là di una definizione di Gheddafi come non interlocutore.
Come si dice, in inglese area di non interlocuzione?

Effettivamente, tutto questo assomiglia un po' a una certa opposizione in Italia.
Una parte del popolo rappresentata da politici che hanno altro da pensare.
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda pianogrande il 14/03/2011, 1:55

flaviomob ha scritto:Finora però i ribelli non hanno chiesto l'aiuto militare dell'occidente, ma soltanto l'istituzione di una zona interdetta all'aviazione (va bene, lo dirò in inglese: no-fly zone). Inoltre la posizione occidentale è stata molto ambigua negli ultimi anni con Gheddafi (soprattutto quella italiana, sia a destra che a sinistra), così come quella dell'Unione Africana e quella dell'ONU. Se intervenisse l'occidente ci sarebbe il rischio di una convergenza in Libia di tanti militanti di Al Quaida, che non chiedono altro se non di combattere contro l'invasore imperialista. Bisognerebbe riuscire ad appoggiare i ribelli in modo che siano loro i protagonisti della liberazione.


Aiutarli a casa loro.
Non era uno slogan piuttosto diffuso?
Se non ora .....
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda flaviomob il 15/03/2011, 1:19

Aiutarli davvero, però. Chi usava quello slogan celodurista, in realtà, intendeva affondarli a casa loro...


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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda cardif il 18/03/2011, 1:38

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/ ... tp/393807/

8/03/2011 - IL PAESE NEL CAOS
Libia, sì dell'Onu alla no fly zone - Parigi: "Blitz militare nella notte"

Con 10 voti a favore, 5 astenuti (Russia, Cina, Brasile, India e Germania) e nessun voto contrario il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione che autorizza l’imposizione di una no-fly zone sulla Libia «con tutti i mezzi a disposizione», incluso il ricorso all’uso della forza.
L'avanzata sul terreno di Gheddafi ha spinto quindi la diplomazia internazionale ad accelerare i tempi: il Consiglio di Sicurezza ha di fatto autorizzato un intervento militare in Libia. La bozza prevde che siano adottate «tutte le misure necessarie» per proteggere i civili in Libia, esclusa l’occupazione. «Raid aerei mirati contro le posizioni dell’esercito del regime libico di Gheddafi potrebbero avvenire già questa notte», hanno spiegato fonti della diplomazia francese.
In un discorso rivolto in particolare agli abitanti di Bengasi, la roccaforte dei rivoltosi nella Cirenaica, Gheddafi ha annunciato che la sua aviazione attaccherà stanotte: «Preparatevi, stiamo arrivando» ha detto il Colonnello, in un messaggio audio diffuso dalla tv libica. Gheddafi ha lanciato l'ultimo appello: «Chi consegnerà le armi e si darà alla fuga non dovrà temere - ha dichiarato - non sarà perseguito». A Bengasi però gli insorti hanno promesso battaglia e subito dopo il via libera dell'Onu all'intervento militare sono scesi in strada per festeggiare con canti e grida di giubilo.
Il Ministero della Difesa libico ha minacciato di attaccare il traffico aereo e marittimo sul Mediterraneo in caso di intervento militare estero nel Paese: «Ogni operazione militare estera contro la Libia metterà a rischio tutto il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo, e ogni mezzo mobile civile o militare sarà obbiettivo di una controffensiva libica», ha dichiarato un portavoce del ministero della Difesa di Tripoli, citato dalla Jana. Secondo la tv di Stato, l'esercito e i miliziani avrebbero ormai riconquistato Misurata e sarebbero ormai giunti alle porte del capoluogo della Cirenaica anche via terra. L'aeroporto di Zuwaytinah, 150 chilometri a sud di Bengasi, è stato bombardato in mattinata dall'aviazione militare del rais come raccontato dall'emittente Al Jazeera. Il braccio armato dell'opposizione del 17 febbraio ha smentito che vi siano combattimenti nei pressi della città, affermando di aver abbattuto un caccia nel corso di un tentativo di bombardamento.
Gli ultimi sviluppi accorciano comunque il respiro della diplomazia, come ha sintetizzato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen: «Prima l'Onu riuscirà a raggiungere un accordo sulla Libia meglio sarà», aveva scritto sulla sua pagina Facebook poche ore prima del voto alle Nazioni Unite. E in ogni caso l'Alleanza è «pronta ad agire per proteggere la popolazione civile dagli attacchi del regime». Anche gli Stati Uniti, dopo le titubanze delle ultime settimane, si sono schierati apertamente a favore della messa in sicurezza dello spazio aereo. «Vogliamo convincere il Consiglio di Sicurezza ad autorizzare diverse azioni» contro il regime di Gheddafi, ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton in visita a Tunisi, «compresa l'imposizione di una no fly zone». Nell'ultima versione della bozza in discussione all'Onu è previsto il «divieto di sorvolo per tutti i voli» nello spazio aereo libico. Stando al testo di cui la France Presse ha ottenuto una copia, la protezione internazionale dovrebbe essere estesa anche al capoluogo della Cirenaica e i paesi arabi saranno chiamati a «collaborare» all'applicazione della no fly zone. Fonti diplomatiche hanno suggerito all'agenzia di stampa francese che, con il via libera del palazzo di Vetro, potrebbero partire in nottata anche raid aerei mirati contro le postazioni militari del colonnello.
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I miliziani di Gheddafi? Anche mercenari internazionali:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ia/2146761
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Forse sarebbe stato meglio proporre subito a Gheddafi, prima di tutto questo, di accettare una commissione ONU di consulenza per un tentativo di dialogo con il popolo. Un suo eventuale diniego avrebbe giustificato di più questo intervento.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda Iafran il 18/03/2011, 11:42

Le immagini dei militari libici (lealisti o rivoltosi, escludendo i mercenari), che inneggiano alla vittoria, mi turbano: è una guerra civile e la vittoria non può prescindere dalla distruzione del popolo al quale si appartiene!
Forse, chi inneggia non ha combattuto ... o non si rende conto di quello che ha fatto.
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda flaviomob il 18/03/2011, 23:14

L'occidente non può sempre girarsi dall'altra parte quando le porcherie le fa l'Arabia Saudita, che de facto ha invaso un paese sovrano, il minuscolo Bahrein...

http://www.ilpost.it/2011/03/18/piazza- ... on-ce-piu/

Piazza della Perla non c’è più
L'esercito ha distrutto il monumento che era diventato il simbolo della rivolta contro la monarchia 18 MARZO 2011 | MONDO

Oggi a Manama l’esercito del Bahrein ha distrutto il monumento al centro di piazza della Perla, quello da cui la piazza prende il nome e che nell’ultimo mese era diventato il simbolo delle proteste contro il regime. L’enorme monumento al centro della rotonda è crollato e al suo posto sono rimaste soltanto macerie. Negli ultimi giorni le speranze della popolazione sono state soffocate da una nuova e durissima repressione del governo, che è ricorso anche all’aiuto delle truppe saudite per mettere fine alla rivolta. L’intervento di oggi contro il monumento è stato un gesto con cui la monarchia ha voluto simbolicamente segnare la fine delle proteste.


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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda buci il 20/03/2011, 13:49

L'onu per l'ennesima volta si dimostra un'istituzione lenta.
Se avesse dato il via solo una settimana fa alla nofly zone ora non si dovrebbe combattere a terra.. che momento triste e difficile.

ciao
buci
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Re: Sulla rivolta libica il rischio di una pietra tombale

Messaggioda lucameni il 20/03/2011, 20:17

Comunque sia anche a sinistra ci si fa sempre riconoscere.
Per quello che valgono i social network, grande sfogatoio del peggio, già si alimentano voci del complotto per prendere il petrolio libico etc etc.
Reazione piuttosto scontata, come il fatto che adesso gli esperti di geopolitica spuntino come funghi, con verità in tasca assolutamente incontestabile.
Però la cosa che fa sorridere e/o incazzare è che da quando si inizia a bombardare, si moltiplicano quelli che ci raccontano di un Gheddafy ottimo leader, persona efficiente, tale che "noi dovremmo invidiare i libici per avere una persona come lui" etc etc.
Praticamente presunti esponenti della sinistra antiberlusconiana che alla fine si allineano a quanto detto fino a poche settimane fa da Emilio Fede.
Non c'è molto da aggiungere.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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